Dei miei stupidi progetti e dei miei uragani improvvisi.

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Messaggio  soloari Dom Ott 26, 2014 2:30 am

Non so bene da dove cominciare. Vorrei ci fosse un punto fisso, un evento nodale, una prima scena; qualcosa con cui aprire in modo elegante, come il sipario di un teatro. E se questo fosse il teatro della mia vita, e le tende rosse avessero strusciato sulle assi di legno di uno di quei vecchi, profumati luoghi rinascimentali allora adesso apparirei immobile al centro della scena, con il trolley che ieri mi si è rotto proprio mentre camminavo e ho trascinato tra le braccia. Troppo grande, troppo pesante per me.
E altro che attrice; sono diventata la ragazza che piange al parco. Una zingara mi ha chiesto soldi e io le ho chiesto aiuto, e lei si è messa a ridere. Mi domando che senso abbia vivere in un mondo così.

Non credo che smetterò mai di considerarmi un mostro. Perché ho deluso tutti e in tutti i modi possibili; e non parlo di quelle delusioni carine, passeggere, di quelle delusioni che si rimettono a posto mettendo un tassello dopo l'altro e costruendo una casa di mattoni. Le case che costruisco io sono di paglia, volano via al primo soffio di vento. E le persone intorno a me si sono stufate dei miei stupidi progetti di paglia, dei miei uragani improvvisi; non ci sono più case in cui ospitarmi e io sento che sto scivolando giù, di nuovo. Dall'ultimo post che ho scritto è cambiato poco. Forse niente. Di certo non io, che ho sempre la nausea, che sono sempre convinta di star per morire. Che mangio senza piacere perché so che mangiare significa vivere e io non sono certa di volerla questa vita.

Penso spesso che nel 1991 mio padre e mia madre hanno fatto l'amore. E mi hanno voluta così tanto che quando ero solo un cuore nella pancia della mamma lei evitava qualsiasi sforzo perché ero lì, la sua bambina, la sua creatura, quella con cui avrebbero riempito quei libri stupidi dell'infanzia, col peso, la prima parola, e la prima pappa. Vorrei avercela ancora quell'innocenza, vorrei essere ancora quella bambina e invece so che il giorno in cui dirò la verità a mio padre sull'ultimo anno distruggerò tutta la mia famiglia. Come glielo spieghi? Mamma, Papà, ero arrabbiata. Volevo l'amore e mi sono infilata nei primi letti che ho trovato, senza davvero conoscere quelle persone che mi promettevano amore per una sera. Perché si ama anche così, per sentirsi meno soli.
Mamma, Papà, ero arrabbiata. Volevo dimenticare e allora bevevo fino a quando una felicità tutta non mia mi invadeva, e qualche volta non era nemmeno vero, facevo finta perché così i miei amici erano felici per me e nessuno si preoccupava.
Mamma, Papà, ero triste. Così tanto che non appena restavo sola mi mettevo a piangere; sulla banchina della metro, sull'autobus, per strada, nel bagno dell'università.
Mamma, Papà, quando ho conosciuto Lui ho pensato che tutto potesse tornare a posto. Gli ho fatto un disegno e gli ho scritto che mi aveva reso una giornata speciale e lui ha detto che anche io avevo reso speciale la sua. Ma poi mi ha voltato le spalle e io gli sono corsa dietro come in quel sogno che facevo da bambina; cercando di afferrargli il cappotto, col ponte sotto i piedi che crollava.
Mamma, Papà, mi dispiace tanto. Voi avete fatto l'amore per farmi nascere e ora io voglio morire, ci penso tutti i giorni. Qualche volta pizzico la pelle con le forbici del bagno, quando nessuno guarda. E non ci riesco a pensare di diventare grande, perché è un mondo strano; c'è la guerra, e c'è l'Isis, e c'è l'Ebola, e c'è Elena Ceste nel fosso dietro casa da nove mesi, c'è il telegiornale pieno di brutte notizie, ci sono le bambine scomparse, gli imprenditori suicidi, c'è il mondo che va veloce, e la droga ai piani alti, e lo stato mafioso, c'è che basta un attimo a morire e io non sono pronta nemmeno a quello, c'è che se chiudo gli occhi e non riesco a dormire non c'è nessuno ad abbracciarmi, c'è che quando stai affondando a un certo punto puoi sbracciare quanto ti pare, ma non ce la fai a restare su.

La mia vita non inizia e non finisce. Questo mondo mi terrorizza, e io non riesco più a uscire dalla mia stanza.
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Messaggio  MISTERMAX Gio Ott 30, 2014 5:08 pm

Buongiorno soloari,

il tuo post, tra tutti quelli sin qui letti sul forum, è di gran lunga quello che mi ha più colpito sia per i contenuti forti ed incisivi, sia per quello stile di scrittura che ho davvero molto apprezzato, esaustivo nella sua drammaticità, coerente, lineare, raffinato.
Poetico, come piace a me.
Leggendo di te, in realtà, non ho però colto a pieno ciò che ti è esattamente accaduto (forse non ho incastrato a dovere certe situazioni descritte) ma ho ben compreso gli stati d'animo che hai vissuto e che stai ancora vivendo e ho ben compreso pure quel desiderio che tutto possa avere finalmente una fine, consapevoli che purtroppo indietro non si potrà mai tornare
Per motivi certamente diversi dai tuoi mi sono ritrovato a passare momenti altrettanto bui ed ancora la mia battaglia è in corso ogni stramaledetto giorno.
Profondamente diverso da ciò che sono stato, profondamente scettico rispetto ad una prospettiva di vita che sappia restituirmi un equilibrio ormai perduto definitivamente.
Ed il tuo esordio "......Non so bene da dove cominciare. Vorrei ci fosse un punto fisso, un evento nodale, una prima scena...." sintetizza in modo perfetto quello che anch'io provo.
Di continuo mi interrogo su ciò che mi ha principalmente destabilizzato, e di continuo cambio risposta.
Una mezza idea l'avrei anche ma non potendo appunto riavvolgere il nastro la riprova non ci sarà mai.
Ad oggi moltissimi eventi della mia scipita quotidianità mi sovrastano, spaventandomi e paralizzandomi, e ciò che prima riuscivo ad affrontare e gestire con autorevolezza ora mi mi fa sentire terribilmente
vulnerabile.
Un sinistro senso di disperazione mi ha portato ad iniziare quello che è ormai un vero e proprio processo di autodistruzione.
Ho iniziato a fare cose che fino ad un paio di anni fa mai avrei pensato di poter arrivare a fare.
Quel che è peggio è che il piano è però frutto di una lucidità che ancora conservo e non si basa affatto sull'istinto del momento o sull'emotività di un'ennesima insoddisfazione.
Ho attraversato molti "stadi" in quest'ultimo periodo; dopo la paura, lo smarrimento, l'angoscia, l'arrendevolezza, il grande sconforto, sono giunto alla tappa in cui mi interessa molto poco di quasi tutto quello che compone la mia attuale esistenza.
E quando l'indifferenza ti bussa alla porta darsi la benchè minima spinta diventa impresa difficile.

Ti abbraccio!

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Messaggio  lorenzobg75 Gio Ott 30, 2014 8:14 pm

cara soloari,
da quello che scrivi penso che tu sia una ragazza molto sensibile,magari insicura ed emotiva,ma sicuramente una persona con la quale vale la pena passare del tempo e spendere qualche parola...
partendo dal presupposto che la vita non è rosa e fiori come molti pensano,ci tengo a ricordarti che i mezzi di informazione danno un idea falsata dell'esistenza umana,nel senso che amplificano le notizie di cronaca nera da una parte,e dall'altra ti fanno credere che per essere una persona degna di considerazione devi essere spietata,egocentrica e competitiva nel lavoro,nella vita sociale e sentimentale...niente di più falso e sbagliato!!
per la società in cui viviamo noi valiamo in quanto consumatori ed in quanto esteticamente dimostriamo(bellezza fisica,denaro,automobile,ecc...),ma credimi,se sei in grado di vedere il mondo con occhi tuoi ti accorgerai che è tutto un castello di sabbia...e che ci sono un infinità di persone che non si rispecchiano in quella visione distorta e che hanno problemi,che soffrono in silenzio,oppure che sono persone semplici,genuine e si costruiscono una vita basata sulla comprensione,sull'affetto,sul calore umano e sul contatto con la natura....
tu non hai deluso nessuno,hai solo delle difficoltà che molti altri hanno,o che noi qui nel forum abbiamo...devi vederti sotto occhi diversi,non stà scritto da nessuna parte che devi avere tanti amici,che devi bere,fumare,essere altezzosa per contare qualcosa...se tu ti sforzassi ad osservarti sotto occhi neutrali ti accorgeresti che sei una persona magari migliore di altri e che la sofferenza e le lacrime sono dovute ad una mancanza di calore umano...
non mollare quindi tuoi interessi...se vedi che fai fatica a portarli avanti parti con poche pretese,e quello che verrà in più sarà tanto di guadagnato...
quando stasera starai per addormentarti pensa anche al mio abbraccio,per quanto virtualmente posso fare,ti stringo forte e ti mando un bacio I love you
forza che ce la fai Smile
ciaooooo
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Messaggio  gess Ven Feb 13, 2015 6:23 am

Anch'io come te non ce la facevo piu,volevo sentirmi chiamare nonno ma questo non accadrà mai così con un mio amico abbiamo creato una piccola.comunità nella mia villa in collina fuori roma.Per chi come noi vuole chiudere con il mondo una piccola isola felice,un mondo nel mondo,andiamo in penzione a vita fino alla fine dei giorni è tutto gratis vitto alloggio internet c'è tutto e gratis i soldi non mancan.O... Il tutto nel rispetto e nella condivisione.

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Messaggio  piquemal Ven Feb 13, 2015 3:53 pm

gess ha scritto:con un mio amico abbiamo creato una piccola.comunità nella mia villa in collina fuori roma.Per chi come noi vuole chiudere con il mondo una piccola isola felice,un mondo nel mondo,andiamo in penzione a vita fino alla fine dei giorni è tutto gratis vitto alloggio internet c'è tutto e gratis i soldi non mancano.

Non mi va di approfondire oltremodo la tua proposta, non mi pare una strada percorribile e consigliabile, indipendentemente dall'età e da un senso più o meno intenso di scoramento. Chiedo, trovandoci su un forum legato al tema della depressione: in quale modo questo invito dovrebbe infine allontanare uno stato depresso?

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Messaggio  mmm Ven Feb 13, 2015 8:41 pm

lo insegnano fin da piccoli: non accettare caramelle dagli sconosciuti... (non è rivolto verso te piquemal l'hai scritto chiaramente che la caramella non la vuoi... però questi suoi inviti mi ispirano quel tipo di diffidenza...)

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Messaggio  elisabetta5656 Ven Feb 13, 2015 9:25 pm

Moolta diffidenza e poi tutta questa ostentazione di denaro a profusione a gratis in una grande nuvola di fumo...chi sei Gess?
Mi scuso con l'autrice del thread per questo O.T.
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Messaggio  piquemal Ven Feb 13, 2015 9:53 pm

Mi pare difficile non essere scettici sulla proposta in questione. Siccome la proposta è stata formulata in uno spazio pubblico confido in qualche chiarimento da parte di gess, cercando per quanto possibile e fino ad allora di sospendere il giudizio - da parte mia, voi continuate come credete Smile
Poi sarei pure interessato a sapere come l'evasione si possa configurare come rimedio alla depressione, ma non vorrei utilizzare i silenzi altrui per le mie personalissime fughe mentali.

piquemal

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Messaggio  merla Sab Feb 14, 2015 4:29 pm

piquemal ha scritto:come l'evasione si possa configurare come rimedio alla depressione

Hai presente l'erba? cheers

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Messaggio  SadPuppet Sab Mar 21, 2015 12:10 am

Riprendo il topic perché mi ha colpito molto.
Ho 32 anni e provo anche io ciò che hai descritto, con la differenza che per me avere compagnia è diventato utopico. Ho qualche amico e due adorabili fratelli, però sposati. Mi sento sempre più solo e adesso anche a disagio nel vedere i miei coetanei sposarsi o procreare. A me non riesce più neanche a prendere un caffé con una ragazza che mi piace: no a priori.
Ma se su questo differiamo, per il resto mi sembra di capire quando parli di desideri e uragani, di case di paglia.
Mi sembra che tutto sia un sogno irrealizzabile, o meglio che ogni mio progetto sia un gingillo baloccoso di un bambino mai cresciuto, con conseguente frustrazione, delusione, discontinuità... Fosse un lavoro o una serata di divertimento, le aspettative mi schiacciano così come le conseguenti delusioni. A volte vago per la città, a piedi o in auto, con lo stato emotivo di sentirmi un pensionato fuori dal mondo, desidererei trovare una panchina, chiudere gli occhi e via, non svegliarmi più.
Una volta ho risposto in maniera un po' brusca a mia madre, preoccupata che non facessi attenzione alla strada ipoteticamente ghiacciata. Ho visto il suo sguardo mentre rispondevo, mi sono sentito una vera cacchina e ho pianto per una settimana. Idem con mio padre, che mi mandò un sms per notificare che aveva preso dei taralli particolari fatti in paese. Io che manco li dovrei mangiare, ma che ovviamente mi butto sul cibo per alleviare i miei vuoti e i miei abissi. Ti capisco bene quindi quando parlo del rapporto con i tuoi, perché anche io gli direi a volte che stanno puntando sul cavallo sbagliato, che non merito il loro sostegno. Spero di non dirglielo mai o dar loro il grande dolore che però forse mi libererebbe, anzi penso che sia stato solo il loro affetto e qualche scrupolo religioso a bloccarmi.
Pensa poi che sono un libero professionista nel campo di cinema e audiovisivi, la relazionalità e la comunicazione dovrebbero essere il mio cavallo di battaglia e i miei mezzi di sostentamento, invece passo interi giorni tappato in casa con l'ansia di mettere il naso neanche fuori dalla porta di casa ma della mia camera. Mi aiutano spesso alcuni lavori on line e ovviamente i miei, e così il cane si morde la coda.

Non posso darti nessun consiglio, nessuna soluzione. Ho preso tanti farmaci e ancora sono in terapia, che reputo comunque utile, ma la vita di ogni giorno è altro e viviamo con un terrorismo emotivo dato dalla nostra tristezza.
Io ne farei davvero a meno, per questo ti dico che ti sono vicino e posso comprenderti.
un abbraccio e grazie per la condivisione (scusa qualche strafalcione, ho preferito i contenuti alla forma)

SadPuppet

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