impasse esistenziale tra dipendenza e coraggio di vivere

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Messaggio  LucaB Dom Mar 15, 2015 11:45 pm

Ciao
Ero già intervenuto in questo forum https://depressione.forumattivo.com/t759-mi-presento, raccontando il mio periodo difficile di 4 anni e mezzo fa, quando mi trovavo senza motivazioni e in piena confusione mentale. Ebbene, sembra non essere cambiato nulla da allora. Ho fatto qualche esperienza di vita in più che mi ha portato poco e non dove avrei voluto mi portasse, e che mi è costata forse troppo in termini di energia mentale e vitale. Ho guadagnato motivazioni temporanee che mi hanno fatto sopportare la sofferenza di una vita avara e amara  (ma che pensavo di poter stravolgere con l'impegno e la perseverenza) e che non hanno fatto altro che allugare il brodo e le situazioni di partenza, senza dare un taglio netto. Ho studiato fino alla tesi di laurea triennale, da due anni a questa parte sono bloccato: non vado avanti né riesco a buttarmi tutto alle spalle e dire "ricomincio" da zero. Ho visto per questi anni il compimento della laurea come il mio biglietto di sola andata per la mia vita, ma questo biglietto non riesco ancora a staccarlo. Ho 26 anni appena compiuti. Se mi aveste visto 6 mesi fa ero pieno di vita e fiducioso di poter riprendere in mano la mia vita. Ho provato a emigrare e lavorare, ma dopo le prime difficoltà sono tornato indietro nel vecchio brodo familiare, rassicurato da mamma e papà, che come i peggiori genitori, non sono capaci di incoraggiarmi nelle cose che davvero desidero, ma non smettono, insieme ai parenti a domandarmi "e la laurea?, non ti conviene farla? Ormai sei arrivato ti manca solo la tesi!". Il fatto che con "ormai sei arrivato" siano passati due anni non sembra preoccuparli quanto me, che adesso mi accorgo di aver affidato e di essermi affidato alla loro fiugra troppo , per debolezza, per la mia difficoltà a tenermi gli amici. Mi sento solo e stanco. Dopo tanti sforzi mi sento anche sifduciato e imbrogliato da chi mi incoraggiava a continuare con la laurea, ma non vedeva i miei malesseri che, in una famiglia dove non si parla di emozioni, ho espresso con rabbia e violenza. Nell'ultima settimana ho messo le mani addosso tre volte a mio padre e spinto contro un muro mia madre, facendola finire a medicarsi le ferite, dopo che hanno "osato" , a mio vedere, dirmi: "perchè non te ne sei andato di casa prima?", quando più volte ho tentato la fuga, e più volte sono stato riaccolto nel nucleo familiare. Ho paura di rimanere nel limbo di questa impasse e di perdere altro tempo e perdere per sempre questo biglietto di libertà. Stare in casa mi preclude di fare la mia vita compreso forse laurearmi che è la cosa che mi aiuterebbe più di tutte a scappare. Trovare lavoro temporaneamente mentre lavoro alla tesi? We're in the south baby: 40% di disoccupazione giovanile. Nella mia città non si vedono più ragazzi dai 24 ai 26 anni.

Cure? Ho difficoltà a trovare la cura psicologica più adatta a me. Ho fatto tutta la trafila questa volta. Sono andato prima dal medico curante, che mi ha consigliato di fare palestra e di prendere del tiglio per dormire quando avevo insonnia. Poi nelle ASL provinciali (regione Sicilia) dove ci sono psichiatri che analizzano ogni tuo fluido biologico mentre ti riempono di fumo in una stanza da manicomio vera. Un psicologo privato a cui si erono rivolti i miei genitori per me, consigliandomelo. E una psicologa privata a cui mi ero rivolto un anno fa per il problema "blocco tesi". Alla fine, dopo tanto andare lì e là, ho deciso di tornare, al momento, dal dottore della ASL che mi prese in cura anche 4 anni fa, perchè mi sembra possa riallacciarsi a problemi passati e perchè, non lo trascuro, è gratis, e ciò mi porta a non dover chiedere i soldi ai miei genitori umiliandomi doppiamente. Ho ancora qualche riserva sull'apporto psicoterapeutico, perchè ho paura che affidandomi a lui io voglia inconsciamente deresponsabilizzarmi e non affrontare in prima persona e in più nutro forti dubbi sull'efficienza della struttura sanitaria siciliana.

Mi sento solo, intrappolato in una ignominiosa impasse, tra una laurea che non mi ha mai soddisfatto, ma per la quale ho sputato sangue più di 5 anni e una vita che, più passa il tempo e più sembra distruggere le speranze di prendere in mano finalmente la mia vita e fare veramente ciò che più mi piace. E ciò mi mette maledettamente ansia, nervosismo che si tramuta in violenza e non fa altro che rendermi il "colpevole" da emarginare in famiglia e fuori. So, che c'è qualcosa da fare, ma non trovo le forze per farla, e sono rammaricato di aver sprecato la parte più bella della mia giovinezza per stupide incomprensioni familiari e sociali. Il fatto che si gioca tutto su un filo sottilissimo (la tesi di laurea, il sostegno familiare) mi rendere insicuro sulla mia capacità di affrontare la vita in futuro, e ho fortemente paura che essa sia ormai terminata e non mi resti altro che una lunga fase discendente piena di rimorsi, colpe e un'infinita e quotidiana tortura con sempre meno sfoghi e piaceri. Ho smesso di pensare al suicidio, ma questa tortura non riesco a sopportarla e a comuicarla soprattutto. Scrivere mi è difficile in questo periodo (forse lo è stato sempre) ma forse mi è d'aiuto chissà. Vorrei scambiare impressioni e contatti con persone nella mia stessa condizione: giovani uomini, o donne, in un ambiente difficile e di fronte alla paura di affrontare la vita. Anche su skype. Ciao e a presto.


Ultima modifica di LucaB il Dom Mar 15, 2015 11:48 pm - modificato 2 volte. (Motivazione : Sicilia bedda)

LucaB

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Messaggio  mmm Lun Mar 16, 2015 9:09 pm

Ciao LucaB.

Una cosa che potresti provare, potrebbe essere quella di cercare di sgravare la situazione.

Sei tu che dai gravità alla situazione, che dai importanza alle cose che non sei riuscito a fare, alle opportunità che non hai avuto, al comportamento dei tuoi che si discosta da quello che tu ritieni sarebbe nel tuo interesse.

Ti suggerisco di fermarti un attimo e provare un'altra prospettiva.

Iniziamo dai tuoi genitori. Sono degli esseri umani, sono imperfetti, non hanno vissuto nel tuo stesso mondo, ovvero loro a 18 anni avevano davanti una situazione diversa dalla tua a 18 anni, così come a 30 anni si muovevano in mezzo a condizioni ambietali differenti da quelle a cui tu ti troverai davanti.

La loro non è cattiveria, non ha senso arrabbiarsi, considerali come dei bambini se ti può aiutare, ti faresti mai urtare dalle opinioni di un bambino? Lo riterresti responsabile di come va la tua vita? No, riterrei loro allo stesso modo, degli esseri con dei limiti, magari più ristretti dei tuoi.

Per concludere, l'altra cosa da smontare secondo me sono le aspettative verso te stesso e verso la vita.

Ti senti come se ti fossi perso chissà che cosa. Come se tu rischiassi di perdere chi sà che cosa.

Secondo me dovresti si avere una meta, ma non disperare perché sei in ritardo o perché temi di non riuscire ad arrivare in tempo.

Per stare bene secondo me bisogna fregarsene di tutto, fare quello che si ha da fare, si, ma senza dargli troppa importanza.

mmm

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Messaggio  LucaB Lun Mar 16, 2015 9:52 pm

grazie mmm, proverò a dare importanza alla tua risposta. No, seriamente: hai ragione, certe volte mi rendo conto che anche loro sono umani, e possono essere offuscati nella loro prospettiva di bene verso me, da non vedere anche il male. Ciò aggiunge un po' di sensi di colpa per la mia incapacità a gestire questa situazione e di aggravarla. Ti assicuro che anche avere la meta quotidiana di alzarsi dal letto a volte è dura. Trovarsi in un posto in cui si viene colpevolizzati e non sostenuti è altrettando difficile. E' che certe volte c'è la percezione che tutto vada per il peggio, senza un aiuto esterno capace di comprendere bene la situazione e sollevarti da terra, con sincera solidarietà o solo dicendo: "capisco".
Grazie del messaggio, mi aiuta senz'altro.

LucaB

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