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Messaggio  crisalide Mar Lug 24, 2012 10:21 pm

Sono nuovo del forum, ma "vecchio" in tema di depressione.
E mi pare che il motto Legionario marcher au mourir usato come titolo del thread calzi a pennello per descrivere questo famigerato male oscuro.
Quando stai "bene", vivi in uno stato di anedonia, una condizione in cui tiri a campare in cui ti manca.. come dire... il sale della vita: piattume totale.
Quando stai male... bè, che dire: anedonia ancor più accentuata, abulia che sovente ti costringe ore e ore a letto come un ammalato (quale effettivamente sei), farmaci che non sai se e quando faranno mai effetto.
Ti sorge il dubbio che, forse, arrivato a questo punto non te libererai mai più: in fondo, hai oramaia 31 anni, tutti buttati nel cesso, sei non solo depresso ma anche inabile a sostentare te stesso, complice anche quegli studi universitari rimasti in stallo da tanto, troppo tempo.
Neanche tanto tempo fa, provasti a farla finita ma... ti finisce male, nel senso che sopravvivi, che qualche dio decide che devi ancora marciare , devi ancora sopravvvivere (dopo un pò di coma farmcologico) senza meta con, in più, un' angoscia crescente per il futuro, in quanto nelle condizioni attuali in cui versi non sai davvero dove sbattere la testa, non vedi vie d' uscita, nulla di stimolante in qualsivoglia maniera.
Unico sollievo temporaneo, nei momenti di maggior calo d' umore, qualche abbondante bevuta di vino a stomaco vuoto, o qualche passeggiata coi cani di mia cugina.
Ma per quanto ancora si può continuare così, in queto stato in cui per giunta manco ti riconosci più?

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Messaggio  reine seele Mer Lug 25, 2012 12:04 pm

Benvenuto nel forum flower

mi dispiace davvero x qll ke ti è successo,o cmq x la situazione in cui ti trovi...purtroppo ,ki più,ki meno,siamo tutti nella stessa barca..

non conosco bene la tua storia quindi non saprei come aiutarti,xò posso dirti di tenere duro,di non mollare malgrado le avversità della vita(ma da che pulpito viene la predica!! Embarassed )

io ho 21 anni e come te avrei tutta la vita davanti,ma nonostante questo, sono mesi e mesi k mi pongo il tuo quesito:"vale la pena continuare di vivere così?"..possibile che non ci sia 1 via di uscita?

provo a lottare ma purtroppo senza risulati..non riesco ad emergere da questa fottuta situazione(scusate lo sfogo!)

posso solo consigliarti di provare e riprovare,di porti dei piccoli obiettivi,1 pò alla volta(se solo funzionasse anke su di me..)

lo so non è molto..ma spero di esserti stato di 1 minimo di aiuto Wink
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Messaggio  piquemal Mer Lug 25, 2012 1:46 pm

Ciao Crisalide. Mi colpiscono alcune analogie con la mia storia, l'età, il burrascoso passaggio universitario, il tentativo andato a male e il disincanto riguardo i momenti in cui stai bene (per me piacevoli ma che quasi non lasciano storia...).

(parte psicologica)
Siamo vittime di noi stessi o vittime del nostro tempo? E se accorgendoci di essere in ogni caso delle vittime la smettissimo di commiserarci come tali? Magari finiremmo di piangere su noi stessi, che è uno sport che fa bene fino a un certo punto, più o meno coincidente con quel momento in cui il nostro racconto comincia ad annoiarci. Io ho praticato a lungo quello sport di "pensare contro se stessi" (come direbbe Cioran), così a lungo e con così tanti esaurimenti che il suo frutto è stato quello di mettermi a confronto con la mia eliminazione. Ho concluso che per vari motivi non mi vorrei eliminare, non adesso almeno. Da quel momento è stata una dura risalita, adesso ho un Sè più forte e posso dirigere la mia critica verso l'esterno anzichè verso l'interno. O almeno, ci sto provando.
(fine parte psicologica, dove sembro affermare che sono padrone del mio destino attraverso i miei pensieri)

(parte psichiatrica)
Preso atto di avere un problema di natura organica (sic) l'ho considerata una malattia come altre, verso la quale confrontarmi attraverso un supporto medico, terapeuta più farmaci. Questo da una parte mi ha tolto il peso di dover guarirmi e dall'altra mi ha fatto riconoscere che la terapia, corretta per tipologia e dosaggi nel corso del tempo, agisce positivamente sul mio malessere. Il mio obiettivo di lungo termine è non ricorrere più ai farmaci ma al momento mi pare un'utopia, mi basta non vivere più in uno stato larvale, che era il mio grosso handicap (perché di questo si trattava), una grande fonte di paura.
(fine parte psichiatrica, dove sembra che sono una macchina che al dosaggio giusto riprende a funzionare)

Ecco, io non so se prevalga una parte psicologica o una psichiatrica nella mia vita, al momento sono conteso tra le due forze e mi muovo insieme ad entrambe. So di dover convivere con la depressione, ci sto provando.

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Messaggio  crisalide Mer Lug 25, 2012 11:16 pm

Dimmi, Fido Dido, cosa ti spinge a non eliminarti?
Puoi inoltre farmi un esempio pratico circa il "adesso ho un Sè più forte e posso dirigere la mia critica verso l'esterno anzichè verso l'interno"?
E i farmaci tanno facendo il loro effetto?

Reine, grazie per il tentativo di supporto.

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Messaggio  piquemal Gio Lug 26, 2012 3:39 pm

crisalide ha scritto:Dimmi, Fido Dido, cosa ti spinge a non eliminarti?
Puoi inoltre farmi un esempio pratico circa il "adesso ho un Sè più forte e posso dirigere la mia critica verso l'esterno anzichè verso l'interno"?
E i farmaci tanno facendo il loro effetto?

Fai una domanda interessante che richiede un capovolgimento mentale. La norma sarebbe chiedere perché ti vuoi eliminare mentre la domanda presuppone che ci debba volere una motivazione per vivere. Ho combattuto con l'idea e adesso penso che per eliminarsi ci vada una buona motivazione e io scopro di non averla. Non penso che un individuo giovane sia mai abbastanza maturo per commettere il suicidio, per lo meno pecca di una forte presunzione credendo di conoscersi così bene, io sicuramente non lo ero quando ci ho provato. Spesso si ha una paura fottuta del futuro, si è ancorati ad un passato che si legge come fallimentare, si pensa di non soddisfare i modelli di giovinezza, bellezza e ricchezza che ci cadono dall'alto. La maggior parte dei suicidi sono depressioni mal curate. Fa paura lo stravolgimento mentale del cambiamento. A distanza di anni il mio fallito tentativo mi appare come un'eccessiva drammatizzazione. La vita continua e cerco di vederla in chiave tragicomica. Tutto questo grazie ad un supporto farmacologico che mi ha permesso di muovermi con meno fervore tra i miei pensieri, di rallentarli e di dargli un miglior ordine, se si può considerare migliore un ordine che ti spinge a vivere piuttosto che ad annullarti. Ultimamente ho ridotto la cura e per ora sta andando bene...

Quando sei più in pace con te stesso e hai una specie di corazza inconscia (il Sè forte) puoi dirigere l'aggressività che hai verso qualcosa di esterno. Non dico che vado a spaccare le vetrine, però oriento il mio disappunto verso una società che non è come la vorrei, mi nutro dei pensieri di teste calde, insomma ho curiosità, apro domande, cerco risposte che aprono ad altre domande. Insomma è un'apertura al mondo, per quanto sotto una lente che cerca di scorgerne i difetti - a quanto pare è un lavoro senza fine... Non sono più disposto a rimettermi totalmente in discussione su certi punti, non sento più il bisogno di confidarmi con uno psicologo, dopo anni di frequentazione. Mi sono scoperto civile, dev'essere la vita etica di cui parlava Kierkegaard.

Insomma è chiaro in me che si è chiuso un periodo e se ne è aperto un altro. Ho solo smesso di assolutizzare il mio dolore e di vedere che la contraddizione e l'errore si situano ovunque, dentro e fuori di me. Perché continuare a vederla solo come una cosa mia? Poi non so come sarà il mio futuro, non so quali altre rivoluzioni mentali mi aspettano, però sono felice di essere più consapevole dei passetti che faccio.

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Messaggio  merla Gio Lug 26, 2012 8:13 pm

FidoDido ha scritto:
Quando sei più in pace con te stesso e hai una specie di corazza inconscia (il Sè forte) puoi dirigere l'aggressività che hai verso qualcosa di esterno. Non dico che vado a spaccare le vetrine, però oriento il mio disappunto verso una società che non è come la vorrei, mi nutro dei pensieri di teste calde, insomma ho curiosità, apro domande, cerco risposte che aprono ad altre domande. Insomma è un'apertura al mondo, per quanto sotto una lente che cerca di scorgerne i difetti - a quanto pare è un lavoro senza fine... Non sono più disposto a rimettermi totalmente in discussione su certi punti, non sento più il bisogno di confidarmi con uno psicologo, dopo anni di frequentazione. Mi sono scoperto civile, dev'essere la vita etica di cui parlava Kierkegaard.

Insomma è chiaro in me che si è chiuso un periodo e se ne è aperto un altro. Ho solo smesso di assolutizzare il mio dolore e di vedere che la contraddizione e l'errore si situano ovunque, dentro e fuori di me. Perché continuare a vederla solo come una cosa mia? Poi non so come sarà il mio futuro, non so quali altre rivoluzioni mentali mi aspettano, però sono felice di essere più consapevole dei passetti che faccio.

Chapeau.

Da parte mia resta sempre aperto il discorso di cui al tempo. Smile

Cari saluti
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Messaggio  elisabetta5656 Gio Lug 26, 2012 9:10 pm



"Insomma è chiaro in me che si è chiuso un periodo e se ne è aperto un altro. Ho solo smesso di assolutizzare il mio dolore e di vedere che la contraddizione e l'errore si situano ovunque, dentro e fuori di me. Perché continuare a vederla solo come una cosa mia? Poi non so come sarà il mio futuro, non so quali altre rivoluzioni mentali mi aspettano, però sono felice di essere più consapevole dei passetti che faccio."[/quote]

Congratulazioni Fido Dido!!!Concetto che,se fatto proprio nel profondo,può veramente segnare una piccola,grande svolta nella nostra vita Very Happy
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Messaggio  elisabetta5656 Gio Lug 26, 2012 9:12 pm

Scusate se faccio una deviazione dal tema principale.Ma come si fa a riportare in rosa la frase di un'altra persona?
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Messaggio  Numb Gio Lug 26, 2012 9:26 pm

elisabetta5656 ha scritto:Scusate se faccio una deviazione dal tema principale.Ma come si fa a riportare in rosa la frase di un'altra persona?

Vai sul messaggio che vuoi citare e clicchi su QUOTE ... viene citato tutto ciò che sta tra QUOTE = "" e /QUOTE ..

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Messaggio  piquemal Ven Lug 27, 2012 2:41 pm

merla ha scritto:

Da parte mia resta sempre aperto il discorso di cui al tempo. Smile

Cari saluti

Ciao Merla, non dimentico, un caro saluto anche a te Smile

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Messaggio  000 Ven Lug 27, 2012 3:37 pm

ma da dove c...o si inizia? come si fa? come si fa quando una persona è questo livello, è sola, e nella m..da più totale? qual è allora la buona ragione per vivere? la speranza? di cosa? di poter ancora raggiungere una vita mediocre, una sopravvivenza anzi, perchè la vita è comunque un dono bla bla bla? perchè ci sono i fiori e il cielo blu?
da dove si comuncia in questo stato, come si può? oppure l'obiettivo diventa semplicemnte stare meno peggio e trascinarsi avanti?

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Messaggio  reine seele Ven Lug 27, 2012 4:10 pm

è qll ke mi chiedo continuamente...purtroppo non riesco ad uscire da qst inferno malgrado i miei innumerevoli e continui tentativi..
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Messaggio  piquemal Ven Lug 27, 2012 4:59 pm

000 ha scritto:ma da dove c...o si inizia? come si fa? come si fa quando una persona è questo livello, è sola, e nella m..da più totale?

E chi lo sa, non esiste un solo metodo. Ognuno trova il suo, ascolta di qua e di là, combatte con le sue idee e con la sua specifica esperienza, affronta un mare di delusioni, si ridimensiona, lavora sulle sue carenze, batte la testa sul muro. Non lo so ma è bene provarle tutte pur di uscirne.

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Messaggio  Numb Sab Lug 28, 2012 4:18 pm

Mi unisco alle domande poste da 000 ... io il modo non lo troverò mai penso ... No

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Messaggio  canterel II Dom Lug 29, 2012 1:03 pm

000 ha scritto:ma da dove c...o si inizia? come si fa? come si fa quando una persona è questo livello, è sola, e nella m..da più totale? qual è allora la buona ragione per vivere? la speranza? di cosa? di poter ancora raggiungere una vita mediocre, una sopravvivenza anzi, perchè la vita è comunque un dono bla bla bla? perchè ci sono i fiori e il cielo blu?
da dove si comuncia in questo stato, come si può? oppure l'obiettivo diventa semplicemnte stare meno peggio e trascinarsi avanti?

questa è la mia opinione:
quando usiamo concetti come "vita" o "esistenza", trasformandoli nei totalizzatori delle nostre esperienze e traendone giudizi di valore, ci poniamo in una prospettiva tanto umana quanto, in fin dei conti, indebita sul piano del discorso e del ragionamento.
c'è una tendenza all'astrazione economicistica e valutativa, applicata ad ogni oggetto (e anche a cose e idee che "oggetti", in senso stretto, non sono) alla quale siamo abituati probabilmente dalla nostra stessa educazione (laica o religiosa, mi sembra un fatto trasversale).
valutare qualcosa richiede anzitutto di riferirsi ad un numero finito di parametri, che siano chiaramente condivisi e misurabili come delle quantità (come avviene quando si stabilisce il prezzo di una merce). l'oggetto deve essere delimitato, finito, individuabile (come appunto le merci, che sono per definizione scarse, accessibili, ecc.) per consentirne il giudizio astratto, al di fuori del continuum della nostra esperienza, che è il riflesso della sua scambiabilità, del suo esser forma che si acquisisce o si rifiuta. parametri e prospettive di tale astrazione valutativa saltano completamente se applicati alla vita e all'esistenza, che non sono cose, non sono limitate in modo oggettivo, non sono scambiabili e sono immanenti al nostro essere soggetti.

non esiste una "vita mediocre" perché non c'è alcun valore medio compreso in una scala di valori condivisi e attribuibili alla vita.
sono bensì vere, e potenti, le sensazioni e le emozioni che proviamo mentre viviamo. il trompe l'oeil, il salto logico indebito, è collegare queste emozioni e sensazioni, razionalizzandole, a supposte qualità misurabili, al "livello" in cui una persona si sente di essere, ecc.
lo scandalo che va forse accettato in via preliminare, è che tanto l'adesione più entusiastica quanto lo schifo, sono espressioni del soggetto che non hanno un nesso stabile con un'esperienza complessiva dell'esistenza. in questo senso, scandalosamente, direi che sì: al limite anche i fiori e il cielo blu sono dettagli del continuum dell'esperienza che interagiscono con le emozioni del soggetto, in modo assoluto, non sistematizzabile, non giustificabile. questo bellissimo cielo, questi splendidi fiori blu. questo cielo blu offensivo, questi fiori che mi fanno schifo. questa compagna che amo, questo coniuge rompicoglioni, o questa assenza di un compagno. questa malattia fastidiosa, questo vigore fisico che mi piace. ma non è "l'esistenza in sé" che io posso abbracciare con una sanzione precisa. sarebbe come dire "questo squisito spazio-tempo", "questa apprezzabile multi-dimensione".

quello che insomma cerco di fare io - pagando pegno per la possibile irrilevanza del mio bla bla di fronte al giudizio e alle esigenze dei presenti -
è in primo luogo di pormi il problema della sovranità che esercito sulle mie espressioni di schifo, di entusiasmo, di equilibrio, di infelicità, che voglio riconoscere come forze, come espressioni scaturite in me, vive in me, non parametrate, non paradigmatiche, e in ultima istanza non alienate in un processo di razionalizzazione a posteriori. posso volere che ci siano più entusiasmo e meno schifo, nella mia esperienza, a partire dal riconscimento che schifo ed entusiasmo sono espressioni sovrane del mio schifo e del mio entusiasmo, e non segni da tradurre riportandoli a un giudizio di valore "obiettivo" sull' esistenza. se intraprendo una terapia, occorre sempre ricordarlo, non sto curando la "mediocrità", né sto curando la mia facoltà di provare gioia o disgusto, ma sto magari curando la capacità della mia persona di mantenere la sovranità, la facoltà psicofisica di agire, o reagire, o patire, rispetto all'intensità - che mi può affaticare, bloccare, creare problemi concreti - delle mie sensazioni.
inoltre posso, anzi, faccio bene a lottare perché nella mia vita ci siano certe cose e non altre, perché il mio lavoro e le mie attività siano strutturate in un certo modo, perché questa o quella persona mi stiano vicine o lontane, perché il mio ambiente assuma una forma o un'altra. nessuna lotta, in sé stessa e da sola, epitomizza e sussume "La lotta" in un senso cruciale, definitivo, oggettivo.

ad ogni modo, per la sua concisione e nettezza e la forza della sua spontaneità, rimando anche io all'intervento di fido dido già quotato da merla, che mi pare il frutto di una riflessione concreta, assimilata, personale. (a me piace troppo il bla bla. ci esco pazzo e ci cucino certe pietanze che anche benedetta parodi si vergognerebbe di presentare in pubblico).
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Messaggio  crisalide Ven Ago 03, 2012 3:41 pm

000 ha scritto:ma da dove c...o si inizia? come si fa? come si fa quando una persona è questo livello, è sola, e nella m..da più totale? qual è allora la buona ragione per vivere? la speranza? di cosa? di poter ancora raggiungere una vita mediocre, una sopravvivenza anzi, perchè la vita è comunque un dono bla bla bla? perchè ci sono i fiori e il cielo blu?
da dove si comuncia in questo stato, come si può? oppure l'obiettivo diventa semplicemnte stare meno peggio e trascinarsi avanti?
Già, bel mistero.

Io, dal canto mio, sto un pò meglio a livello umorale, negli ultimi giorni... complice, forse, l' autogeno raddoppiamento di dose di antidepressivi.

E, tuttavia, siamo sempre alle solite: permane l' anedonia pressocchè più totale (con annessa buona dose di conseguente abulia).... si passa, dunque, semplicemenete dallo star malissimo allo stare a sopravvivere, mantenendo attive "per inerzia" le proprie funzioni vitali?

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Messaggio  crisalide Sab Ago 04, 2012 5:12 pm

Ed ecco che oggi, invece, sono di nuovo giù, con l' impressione di avere 0 possibilità di essere felice e/o poter plasmare il mio futuro in modo attivo... imperfetto, non del tutto prevedibile, certo... ma con la propria voltà che vale qualcosa, anzichè essere in balia di questo mal di vivere.
Ora come ora, dunque, verrebbe da sperare in un entità superiore a cui affidare passivamente il proprio destino, come pare facciano un pò tutti i membri del gruppo di preghiera che sto - non senza scetticismo - da un pò frequentando: per loro, c'è lo Spirito Santo che pensa a tutto, loro devono solo affidargli i propri problemi e tale Spirito glieli risolverà.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh... magari fosse così semplice...... ammetto che, in tali frangenti invidio chi ha genuina fede, non foss' altro per il senso di tranquillità interiore che paiono irradiare dal proprio corpo, occhi e viso in primis.

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