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Messaggio  Stef Gio Set 18, 2008 8:56 pm

Salve raga, volevo una vs opinione al riguardo.
Secondo voi la depressione può essere correlata in qualche modo all’essere accondiscendenti? Può aver a che fare all' “adattamento” invece che far valere le proprie opinioni, a chi non sa dire di no, a chi è timido? Ma allo stesso tempo accumula un’aggressività che se non viene scaricata in qualche modo porta a scoppi d’ira incontrollata (o viceversa ad un’implosione)?
In quest’ultima ipotesi può portare ad una consumazione di energia che poi porta alla depressione?
Lo so che ci sono tante altre situazioni o predisposizioni ma…

E poi perché uno fa scherzi inopportuni o stronzate varie (sempre riguardo alla correlazione con le depressione)?
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Messaggio  suggestione Gio Set 18, 2008 11:42 pm

non lo so, Stef.
La depressione come ben sappiamo è una condizione soggettiva, unica e incondivisibile per ognuno di noi.
Se poi la Psichiatria cerca di categorizzare le varie forme di disagio per poter in qualche modo aiutare il malato, non significa che si avvalga delle migliori interpretazioni dei fenomeni psichici.
La domanda che è doveroso porsi è questa:

E' la chimica che modifica il pensiero, oppure è il pensiero che modifica la chimica?
Per quello che ne so, ancora si brancola nel buio.
Proprio per questo quando si soffre di questo disturbo non basta agire solo con l'uso dei farmaci, ma bisogna intervenire anche con il sostegno psicologico.
Io personalmente aggiungerei anche Lo yoga, affinando le tecniche di respirazione, l'alimentazione e un ritorno alla natura.

Azzardo e, rispondo alla tua domanda:

Tutte queste condizioni penso siano comportamenti limitanti,che dovrebbero essere corretti e, che fanno presumere una tendenza alla depressione nei momenti down del ciclo della malattia; però poi si trasformano in aggressività quando le condizioni chimiche lo permettono.
La causa esterna provoca queste situazioni drammatiche solamente quando si scontrano con persone sensibili a questi imput.
Se pur assumendo farmaci che dovrebbero equilibrare la chimica, certi imput producono ancora effetti devastanti, allora entra in gioco una forma di distorsione psichica molto marcata.
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Messaggio  Stef Ven Set 19, 2008 12:59 am

La tua risposta mi sembra abbastanza centrata, indovinata, e per questo non mi sento per niente tranquillo.
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Messaggio  suggestione Ven Set 19, 2008 9:47 am

Aspetta!!!
Non darti pene inutili, queste mie riflessioni possono essere anche sbagliate, potrebbero essere lacunose o prive di fondamento.
Vediamo se nel forum altri possono darti informazioni utili al riguardo, in questo modo ti sarà facile orientarti.

Con amicizia

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Messaggio  canterel II Ven Set 19, 2008 1:30 pm

suggestione ha scritto:Aspetta!!!
Vediamo se nel forum altri possono darti informazioni utili al riguardo, in questo modo ti sarà facile orientarti.

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e poi non c'è mica solo il forum. vale il vecchio disclaimer: quando si toccano argomenti diagnostici, sarebbe meglio girare le domande agli specialisti che conosciamo.
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https://www.youtube.com/watch?v=RIOiwg2iHio

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Messaggio  alfredo Ven Set 19, 2008 3:57 pm

non essere assertivi, non fare valere le proprie opinioni , puo' far scatenare una serie di reazioni emotive diverse,da un fastidio a una rabbia di differenti entita' , fino a reazioni furiose incontrollate - dipende dalle valutazioni personali del problema in se'.

Se chi si accorge che le proprie opinioni non vengono considearte e si creano conseguenze dannose , puo' insorgere una rabbia prolungata per lla situazione che si e' prodotta ; come pure anche il solo pensiero di perdere l'immagine positiva nei propri confronti , puo' far scaturire reazioni esplosove, che a loro volta possono innescare ulteriori sensi di colpa perche' il problema, invece di risolversi sembra complicarsi ancora di piu 'e quindi a non chiarire il conflitto con l'altro e a non ricervere la considerazione auspicata.

La rabbia conseguente a mancanze di considerazione ( non vedere rispettate le proprie opinioni) e' positiva e funzionale , quando non intacca la continuazione del diaologo , la mediazione delle posizioni e la soluzione soddisfacente dei conflitti.
La rabbia esplosiva e' disfunzionale quando annulla la possibilita' di mediazione e il problema rimane irrisolto, provocando frustrazione per la mancata considerazione che si aspettava di ottenere.

Ciao
Alfredo

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Messaggio  Luciano Ven Set 19, 2008 6:29 pm

Nel mio caso, la depressione forse è stata causata proprio da questo.
Da bambino e da adolescente ero sempre il ragazzo timido e precisino, un po' secchione, vittima degli scherzi e dei dispetti dei compagni di scuola. Ero bersagliato a causa del mio carattere strano, e le poche volte che avevo il coraggio di ribellarmi alle cattiverie degli altri le prendevo (e a volte mi beccavo pure i rimproveri dell'insegnante).
Se potessi rinascere, condurrei la mia vita in un altro modo. Solo da adulto ho capito quello che ho perso. Ma non capivo. I miei genitori non capivano cos'ero, anzi forse erano proprio loro a farmi diventare timido con il loro atteggiamento severo e possessivo.
Insomma, una persona che cresce così può facilmente diventare depressa da grande.
Probabilmente sono già stato depresso a periodi da adolescente, solo che allora forse non capivo cosa voleva dire, e non capivo che c'era bisogno di cure.
E adesso? Gradualmente sono un po' cambiato, ma è impossibile cambiare totalmente il mio carattere. Ad esempio, adesso ho paura di
presentarmi a un esame. Ho paura di fare una figuraccia, perché non sono più bravo a studiare come un tempo. Sono stanco.
Vorrei avere un carattere diverso, più aggressivo, così da non avere questo tipo di paure. Vorrei aver paura solo di ciò che mette in pericolo la mia vita o quella dei miei cari (malattie, incidenti) e non di un esame universitario.

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Messaggio  dottemergency Sab Set 20, 2008 9:48 pm

salve ragazzi. penso che posso darvi io una corretta definizione e spiegazione della depressione dal punto di vista medico.

la depressione fa parte dei disturbi dell'umore. è divisa in 3 gruppi:
1) genetica o intrinseca. c'è una certa predisposizione genetica negli individui di una stessa famiglia. ovvero, figli di genitori depressi hanno una probabilità abbastanza alta di essere depressi. i gemelli omozigoti hanno una concordanza del 33%. tali persone cadono in depressione senza causa apparente.
2) reattiva o depressione secondaria. cioè la depressione subentra dopo un everso avverso della vita quali lutti, malattie sistemiche, perdita del partner, etccc....
3) secondaria a malattie psichiatriche quali schizofrenia e altre psicosi.
in ogni caso, la depressione si caratterizza per la presenza di apatia, sensi di colpa, isolamento, azzeramento delle attività quotidiane (il pz riferisce che nn le fa in quanto inutili e senza senso), labilità emotiva, disturbi della memoria a breve termine, disturbi dell'attenzione, tendenza al pianto, dichiara di vedere tutto grigio, amimia, dorme poco o troppo, astenia generalizzata, calo della libido e della potenza sessuale, cerca sempre aiuto e simula falsi tentativi di suicidio. nei casi più gravi si arriva al nichilismo e al suicidio. possono coesistere disturbi della condotta alimentare (anoressia e bulimia), disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi del contenuto del pensiero (deliri per lo più sistematizzati cioè che il pz riconosce come tali), fobie e ipocondria.
se ci è un solo evento importante di depressione nella vita, si dice depressione maggiore. questa può guarire se trattata o spontaneamente. ma una buona percentuale di quelli non trattati possono avere episodi ricorrenti fino alla cronicizzazione. ne esistono di 2 tipi:
1) d. cronica propriamente detta
2) d. bipolare con viraggi rapidi di depressione alternati a fasi maniacali cioè di esaltazione del tono dell'umore in cui c'è disinibione sociale.
la depressione nn va confusa con l'umore disforico e la distimia. sembrano simili ma nn lo sono.
la malattia è dovuta alla diminuzione della secrezione di serotonina (5HT), adrenalina (A) e noradrenalina (NA) dai terminali presinaptici nei neuroni ippocampali e frontali.
come terapia si preferisce sempre iniziare con una psicoterapia individuale o di gruppo cercando di risalire a monte del problema che ha scatenato la depressione. se nn dovesse funzionare o se la depressione limita le attività quotidiane si possono usare i farmaci, tra i più usati sono gli SSRE (inibitori del re-uptake della 5HT). nei casi più disperati come quelli affetti da disturbo bipolare si possono usare i neurolettici quali aloperidolo in caso di psicosi, manie, ossessioni fino ai sali di litio (è uno stabilizzante dell'umore molto potente ma anche molto dannoso ai reni). negli anni passati si ricorreva nei casi gravissimi all'elettroshock, pratica ormai in disuso perchè azzerava non solo la memoria ma anche la personalità.

Ragazzi ricordatevi una cosa importante: "il pz depresso non va isolato, che sia un amico, un parente o un conoscente. va aiutato, capito e assecondato ma non viziato (non si deve creare un rapporto di dipendenza che potrebbe danneggiarlo ulteriormente). cercate sempre di capire e cogliere il MOTIVO che SOTTENDE la sua depressione". non è facile ma neanche impossibile.
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Messaggio  Stef Dom Set 21, 2008 12:06 am

Sono tutte risposte giuste e sensate, non sono in contrasto fra loro, sono solo aspetti diversi (tra l'esperienza personale, il pensiero e lo scientifico).
Di sicuro il problema è serio tanto che esiste questo forum.
Riprenderò da un altro computer (questo è di mia moglie).
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Messaggio  Stef Dom Set 21, 2008 1:32 am

Bene, ora vorrei riassumenre le vostre risposte correggendole secondo quanto ne so.

«E' la chimica che modifica il pensiero, oppure è il pensiero che modifica la chimica?»
Questa domanda si può porre pure per l'amore: è la chimica del cervello che provoca l'innamoramento o è l'innamoramento che modifica la chimica del cervello?
Tutte le scuole di pensiero scientifico concordano sull'uso della doppia terapia (farmacologica e psicoterapia, a volte di gruppo ma solo dopo un certo tempo,: prima la farmacologica e poi la psicoterapia - ma sempre associata ai farmaci).
La reazione a fattori esterni può "scatenare" un forma latente della personalità. Se questa reazione risulta eccessiva sono cazzi amari perché entra in gioco il fattore psicotico (e qui ci rientro in pieno).
Per le diagnosi è sempre meglio recarsi dallo secialista (in genere lo psichiatra) e non far da sé.
La rabbia che ci fa reagire è buona cosa (ed io l'ho constatato) ma se è eccessiva e annulla il dialogo il problema rimane irrisolto e quindi si rimane fristrati (cioè mazziati e cornuti).
Anch'io credo di essere sempre stato in due o più livelli di umore, almeno da quando ne ho memoria.
Ora che sono adulto capisco cose del passato che prima non avevo realizzato.
Anch'io Ho paura di fare una figuraccia e vorrei avere un carattere diverso, più aggressivo: questo è stato ben spiegato da Karen Horney nel suo "I nostri conflitti interni".
Dei tre tipi di depressione, e cioè:
1) genetica o intrinseca
2) reattiva o depressione secondaria
3) secondaria a malattie psichiatriche quali schizofrenia e altre psicosi
potrei ritrovarmi nella prima (nel senso che a causa di fattori del passato remoto o al massimo adolescenziali) perché inconsciamente la personalità forta va a sbattere con le inibizioni che diventano paure di essere se stessi, cioè coraggiosi, determinati e belli dentro (in fondo affascinanti come tutti dovremmo essere: unici, meravigliosi e insostituibili).
La depressione non trattata fino in fondo (almeno 14 mesi dopo la guarigione) diviene cronica (invece che normale depressione maggiore).
La cronica è di tipo "normale" (col cazzo che è normale, si soffre da matti!) ma può essere anche di tipo bipolare che è la forma più pericolosa (con alti altissimi fino a sconfinare in un verio delirio ed essere maniacale).

Io sono ciclotimico che è una specie di piccolo bipolare.
La CICLOTIMIA è un disturbo cronico dell'umore caratterizzato dall'alternanza di periodi di umore depresso, a periodi di episodi ipomaniacali, per un lungo lasso di tempo (almeno due anni).
Gli stati di malessere possono essere intervallati da periodi di sollievo, che non si protraggono mai oltre i due mesi.
La ciclotimia è una sorta di disturbo bipolare che si manifesta in forma attenuata con conseguenze meno gravi per il paziente, alcune volte può essere difficile distinguere la ciclotimia da un episodio bipolare vero e proprio.

La DISTIMIA è una forma di depressione minore (ma fa soffrire da matti lo stesso).
Si parla di distimia quando la depressione dell’umore perdura quasi quotidianamente e pressoché ininterrottamente per un periodo di almeno due anni. I soggetti avvertono per mesi, anni o addirittura decenni un senso di perenne stanchezza, abbattimento e tristezza e sono spesso di umore cupo e lamentoso. Essi sviluppano col tempo una serie di timori e di ansie accompagnati da una sensazione di sostanziale inadeguatezza: quasi tutto li affatica e quasi nulla dà loro gioia o soddisfazione.
La distimia può portare all’alcolismo e alla droga.
La distimia è una forma particolare di depressione cronica.
Elementi caratteristici della distimia sono:
1. Scarso appetito o aumento eccessivo dell’appetito (cioccolata, dolci, spuntini).
2. Insonnia o sonno eccessivo.
3. Scarsa energia o astenia debolezza eccessiva.
4. Bassa autostima, cioè scarsa considerazione di sé.
5. Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni.
6. Sentimenti di disperazione.

Nella depressione c'è in gioco la serotonina, la dopamina e la noradrenalina.
Partiamo dalla serotonina.

SISTEMA SEROTONINERGICO
Neurone monoamminergico: SEROTONINA Regola:
1. Tono dell’umore
2. Alcune funzioni cognitive
3. Attività sessuale
4. Comportamento motorio
5. Comportamento alimentare
6. Alcune funzioni neuroendocrine
7. Temperatura corporea.
L’aumentata trasmissione di SEROTONINA riduce:
1. Appetito;
2. Attività motoria;
3. Interesse per l’attività sessuale;
4. Inoltre dà sonnolenza.
5. Aumenta cortisolo, prolattina e ormone crescita
La ridotta attività serotoninergica porta:
1. Insonnia
2. Alterazioni al sistema neuroendocrino
3. Ansia.
La sregolazione della serotonina porta anche ideazione o comportamento suicida.

SISTEMA DOPAMMINERGICO (MESOLIMBICO)
Ha un ruolo molto importante in:
1. Controllo dei comportamenti motivati
2. odulazione degli stati affettivi
Disfunzioni:
1. Attutisce o abolisce la capacità di apprezzare le esperienze piacevoli di attività sessuale, fame e sete (comportamenti consumatori)
2. Marcato rallentamento psicomotorio (del pensiero e del movimento)
E inoltre si ha:
3. Sensazione di irrequietezza interiore
4. Non si riesce a lavorare
5. Volontà bloccata, manca l’energia fisica e psichica
6. Non si riesca a leggere, a telefonare, a fare le comuni cose casalinghe
7. Preda dell’ansia (non sonnolenti né sedati).

SITEMA NORADRENERGICO CENTRALE
Neurone monoamminergico (cioè con monoammine): NORADRENALINA
Funzione modulatoria globale:
1. Capacità di pensiero;
2. Tono dell’umore;
3. Aumenta stato di vigilanza e orienta la risposta verso l’ambiente in presenza di stimoli nuovi e potenzialmente dannosi, con secrezione di ormoni; (In situazioni allarmanti aumentano l’attività del locus coeruleus il quale aumenta la capacità della corteccia di:)
4. Elaborare gli stimoli significativi, aumentando il rapporto segnale/rumore di fondo.
DISFUNZIONI:
5. irritabilità e ipervigilanza (nei depressi e/o ansiosi) con eccessiva risposta a stimoli ambientali apparentemente non significativi.
Nella depressione bipolare è ridotto l’MHPG (il maggior metabolita), mentre in quella unipolare è aumentata la noradrenalina e suoi metaboliti.
Quindi: alterata funzione dei recettori presinaptici......, del numero degli ......, un aumento dei soli ...... in alcuni depressi ad alto rischio di suicidio.

E' giusto anche risalire alla causa del problema con la psicoanalisi (ma non basta da sola e poi è estremamente costosa e richiede tempi lunghissimi e con due-tre sedute alla settimana).
Oggi esistono i farmaci SSRI, i neurolettici di nuova generazione come il Risperdal o lo Ziprexa e gli stabilizzatori dell'umore che a volte sono degli antiepilettici come il Lamictal (solo a dosi molto inferiori dell'epilessia). I sali di litio sono i ligliori stabilizzatori del mondo con inconvenenti organici tali da richiedere analsi molto frequenti (perché se non sono del dosaggio preciso son cazzi amari).

Sono d'accordo che "il depresso non va isolato, che sia un amico, un parente o un conoscente. Va aiutato, capito e assecondato ma non viziato (non si deve creare un rapporto di dipendenza che potrebbe danneggiarlo ulteriormente). Cercate sempre di capire e cogliere il motivo che sottende la sua depressione. non è facile ma neanche impossibile".

Ma non ho detto la mia.
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