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Messaggio  alinea Gio Nov 08, 2012 4:38 pm

ciao, mi chiamo Maddalena sono del PIemonte ed ho 40 anni. Lavoro in proprio da 15 anni, con la mia famiglia composta da mio padre e due fratelli maschi. Ho deciso di iscrivermi a questo forum perchè nonostante non sia mai stata in cura per depressione (ma sia stata invece curata nel corso della mia vita per anoressia, bulimia e dipendenza affettiva), credo di esserne affetta più o meno...da sempre.
Da sempre necessito di avere la mente, le giornate, gli spazi totalmente occupati da attività di qualsiasi genere, per sentirmi viva, per non sentire la tristezza dilagare dentro di me. Sono una persona che può dirsi iperattiva, direi, ma più per necessità che per mia indole naturale. Appena mi fermo, avverto come una sensazione di inutilità profonda di me stessa. E adesso più che mai, da quando sono cioè diventata mamma di un bimbo (ora ha due anni), mi sento terribilmente in colpa per questa mia sensazione che continua a riemergere dal profondo, come una sorgente che non si esaurisce mai, per quanta terra cerchi di buttarci sopra.
Mio figlio è tutto per me: è la gioia pura e semplice dell'esistenza, un bambino delizioso, affettuoso, bellissimo, solare......lui "è" il senso di tutto, ma purtroppo spesso non è sufficiente a cancellare questo mio dolore subdolo e profondo che ritorna a presentarsi, o meglio, alle volte sto ancora peggio a sentirmi così di fronte ad una meraviglia come il mio bambino. Mi sento ancora peggio perchè davvero non capisco come faccio a stare così nonostante la fortuna che lui rappresenta.
E allora cerca in ogni modo di non lasciare spazio alla tristezza, e mi butto nel lavoro, nei lavori di casa, nell'organizzazione di attività varie del mio bimbo e mie, nello studio di nuove passioni....davvero, non esagero se dico che ho davvero la mente sempre impegnata in qualcosa...perchè questo è l'unica modalità che conosco per stare meno male, salvo poi ritrovarmi ciclicamente totalmente esaurita dal pdv fisico, perchè non mi risparmio mai, mangio poco, dormo poco, e quindi in alcuni periodi come questo ad esempio, sento addosso tutta la stanchezza di anni di iperattività, e non ho più le forze.
Scusatemi, sono stata un po' sconclusionata. Nel tempo vi racconterò sicuramente molte altre cose, per ora vi saluto e vi ringrazio per l'attenzione.
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Messaggio  kate91 Gio Nov 08, 2012 8:09 pm

Ciao!
Benvenuta nel forum. Smile
Devo dire che ti invidio, nel senso che vorrei anch'io riuscire a fare tante cose diverse per distrarmi, ed invece finisco col passare ore davanti al computer, e se non è per studiare è per guardare film o serie tv. Sono l'unica cosa che non richiede alcuno sforzo e non mi fa pensare.
Però effettivamente ci vuole qualche momento per fermarsi e riflettere. Anche se può fare male, siamo esseri umani anche perchè abbiamo una testa. Forse questo tuo dolore non passa e non si affievolisce anche perchè non lo affronti? Hai mai provato a ritagliarti dei momenti nella giornata in cui fare qualcosa di rilassante, ma che ti faccia anche riflettere su quale potrebbe essere una causa del tuo dolore? Non so, io per allontanarmi dal computer faccio una passeggiata di mezz'ora al giorno, musica nelle orecchie e via. Nei periodi in cui mi sento più giù è anche molto doloroso, perchè non riesco a bloccare i pensieri più tristi, però mi aiuta a "digerire" i problemi.
Probabilmente non ti ho detto niente di nuovo, comunque complimenti per il bimbo, sono sicura che è splendido! *__*
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Messaggio  natalia80 Gio Nov 08, 2012 9:42 pm

ciao perchè non provi a parlare con uno psicoterapeuta?magari può consigliarti se è il caso di fare qualche seduta o prendere una medicina per qualche tempo.
sei comunque una persona da ammirare molto

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Messaggio  alinea Ven Nov 09, 2012 10:27 am

Grazie per le cose che mi avete scritto, grazie davvero. E' un po' una liberazione per me poter dire quello che sento davvero, senza sensi di colpa.
Accanto a me ho persone che si potrebbero dire "di una volta": delle "rocce" che rimangono in piedi in mezzo alle tempeste; che non mollano mai, che si alzano alla mattina alle cinque, lavorano tutto il giorno, e poi la sera trovano ancora la forza di scaricare la legna dal camion....Io ho sempre vissuto in mezzo a loro, sono l'unica femmina della mia famiglia (oltre a mia madre, che ha un carattere forte e severo, e non ha mai tollerato miei atteggiamenti troppo femminili) ed anche dell'azienda, ho pochi contatti con altre donne o altre mamme, perchè ho poco tempo per relazioni interpersonali. Il poco del tempo che mi rimane libero dal lavoro lo dedico a mio figlio e al mio compagno, alle infinite faccende domestiche, e se a volte mi rimangono cinque minuti liberi (e mio figlio dorme) cerco di cucinare qualcosa di buonom dato che avendo sempre poco tempo sono piuttosto ripetitiva e non troppo capace....
Adesso che scrivo queste cose, mi rendo conto che sono effettivamente un po' isolata nella mia situazione: frequento solo i miei familiari e ho contatti con estranei solo nei giorni lavorativi, e le persone che poi mi capita di avere in casa nei giorni di festa (per lo più amici del mio compagno), in realtà non arrivo a conoscerle perchè sono troppo presa dal cucinare e preparare e curare mio figlio...insomma una girandola di confusione intorno, che non porta a nulla di concreto. Ho un'amica molto stretta, che è come lo specchio della mia anima, con cui purtroppo non riesco a vedermi spesso, che soffe ancora di anoressia e con cui parlo di tutto al telefono o via email, ma che quando mi soffermo a riflettere, mi rendo conto di desiderare con tutto il cuore aiutarla, ma di non avere sufficiente tempo neppure per pensare a come fare......insomma altri sensi di colpa.
Scusate salto di pala infrasca ma sono al lavoro e quindi scrivo "a pezzi": inizio, poi faccio delle cose, torno e continuo buttando giù altre idee, insomma vi sto dando una dimostrazione di come funziona il mio cervello: fa mille cose diverse una dopo l'altra e in qsto modo non si concentra mai precisamente su qualcosa.......Quando andavo a scuola avevo notato che qsto mio modo di fare era l'unico possibile x riuscire a studiare qualcosa: i periodi in cui ho provato a studiare un solo argomento x volta tutto un pomeriggio, ad esempio, non ho imparato NULLA: ho continuato a distrarmi e a volare ad altri pensieri; quando invece accendevo la radio mentre studiavo, e studiavo mezz'ora un argomento e poi un'altra mezz'ora un altro e poi magari aprivo un giornale per 5 minuti e poi facevo degli esercizi di matematica per un'oretta...allora ero molto più produttiva e riuscivo a ritenere qualcosa di ciò che studiavo. Altro argomento: ho pochissima memoria. Ho studiato tanto in vita mia, ma ricordo solo pochissime cose. Accanto a me invece ci sono i miei fratelli che sono dei genii: hanno studiato sempre pochissimo in termini di tempo, e ancora ora si ricordano un'infinità di cose, e ogni volta che parlo di qualche argomento con qualcuno, ho sempre l'impressione di essere la persona più stupida del mondo che non ricorda nulla e non ha capito nulla, mentre chiunque altro ha capito....
Adesso devo lasciarvi, come vi avevo detto, vi sto sommergendo di informazioni, scusate!....a presto!
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Messaggio  merla Ven Nov 09, 2012 10:37 am

Hai mai provato a fare yoga o pratiche simili?
Aiutano tantissimo la concentrazione e ad imparare a "stare", facendo una cosa e pensando solo a quello che fai.
Lo yoga in realtà ha tutta un'altra concezione e altri obiettivi, però come "effetto collaterale" insegna a focalizzare energie e concentrazione.
O magari, se non lo yoga direttamente (che per mia esperienza può essere un'esperienza molto forte) anche la pratica del mindfulness, che deriva dallo yoga ma è occidentalizzata ed ha meno implicazioni e forse va meno in profondità.
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Messaggio  marco7 Ven Nov 09, 2012 11:20 am

il mio psichiatra mi ha detto che malattie della sfera alimentare (bulimia, anoressia) hanno molto a che fare con la depressione.

io penso che se tu stai meglio anche la tua famiglia e tuo figlio avranno dei vantaggi e per questo secondo me dovresti cercare di fare tutto il possibile per vivere bene.

io ti consiglio di andare da uno psichiatra con cui ti senti a tuo agio (ci sono anche molte donne che fanno la psichiatra) e che abbia sufficiente tempo per ascoltarti.

potresti anche andare da uno psicologo (o psicologa) ma purtroppo a volte è necessario anche prendere degli antidepressivi per stare meglio. Se tu non hai bisogno di antidepressivi lo psichiatra non te li proporrà, mentre se vai da uno psicologo spesso succede che persone che avrebbero dovuto prendere degli antidepressivi non li ricevono proprio perchè in cura da uno psicologo al posto di uno psichiatra.

io credo che l'antidepressivo che prendo da diversi anni mi aiuta a stare meglio.

questo è quel che io penso, altri avranno opinioni diverse e alla fine devi decidere tu quel che farai.

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Messaggio  alinea Ven Nov 09, 2012 11:21 am

Sì, hai ragione Merla! Ho provato a fare sia yoga che meditazione, solo che li ho praticati quando ero devastata dalla dipendenza affettiva per un uomo violento, e quindi più che il soffermarmi sugli effetti positivi della concentrazione, avevo notato l'enorme beneficio che mi derivava dal distacco dai problemi quotidiani...avevo l'impressione di entrare in un'altra dimensione dove potevo finalmente trovare uno spiraglio di pace in tutta quella sofferenza che mi attorniava e mi soffocava......In effetti dovrei ricominciare a fare una delle due cose...solo che non trovo nemmeno il tempo per farmi una doccia tranquilla, devo sempre contrattarla con il mio compagno, e anche in quel caso, mentre sono sotto l'acqua mio figlio vuole buttar giù la porta per entrare con me...e capisco anche lui, scricciolino, mi vede così poco, che quando sono a casa mi vuole sempre per sè.
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Messaggio  alinea Ven Nov 09, 2012 11:25 am

Hai ragione Marco, anche io penso di dover star meglio per la mia famiglia. Solo, sono diffidente verso gli antidepressivi perchè mia madre era stata curata con antidepressivi anni fa, in un momento molto difficile, e gli effetti che ho visto su di lei mi hanno tanto spaventata. Non capiva più nulla, usciva di casa in ciabatte, dimenticava dove aveva l'automobile, mi chiamava perchè non sapeva più come tornare a casa.........
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Messaggio  merla Ven Nov 09, 2012 12:21 pm

Probabilmente marco non sarà d'accordo con me, però io aspetterei un attimo a tirare in ballo medici e farmaci.
I farmaci si prendono quando c'è una situazione invalidante e quindi ci sono tutta una serie di sintomi depressivi, che forse ci sono, ma di cui tu non hai parlato.
Nel senso, se tu ti porti dietro un senso di inutilità o di inadeguatezza, e con l'iperattività plachi questa sensazione fastidiosa, con i farmaci non cambia un tubo, si tratta solo di una strategia diversa per riuscire a placare momentaneamente questa sensazione fastidiosa.
Non ti dico che vada tutto bene per ora, ma se il problema è non riuscire a fermarti, forse la soluzione è trovare il modo per fermarti (e per legittimarti il desiderio di fermarti, perché per fare un po' di yoga basta un quarto d'ora al giorno e se hai difficoltà a ritagliartelo forse il problema è proprio iniziare a legittimarti 15 minuti.. :-)).
Magari sbaglio, ma hai descritto una tristezza generica in una vita tutto considerato piena, ma anche piena di cose belle. Se non stai bene, certamente c'è un disagio, però non sembra (almeno a me) un disagio da affrontare con i farmaci.
Proprio solo per assonanza (perché in merito sono abbastanza ignorante), mi ricorda invece più la bulimia. I problemi alimentari come li avevi affrontati'
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Messaggio  kate91 Ven Nov 09, 2012 1:21 pm

Io sono d'accordo con merla, anche se di fatto non sono un'esperta. Anche mio padre sta prendendo farmaci da qualche anno e sì, lo hanno calmato, ma per me non è un bello spettacolo.
Quindi, se fossi in te, proverei prima a cercare di rilassarmi ogni tanto. Lo so che è difficile giustifarsi con se stessa, anch'io nei momenti in cui ho tanto da fare mi sento sempre in colpa se non faccio niente per un po', però mi sembra che tu non abbia proprio niente di cui sentirti in colpa!
Hai accennato al fatto che ti manca una figura femminile, ma non ho capito se era una semplice constatazione o se proprio ti piacerebbe avere qualche momento di "femminilità" nella tua vita?
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Messaggio  marco7 Ven Nov 09, 2012 2:26 pm

io sono più o meno depresso dall'infanzia e penso che se avessi preso prima antidpressivi sarei stato meglio.

io non ti ho detto alinea che tu devi prendere antidepressivi. io ho detto che secondo me dovresti farti curare da un terapeuta (psichiatra o psicologo). uno psichiatra consiglia antidepressivi solo se lui ritiene siano utili o necessari, altrimenti non ne da e si fa solo psicoterapia con lui (ogni psichiatra in ogni caso è diverso dagli altri psichiatri). Uno psicologo può anche andare bene e lui se ritiene che ti servano antidepressivi o ti manda per i farmaci da uno psichiatra o da un medico perchè lui non può prescriverli.

i pazienti degli psicologi io penso che prendano meno antidepressivi dei pazienti degli psichiatri perchè l'approccio è diverso e io credo che ci sono pazienti di psicologi che avrebbero giovamento da antidepressivi ma che non ne prendono perchè stanno dallo psicologo invece che dallo psichiatra.

Ci sono tanti antidepressivi diversi e gli antidepressivi che prendeva tua madre anni fa forse erano triciclici che danno parecchi effetti collaterali. Oggi si usano spesso antidepressivi SSRI che danno pochi effetti collaterali. Io credo di non avere effetti collaterali ora.

L'antidepressivo che va bene per un paziente può non andare bene per un altro paziente e non c'è l'antidepressivo migliore o standard per tutti i pazienti.

solo un medico può farti una diagnosi e se necessario farti provare anche dei farmaci che vengono presi solo se il paziente è consenziente e vuole provarli, altrimenti non servono a nulla.

come detto: secondo me dovresti provare ad andare da un terapeuta (psicologo o psichiatra) per vedere se ti aiuta a stare meglio.

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Messaggio  marco7 Ven Nov 09, 2012 2:27 pm

prima che per la famiglia lo dovresti fare per te.

in ogni caso se te stai meglio anche la famiglia sta meglio.

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Messaggio  alinea Ven Nov 09, 2012 3:26 pm

Vi ringrazio tutti per i consigli che mi state dando, le opinioni che state esprimendo. Mi avete tutti detto cose che secondo ciascuno di voi sono buone, o che per voi hanno funzionato, e questo lo apprezzo moltissimo.
Quando sono stata seguita per anoressia/bulimia, ho seguito una terapia cognitivo comportamentale, con da una parte lo psicoterapeuta e dall'altra l'indirizzamento verso la conoscenza delle modalità corrette per alimentarsi...tutte cose ottime, per carità, ma io devo con tutta sincerità ammettere che ho iniziato ad uscire dai DCA solo ed unicamente quando ho iniziato a lavorare e a dedicarmi al volontariato. In quel modo ho sentito in un certo senso spostarsi il fulcro della mia concentrazione da "dentro di me" a "fuori"; dedicandomi a cose che non stavano più solo dentro la mia testa, ho incominciato a mangiare con regolarità, a non lottare con il cibo e a trarre del giovamento da ciò che si trovava fuori da me, appunto. Sopratttto il volontariato di animazione con bimbi problematici, mi ha molto aiutata a relativizzare la mia sofferenza; vedere esseri indifesi che vivevano situazioni difficili, e spesso lottavano con le unghie e con i denti per ottenere qualcosa dalla vita, mi ha realmente "scosso".
Posso dire quindi che in qualche modo io conosca come modalità di sfuggire alla mia tendenza depressiva, solo l'"ingannare" la mia mente impedendole di fermarsi a pensare...
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Messaggio  Euridice Sab Nov 10, 2012 2:44 pm

Alinea, io ho il problema opposto al tuo!!!! da quando sono piccola non faccio altro che rimuginare...sono in grado di passare ore intere a riflettere sulla mia vita, sui miei "problemi", a cercare di capire le cause del mio malessere...ma pur avendole individuate, non riesco a combatterle...non è ho la forza perchè parto dall'idea che tutto sia inutile, che per me non cambierà mai nulla (nonostante abbia solamente 23 annI), che io non sono come gli altri...la mia autostima è praticamente nulla, sebbene ci siano evidenze che io non sia affatto stupida...mi sento costantemente inutile e vuota, proprio come accade a te, anche se apparentemente non ne avrei motivo. sono in grado di passare interi pomeriggi con i libri aperti sulla scrivania e la mia testa da tutt'altra parte, oppure passo il tempo su internet a leggere cose letteralmente inutili...
vorrei tanto avere una vita attiva e piena come la tua per pensare un po' meno, ma i soli momenti in cui riesco a non pensare sono quelli che passo all'università durante le lezioni, ma appena sono libera, la mente riprende la sua "normale" attività.
anche io penso che il volontariato potrebbe farmi sentire più utile...ti basti pensare che sull'autobus, nonostante sia stanca, abbia un sacco di borse pesanti, appena vedo un anziano lo chiamo per cedergli il mio posto perchè la cosa mi fa stare subito molto meglio...forse perchè in ogni anziano vedo i miei nonni che non ho più e che la lontananza non mi ha permesso di aiutare... ma, sebbene io pensi che il volontariato potrebbe aiutarmi, l'idea di prendermi degli spazi per me, da dedicare a qualcosa che non sia lo studio, mi frena. non riesco a sottrarre tempo alla maledettissima università! e così, preferisco passare ore e ore, giorni e giorni, con i libri aperti senza leggere una pagina, piuttosto che prendermi dei momenti per me in cui svagarmi e, magari, vedere la vita con un po' più di serenità. così il tempo passa e a me sembra di mandare in fumo gli anni più belli, quelli che teoricamente dovrebbero essere sereni, felici e divertenti. sento di essere sempre in ritardo rispetto ai miei coetanei, sento di non aver iniziato ancora a vivere e che quando lo farò, sarò già troppo vecchia!
in realtà, anche se il nostro modo di agire è molto diverso, anche se le nostre storie sono molto diverse, qualcosa in comune lo abbiamo:la tristezza, la solitudine, la sensazione di inutilià...
non so come aiutarti, non so come aiutarmi...ma per lo meno ho approfittato della tua storia per sentirmi un po' meno sola e per sfogarmi!
ciao!

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Messaggio  alinea Mer Nov 14, 2012 10:00 am

ciao Euridice! No, non credo che io e te siamo diverse, anzi proprio il contrario. Conoso bene ciò di cui mi stai parlando, perchè anche io quando decisi di eliminare tutti gli impegni che consideravo "distrazioni" (facevo danza classica e studiavo pianoforte) per dedicarmi unicamento allo studio del diritto, secoli e anniluce fa, caddi nella tua identica situazione. Le giornate divennero una uguale all'altra, buie, lunghe e opprimenti...i libri rimanevano aperti davanti a me, e più io investivo emozioni sullo studio ("non posso non riuscire a fare nemmeno questo, visto che è solo questo che io devo fare"), meno riuscivo a concentrarmi e ad ottenere risultati soddisfacenti.
L'unica valvola di sfogo che incominciai ad avere, dopo 2 anni di anoressia, divenne pertanto il cibo. E passavo pomeriggi di solitudine in casa, a svuotare frigorifero e dispensa ai miei familiari, a vomitare e poi ad andare a ricomprare ciò che avevo sprecato.......Ho ricordi molto confusi di quel periodo, è tutto molto nebbioso e grigio, sensazioni di solitudine incapacità inutilità profonde tutte mescolate insieme, e più tenevo a riscattarmi da tutto ciò, più scivolavo a fondo........
Non lo so se "la mia" depressione è diversa da altr, se ne esistono di tanti tipi o se solo, davvero, il depresso è sempre chi vorrebbe fare grandi cose ma si scontra contro le difficoltà del mondo o del suo mondo...ciò che so, e che in qualche modo spero possa aiutare qualcun altro, è che iniziare ad uscire da quell'isolamento e quel peso di responsabilità che mi schiacciava, mi è spesso stato d'aiuto.
Se tu incontri questa difficoltà nelle giornate di studio, prova a prenderti un angolo di tempo, di spazio, solo per te, per fare qualcosa che ti piacerebbe fare ma che credi di non poterti permettere...io ad es spesso trovavo molto conforto nei fumetti manga giapponesi: una lettura frivola, disegni molto belli, uno spazio-tempo in cui potevano cessare di esistere le mie oppressioni, ed io staccavo la spina.......
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Messaggio  Euridice Mer Nov 14, 2012 1:56 pm

Alinea, le tue parole mi hanno colpito molto...le sensazioni e le situazioni che mi hai descritto, sono molto simili a ciò che provo io...certo, non sono affatto anoressica, ma molto spesso quando sono sola a casa e dovrei studiare, ma proprio non ce la faccio...apro il frigo...e mangio di tutto...psicologicamente mi sento meglio, almeno in quel momento, poi dopo...sensi di colpa e frustrazione prendono il sopravvento. e mi ritrovo nelle tue parole anche quando dici che ripetevi a te stessa che non potevi non riuscire nello studio perchè infondo era la sola cosa che facevi... passo intere giornate a ripetermi ciò, soprattutto dopo aver visto i risultati degli esami!
anche io credo che mi farebbe bene distrarmi, fare qualcos'altro oltre allo studio e ultimamente ci sto provando,anche se ciò mi procura sensi di colpa a non finire!ad esempio, questo week-end andrò fuori città, ma mi sento tremendamente in colpa...ma nonostante ciò non ho nemmeno voglia di studiare in questi giorni per avvantaggiarmi il tempo che perderò... è una sorta di circolo vizioso.. in realtà penso che il problema sia più profondo...io mi sento davvero molto sola e sento di avere una vita diversa a quella dei miei coetanei, il che non mi fa star bene e mi avvilisce moltissimo. vorrei uscire, conoscere gente nuova...ma ogni volta che me ne capita l'occasione, per motivi obiettivamente futili, mi sottraggo...pensando che tanto non ne vale la pena e che sarebbe tempo perso perchè non incontrerei nessuno di interessante e perderei solo tempo.così preferisco stare a casa a studiare.in realtà poi leggo una sola pagina dei libri di scuola, però per lo meno non mi sento in colpa perchè infondo qualcosa ho studiato! sembra stupido, me ne rendo conto...ma mi succede davvero!
ti ringrazio per i tuoi consigli...sapere che tu sei riuscita a sentirti meglio, mi dà qualche speranza!


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Messaggio  alinea Mer Nov 14, 2012 3:05 pm

Cara Euridice, essendoci passata ed avendo toccato con mano la "differenza", ti dico questo:proprio perchè tu ci tieni così tanto, devi trovare il modo di alleggerire il peso che ti grava addosso. Devi cioè trovare il modo di scindere la tua "bravura", e cioè il tuo essere (ti immagino così perchè ti leggo molto simile a me) precisa, puntigliosa, resposabile e affidabile, dal semplice risultato scolastico.
Io sono riuscita a fare questo, come ti dicevo, solo quando ho incominciato a lavorare. A quel punto, avevo un campo in cui l'affermazione delle competenze seguiva una linea completamente differente dalla scuola: cioè non più io studio -> i prof mi valutano per quello che secondo loro so, bensì: io m'impegno -> dapprima la mia inesperienza è evidente, ma la supplisco con presenza, volontà di imparare, volenterosità, poi via via acquisisco esperienza, e la gente intorno a me incomincia a riconoscermi come affidabile e competente. Quindi (scusa se faccio confusione ma avrei milioni di cose da dirti e non so bene quale di tutte queste scegliere!), quando già lavoravo da un pezzo, ho provato a fare un'altra facoltà studiando per quel poco di tmepo che avevo disponibile e.......incredibile, ma i risultati che ho ottenuto sono stati spettacolari. E non perchè la materia fosse più semplice o altro, ma semplicemente perchè io ero diversa da prima. Andavo all'esame sempre con tutti i timori del caso, ma con la consapevolezza che, qualunque risultato avessi ottenuto, nel bene o nel male, quello non avrebbe significato niente di più di ciò che io già sapevo di me. E cioè, fosse andata male sarebbe stato un insuccesso, ma non avrebbe voluto dire che ero una stupida o un'ignorante o una fallita, ma solo che non era andata bene, ed in ogni caso avrei imparato qualcosa: se anche avessi fallito, avrei imparato dai miei errori.
Ora, non ti sto dicendo di andare a lavorare, ma senz'altro devi trovare il modo di staccare la spina dalle esigenze che hai verso te stessa. Fai benissimo ad andare a fare un giro con i tuoi amici, e non ti fare un senso di colpa di questo, anzi, cerca di guardarlo per quello che è: è un momento di svago che ti meriti dopo tanto impegno e tanta tensione. Via via, imparando a concederti dei "piccoli premi" per le cose che fai (bene o male, adesso non t'importa il risultato, ma l'impegno e la tensione che ci hai messo), io credo che tu riuscirai a far fruttare molto meglio il tuo tempo. Ad esempio, se adesso sai che andrai via, cerca di farti avanti e studia più che puoi, così poi mentre sei via non ti rovinerai il momento di svago pensando a ciò che ancora devi fare! Cerca di separare nettamente i due piani: lo svago è lo svago e non deve entrarci nessun pensiero del lavoro, e viceversa. Secondo me man mano che assimili questo modo di pensare a scomparti stagni, i due piani riusciranno a raggiungere un equilibrio tale per cui potresti arrivare anche ad occupare il 60% della tua vita in lavoro e il 40% in svago, e ad ottenere da entrambi il massimo della soddisfazione.
Poi, per il discorso del confronto con gli amici e le altre persone, anche lì avrei altre opinioni mie da dirti, ma adesso non posso dilungarmi oltre...a presto
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Messaggio  Euridice Mer Nov 14, 2012 6:28 pm

ciao!!! è incredibile, ma finalmente ho trovato una persona che capisce cosa sto affrontando! il mio problema è proprio quello che dici tu:vedo l'università come se fosse il sono metro di giudizio delle mie capacità e qualità, non solo a livello scolastico, ma ad ogni livello, anche personale. l'esame che va male implica, per me, essere stata incapace a studiare, ma anche essere stupida, inadeguata, il che si traduce in automatici pensieri sul futuro (come, ad esempio: non avrò futuro nel lavoro, sarò un incompetente, non saprò relazionarmi, farò solo brutte figure, non avrò successo....). è un circolo vizioso e automatico che scatta nella mia mente in seguito ad ogni difficoltà o "fallimento" O "figuraccia". la mia autostima va sotto zero e vedo tutto nero...è un pessimismo cronico. proprio come dicevi tu, il problema è che non avendo altre "realtà", altri "contesti" in cui agire e misurare le mie capacità e qualità, tutto si riduce alla sola università...e un fallimento diventa una catastrofe perchè non ho la possibilità di dirmi:"vabbè, l'esame non è andato come speravo, ma ciò non significa che io sia poco intelligente dal momento che nella situazione X ho mostrato grande lucidità e brillantezza"...
ho il forte timore che questo mio modo di pensare possa pregiudicare il mio futuro e in prima di tutto il mio ultimo anno di università! e quest'ansia non fa che peggiorare il mio stato d'animo! ho una media definita nella mia facoltà "buona", ma a me non basta...il 27 mi pare poco... sono fatta male, ma voglio cambiare!
ti ringrazio ancora una volta per i consigli e per avermi raccontato la tua storia...sapere che tu ce l'hai fatta e che si può cambiare, mi dà molta forza!! grazie!!!!
a presto!

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