Brutta bestia

Salve ragazzi,

Sono nuovo dalle vostre parti e mai avrei voluto scrivere in un forum che tratta questa malattia.
Da alcuni anni, riscontro tuttii sintomi di questa
malattia.. Apatia, pensieri di suicidio, pochissima vita sociale, trascuravo l'igiene per un breve periodo di tempo fortunatamente ecc...
La vita non mi ha regalato molto, ma solo problemi. Problemi che molti considererebbero marginali
rispetto ad altri invece mi limitano. Mancano tante cose e con fatica sto andando avanti. Con fatica.
Gira tutto male. Non ho una mia indipendenza economica anche perchè il mondo del lavoro è completamente
in crisi. Buona parte delle responsabilità nella mia vita sono da addebitare al sottoscritto. Si perchè ho sbagliato e nonostante questo, non saprei proprio come cominciare a rimediare...magari esistesse la strada giusta.
Spesse volte, mi sento sbagliato. C'è qualche ingranaggio danneggiato dentro di me che non mi permette di cominciare a guardare avanti e sbloccarmi. L'accettazione fisica di me stesso è un  altro tasto dolente. Vivo un contrasto fra quello che vedo io e quello che vede la gente (no dismorfofobico) , l'unica realtà che vedo è quella di sentirmi brutto e non meno spesso di vedermi come tale.
E' fondamentale star bene con se stessi. Piacersi e piacere alle ragazze. determinante. Qualora venisse a mancare una condizione fra queste, allora la vita ne risentirebbe a dismisura.
L'altra questione è il lavoro. Non sono realizzato. Non ho un posto nella società e spesso mi sento inutile e poco compreso dalla mia famiglia d'origine. In alcuni momenti sento forte l'idea di scomparire e risolvere tanti malesseri esistenziali che purtroppo mi vedono coinvolto in prima persona. Mi assalgono tanti sensi di colpa e tanti scrupoli, ma avendo 30anni e sapendo che tante altre persone trovano il coraggio di ammazzarsi...e con essi tanti ragazzini anche più giovani, mi domando se non ho il coraggio di fare almeno questo. Vivere un'altra vita migliore e da un'altra parte che non sia questo mondo corrotto, manipolato e governato da perversi, dittatori silenziosi.
Guardo la mia vita terrena e vedo tutto in salita. Enormi sforzi e sacrifici devo fare per migliorarmi  e per vivere. Guardo oltre la vita e provo un senso di liberazione e di conclusione di un'esistenza problematica per la quale una buona part di responsabilità hanno coloro che mi sono vicini. Negli ultimi 10 anni, il bilancio è disastroso.
Due sono le esigenze. L'amore di una ragazza e un lavoro degno di questo nome. Nemmeno a parlarvi di amici. Se non mi tiro fuori da solo, nessunolo farà per me. Nessuno si è interessato attivamente a coinvolgermi nella vita sociale se non sporadiche occasioni amichevoli, e questo vi suggerisce che razza di persone ho al mio fianco magari attendono la mia morte sui giornali. Il punto non sono loro.Sono io e la mia vita che vorrei girasse in un altro verso. Ci vuole fortuna, maledetta fortuna. Mi direte che le cose cambieanno, bisogna reagire e avere forza. Non tutto è perduto. Positività e ottimismo ci vogliono nella vita e negatività attira negatività, ma non è tutto. La mia esistenza non è utile a me e non è utile a nessuno.
Il suicidio è l'ultima spiaggia. Se e quando lo attuerò, non deve esserci strumentalizzazione alcuna sulla mia morte. Nessun lutto cittadino e debbono essere rispettate le mie volontà. Su quest'ultimo punto, mi sto informando. Ora, non vorrei passare per uno che sta delirando, ma sono abbastanza lucido. Se non compaio sui giornali è pure meglio.
Non và in NESSUN campo.

Ciao Depresso, capisco che ti possa sentire avvilito per la mancanza di un lavoro e di una compagna però mi sembra prematuro fare un bilancio così duro e irreversibile della tua vita. Se il pensiero della tua morte ti assilla potresti provare a parlarne con uno psicologo. Spesso l'esito è quello di cambiare l'atteggiamento verso le stesse cose per cercare di viverle meglio, e col tempo non è detto che la situazione non possa cambiare in meglio.

ehm...non mi assilla di frequente. Ci penso solo nei momenti in cui non vedo futuro, ma solo grattacapi e preoccupazioni. Penso di non avere un carattere facile, e il fatto di non poterlo cambiare e non potermi cambiare, mi chiude proprio in un vicolo cieco. Se una cosa andasse bene, proverei a guardare tutto il resto sotto un'altra luce. Il problema dell'amore è un pelino diverso. Il declino degli ultimi anni, mi ha portato a chiudermi sempre più quindi è intuibile come tutto questo possa aver lavorato negativamente nel mio io. Alla base delle mie insicurezze, ci sono pure i miei genitori. Educazione rigida e sfiducia nelle mie capacità. Tutto finalizzato a costruirmi una parte e un posto nella vita che non sento mio, ma probabilmente sarebbe stato il meglio per me. Con un carattere diverso avrei affrontato il tutto con un approccio diverso e più menefreghista. I tentativi di affossarmi sarebbero stati vani perchè li userei come leva per risollevarmi, invec io tendo a dare loro un motivo un più per buttarmi giù.
Arivare a 30 anni così, non è positivo per nessuno. Questo mondo non si ferma di fronte a nessuno e mette molti nelle stesse condizioni.

Sulle ragazze non ti saprei dire. Probabilmente hai bisogno di creare delle situazioni in cui sia possibile incontrarne una, perché infine basta piacere ad una senza aver l'onere di invaghire un intero genere. Mentre per il lavoro devi considerare che c'è una congiuntura negativa ormai da molti anni e che fai parte di una larga schiera di disoccupati. Può essere un alibi se ci pensi troppo e sicuramente puoi darti da fare per presentarti al meglio ad un possibile colloquio, ma la realtà, i numeri, dicono che è una situazione così ampia che non mi riesce di pensare che il problema debba ricadere sul disoccupato che si colpevolizza e mortifica per le sue mancanze quando è un disagio sociale serio e diffuso che richiederebbe una soluzione politica.

In verità, debbo piacermi io in primis. Ho qualche difetto che mi blocca e vorrei risolvere chirurgicamente. Non piace a me e credo non piaccia nemmeno a molte altre donne. In ogni caso, non lo vedo in proporzione con il resto del volto.
Comunque si...a me interessa piacere ad una brava ragazza e che mi piaccia. Non posso essere un playboy   , però ho la testa ballerina come puoi notare dall'argomento che hai aperto.
Non credevo che in questo forum avrei potuto trovare una persona sveglia, si, ma in grado di guardarsi intorno e osservare questo fenomeno così malato e così perverso. E' irritante il fatto che sia deciso dall'uomo. Sai, io posso avere i miei problemi e lottare per risolverli, ma vedere come dall'alto (non mi riferisco a politici, ricconi di turno ecc...) , decidono di creare un vero e proprio vortice di depressione economica, all'interno del quale vengono trascinati tutti gli individui e di qualsiasi età giocando con le loro vite, a me personalmente fa arrabbiare e questo mi tiene in vita. Il primo post che hai letto è causa anche di questo maledetto vortice.
Io voglio vivere e migliorare la mia vita.

comunque non voglio fare la parte del bipolare però capisci che questa situazione non la posso reggere per molto altro tempo?  
Non ho altre soluzioni.

Penso di essere un pochino esaurito e ho bisogno di qualcosa di positivo nella mia vita :-/

Depresso ha scritto:comunque non voglio fare la parte del bipolare però capisci che questa situazione non la posso reggere per molto altro tempo?

Proprio per questo ti inviterei a non escludere di parlarne con uno psicologo se la tua zona è fornita. Poi c'è tempo per attribuirsi etichette come bipolare o altro, non è che per forza si rientra in qualche patologia per fortuna.

p.s. quando rispondi in un thread puoi cliccare su "postreply" anziché su "newtopic" in modo da non aprire un nuovo thread ad ogni risposta   

piquemal ha scritto:

Depresso ha scritto:comunque non voglio fare la parte del bipolare però capisci che questa situazione non la posso reggere per molto altro tempo?

Proprio per questo ti inviterei a non escludere di parlarne con uno psicologo se la tua zona è fornita. Poi c'è tempo per attribuirsi etichette come bipolare o altro, non è che per forza si rientra in qualche patologia per fortuna.

p.s. quando rispondi in un thread puoi cliccare su "postreply" anziché su "newtopic" in modo da non aprire un nuovo thread ad ogni risposta   

Oh Signore    Chiedo scusa. Così facendo pensavo di rispondere invece postavo un nuovo argomento.

Non saprei se si tratta di depressione o esaurimento nervoso. Come potrai notare leggendomi io sono lucido almeno mi ritengo tale, ma spesso mi ritrovo a fare pensieri brutti, proprio perchè mancano delle cose nella mia vita. Delle cose importanti. Un lavoro che mi dia una certa stabilità e altro. Non che me lo debbano portare sotto casa, non dico questo. Devo "prepararmi" ad accogliere determinate cose. Per questo devo un attimino laorare su me stesso. Ti sembrerò ridicolo, ma c'è un difetto che mi blocca. Quasi non riesco a sorridere senza che io lo tocchi. Non mi sento libero ed è qualcosa che porto con me sin da piccino. Io a parlarne con uno psicologo o psicologa, provo un po' di imbarazzo.
Non mi sento proprio libero. Tutto parte dai miei genitori, in particolar modo da mio padre. Vorrei staccarmi da lui e non mi è possibile farlo. Non prima di un lavoro serio e guarda te che periodo ci stiamo trovando a vivere.
Mi sento oppresso da una persona che indaga, scruta e s'intromette fra le mie amicizie. Mi dà proprio noia. Questa cosa comincia ad essere seccante.Come vedi sono tante cose, non so fino a quanto regger. Ha il coltello dalla parte del manico perchè economicamente è l'anello forte. Se devo dirtela tutta, mi sta proprio antipatico.

Non ho molte alternative per risollevare la mia vita almeno di un grande colpo di genio o di fortuna che rendano altrettanto. La mia esigenza è rendermi economicamente dipendente dalla mia famiglia, a costo di non avere una vita privata fino alla morte. Sto soffrendo per questo. Non ho un buon rappoto con i miei genitori soprattutto con mio padre. Non c'è stato MAI un buon rapporto. Alti e bassi continui, ma più bassi che alti. E' una persona che non trovo simpatica e se non fosse mio padre, non sarebbe nemmeno un mio amico. Avrei voglia proprio di mettergli le mani addosso e scaricarmi per un bel po' così come ha fatto spesso con me. Economicamente sono debole. NOn posso sganciarmi da questa casa. Nel caso in cui questa situazione dovesse protrarsi per molto tempo,avri già deciso la data della mia morte. 35-40 anni è l'età giusta. Età dove si è completamente out dal mondo del lavoro soprattutto se privi di esperienza e di una formazione in grado di ridurre le distanze con la concorrenza sempre più competitiva. Non avrebbe senso e credo ch,e nessuno trarrebbe piacere dal vivere così o pensarla sempre con gli stimoli nuovi del "vivere è sempre meglio di morire e qualcosa di positivo e inaspettato può sempre accadere" , non può essere una filosofia che alla lunga favorisce una persona. E' qui che vorrei chiedervi se la voglia di morire e metterla in atto, è una predisposizione caratteriale e non sempre dettata dalle circostanze che spingono in questa direzione?
Non credo che tutti i morti suicida siano morti solo per le circostanze a loro non congeniali.

La domanda che poni è di difficile e personalissima risposta. Certo, creare attorno a sé un ambiente più vivibile potrebbe distrarti dai pensieri mortificanti che ti trovi a dover gestire. E se questo non è possibile la frustrazione aumenta e i picchi negativi si avvertono con insistenza.

Però mi chiedo se davvero puoi essere così definitorio, al punto da voler rinunciare alla vita, in considerazione del fatto che non hai un lavoro. Perché devi punirti come fosse principalmente un tuo fallimento quello che a me appare più come un fallimento sociale, un modello di vita che si trova ad andare storto per mancanze che non sono imputabili unicamente a te. E poi c'è sempre la possibilità di accettare lavori meno qualificati che almeno permettono un'entrata economica. Tu hai già abbassato le tue pretese?
Il proprio senso di dignità, che rende la vita meritevole di essere vissuta, è importante, ma penso che con gli anni, l'esperienza, si può imparare ad abbassare l'asticella e adeguarsi a una vita che non è perfetta come la si immaginava, ma pur sempre perfettibile.

certo che ho abbassato le pretese, certo. Non le ho mai avute alte a dirti la verità. Su questo fattore vorrei fare una riflessione. Anche per questo continuo adattamento e adeguamento che il mercato del lavoro è in crisi, e di conseguenza sono in crisi i lavoratori. Accettare di essere schiavizzati in massa è veramente un'assurdità legalizzata. Prima della società bisogna pensare a se stessi. Il fallimento sarebbe in primis con me stesso. Ora sono troppo giovane, ma immaginarmi così a 35-40 anni non è cosa. Il mio post è riferito alla mia situazione personale di riflesso alla società, ma della società a me, non frega poi così tanto. Senza né arte né parte a spese dei propri genitori, senza una famiglia tua insomma senza un posto nella società, tu vivresti bene? Io personalmente no. Vivo male oa che sono giovane figuriamoci a 40 anni!
Sono un tipo molto orgoglioso purtroppo, ma quello che mi logora è il rapporto con i miei. Quella è la base. Per questo subisco 10 volte di più nella vita. Ti assicuro che la mia vita oggi ha lo zero di quell'asticella.

Lo scoramento ci sta, anch'io guardo il mondo lavorativo dall'oblò della mia situazione di disoccupato e non ne traggo pensieri positivi. Però ho una certa indipendenza e cerco di non lasciarmi trascinare dai pensieri negativi. Cercherei di non proiettarmi verso i 40 anni e oltre perché ho già da mandare avanti la baracca ora, con tutte le difficoltà che comporta. Credo che a 40 anni ti giudicherai diversamente da ora, avrai un grado di giudizio diverso com'è naturale che sia.

grazie per i consigli. Cerco di non pensarci. E' una situazione stressante, credimi. A volte cado nel profondo nero che è dentro di me. Ultimamente mi capita di guardare una ragazza carina e vivere male interiormente il fatto che non ce l'abbia, ma ancor più strano il fatto di vedere un gruppo di amici formato da ragazze e ragazzi... e mi blocca un senso di angoscia e di ansia. Nella psicologia tutto questo ssignificherebbe esigenza di determinate cose che non ho e invidio negli altri. Diciamo che ho perso molte cose fino adesso. Molte esperienze che avrei voluto fare e che non ho fatto perchè "pressato" dall'educazione rigida e autoritaria dei miei e soprattutto di mio padre. Sai come ci si sente a non avere NULLA in mano?

Il fatto di non avere una compagnia mi pare forse maggior fonte di sofferenza rispetto a non avere un lavoro, in questo momento per te. Tu la riconduci all'educazione autoritaria dei tuoi e io non ho motivi per metterlo in dubbio. Compirei allora dei piccoli passi verso un'emancipazione dalle autorità genitoriali, magari li hai pure già fatti, non so. Che magari vuol anche dire per forza di cose continuare a viverci assieme, costruendo però degli spazi mentali di netta opposizione dai tuoi. Io mi muoverei in questa direzione.

Già fatti. Già fatti...
Purtroppo sul fattore lavoro uno ci ricade olente o nolente. La compagnia di amici ce l'ho, ma dovrei aprire un altro thread in merito. La vita sociale nella realtà dove vivo io, è un bel problema.

Questa mattina, mi sono svegliato male. Il pensiero presente di scomparire e liberarmi da tutti i problemi quindi anche della gente che mi circonda. La realtà dove vivo è soffocante. Mi stressa e mi logora. Una realtà locale di poche migliaia di abitanti dove tutti parlano di tutti. Mettono voci false e magari chi ne subisce ha problemi opposti a quelli messi alla mercè di tutti. E' un'epidemia che si espande e che mi perseguita. Il guaio è che ho difficoltà a liberarmene se ho la sensazione che i miei genitori contribuiscano abbastanza attivamente a questo continuo sparlare facendo conoscere i fatti miei. Io che non voglio rendere conto a NESSUNO. Non ho prove di questo altrimenti mi sfogherei con chi di dovere e mi tocca combattere con queste percezioni più reali di quello che sembrerebbero leggendomi. A volte vorrei andare via lontano, ma quando i miei comunicano ad altri dove purtroppo siamo punto e a capo.

Consigli?

Magra consolazione...ma ho solo questo da dirti... e lo spero tanto, che tanta gente abbia quello che si merita prima o poi  

E che ti capiso, credimi, e poi non ti logorate tanto,non puoi farci niente e ti fa solo stare peggio.. chi ti cososce sà, e spero che contribuisca a far conoscere la verità  
Sentire parlare alle spalle è una bruttissima cosa specie per noi che abbiamo anche difficoltà di relazzionarci con il prossimo e combattiamo battaglie contro la depressione, è come rigirare il coltello nella piaga e ti fa venire lo schifo di dover uscire per colpa di imbecilli e vigliacchi ( che crepino !!! )