le parole che odio

BASTA, REAGISCI, SMETTI DI PIANGERE, CHE COSA HAI?
non le posso proprio sopportare. Se potevo reagire l'avrei fatto no!
Se riuscivo a fermare le lacrime,adesso non stavo piangendo
Sono fatti miei se ho qualcosa, se te lo volevo dire, ne avrei parlato.

Credevo fosse qualcosa di passeggero, invece mi sto solo abituando a questo nulla.
Tutto sembra estraneo, sono stanca di provare a far capire ciò che sento, le parole citate sopra sono le uniche risposte, affermazioni e domande che ricevo. A che serve parlare, avevo provato a cambiare il mio essere, ho provato a dire quello che penso e che provo, ci ho provato in questi 10 anni. Solo frustrazione, questo é il risultato.
Era meglio quella ragazzina chiusa, silenziosa e impenetrabile.

Quasi quasi rispondo come te, era meglio quella ragazzina. Ma quella ragazzina era bella "dentro", in un "interno" racchiuso ma prezioso che allora non usciva.
Il rischio di uscire fuori, di esprimere sentimenti, emozioni e depressioni, l'esporsi, è segno di coraggio, di un credere in se stessi e negli altri. Il fatto che si è diventati depressi annulla tutto ciò, annichila, ed è crudele dire ad una persona bella ma ammalata, che è colpa sua. E' crudele perché questa persona è debole, e criticarla (o dire che può farcela) significa approfittare della posizione superiore che si ha rispetto al depresso. Chi sta bene non concepisce il male, soprattutto il male dentro. Ma qua non siamo così (almeno spero) stupidi. Se soffri sei rispettata nel tuo dolore senza sminuirlo. Io dico solo che in te c'è il bene o la luce come si voglia chiamarla, e che è ostacolata da un muro che arriva fino al cielo, come diceva Teresa di Calcutta per definire la sua lontananza da Dio nei momenti di crisi.

Sicuramente è come dici tu, sarà coraggio, o ho creduto in me stessa, e cosa ha portato, solo tristezza, angoscia, il deserto. Piango da 2 giorni ininterrotti, non dormo da più di 48 ore e neanche l'accenno a un minimo di riposo, più vado avanti e più sono sveglia.
Il mio ragazzo, ormai é distrutto nel vedermi così. Ho paura di far deprimere anche lui. Sto pensando di lasciarlo libero dopo 10 anni di vita insieme. Non voglio essere un peso.
continua a dirmi che mi piango addosso, e questa cosa mi fa sentire sempre peggio, dice che devo reagire, che mi devo incazzare, adesso si incolpa anche, crede che il suo carattere forte, burbero e anche abbastanza incazzato mi abbia plasmata. Sinceramente a volte l'ho pensato. Da un po' di anni a questa parte ho paura di dire certe cose solo perché potrebbe incazzarsi.
la verità é che quella ragazzina riusciva a gioire delle piccole cose, anche più insignificanti. Oggi c'è il corpo, e l'essere é svanito. Io non esisto più.

Rispondendo a ciò che dici… se stai male ciò è giusto, perché sarebbe strano che non fosse così (piangere, non dormire).
È anche molto comune che la persona vicina a un depresso si esaurisca, ma questa si deve rendere conto che la depressione è una malattia come la polmonite e il cancro di cui non si ha assolutamente colpa. Anzi, proprio per questo la persona vicina deve avere più pazienza, cura, attenzione, capisci? E sappi che funziona così: il depresso ha sempre paura che faccia ammalare le persone care e vicine.
Per quanto riguarda poi il fatto di lasciarlo… non è un ragionamento esatto in quanto un ammalato di polmonite o di cancro (tu) è normale che si senta “un peso”, però non serve lasciare il tuo ragazzo, non aiuta la situazione, porterebbe solo un senso di sconfitta non utile e non giusto per entrambi. Se purtroppo abbiamo bisogno degli altri perché siamo deboli per una malattia, ne abbiamo bisogno e basta, non puoi farci niente, capisci? Inutile avere dei sensi di colpa per una colpa che non è tale.
Altro punto.
È profondamente sbagliato, scientificamente studiato e appurato dalla psichiatria ufficiale, dire ad un depresso che “si piange addosso” perché così si peggiora il suo stato. La stessa cosa, dice la scienza, vale per le frasi del tipo “devi reagire” oppure “ti devi arrabbiare”. Infine non c’è motivo che si senta in colpa la persona vicina perché la depressione non deriva da un atteggiamento altrui. È anche vero però che si può involontariamente “favorire” una depressione con un atteggiamento sbagliato. Il depresso non può essere completamente “plasmato” ma solo peggiorato da una posizione “positiva” (dai, cerca di reagire, devi farcela da sola” – come ti ho detto prima).
E poi… non aver paura di dire ciò che senti per timore che l’altro ti rifiuti, perché tanto questo non ti peggiora la situazione, anzi, almeno “ti libera” e ti fa respirare un po’. È l’altro che deve accettare la malattia, e capire che ci sono momenti in cui si sente il bisogno di essere capiti, di essere creduti, di voler parlare di sé, di voler confidarsi con qualcuno che lo capisca e lo creda.

Infine…
È vero quello che dici alla fine, e cioè:

“… che quella ragazzina riusciva a gioire delle piccole cose, anche più insignificanti. Oggi c'è il corpo, e l'essere é svanito. Io non esisto più”.

Voglio dire che per te, per il tuo mondo, è proprio così. È difficile da capire per chi non è depresso. Ora io vorrei dirti che non sarà sempre così (anche se tu non ci credi). Lo so che è inutile, ma io lo dico lo stesso.

Ti bacio