Da quanto tempo siete in terapia?

Premesso che io non l'ho mai fatta e probabilmente non la farò mai perché preferisco fare pratiche più olistiche tipo, appunto, lo yoga.

Si tratta comunque di una tecnica basata (in base a quando mi hanno detto persone che hanno provato a farla) molto sul controllo del respiro.
E molto utile nella gestione dell'ansia.

Una mia amica con la propensione all'introspezione più o meno pari a quella di un fagiolino, ha fatto esperienza di mindfullness (sempre nell'ambito di una terapia) ed ha avuto esperienze molto forti.

Guarda qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mindfulness
http://www.mindproject.com/wp/

Si tratta cmq di approcci se vuoi molto affini alla bioenergetica o alla biosistemica (per riportarle a uno stretto ambito psicologico) che sfruttano molte tecniche tratte dalla meditazione e da tecniche orientali, magari supportandole con considerazioni sulle neuroscienze.

Secondo me sono approcci un po' riduzionisti (più o meno come scrivevo in merito all'hatha yoga), ma ciò non toglie che spesso funzionino anche in caso di soggetti per nulla interessati a logiche olistiche/orientaleggianti ecc. ecc.
nel dubbio provare costa poco. ;-)

con una l sola, sono un'angloignorante

Prima di lui (la persona che citi, all’inizio del mio post che era una sorta di “counseilor”, e cioè Il Prof. Laudando) ero stato male (molto) per una delusione amorosa (io 19, lei 15 anni). Io non mi ero mai confidato coi genitori, ma quella volta la botta fu davvero forte. Parlai con mio padre. Lui rimase un po’ colpito e capì la gravità della cosa, e disse che certe cose non devono essere risolte in famiglia (veramente lui non parlava di risolvere ma “aiutare” se richiesto) ma bisogna rivolgersi sempre a una persona estranea che non deve essere coinvolta, influenzata. Lui aveva quest’amico e così iniziò questa frequentazione (seppur codificata in un’ora la settimana) bella ed efficace, era una persona meravigliosa. Il Prof. Laudando non era danese ma conosceva bene la Danimarca per cui organizzava viaggi mirati. La sua metodologia credo di possa rifare alla linea di Erich Fromm, in ogni caso io parlavo e lui mi sintetizzava o mi scopriva nuovi aspetti delle mie domande o discorsi. Mi portava paragoni che mi facevano capire le varie possibilità degli episodi, delle reazioni diverse a uno stesso fatto da parte delle persone (delle reazioni diversissime mostrate con esempi comuni). Ma da un lato rispondeva, dall’altro mi faceva conoscere i vari lati delle cose, delle situazioni, delle persone, di me, non so spiegarti ma non lo dimenticherò mai Gennaro Laudando di Napoli, che sia benedetto. Ora non c’è più tranne che nel mio cuore e di chi lo ha conosciuto, come Muccioli, Umberto Galimberti e tanti altri. Ciao Gennaro. Io potevo spaziare dai fatterelli all’universo, dalla ragazza alla filosofia.
Ma, dopo un paio d’anni (non ricordo), avvenne qualcosa in me che fu una specie di “neritudine” dei pensieri. Avvenne senza alcun motivo, oggi so che era un inizio di una forma depressiva, o comunque di “non stare bene”. Mi sembrava di non risolvere il mio problema con le donne, ero arrabbiato con loro, e lui non poteva fare niente (non era vero perché 13 dopo mi aiutò anche in questo, con una telefonata, e un’altra volta ricevendomi con un’amica). Comunque non lo volli più. Dopo tempo, anni, andai per psicoterapeuti. Alla fine, l’ultima – dopo 36 anni – la counseilor effettiva (la mia counseilor non so ma mi sembra che era riconosciuta in qualche modo, comunque aveva due lauree, psicologia e filosofia, ma è vero che il ruolo di counseilor non è di terapia ma di “guida”, cioè far capire dove si vuole andare). Anche questa è stata un’esperienza bella ma più dura, mi disse che non parlavo mai col cuore nelle sedute, poi era intransigente su certi punti, non capiva come non capissi che io mangiavo accontentandomi del dolcetto subito perdendo la torta domani. Non aspettavo né faticavo nemmeno un po’ per prendere la torta. La lasciai dopo 5 anni, no, fu lei prima a dire che mi trovava meglio e che potevamo vederci con meno cadenza. Ma io la lasciai invece definitivamente perché non mi sentii capito in una cosa. Tutte le terapie mi facevano così, c’era sempre qualcosa che non finiva, in cui non ero me stesso fino in fondo, non mi lasciavo andare (tranne che con il Prof. Laudando). Oggi so che era l’inizio o una latente depressione. Per un periodo distimia, per un altro ciclotimia, di sicuro ero nevrotico (questo ancora, molto, e particolare perché sono lucido, so cosa non va).
La depressione forte comunque fu solo nel 2007 durante la terapia con l’ultima, la counseilor effettiva. Mi venne perché precedentemente avevo lasciato una psichiatra-psicoterapeuta (perché con lei non sentivo bene. Con lei lo stato - diciamo - ipnotico non funzionò perché ero troppo nervoso (almeno in quella seduta). Comunque non ci andai più continuando però a prendere sempre gli stessi farmaci senza controllo. Allora successe che andai dalla counseilor in questa condizione, ma subito entrai in una fase maniacale, diciamo non grave ma non buona (e con conseguenze nella mia vita, purtroppo), seguita da una depressione “in discesa dell’umore” davvero molto ma molto grave. È stato quindi in questo frattempo che andai in terapia dalla counseilor con la quale c’era complicità e feeling. Con la psichiatra di prima c’era confidenza, ma non era la stessa cosa. Questa forte depressione fu un caso, una conseguenza della mia non terapia farmacologica di prima, o perché ci dovevo arrivare come corso della malattia (al bipolarismo). Non fui nemmeno in grado di poter telefonare alla coinseilor per avvisarla. Superai poi con un neuropsichiatra e allora ripresi la terapia con lei (e con lui per i soli farmaci)
Per quanto riguarda l’autoipnosi io ho partecipato ai “seminar” di Dinamica Mentale (di Marcello Bonazzola che era Dalmine, Bergamo) che non sono davvero ipnosi perché vai ad un livello profondo, si avvicina tantissimo, ma non è ipnosi. Lì ho avuto dei risultati, ma anche lì la cosa fu temporanea perché, credo, avevo problemi profondi non risolvibili con tecniche.
Come terapie alternative ho fatto nel corso degli anni l’omeopatia, e una cartomante psicologa e la naturopatia.
L’omeopatia non so che mi fece (nulla? mi stabilizzò?), la cartomante rumena era euforizzante perché riusciva a vedere cose del mio vero io e cose anche future verificatesi. Non tutto, però. Comunque durò, anche lì, temporaneamente.
Per la naturopatia il discorso è diverso. Lì credo proprio di aver trovato una persona, un approccio, unico. Con me lui era diverso che con gli altri. In poche parole durante le prime sedute ero diventato un altro, vedevo le cose in un modo così chiaro, reale, che potevo fare tutto senza mai provare ansia, anche cose al limite del normale. Non mi scoraggiavo e riuscivo. Poi successe, che dopo pochi mesi, stetti malissimo come ansia, e in una seduta piansi a dirotto ininterrottamente. Ma lì sono certo che la causa dell’ansia, del malessere, fu la depressione che era patologica e grave e non curabile con le sole cure naturopatiche. Comunque so di persone che hanno avuto beneficio e chi no. Io ho provato che dipende anche dalla persona e da ciò che cerca.
Per quanto riguarda la mia "la Depressione non trae giovamento dalle psicoterapie" non è esatta, io parlavo solo della psicoanalisi. Le psicoterapie sono utili e ottime se fatte in concomitanza con la farmacoterapia dello psichiatra. I due specialisti, se sono buoni (e aperti) possono e forse devono comunicare fra loro.
Per quanto riguarda i gruppi di auto aiuto della depressione, la Fondazione Idea del Prof. Cassano fornisce supporto, informazioni, confronti e tutto quello che vuoi tranne le cure. Lì tutto è coperto dal segreto e puoi parlare veramente di tutto liberamente, ma la cosa più bella è lo scambio di esperienze (anche perché ci sono delle persone un po’ più esperte che hanno fatto un corso di facilitatore per cui le riunioni non sono alla rinfusa) e tu ti fai un’esperienza indiretta che ti conforta. Tu vedi con mano che non sei sola. L’esperienza coi gruppi non guarisce e non cura, ma aiuta ed è sempre gradevole andarci, e rimani libera di andarci o meno.
Per quanto riguarda le psicoterapia cognitivo-comportamentali è come dici tu: sono uno di quelli convinti che "se non si cura la causa, il sintomo sparisce da una parte e poi ricompare da un'altra”. Oppure ci si accontenta di uno stato più o meno accettabile. Però non posso dire bene in realtà perché non le ho provate e quindi è solo un’opinione, nulla più.
Di discipline alternative ho provato il Tai Chi Chuan che è un’arte marziale sui generis perché non è violenta, ma è fatta di concentrazione e rilassamento e meditazione e fa bene anche fisicamente. Non è difficile perché è lenta. Questa l’ho provata per un anno e posso parlare e dire che mi sono trovato davvero bene, la interruppi solo per il trasferimento del maestro e da me non ce n’erano. Peccato.
Lo Yoga per sentito dire va bene lo stesso, molto bene. Anche quella di quella specie di danza dal nome spagnolo (una danza curativa, non normale!) è risultata buona.
Anche dei percorsi religiosi so che sono stati molto buoni (non poco ma molto) soprattutto quando si tratta di scoperte o riscoperte,
Per quanto riguarda i corsi aziendali devo dire che li ho trovato molto interessanti, sia quelli di formazione del Formez che quelli del Comune (o Pubblica Amministrazione). Da fare e da prendere appunti, ma vanno nel novero della “psicologia” e non della psicoterapia, tantomeno per la depressione.
Per concludere… bella la citazione del film d’animazione che hai riportato.
Un bacio!
(P.S. anch’io sono un po’ lungo, un “poco”…)

Ciao cara, quando mi ci metto non la finisco più, effetto della fase "alta" di una depressione bipolare mediata e tranquillizzata dai farmaci, o il proprio carattere naturale che esce solo quando si sente a proprio agio magari perché non conoscendo le persone non ne ha timore (o perché crede di conoscerle ormai bene da considerarle amiche e quindi non più pericolose)? Scherzo naturalmente, perché nessuno può rispondere su questa terra, nemmeno i neuroscenziati.
Sì, tu non sei sola, chissà quanti ce ne sono come te, come me, come noi e come tutti noi. Nella ricerca c'è il vero viaggio, non nella meta. Perciò è inutile fermarsi, tanto noi continuiamo a vivere, a camminare lo stesso. Noi non siamo "fermi".
Il Prof. Laudando non è una ferita se lo ricordo, è una gioia (così come il condividerlo) e soprattutto io non avevo fatto capire che non c'era!
Io credo che ognuno di noi ha qualche Gennaro Laudando da qualche parte, o che lo cerca. Per molti questo è la persona amata che ancora non c'è o che non sta ancora con lui, per altri un maestro di vita, una guida spirituale, un uomo con un'esperienza maggiore e più speciale, o solo uno più avanti di noi perché ci è arrivato prima, un compagno di viaggio partito prima. Può essere anche uno che già abbiamo conosciuto ma che non abbiamo seguito o apprezzato fino in fondo, o che non abbiamo visto in una luce diversa. Chissà un giorno... dipende da me, da noi forse, più che dall'altro.
Per quanto riguarda la disciplina in cui incanalare l'ansia direi che ci sono arti marziali di velocità come il Karatè, Tae Kwon do, Kung Fu e molte ginnastiche e diversi sport. Anche sparare al tiro a segno-gioco o al poligono vero (iscrivendosi se si trova in zona - da me per esempio c'è) è una cosa bellissima, di concentrazione e divertente. Naturalmente viene prima il tiro con l'arco, ma questo lo davo per scontato.
Un bacio (qua ci avviciniamo sempre di più ragazza...)