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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 10:15 am


Bisogna tener conto di una cosa...La depressione ,in genere ( intendo un episodio depressivo) ha un andamento di circa 5, 6 mesi.
Cioè insorge, si sviluppa, e scompare in questo lasso di tempo.
Autonomamente. Il che vuol dire che uno si imbottisce di farmaci ( che purtroppo non sono caramelle, hanno i loro effetti collaterali)....E si sente meglio dopo qualche mese....Magari per una regressione spontanea, che avverrebbe anche senza tutte quelle medicine.
Insomma, ci vuole intuito  e saggezza, anche per l'assunzione di psico-farmaci.
Affidarsi a un medico che ispiri veramente fiducia, bandire assolutamente il fai-da-te; ed avere tanta pazienza.
Ragazzi , tantissima gente che si vede sorridente per strada, assume ansiolitici, antidepressivi, pillole per dormire, per dimagrire....Per tirare avanti in questo mondo così difficile da affrontare, per tutti.
I farmaci aiutano.....Ma aiuta ancora di più la forza di volontà. Un piccolo passo verso l'esterno, aiuta più di cento pastiglie.
E' la chiusura, in se stessi e nel proprio disagio, che frega, sempre e comunque

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Messaggio  roberto66 Lun Ago 12, 2013 11:27 am

Star_Drop ha scritto:
Bisogna  tener conto di una cosa...La depressione ,in genere ( intendo un episodio depressivo) ha un andamento di circa 5, 6 mesi.
Cioè insorge, si sviluppa, e scompare in questo lasso di tempo.
Io posso capire quanto detto da te, e condividere...ma solo se stai parlando di depressioni di questo tipo
Spesso mi vien da sorridere quando sento in TV depressione dovuta al cambio di orario ( passaggio da ora legale e solare e viceversa... i soliti gioranalisti che non sanno piu che notizie dare )
O depressione dovuta a circostanze... per esempio, un lutto in famiglia, una malattia, una spesa difficile da sostenere, e quantaltro
Ma quando si tratta di depressione cronica che dura da parecchi anni,che ti ha condizzionato la vita il fisico la mente, credo che le cose cambino
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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 12:41 pm

In realtà, ragionando in termini strettamente medici, la questione dei 5/6 mesi è relativa agli episodi di depressione maggiore: nel senso che 'generalmente' un episodio di depressione maggiore acuto ha una durata di 5/6 mesi (durante i quali magari però non si riesce ad alzarsi dal letto con le possibili conseguenze sulla vita quotidiana, non so perdita del lavoro, problemi in famiglia, tentativi di suicidio ecc. ecc., per cui magari il farmaco, quand'anche solo sintomatico, può risultare cmq fondamentale).
Il fatto è che in linea di massima un episodio di depressione maggiore ha delle cause scatenanti, per cui se non si affronta il problema (farmaci, psicoterapia, varie ed eventuali), prima o poi in genere ne arriva un altro. E poi un altro, ecc. ecc. E in ogni caso non è detto che si abbia una regressione completa (al di là appunto dei possibili strascichi pratici che una fase acuta può lasciare)

Altro discorso è per quella che definiscono distimia, che in genere è caratterizzata da episodio meno acuti, ma viene considerata cronica. Insomma in questo caso, in genere, l'andamento è più costante, per quanto apparentemente più gestibile. Esattamente quali siano i trattamenti per la distimia, non lo so, ma suppongo che quelli classici siano fondamentalmente gli stessi, vale a dire farmaci + psicoterapia.

Si tratta cmq di distinzioni e considerazioni che servono più che altro ai medici per definire il tipo di approccio terapeutico. Nella realtà non credo esista una distinzione così netta tra depressione maggiore e distimia, come tra i diversi tipi di disagio psichico. Ogni persona ha le sue caratteristiche, le sue sofferenze, la sua personalità e la sua storia. E, se ce l'ha, il suo disagio psichico, che va affrontato secondo le particolarità del singolo.
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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 2:23 pm

Parlavo esattamente di distimia. Quella forma di più o meno sottile del =male di vivere= , che permette di condurre un'esistenza "normale" ( vista dall'esterno), ma permeata da una malinconia pressochè costante, e spesso immotivata, che avvelena anche i momenti più belli.
Ora, mi pare che si stia seguendo troppo il diktat della psichiatria di matrice americana.
Quando il prozac veniva presentato come la panacea a tutti i mali, e prescritto a cani e porci....
Dove, attualmente, si prescrive con grande facilità il Ritalin, ai bambini iper-attivi....Magari a quelli che da noi vengono definiti bonariamente "pesti", e sopportati; là li si "cura" con gli psicofarmaci.
Per me la cosa è preoccupante.
Giustamente, non si può fare di tutta l'erba un fascio.
Logico che , in caso di depressione maggiore; o episodi di depressione nell'ambito della distimia, le medicine ci vogliono.
Ma .....La prima cosa da fare è sempre reagire, darsi degli obbiettivi di vita, non chiudersi nel guscio dell'autocommiserazione, appoggiandosi sui farmaci, sulla psicoterapia, e stop.
Coltivare degli interessi, inventarsi qualcosa per esprimere quello che si ha dentro...Parlare.
Chiedere aiuto a chi ci sta vicino, non vergognarsi.
Perchè la vita è mutevole, quello che capita a uno, un domani può capitare a qualcun'altro.
E allora può darsi che capiti di aiutare chi ci ha aiutato.
Anche questo può succedere Smile.

@Roberto, guarda che esiste una depressione detta reattiva. Che insorge in caso di traumi, lutti, separazione, divorzi ecc...
Poi c'è quella endogena, quella di cui parli tu.

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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 3:11 pm

Il fatto è che la distimia è definita come cronica e non ad episodi di 5/6 mesi.
Si tratta cmq di definizioni, ogni persona ha poi la sua storia e i suoi problemi.

Poi, vabbè, se si tratta di opinioni personali, la mia esperienza è che i farmaci hanno avuto solo effetti sintomatici, ma che la cura e i miglioramenti più consistenti sono passati sostanzialmente attraverso la psicoterapia. In ogni caso senza farmaci durante i miei episodi non sarei stata in grado di mantenere un livello di vita normale (leggasi non ero in grado di lavorare e quindi di pagare l'affitto/campare ecc.), per cui nel mio caso la scelta non si è proprio posta.

In generale, se una persona riesce a mantenere un livello di vita decente, il mio consiglio è di affidarsi piuttosto a strade non farmacologiche, ma, appunto alla psicoterapia o ad altre strade di crescita personale. Sul darsi obiettivi di vita, reagire ecc. ecc. in generale sarei anche d'accordo, fatto salvo il fatto che non sempre ci si riesce o non sempre si ha la possibilità di pratica di farlo.
Soprattutto, dal mio punto di vista, chiedere un aiuto esterno (medico, psicologico, olistico o quello che ci piace di  più) è un atto di consapevolezza e di richiesta di aiuto, una prima forma di reazione e la dimostrazione di avere la volontà di risolvere. Non c'è nulla di male a chiedere appoggi quando da soli non ce la si fa, anzi molte volte questa è proprio una trappola del disagio psichico e mentale, in base alla quale "bisogna" farcela da soli.
Ma in realtà non c'è nessuna ragione: davanti a  una polmonite o a una lussazione, è lecito farsi aiutare, e lo stesso criterio si può applicare tranquillamente al disagio mentale.

PS: cmq la psicoterapia non è la panacea di tutti i mali. a volte la depressione ha origini fisiche, a volte la persona non ha le risorse personali per seguire una psicoterapia o cmq per venirne davvero fuori. Quindi anche la mia esperienza va presa con le pinze.
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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 3:38 pm

E' un vero peccato che su questo forum postino in così pochi Sad.
Niente di meglio che le esperienze, personali finchè vuoi, ma utilissime magari per qualcuno....Possono dare una mano ad uscire da uno stato di cose, da cui non si trova l'uscita proprio perchè una delle "fisse" di tanti depressi, è l'autorefenzialità.
Si tende a considerarsi un caso unico,a sè stante, incomparabilmente sfigato ed irripetibile Twisted Evil .
Ma non è così ....
Per me, i farmaci non è che funzionino più di tanto.
Servono nei casi estremi, certo, quando si tocca il fondo.Per risalire.

Ma poi , superato il periodo peggiore, non deve subentrare quella assuefazione psicologica, la paura di aver paura, di stare ancora male, di non farcela senza pastiglia ecc.
A me la psicoterapia non è mai servita...
Srà sfiga, che non ho incontrato la persona giusta.
Sarà che non è che ci creda più di tanto.Da adulti, la personalità è formata.
Penso sia utilissima da adolescenti, per far chiarezza sugli obbiettivi che si vogliono raggiungere, per superare i blocchi generati dai traumi che, in varie forme e dosaggi, subiamo più o meno tutti.

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Messaggio  roberto66 Lun Ago 12, 2013 3:42 pm

Star_Drop ha scritto:@Roberto, guarda che esiste una depressione detta reattiva. Che insorge in caso di traumi, lutti, separazione, divorzi ecc...
Poi c'è quella endogena, quella di cui parli tu.
Guarda che di questa cosa ne avevo gia parlato

https://depressione.forumattivo.com/post?p=18052&mode=quote
roberto66 ha scritto:
Leggo spesso
SINDROME DEPRESSIVA ENDOREATTIVA ( Generata da una causa )
SINDROME DEPRESSIVA ENDOGENA    ( non ci sono evidenti fattori determinanti esterni )
Ma..io credo che vi sia sempre una causa per una depressione , sarà una mia convinzione, non sono medico, ma credo, che cercando nel nostro profondo qualcosa emerga sempre, disagio, insoddisfazione del nostro aspetto, della nostra vita, e tantissime altre cose
Forse anche un'insieme di cose, che magari prese singolarmente ad una ad una, possono essere insignificanti ma messe tutte insieme possono essere determinanti a far insorgere questa patologia
[


Ultima modifica di roberto66 il Lun Ago 12, 2013 3:50 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 3:49 pm

Star_Drop ha scritto:
Si tende a considerarsi un caso unico,a  sè stante, incomparabilmente sfigato ed irripetibile Twisted Evil .
Incomparabilmente sfigato magari è eccessivo, ma penso sia una componente delle depressione.
Il fatto poi che ogni persona sia una caso unico, a se stante e irrepetibile, è il principale fascino dell'essere umano, oltre che la ragione del senso di un forum.
Altrimenti tutti si racconterebbero la stessa cosa e tanto varrebbe parlare allo specchio. Smile
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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 4:24 pm

Il fatto è :
tanti depressi, davvero, è come se si mettessero davanti a uno specchio scuro, a contarsela. E a contare tutte le cattiverie che hanno subito nella vita. Dall'asilo in poi...
E diventa un'abitudine mentale prima, che si riflette sulla vita , poi.
Ripeto: la cosa più sbagliata è dire: io sono la mia depressione...
proprio come sarebbe assurdo dire: io sono la mia polmonite .
Logicamente NON parlo di depressione maggiore.
Ci mancherebbe.

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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 4:48 pm

Ma sai, alla fine ognuno vive la propria vita come riesce a viverla.
Nel senso, ci sono persone che riescono ad affrontare disgrazie e problemi anche enormi, lamentandosi poco e gestendosela da sé.
Ci sono persone che non tirano mai niente fuori, lo portano dentro e non per questo affrontano.
Altri hanno bisogno di essere un lamento continuo per stare al centro dell'attenzione e altri ancora hanno semplicemente bisogno di buttar fuori per poter tirare avanti.
Ad esempio, nel mio caso, minimizzare i problemi che mi capitavano davanti (che per un altro sarebbe stato una strategia per affrontarli) non mi ha aiutato. Mi ha aiutato dopo iniziare a tirarli fuori e a tratti la drammatizzazione delle cose per me è stata necessaria. Perché se in sé non è essere al centro dell'attenzione che risolve niente, in ogni caso un po' di empatia e considerazione da parte degli altri può essere necessaria, e, nel mio caso, per trovare un semiequilibrio si è dovuti passare da una fase un po' border line tutto - niente.
Insomma, ognuno fa un po' a modo suo e a me non fa un gran danno l'esigenza di altri di lamentarsi.
Potresti chiederti in cosa, invece, per te risulta problematico. A volte non c'è niente di particolare, altre volte riportare le domande su se stessi, può portare a scoperte interessanti.
Al di là del fatto che sto imparando che parlare il più possibile alla prima persona singolare (vale a dire parlare delle proprie esperienze), alla fine è la cosa più utile in uno spazio di confronto, perché da modo a tutti di trarne quello che può essere più utile, senza sentirsi in modo più o meno diretti sottoposti a critiche o giudizi.
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Messaggio  roberto66 Lun Ago 12, 2013 5:35 pm

Star_Drop ha scritto:Il fatto è :
tanti depressi, davvero, è come se si mettessero davanti a uno specchio scuro, a contarsela. E a contare tutte le cattiverie che hanno subito nella vita. Dall'asilo in poi...
E diventa un'abitudine mentale prima, che si riflette sulla  vita , poi.
Per me è il contrario Star_Drop
Come tanti psicologi dicono... di tornare indietro, trovare le cause che hanno indotto la depressione e rimuovere questi ricordi
Non credo ci siano persone sanissime, felici e contenti, che un bel giorno ricordano fatti brutti e spiacevoli magari capitati all'asilo, vanno in depressione
Non credo che una bambina che subisce violenza dai "grandi" se lo debba raccontare davanti a uno specchio scuro, per andare in depressione
Posso dire che il tuo discorso potrebbe essere perfettamente applicato a persone che hanno fatto del male in passato, ricordando questo, possono avere rimorsi di coscienza, che ovviamente interferisce con il normale svolgimento della propria vita, dando origine a patologie di questo tipo
Naturalmente questo è solo e soltanto un mio pensiero
Per Dio... il mondo e bello perche vario, come la gente che lo frequenta, e ci possono essere questo tipo di persone, ma non credo che la causa della depressione sia prevalentemente.. o molto spesso, quella di ricordare brutti ricordi
Poi penso che siano anche... o prevalentemente, questi gli scopi di un psicologo, trovare le cause... e poi curare gli effetti
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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 6:55 pm

Io ho fatto un discorso molto semplice.
Cioè che, GENERICAMENTE, rimuginare sui torti subiti in passato, non serve a nulla.
Non cambi il passato...E ti rovini presente, e prospettive per il futuro.
Perchè tu abbia tirato fuori la bambina che subisce abusi dagli adulti, lo sai solo tu Question .
Ripeto, il mio era un discorso sui generis.Se si tira fuori caso per caso, sono mille le disgrazie che CHIUNQUE può subire, nel corso della vita.
Anche la persona più felice , può , nel battito di un ciglio,perdere tutto. o subire le disgrazie più brutte.
Il depresso, PARLANDO IN GENERALE, si concentra sulle felicità altrui, e sulle proprie disgrazie.
Chiudo o.t.
Il topic si intitola "Psicofarmaci".


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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 7:16 pm

Difatti la depressione più che nelle disgrazie subite, si estrinseca in un'incapacità nel superarle a prescindere dall'entità.
Come nell'incapacità di godere delle cose buone. Come nell'essere un problema che porta a concentrarsi essenzialmente su se stessi e sulle proprie difficoltà.
In parole povere, in assenza della condizione di essere terribilmente tristi, a prescindere dalla situazione più o meno favorevole, probabilmente non ci sarebbe la depressione.
È perfettamente sano essere tristi per qualcosa che causa sofferenza, mentre meno sano (e per questo si va dal medico e dallo psicologo ecc.) soffrire senza poter individuare una causa esterna di sofferenza. Lutti, disgrazie, ecc. determinano sofferenza e va beneo (difatti è altrettanto malsano quanto essere depressi essere felici dopo eventi che causano sofferenza), che la sofferenza ci sia in assenza di eventi, può essere segno di patologia/disagio o che dir si voglia.

E il rimuginare può essere insensato se è una lamentatio a senso unico, può invece essere fondamentale se diventa un esame delle ragioni che hanno determinato questa incapacità e, di conseguenza, delle possibilità di affrontare questa incapacità.

PS: In genere gli OT li stabiliscono i moderatori. Personalmente il nesso tra il valore terapeutico dei farmaci e il valore terapeutico di esprimere e comunicare le proprie sofferenze, io lo vedo. In ogni caso, visto che il thread l'hai aperto tu se desideri concentrarti sul discorso degli psicofarmaci, apro relativo spin off a partire dall'intervento in cui tu esprimi la tua opinione sull'utilità del rimuginare o meno.

Fai sapere
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Messaggio  Star_Drop Lun Ago 12, 2013 7:38 pm

Spin-offa un pò quel che vuoi.
Non capisco 'sto tono piccato.
Si è in pochi utenti, e ora capisco perfettamente il perchè Wink .


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Messaggio  roberto66 Lun Ago 12, 2013 8:01 pm

Star_Drop il forum e un luogo in cui parlare e scambiari opinioni reciproche
Non credo che si debba arrivare per forza a chi ha torto o ragione,in una discussione... si discute e si dialoga e si vedono altri punti di vista
Io capisco e rispetto il tuo punto di vista...e la tua opinione, anche se certi tuoi punti di vista non coincidono con i miei...... tutto lì
E mi è sembrato giuto parlarne, se ho detto qualcosa di sbagliato che ti ha offeso dimmelo pure OK !!
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Messaggio  merla Lun Ago 12, 2013 8:14 pm

Mi spiace se il tono ti è parso piccato, in realtà intendevo soltanto essere sintetica.
Poi può essere che ci fosse un po' di irritazione, ma credo che sia inevitabile essendomi io riconosciuta per diversi anni come "depressa" ed essendo, non a caso un forum per depressi, davanti a considerazioni che sembrano sottintendere un un certo grado di giudizio nei confronti del 'depresso' in generale, soprattutto nei confronti del depresso che si cura a fronte con il depresso che invece tira fuori la forza di volontà.

Oltretutto questa piega, mi sembra che un po' troppo facilmente riconduca allo stereotipo per cui basterebbe un po' di buona volontà per star meglio. Forse basterebbe, ma nel momento in cui la depressione è una patologia che mina appunto la volontà, diventa un assurdo logico, oltre che uno stereotipo un po' diffuso e pericoloso, per cui molte persone omettono di curarsi perché "tanto basta un po' di buona volontà, non sono mica pazzo".
E poi anni dopo si trovano magari a fare i conti con problemi relazionali, famiglie in sofferenza, difficoltà lavorative ed economiche.

Capisco da una parte la questione dell'abuso di psicofarmaci, però questo discorso andrebbe forse inquadrato in un contesto di corresponsabilità di medici, servizi sanitari, accesso a terapie alternative e, sicuramente anche, mentalità imperante per cui si vuole una soluzione facile, veloce e indolore (e qui faccio un inciso, rimuginare sul passato e prendere atto della propria sofferenza, per la mia esperienza personale, è stato decisamente doloroso, mentre vivere in un mondo parallelo dove certe cose non avrebbero avuto conseguenze su di me (cosa che ho provato a fare per diverso tempo) paradossalmente era molto più facile. Solo che poi sono iniziati gli attacchi di panico).
Invece se ci si limita a farne una questione di volontà, secondo me si rischia di mandare un messaggio fuorviante a chi legge.

Francamente io credo che sarebbe meglio se chiunque si trovasse anche solo nel dubbio di soffrire di un problema psichico, avesse modi e occasione di rivoglersi a un professionista del settore. Sta poi al relativo professionista non imbottirlo di psicofarmaci (cosa che accade molto spesso purtroppo, ma anche per per la possibilità limitata del servizio pubblico di prendere incarico in maniera alternativa i vari pazienti) o non iniziare una terapia farmacologica/psicoterapia se non è necessaria (e invece di psicologi che non consigliano una psicoterapia se non la ritengono necessaria, si incontrano già più frequentemente). Alla fine dei conti di fronte a un dubbio sarebbe come fare un check up psichico.

In ogni caso, la domanda resta. Per me il discorso può continuare qui, ma se tu preferisci che il thread resti dedicato solo agli psicofarmaci, apro un altro thread.
Decidi tu.
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Messaggio  canterel II Lun Ago 12, 2013 9:32 pm

Star_Drop ha scritto:
Si è in pochi utenti, e ora capisco perfettamente il perchè Wink .
ciao Star_Drop,
accanto ai modelli esplicativi che hai perfettamente in mente ti prego anche di considerare:

1) che è il 12 di agosto;
2) che insomma - e forse per fortuna - servono particolari motivazioni e un po' di sforzi comunicativi per venire a movimentare un forum come questo, altrimenti credo che qualche zuckerberg avrebbe già trovato modo di arricchirsi costruendo una piattaforma ad uso di gente stonata, introversa e sconsolata.

tenderei perfino a rovesciare il tuo presupposto, in base ai lunghi ricorsi della mia esperienza qui: credo infatti che quando tira aria di polemica il forum si animi un poco e la frequenza degli interventi sia più elevata.
infatti forse preferisco quando pochi scrivono, qualcuno legge e tutti si annoiano.
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Messaggio  -Nessuno- Mar Ago 13, 2013 12:57 am

Star_Drop ha scritto:E' un vero peccato che su questo forum postino in così pochi Sad.
Niente di meglio che le esperienze, personali finchè vuoi, ma utilissime magari per qualcuno....Possono dare una mano ad uscire da uno stato di cose, da cui non si trova l'uscita proprio perchè una delle "fisse" di tanti depressi, è l'autorefenzialità.
Si tende a considerarsi un caso unico,a  sè stante, incomparabilmente sfigato ed irripetibile Twisted Evil .
Ma non è così ....
Per me, i farmaci non è che funzionino più di tanto.
Servono nei casi estremi, certo, quando si tocca il fondo.Per risalire.

Ma poi , superato il periodo peggiore, non deve subentrare quella assuefazione psicologica, la paura di aver paura, di stare ancora male, di non farcela senza pastiglia ecc.
A me la psicoterapia non è mai servita...
Srà sfiga, che non ho incontrato la persona giusta.
Sarà che non è che ci creda più di tanto.Da adulti, la personalità è formata.
Penso sia utilissima da adolescenti, per far chiarezza sugli obbiettivi che si vogliono raggiungere, per superare i blocchi generati dai traumi che, in varie forme e dosaggi, subiamo più o meno tutti.
Non voglio fare polemiche con alcuno, ci mancherebbe, ma vorrei sottolineare una cosa, solo per amor di logica e non di polemica con altri utenti: STAR DROP HAI RAGIONE SU TUTTO. Molte delle cose che dici le dico io da tantissimo tempo qui dentro. Quindi do un plauso a star drop. Voglio aggiungere ora una cosa alla discussione: il problema della depressione non è il passato di per se, ma il modo in cui il passato interagisce sul presente. Io parlo spesso di debito esistenziale. Che non consiste altro che nel guardarsi allo specchio e dirsi"sono stanco, sfinito da cio che ho passato, avrei bisogno di qualcosa di nuovo e bello che purtroppo ancora non arriva". PEro c'è una cosa che non faccio: io non faccio in modo che il dolore del passato intacchi il mio modo di concepire il desiderio nel presente. ho i miei desideri ed essi non sono dettati dal "dolore". Quando parlo di bilanciare un equazione, intendo appunto recuperare quel tipo di freschezza che avevo nel momento in cui sono avvenute nel mio cammino delle cesure dolorose. Molti altri depressi, invece, non capiscono che il vero problema è che il loro passato ha cambiato il loro modo di vivere i desideri che hanno, e questo, questo si che è pericoloso. Poi ci sono quelli che semplicemente sono sempre stati legati a un desiderio sbagliato, che hanno sempre voluto cose autodistruttive o distruttive per il prossimo e quindi continuano a volerle senza rendersene conto, ma è un altro discorso.

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Messaggio  Star_Drop Mar Ago 13, 2013 12:16 pm

Rispondo un pò a tutti.
Parlavo con un'amica dottoressa.
Mi confidava che , circa l'80 % dei suoi pazienti adulti, è consumatore abituale di psicofarmaci.Nel mucchio butto dentro pure le pastiglie per dormire, ovviamente, non solo gli antidepressivi e gli ansiolitici.
Pure gente veramente giovane...
La cosa mi ha un pò spaventata. Cioè, un conto è leggere notizie di questo genere su un giornale, un conto è sentirselo dire de visu, da chi questi farmaci le prescrive.
Ora, cosa porta , tanta gente, al bisogno di chiedere al dottore tali farmaci?
E ai dottori la faciloneria nel prescriverli?
Lascio al singolo la disanima della questione, perchè non voglio innescare ulteriori, sterili polemiche.

Riguardo il rimuginare sui torti subiti.
qua mi rivolgo a Merla.
Ho riletto ora i suoi interventi, e capisco che posso averla urtata, e mi dispiace.
Dice di aver subito per anni una madre alcoolista.
Se permette, prendo il suo esempio, giusto per comodità, e attinenza.
Non è che tua madre, Merla, è stata a sua volta, da piccola, vittima di un genitore alcoolista?
Spesso capità ciò, purtroppo.
SE una persona che da piccola ha subito le angherie di un genitore alcolizzato, ha un minimo di intelligenza ( e non ci vuole una laurea)...NOn fa rivivere ai figli gli orrori che ha passato sulla propria pelle.
Stesso dicasi per chi ha avuto genitori completamente anaffettivi, o maneschi,o altro.
In questo caso, il riflettere su un'infanzia disastrata; serve ,eccome. Ma non bisogna pensarci tutta la vita, e presentarla come un "passaporto d'immunità".
Serve a capire che i genitori , alla fine, sono esseri umani, fallibili per debolezza, ignoranza, meschinità. E che capitare con genitori simili, è da addurre solo alla sfortuna, a cos'altro, se no?
Farsene una ragione, perdonare, possibilmente ( che è sempre una cosa proficua, sotto tutti gli aspetti).
E servirsene , di ciò che si è passato, per offrire ai propri figli tutto l'opposto-
Questa può essere l'unica funzione positiva di una brutta infanzia.
Renderci ottimi genitori, dare agli esseri umani che mettiamo al mondo, tutto l'affetto, la tranquillità, il senso di essere amati e rispettati; che è mancato a noi.
Poi basta.
Posso dire di essere cresciuta in una famiglia dove non mi è mai mancato nulla, materialmente,anzi...Ma in uno stato di completa anaffettività-
Mai una carezza , un abbraccio, una parola buona.
Ma vedevo che pure i miei nonni si comportavano così coi figli....
Ora ho rotto questa catena, e ai miei figli dò tutto l'amore che posso; e OGNI giorno dico, o faccio capire loro quanto li amo, e quanto siano importanti per me.
Se mi comportassi come i miei genitori, avrei fallito; sia come essere umano, che come madre.

@Roberto, non preoccuparti...Scusa me, anzi Wink 

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Messaggio  merla Mar Ago 13, 2013 1:11 pm

Star_Drop ha scritto:
Non è che tua madre, Merla, è stata a sua volta, da piccola, vittima di un genitore alcoolista?
Spesso capità ciò, purtroppo.
SE una persona che da piccola ha subito le angherie di un genitore alcolizzato, ha un minimo di intelligenza ( e non ci vuole una laurea)...NOn fa rivivere ai figli gli orrori che ha passato sulla propria pelle.
Ha avuto un'infanzia difficile, era un'alcolista, non credo fosse particolarmente intelligente e non aveva una laurea.
Era anche molto altro.

Ti chiedo gentilmente di non fare altre considerazioni su mia madre.
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Messaggio  roberto66 Mar Ago 13, 2013 3:39 pm

Star_Drop ha scritto:
E ai dottori la faciloneria nel prescriverli?  
Io stesso sono andato ad una visita psichiatrica ( privata ) per altri motivi, visto che dovevo prendere dei farmaci che potevano essere controindicati a persone depresse ( e io ne avevo veramente paura di fare questa terapia )
Il psichiatra mi ha quasi spazzato via dall'ambulatorio e mi ha messo in mano una scatola di zarelis e mi ha detto provi queste, se si trova bene se le faccia prescrivere dal suo medico di base, me ho mangiate alcune, ma stavo peggio, e ho buttato tutto
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