...L' "ansia da ottimizzazione del tempo"...

Anima in pen...ombra Ven Feb 22, 2013 12:24 am

Ok, giuro che questo topic è l'ultimo che introduco oggi,
altrimenti mi mandate a c****e (scusate il francesismo...) pubblicamente
e avete anche ragione (devo imparare a tenermi a freno, o rischio di esagerare rubando spazio a voialtri -cosa che non voglio-)..!
Qualcuno del forum accusa per caso, come me,
una sorta di perenne "ansia da ottimizzazione del tempo"..?
Anche se forse non riuscirò bene a definire questo concetto "particolarmente astratto",
cerco di spiegarvi meglio che posso:
il fatto di non impiegare nel-modo-più-efficace/efficiente-il-mio-tempo, ogni singolo attimo di esso,
mi procura un'ansia fortissima
(in certi giorni particolarmente "improduttivi", davvero difficile da gestire: quasi fosse un "senso di colpa" vero e proprio),
e vivo una sorta di continuo pensiero inconscio del tipo
"la Malattia ti ruba fin troppi secondi, ore, giornate, periodi della tua vita: spicciati a recuperarli il più possibile e non stare con le mani in mano"...
Razionalmente mi rendo perfettamente conto del fatto che la vita deve essere composta di momenti "di qualità" più che "di quantità",
ma è il mio è una sorta di schema-mentale-assurdo che non riesco, come per tanti altri purtroppo, ad interrompere...
Sicuramente è legato alla mia solita "ansia di perfezionismo" della quale ho già accennato
e non si discosta troppo dalla frustrazione di dover concedere, pur lottando come una dannata, una notevole fetta di vita alla Depressione...
Quello che mi domando è come venirne fuori però...
A posteriori mi rendo conto che quando facevo terapia questo argomento purtroppo non è mai uscito
(forse avevo ancora focalizzato abbastanza chiaramente il problema, non so...),
quindi non ho nemmeno il parere analitico alle spalle, dal quale poter partire a riflettere..!
Avete idee da suggerirmi o commenti da fare al riguardo..?
Like a Star @ heaven

Analitica Lun Apr 08, 2013 5:22 am

Ciao.
Era la stessa identica cosa per me.
Più diventavo stupida (perchè ho perso quasi tutte le mie capacità o quelle di ogni essere umano), più in ogni mio goffo tentativo di far qualcosa, ero accompagnata da questa ansia di recuperare tempo che sostanzialmente, invero, era

recuperare vita.

E tantopiù questo mi bloccava le già bloccate facoltà che provavo ad applicare.

La resa mi ha aiutato a glissare questo ostacolo: dovevo accettare la situazione, immaginarsi di poter fare di più era vigliaccheria, un'invenzione bella e buona per non "sentire" la realtà, l'atto di coraggio era la resa, prendersi questo schiaffo in faccia: introiettare che avrei perso ancora molta vita, se ce l'avessi fatta ne avrei persa quanto sarebbe bastato a disperdere tutte le energie negative che avevano fatto saltare il mio cervello. E poi, solo quando il tempo sarebbe stato maturo, avrei potuto riprendere tutto in mano e le mie potenzialità di velocista della vita. Ma non per ultima, vi era anche la possibilità che dal buco nero non uscissi più, anche in questo caso, limitare le mie già poche facoltà non avrebbe avuto senso, quindi -mi dicevo- saresti una cretina a continuare a voler fare quello che non puoi, come voler a tutti costi camminare senza gambe.

...L' "ansia da ottimizzazione del tempo"...

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Re: ...L' "ansia da ottimizzazione del tempo"...