IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
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La dinività dell'uomo
Una vecchia leggenda Indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano dei.
Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma Signore degli dei, decise di privarli del potere divino e decise di nasconderlo in un posto, dove fosse impossibile trovarlo.
Il grande problema fu dunque quello di trovare un nascondiglio.
Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente:
“Sotterriamo la divinità dell’uomo nella terra”.
Brahma tuttavia rispose: “No, non basta perché l’uomo scaverà e la ritroverà”.
Gli dei allora replicarono: “In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli oceani”.
E di nuovo Brahma rispose “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le cavità di tutti gli oceani e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie”.
Gli dei minori conclusero allora: “Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere sulla terra o in mare luogo alcuno che l’uomo non possa una volta raggiungere”.
E fu così che Brahma disse: “Ecco ciò che faremo della divinità dell’uomo.
La nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto, dove non gli verrà mai in mente di cercarla”.
A partire da quel tempo l’uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.
Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma Signore degli dei, decise di privarli del potere divino e decise di nasconderlo in un posto, dove fosse impossibile trovarlo.
Il grande problema fu dunque quello di trovare un nascondiglio.
Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente:
“Sotterriamo la divinità dell’uomo nella terra”.
Brahma tuttavia rispose: “No, non basta perché l’uomo scaverà e la ritroverà”.
Gli dei allora replicarono: “In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli oceani”.
E di nuovo Brahma rispose “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le cavità di tutti gli oceani e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie”.
Gli dei minori conclusero allora: “Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere sulla terra o in mare luogo alcuno che l’uomo non possa una volta raggiungere”.
E fu così che Brahma disse: “Ecco ciò che faremo della divinità dell’uomo.
La nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto, dove non gli verrà mai in mente di cercarla”.
A partire da quel tempo l’uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.
Nadir78- Numero di messaggi : 339
Data d'iscrizione : 08.01.08
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La divinità dell'uomo. Re:Namaste
Io m'inchino di fronte a quel dio che c'è in te.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Il peccato originale
ovvero:
La Frattura della Personalità.
Al bambino fa piacere avere qualcosa da raggiungere: l’amore impossibile ne è un tipico esempio.
Qualcosa di cui abbiamo bisogno (di credere) per vivere!
Il peccato del frutto proibito (della mela da assaggiare, da raggiungere) sta non nel frutto, ma nell’esserselo inventato.
Alla fine si rivela inesistente, si scopre cioè che non era mai esistito.
La Frattura della Personalità.
Al bambino fa piacere avere qualcosa da raggiungere: l’amore impossibile ne è un tipico esempio.
Qualcosa di cui abbiamo bisogno (di credere) per vivere!
Il peccato del frutto proibito (della mela da assaggiare, da raggiungere) sta non nel frutto, ma nell’esserselo inventato.
Alla fine si rivela inesistente, si scopre cioè che non era mai esistito.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
amore e agorà
Ne La Psicopittografia Vernon Howard si chiede:
«Un ritorno al vero Io può garantire la fine della paura?»
«Certamente» conclude.
Egli si riferisce al caso in cui si desidera una persona ma si è impossibilitati a vederla.
«Ritrovando il vero Io, vi libererete da questa terribile pena del cuore.»
E ancora: «Quella persona in sé non significa niente per voi. Le qualità non le appartengono. Esse hanno origine nel vostro spirito inquieto.»
Oswald Schwarz in Psicologia del Sesso dice:
«Nulla è più falso di quel proverbio secondo cui l’amore è cieco.»
August Forel, meno autorevole ma più anziano di Freud, riconosce che l’amore provoca “un indebolimento della coscienza e della vita spirituale dell’uomo”.
Straordinariamente egli confermerà lo stesso concetto di Schwarz con queste parole:
«A mio parere l’amore non deve essere cieco (è questo un pregiudizio universalmente diffuso ma non per questo meno dannoso) ma pienamente cosciente.»
E termina aggiungendovi:
«E non sarà certo la coscienza a impedire uno spontaneo sviluppo di sentimenti nobili e disinteressati.»
È bene chiarire che tutti questi ultimi autori, naturalmente, intendono per amore non l’amore vero, l’amare, ma quell’infatuazione che a volte s’identifica con l’ innamoramento. Nemmeno questo però viene inteso sempre nel suo significato più autentico, genuino e legittimo che dovrebbe essere quello di un innamoramento che ci faccia partecipare, “essere” nella vita, nelle cose, nelle persone; che ce le faccia godere per quelle che sono, che ce le faccia “sentire”, comprendere.
Quando si è innamorati nel senso deleterio (ma attenzione, non sarebbe in ogni caso una colpa; come dice Alberoni “l’innamoramento ci si impone”) si vive in una tempesta di sofferenza, di solitudine (se non si è corrisposti), di sentimenti bellissimi o atroci di cui non si ha alcun controllo. I dubbi diventano “di vita o di morte” ma non finiscono mai, non si risolvono mai completamente, perché questa è la dimensione dell’angoscia (o dell’esaltazione).
Il quesito dell’innamorato, del sofferente, dell’isolato… è conflitto d’equilibrio : è uno scontro del sé, non d’amore.
Ma amando ci si trova.
L’amore vero non sarà convenzionale, classico, passionale ecc. ecc. così come lo immagina la fantasia popolare: dovrà essere, piuttosto, originale.
Tutta la dissertazione sull’amore è sorpassata. L’amore evolve con l’uomo e con la società, quindi non è una verità assoluta: è l’atto dell’amare che è innovativo, “rottura”, non tanto col passato quanto con se stessi, e ciò attira la crisi con l’altro.
Non si può definire l’ “amare” né descriverlo in alcun modo poiché non è codificabile (e mai lo sarà) ma solo sperimentabile in prima persona.
Ci siamo “adattati”, inseriti in quest’epoca: un innamoramento reale risulterebbe tanto improbabile quanto benvenuto.
Il pericolo è la stasi rappresentata da quella corrente di pensiero secondo cui non si ha tempo né fantasia di porsi problemi perché problemi già ne abbiamo troppi e di ben “più importanti”.
Ciò naturalmente non è affatto vero.
In primo luogo l’ “amare”, in quanto azione dinamica , potrebbe al limite (pro)porre qualche problema ma non essere esso stesso un problema. In secondo luogo direi che, una volta consapevoli del fatto che investe ogni aspetto della vita e del sé, sarebbe di fatto la motivazione “più importante” (e più interessante), ben più importante di salute, lavoro e altro.
Celarsi dietro i pseudo problemi di salute, lavoro, famiglia ecc. rende queste preoccupazioni “realtà pesante”, le rende cioè materiali, vere: come per magia queste sfortune diventano “nostre” e ben reali, e ne diventiamo i servi fedeli.
Ma sono solo realtà contingenti come il mangiare e il bere che sono sì necessari ma non sono l’uomo stesso.
Il fatto che i temi dell’essere (cioè quelli di natura più profonda e più intima) siano invisibili ad uno sguardo superficiale, non è dovuto alla tendenza di “nascondere agli altri i propri problemi” ma alla fuga di sé: si vive con questa capacità dinamica “inattivata” e celata (a se stessi).
Infine avviene l’ “adattamento” alla situazione attuale.
Nelle questioni squisitamente d’amore chiunque oggi può avvertire un certo disagio: lo si può percepire nelle coppie come nei single. In realtà il sottile disagio che serpeggia fra tutte le categorie non è causato dai “problemi (pseudo falsi) d’amore” ma dal proprio sé che non si “ri-trova”.
Le persone meno cieche hanno “realizzato” l’esigenza di poterne parlare e, forse, fare anche qualcosa.
Un’amica, recentemente , mi ha esposto la sua idea di “fare salotto” scaturita da un’esigenza avvertita in lei e che riscontrava in diverse persone e coppie sposate .
L’istituzione di questi “salotti” potrebbe permettere (partendo da lontano, con argomenti generali) l’affiorare di problematiche di cui altrimenti non si parlerebbe o che comunque non emergerebbero nel ristretto ambito familiare e amicale.
La sua attenzione era rivolta in particolare ad argomenti pertinenti la coppia: simili occasioni d’incontro sarebbero, in ogni modo, ottimali su qualsiasi sfondo e per qualsiasi terreno.
Roberto Vacca, nel suo Rinascimento prossimo venturo, propone la formazione di unità base, di cellule, che lui paragona alle agorà:
«L’interazione diretta fra la gente era favorita in Grecia con le agorà (o piazze) in cui filosofi, pensatori e uomini liberi in genere si riunivano per scambiare idee e per discutere questioni teoriche e politiche.»
«Le agorà non esistono più,» continua «soprattutto perché le popolazioni urbane sono troppo grandi e dense.»
Iniziative simili sono già state adottate da parecchi gruppi e scuole di pensiero, ma quasi sempre con finalità politiche, religiose o psicoterapeutiche.
Io penserei invece a gruppi d’incontro composti da non più di otto persone e non meno di tre, senza alcuna finalità precisa (almeno nella fase iniziale) o con una finalità solo orientativa, oppure proposta da qualcuno all’inizio ma che potrebbe poi costituire una base di partenza (una scusa) per arrivare a ciò che si andrebbe delineando nel corso sia dei singoli incontri che nell’insieme totale di essi.
Il discorso è naturalmente tutto da costruire, anche per la fase di elaborazione, ma non per questo irrealizzabile.
Vacca asserisce:
«Un’alternativa può esser rappresentata dalla rinascita delle agorà, come luoghi d’incontro per piccoli gruppi di persone. Questi luoghi potrebbero essere equipaggiati con lavagne che consentissero alla gente di scrivere ed esprimersi con disegni, non solo con parole.»
Ed aggiunge, con la sua non piccola competenza ed esperienza di ingegnere di sistemi e di felicità (a questo proposito si vedano i suoi volumi), altri strumenti che saranno certamente necessari affinché sia un progetto realizzabile e non un’utopia:
«Qualora fossero ospitate all’interno di costruzioni, le nuove agorà potrebbero essere anche equipaggiate con lavagne luminose o anche di computer per elaborare parole, disegni, quantità matematiche e fornire ai partecipanti i risultati stampati.»
Queste le idee, ad ognuno di noi il da farsi.
«Un ritorno al vero Io può garantire la fine della paura?»
«Certamente» conclude.
Egli si riferisce al caso in cui si desidera una persona ma si è impossibilitati a vederla.
«Ritrovando il vero Io, vi libererete da questa terribile pena del cuore.»
E ancora: «Quella persona in sé non significa niente per voi. Le qualità non le appartengono. Esse hanno origine nel vostro spirito inquieto.»
Oswald Schwarz in Psicologia del Sesso dice:
«Nulla è più falso di quel proverbio secondo cui l’amore è cieco.»
August Forel, meno autorevole ma più anziano di Freud, riconosce che l’amore provoca “un indebolimento della coscienza e della vita spirituale dell’uomo”.
Straordinariamente egli confermerà lo stesso concetto di Schwarz con queste parole:
«A mio parere l’amore non deve essere cieco (è questo un pregiudizio universalmente diffuso ma non per questo meno dannoso) ma pienamente cosciente.»
E termina aggiungendovi:
«E non sarà certo la coscienza a impedire uno spontaneo sviluppo di sentimenti nobili e disinteressati.»
È bene chiarire che tutti questi ultimi autori, naturalmente, intendono per amore non l’amore vero, l’amare, ma quell’infatuazione che a volte s’identifica con l’ innamoramento. Nemmeno questo però viene inteso sempre nel suo significato più autentico, genuino e legittimo che dovrebbe essere quello di un innamoramento che ci faccia partecipare, “essere” nella vita, nelle cose, nelle persone; che ce le faccia godere per quelle che sono, che ce le faccia “sentire”, comprendere.
Quando si è innamorati nel senso deleterio (ma attenzione, non sarebbe in ogni caso una colpa; come dice Alberoni “l’innamoramento ci si impone”) si vive in una tempesta di sofferenza, di solitudine (se non si è corrisposti), di sentimenti bellissimi o atroci di cui non si ha alcun controllo. I dubbi diventano “di vita o di morte” ma non finiscono mai, non si risolvono mai completamente, perché questa è la dimensione dell’angoscia (o dell’esaltazione).
Il quesito dell’innamorato, del sofferente, dell’isolato… è conflitto d’equilibrio : è uno scontro del sé, non d’amore.
Ma amando ci si trova.
L’amore vero non sarà convenzionale, classico, passionale ecc. ecc. così come lo immagina la fantasia popolare: dovrà essere, piuttosto, originale.
Tutta la dissertazione sull’amore è sorpassata. L’amore evolve con l’uomo e con la società, quindi non è una verità assoluta: è l’atto dell’amare che è innovativo, “rottura”, non tanto col passato quanto con se stessi, e ciò attira la crisi con l’altro.
Non si può definire l’ “amare” né descriverlo in alcun modo poiché non è codificabile (e mai lo sarà) ma solo sperimentabile in prima persona.
Ci siamo “adattati”, inseriti in quest’epoca: un innamoramento reale risulterebbe tanto improbabile quanto benvenuto.
Il pericolo è la stasi rappresentata da quella corrente di pensiero secondo cui non si ha tempo né fantasia di porsi problemi perché problemi già ne abbiamo troppi e di ben “più importanti”.
Ciò naturalmente non è affatto vero.
In primo luogo l’ “amare”, in quanto azione dinamica , potrebbe al limite (pro)porre qualche problema ma non essere esso stesso un problema. In secondo luogo direi che, una volta consapevoli del fatto che investe ogni aspetto della vita e del sé, sarebbe di fatto la motivazione “più importante” (e più interessante), ben più importante di salute, lavoro e altro.
Celarsi dietro i pseudo problemi di salute, lavoro, famiglia ecc. rende queste preoccupazioni “realtà pesante”, le rende cioè materiali, vere: come per magia queste sfortune diventano “nostre” e ben reali, e ne diventiamo i servi fedeli.
Ma sono solo realtà contingenti come il mangiare e il bere che sono sì necessari ma non sono l’uomo stesso.
Il fatto che i temi dell’essere (cioè quelli di natura più profonda e più intima) siano invisibili ad uno sguardo superficiale, non è dovuto alla tendenza di “nascondere agli altri i propri problemi” ma alla fuga di sé: si vive con questa capacità dinamica “inattivata” e celata (a se stessi).
Infine avviene l’ “adattamento” alla situazione attuale.
Nelle questioni squisitamente d’amore chiunque oggi può avvertire un certo disagio: lo si può percepire nelle coppie come nei single. In realtà il sottile disagio che serpeggia fra tutte le categorie non è causato dai “problemi (pseudo falsi) d’amore” ma dal proprio sé che non si “ri-trova”.
Le persone meno cieche hanno “realizzato” l’esigenza di poterne parlare e, forse, fare anche qualcosa.
Un’amica, recentemente , mi ha esposto la sua idea di “fare salotto” scaturita da un’esigenza avvertita in lei e che riscontrava in diverse persone e coppie sposate .
L’istituzione di questi “salotti” potrebbe permettere (partendo da lontano, con argomenti generali) l’affiorare di problematiche di cui altrimenti non si parlerebbe o che comunque non emergerebbero nel ristretto ambito familiare e amicale.
La sua attenzione era rivolta in particolare ad argomenti pertinenti la coppia: simili occasioni d’incontro sarebbero, in ogni modo, ottimali su qualsiasi sfondo e per qualsiasi terreno.
Roberto Vacca, nel suo Rinascimento prossimo venturo, propone la formazione di unità base, di cellule, che lui paragona alle agorà:
«L’interazione diretta fra la gente era favorita in Grecia con le agorà (o piazze) in cui filosofi, pensatori e uomini liberi in genere si riunivano per scambiare idee e per discutere questioni teoriche e politiche.»
«Le agorà non esistono più,» continua «soprattutto perché le popolazioni urbane sono troppo grandi e dense.»
Iniziative simili sono già state adottate da parecchi gruppi e scuole di pensiero, ma quasi sempre con finalità politiche, religiose o psicoterapeutiche.
Io penserei invece a gruppi d’incontro composti da non più di otto persone e non meno di tre, senza alcuna finalità precisa (almeno nella fase iniziale) o con una finalità solo orientativa, oppure proposta da qualcuno all’inizio ma che potrebbe poi costituire una base di partenza (una scusa) per arrivare a ciò che si andrebbe delineando nel corso sia dei singoli incontri che nell’insieme totale di essi.
Il discorso è naturalmente tutto da costruire, anche per la fase di elaborazione, ma non per questo irrealizzabile.
Vacca asserisce:
«Un’alternativa può esser rappresentata dalla rinascita delle agorà, come luoghi d’incontro per piccoli gruppi di persone. Questi luoghi potrebbero essere equipaggiati con lavagne che consentissero alla gente di scrivere ed esprimersi con disegni, non solo con parole.»
Ed aggiunge, con la sua non piccola competenza ed esperienza di ingegnere di sistemi e di felicità (a questo proposito si vedano i suoi volumi), altri strumenti che saranno certamente necessari affinché sia un progetto realizzabile e non un’utopia:
«Qualora fossero ospitate all’interno di costruzioni, le nuove agorà potrebbero essere anche equipaggiate con lavagne luminose o anche di computer per elaborare parole, disegni, quantità matematiche e fornire ai partecipanti i risultati stampati.»
Queste le idee, ad ognuno di noi il da farsi.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Uomini veri
Gli uomini sono animali sociali, non sono fatti per essere soli.
Non siamo isole.
Solitudine cosmica.
Non siamo isole.
Solitudine cosmica.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
...Qualcuno, dal centro dell'isola verrà.... P.Neruda
Viola- Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
Età : 60
Località : Roma
Tutti e due
Non esser soli,
grande onore.
È pur vero che siamo anche
tutto e il contrario di tutto.
Dottor Jekyll e Mister Hyde,
terribile Hulk e Robert Banner.
Tante volte
siamo soli
anche se in compagnia,
tante volte siamo in compagnia
di noi stessi.
Chi siamo veramente?
Tutti e due.
grande onore.
È pur vero che siamo anche
tutto e il contrario di tutto.
Dottor Jekyll e Mister Hyde,
terribile Hulk e Robert Banner.
Tante volte
siamo soli
anche se in compagnia,
tante volte siamo in compagnia
di noi stessi.
Chi siamo veramente?
Tutti e due.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
L’amicizia uomo-donna
Ci sono donne bisognose d’aiuto, di affetto, deluse d’amore, dalla vita.
A seconda dei livelli di bisogno: c’è il livello primario di bisogno d’affetto, d’amore, poi quello di “un uomo”, poi quello spirituale, di evolversi.
In genere non si individua un bisogno di amicizia maschile che ti accompagni come un fratello, un complice, un’altra te stessa, una persona che ti accompagni lungo il cammino (che resta tuo) senza intromettercisi, attraversandolo con te ma lasciandoti libera.
Quando l’uomo si apre e scopre le carte, le carte vere di sé (non quelle “belle”, per apparire, come i segreti o i gusti particolari, affascinanti, tenebrosi o ché) allora sta facendo proprio il contrario di quello che occorrerebbe per conquistare, per sedurre, attirare e affascinare una donna! Perché così non fa altro che mostrare la sua povertà di essere umano, con i suoi piccoli problemi quotidiani, i figli, il lavoro, i soldi, gli screzi con la moglie… egli non diventa altro che un fratello “essere umano”, un fesso qualsiasi ben poco attraente.
Quest’esserità e nient’altro, può essere il requisito fondamentale per un rapporto autentico, per un modello nuovo, per l’umanità. Non una religione, ma una “effettività” delle cose, delle persone e dei rapporti. Essere effettivi, se stessi, reali, senza orpelli ideologici o di buone intenzioni, essere senz’altro. Allora io sarò per te un fratello umano. Allora, e solo allora, avremo che l’unico dio sarà l’amore e, paradossalmente, l’unico amore sarà Dio.
L’amore vero, genuino, non può essere “interessato” e quindi rivolto a una persona (cioè solo a un individuo a discapito di tutti gli altri): sarebbe una discriminazione assurda proprio nel contesto più pro-sociale e universale per antonomasia.
A seconda dei livelli di bisogno: c’è il livello primario di bisogno d’affetto, d’amore, poi quello di “un uomo”, poi quello spirituale, di evolversi.
In genere non si individua un bisogno di amicizia maschile che ti accompagni come un fratello, un complice, un’altra te stessa, una persona che ti accompagni lungo il cammino (che resta tuo) senza intromettercisi, attraversandolo con te ma lasciandoti libera.
Quando l’uomo si apre e scopre le carte, le carte vere di sé (non quelle “belle”, per apparire, come i segreti o i gusti particolari, affascinanti, tenebrosi o ché) allora sta facendo proprio il contrario di quello che occorrerebbe per conquistare, per sedurre, attirare e affascinare una donna! Perché così non fa altro che mostrare la sua povertà di essere umano, con i suoi piccoli problemi quotidiani, i figli, il lavoro, i soldi, gli screzi con la moglie… egli non diventa altro che un fratello “essere umano”, un fesso qualsiasi ben poco attraente.
Quest’esserità e nient’altro, può essere il requisito fondamentale per un rapporto autentico, per un modello nuovo, per l’umanità. Non una religione, ma una “effettività” delle cose, delle persone e dei rapporti. Essere effettivi, se stessi, reali, senza orpelli ideologici o di buone intenzioni, essere senz’altro. Allora io sarò per te un fratello umano. Allora, e solo allora, avremo che l’unico dio sarà l’amore e, paradossalmente, l’unico amore sarà Dio.
L’amore vero, genuino, non può essere “interessato” e quindi rivolto a una persona (cioè solo a un individuo a discapito di tutti gli altri): sarebbe una discriminazione assurda proprio nel contesto più pro-sociale e universale per antonomasia.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Tante volte
siamo soli
anche se in compagnia,
Triste verità... io a volte cerco la solitudine per evitare di stare in compagnia di certe persone...
siamo soli
anche se in compagnia,
Triste verità... io a volte cerco la solitudine per evitare di stare in compagnia di certe persone...
Luciano- Numero di messaggi : 274
Data d'iscrizione : 19.03.08
Età : 41
Località : Lombardia
Molte persone sole
Molte persone sole bastano a se stesse.
Esse vivono bene "lo star soli" e preferiscono quindi la frequentazione di simili individui.
Io non sono così.
Esse vivono bene "lo star soli" e preferiscono quindi la frequentazione di simili individui.
Io non sono così.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Contraddizione divina
Esiste Dio?
E se esiste, perché permette il male?
E' un'enorme contraddizione.
L'Amore infinito permetterebbe che persone muoiano di fame, di violenze, di cataclismi naturali... quale morale si cela dietro tutto ciò?
E se esiste, perché permette il male?
E' un'enorme contraddizione.
L'Amore infinito permetterebbe che persone muoiano di fame, di violenze, di cataclismi naturali... quale morale si cela dietro tutto ciò?
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: Esiste Dio?
Io penso che Dio non esista, perchè se esistesse e permettesse tutto questo non sarebbe una gran bella persona...
Per come la vedo io, è semplicemente un'idea che aiuta molta gente ad andare avanti e questo lo accetto. Non accetto invece tutto quello che si è inventata la Chiesa di sana pianta, cioè quasi tutto, rubando da altre religioni, appiccicando cose che si contraddicono e stravolgendo fatti storici per controllare la povera gente... ecco, questo mi fa schifo e non capisco come ci sia ancora oggi così tanta gente che ha fiducia e segue ciecamente queste persone...
(come avrete capito, non sono cattolica)
Per come la vedo io, è semplicemente un'idea che aiuta molta gente ad andare avanti e questo lo accetto. Non accetto invece tutto quello che si è inventata la Chiesa di sana pianta, cioè quasi tutto, rubando da altre religioni, appiccicando cose che si contraddicono e stravolgendo fatti storici per controllare la povera gente... ecco, questo mi fa schifo e non capisco come ci sia ancora oggi così tanta gente che ha fiducia e segue ciecamente queste persone...
(come avrete capito, non sono cattolica)
Nadir78- Numero di messaggi : 339
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 45
Località : Bari
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Domandona!!!!!!!!!!!
Mi piace pensare che ci siano in natura, forze che regolino la vita nell'universo e che queste possano interagire in qualche modo con noi attraverso le nostre capacità in generale.
Nell'eventualità che queste forze si muovano con qualche fine ben preciso, oppure con qualche forma di intelligenza, ci sappiano giudicare con clemenza.
Quello in cui veramente credo e che l'uomo ha le capacità per costruire un mondo equilibrato, questo sarà determinato dalle scelte politiche mondiali.
Mi piace pensare che ci siano in natura, forze che regolino la vita nell'universo e che queste possano interagire in qualche modo con noi attraverso le nostre capacità in generale.
Nell'eventualità che queste forze si muovano con qualche fine ben preciso, oppure con qualche forma di intelligenza, ci sappiano giudicare con clemenza.
Quello in cui veramente credo e che l'uomo ha le capacità per costruire un mondo equilibrato, questo sarà determinato dalle scelte politiche mondiali.
suggestione- Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna
MA IO.............
........non ho mai pensato a un dio che ci risolva tutti i problemi,ho sempre pensato a un dio imparziale e giudice allo stesso tempo........sarebbe troppo comodo avere una balia e ci risolva a tutti i nostri problemi
forse a suo tempo Dio ci ha provato mettendo alla prova due prototipi umani come Adamo ed eva .........con risultati poco soddisfacenti.
Successivamente a questo episodio (e nel mio immaginario).........credo che dio abbia detto a loro: ok, va bene........volete fare di testa vostra!!.....pensate di riuscire a gestirvi da soli!!!.............prego, accomodatevi e vediamo quello che sapete fare!!!!!.......e i risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Dall'alto della nostra presunzione abbiamo voluto fare di testa nostra............e mi sembra giusto che ne paghiamo le conseguenze.
E poi vorrei ricordare che anche ai piani alti dove Dio alloggia,esiste il bene (rappresentato da lui)e il male, (rappresentato dal maligno).........
Per l'ultima cosa vorrei solo chiarire che io non ho prove concrete per credere che Dio esista, ma non ho nemmeno prova del contrario...........Il credere è una fede,è una convinzione mentale senza riscontri,che, peraltro,non sta nel mio stile,e come nella maggior parte dei casi, se non ho riscontri,me ne rimango nell'imparzialità...........saluti a tutti
Franco.dm
forse a suo tempo Dio ci ha provato mettendo alla prova due prototipi umani come Adamo ed eva .........con risultati poco soddisfacenti.
Successivamente a questo episodio (e nel mio immaginario).........credo che dio abbia detto a loro: ok, va bene........volete fare di testa vostra!!.....pensate di riuscire a gestirvi da soli!!!.............prego, accomodatevi e vediamo quello che sapete fare!!!!!.......e i risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Dall'alto della nostra presunzione abbiamo voluto fare di testa nostra............e mi sembra giusto che ne paghiamo le conseguenze.
E poi vorrei ricordare che anche ai piani alti dove Dio alloggia,esiste il bene (rappresentato da lui)e il male, (rappresentato dal maligno).........
Per l'ultima cosa vorrei solo chiarire che io non ho prove concrete per credere che Dio esista, ma non ho nemmeno prova del contrario...........Il credere è una fede,è una convinzione mentale senza riscontri,che, peraltro,non sta nel mio stile,e come nella maggior parte dei casi, se non ho riscontri,me ne rimango nell'imparzialità...........saluti a tutti
Franco.dm
franco.dm- Numero di messaggi : 24
Data d'iscrizione : 16.01.08
Risposte
Se non era facile rispondere alle domande, ancor più difficile è rispodere alle vostre risposte.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Lo stadio più alto, formato da quelle
L'universo tutto è formato da particele subnucleari, anche l'aria.
Le particelle formano gli atomi e gli atomi le pietre, il regno vegetale, gli animali e, in ultimo, l'uomo.
L'uomo è il più alto livello della natura. Ma se tutto è formato da queste particelle, se anche l'uomo è fatto così... da dove nascono i nostri pensieri, le nostre emozioni, sentimenti, dolori, follie, arte...?
Sempre nascono da lì.
E allora non credo che il limite sia l'uomo ma che ci siano cose più grandi dell'uomo.
L'anima, lo spirito.
Sempre frutto delle particelle, sempre come base di partenza e nascita da quelle.
Le particelle formano gli atomi e gli atomi le pietre, il regno vegetale, gli animali e, in ultimo, l'uomo.
L'uomo è il più alto livello della natura. Ma se tutto è formato da queste particelle, se anche l'uomo è fatto così... da dove nascono i nostri pensieri, le nostre emozioni, sentimenti, dolori, follie, arte...?
Sempre nascono da lì.
E allora non credo che il limite sia l'uomo ma che ci siano cose più grandi dell'uomo.
L'anima, lo spirito.
Sempre frutto delle particelle, sempre come base di partenza e nascita da quelle.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Scusatemi, sarò strana, ma io non credo nell'anima. Sarà che ho un approccio scientifico verso qualsiasi cosa, frutto di tutti questi anni all'università... Però ad oggi di come funziona il cervello non ne sappiamo ancora molto, per cui non mi stupisco che viviamo certe emozioni nella nostra vita... insomma, le provano tutti i mammiferi sulla faccia della Terra... non siamo straordinari noi, lo sono tutti gli esseri viventi! Allora anche il licaone o la marmotta hanno un'anima... e loro ce l'hanno un paradiso o un inferno?
Nadir78- Numero di messaggi : 339
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Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
...Scusate, ma fate una confusione con l'anima e lo spirito...Son due cose diverse. da qui forse la contraddizione. Non si possono miscelare e neanche contrapporre, ma solo avvicinare. L'anima allo spirito...Questo è il nostro grande compito . Ma nessuno mai ci ha ben spiegato cosa siano e soprattutto non ci tengono...sarebbe una grossa rivoluzione....Non sarebbero nate nemmeno le chiese e le istituzioni ecclesiastiche....Tenere questa separazione anche e soprattutto con l'ignoranza, (cioè l'ignorare) è il più grande bisness della storia e della vita umana...Gli animali tutti sti cazzi non se li fanno figuratevi un gatto che spigola sul paradiso e l'inferno...e l'uccellino che posandosi su un albero pensasse Uhè, che giornataccia , ammazza che tristezza sta pioggia...Ai lampi e alla saette che dovrebbero cinguettare? Uhè oggi dio è incazzato...o forse ce l'ha con me ( mania di persecuzione) perchè ieri mi son mangiato un lombrichetto...L'uomo ha qualcosa in più dell'animale...ed è la mente. E cosa ha pensato bene di farci con cotanta mente? Beh, intanto un'ideona quella di dividere l'anima dallo spirito e poi con una buona dose di ignoranza tramandantesi, l'istituzione ecclesiastica. Anche fermarsi alle spiegazioni scientifiche è fermarsi... Andiamo più in profondità , dove nasce la libertà.
Viola- Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
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Località : Roma
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Grazie!!!!
Ma ora mi lasci con un dubbio grande quanto la grotta Gigante, qual'è la differenza?
Ma ora mi lasci con un dubbio grande quanto la grotta Gigante, qual'è la differenza?
suggestione- Numero di messaggi : 835
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Anima, spirito e fisica delle particelle
L'approccio scientifico non è affatto sbagliato ma la situazione è tremendamente più complessa.
La mente è un'invenziione del cervello ma esiste, altrimenti chi è che comanda (il corpo)? Il cervello? Ma quale parte del cervello?
C'è un omino che dirige il pensiero, le emozioni, i sentimenti, l'amore, l'odio?
Sono tutti risultati dalle chimica del cervello?
C'è una parte di "cuore" (come si diceva una volta) in tutto questo?
La parola "essere" che cosa significa?
Quando si dice "l'anima delle cose..." ma forse questo non l'avete mai sentito.
Forse gli animali hanno una loro mente primitva, un'anima che le anima (scusate il gioco di parole). Ma lasciamo perdere gli animali e le piante, chi "anima" noi? Cosa finisce con la morte: il corpo, il cervello (che poi è corpo)?
C'è qualcosa di più sensibile, di più ineffabile, di più alto?
La differenza tra anima e spirito è discussa da teologi e filosofi. Essa è ben approfondita (Viola ha ragione a distinguerle) da un teologo progressista e alternativo ma allo stesso tempo riconsciuto dal Cardinal Carlo Martini (si chiama Vito Mancuso). Egli cerca di dare una dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima partendo dalla fisica delle partricelle.
Nella fisica delle particelle esistono varie contraddizioni con la fisica classica e con il pensiero umano. Se si vede l'enorme questione nata con la scoperta delle particelle subnucleari e dei loro comportamenti (vedi fisica quantistica) si noterà un'affinità incredibile con le antiche filosofie orientali. Questo è ben mostrato dal fisico Fritjof Capra.
Se si va a fondo nel mondo della fisica delle particelle fino ad arrivare all' "ultimo mattone" che costituisce la materia (che poi è solo "Energia", definizione data anche da Mancuso per significare quello che una volta si chiamava "essere") si vedranno cose impossibili (ma vere) come il fatto che l'universo contiene 11 dimensioni (cioè otto in più delle tre che conosciamo - il tre della Triade, o della Trinità, come ama chiamarle la religione cattolica): vedi lo scienziato Brian Greene.
Naturalmente queste sono tutte congetture (nessi) che nella visione del mondo, per esempio, di Carl Gustav Jung, trovano una spiegazione. Vedi il libro di quest'ultimo "La sincronicità" (coincidenze significative, nessi acasuali).
Per chi vuole un po' sbizzarrirsi un po' in internet, può cercare L'universo elegante di Brian Greene, Il Tao della fisica di Fritjof Capra e L'anima e il suo destino di Vito Mancuso.
La mente è un'invenziione del cervello ma esiste, altrimenti chi è che comanda (il corpo)? Il cervello? Ma quale parte del cervello?
C'è un omino che dirige il pensiero, le emozioni, i sentimenti, l'amore, l'odio?
Sono tutti risultati dalle chimica del cervello?
C'è una parte di "cuore" (come si diceva una volta) in tutto questo?
La parola "essere" che cosa significa?
Quando si dice "l'anima delle cose..." ma forse questo non l'avete mai sentito.
Forse gli animali hanno una loro mente primitva, un'anima che le anima (scusate il gioco di parole). Ma lasciamo perdere gli animali e le piante, chi "anima" noi? Cosa finisce con la morte: il corpo, il cervello (che poi è corpo)?
C'è qualcosa di più sensibile, di più ineffabile, di più alto?
La differenza tra anima e spirito è discussa da teologi e filosofi. Essa è ben approfondita (Viola ha ragione a distinguerle) da un teologo progressista e alternativo ma allo stesso tempo riconsciuto dal Cardinal Carlo Martini (si chiama Vito Mancuso). Egli cerca di dare una dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima partendo dalla fisica delle partricelle.
Nella fisica delle particelle esistono varie contraddizioni con la fisica classica e con il pensiero umano. Se si vede l'enorme questione nata con la scoperta delle particelle subnucleari e dei loro comportamenti (vedi fisica quantistica) si noterà un'affinità incredibile con le antiche filosofie orientali. Questo è ben mostrato dal fisico Fritjof Capra.
Se si va a fondo nel mondo della fisica delle particelle fino ad arrivare all' "ultimo mattone" che costituisce la materia (che poi è solo "Energia", definizione data anche da Mancuso per significare quello che una volta si chiamava "essere") si vedranno cose impossibili (ma vere) come il fatto che l'universo contiene 11 dimensioni (cioè otto in più delle tre che conosciamo - il tre della Triade, o della Trinità, come ama chiamarle la religione cattolica): vedi lo scienziato Brian Greene.
Naturalmente queste sono tutte congetture (nessi) che nella visione del mondo, per esempio, di Carl Gustav Jung, trovano una spiegazione. Vedi il libro di quest'ultimo "La sincronicità" (coincidenze significative, nessi acasuali).
Per chi vuole un po' sbizzarrirsi un po' in internet, può cercare L'universo elegante di Brian Greene, Il Tao della fisica di Fritjof Capra e L'anima e il suo destino di Vito Mancuso.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Azzo, Stef, ne sai di cosucce!!!!!
Non ho capito molto, anzi non capisco la differenza tra mente, anima, spirito, essere.
Quando sto con me stesso trovo solo tante strutture, organizzate spesso disordinatamente, ma presenti, ogni qualvolta la mia coscienza sente il bisogno di farle riaffiorare.
Non ho capito molto, anzi non capisco la differenza tra mente, anima, spirito, essere.
Quando sto con me stesso trovo solo tante strutture, organizzate spesso disordinatamente, ma presenti, ogni qualvolta la mia coscienza sente il bisogno di farle riaffiorare.
suggestione- Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
suggestione ha scritto:Azzo, Stef, ne sai di cosucce!!!!!
Non ho capito molto, anzi non capisco la differenza tra mente, anima, spirito, essere.
Quando sto con me stesso trovo solo tante strutture, organizzate spesso disordinatamente, ma presenti, ogni qualvolta la mia coscienza sente il bisogno di farle riaffiorare.
Rega, è difficile beccarsi su 'ste cose.
Sembra strano parlare di spirito, mente e cervello.
Forse sotto un cielo di stelle su una collina, in silenzio, soli come tu dici, certe cose affiorirebbero.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
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Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Beh si la cosa migliore per ste cose è farne l'esperienza diretta...Il silenzio è fondamentale ma non solo quello delle parole, il più difficile , quello della mente...ma anche queste sono parole...perchè la mente non si ferma quasi mai....E' una disciplina quella che inizia Noi, verso il silenzio quindi si può e a mio avviso si "deve" imparare...Ci sono molte domande , ma le risposte arriveranno solo durante l'esperienza del silenzio e non c'è mente che tenga credetemi.....Quando affiorano ste domande, la cosa migliore ( e anche qui dire la cosa migliore è limitante, il limite delle parole...) è cercare...si diventa "cercatori" ... Quando arriveranno ste risposte come dice Stef ci si riesce anche a "beccare" ... Non diventeremo super dotati, nè super uomini... si diventa quello che si è... Un corpo, una mente - anima ( tutte le emozioni ne fanno parte) ed uno spirito . Ora senza mappe già scritte sondate, la vostra "altezza-profondità", buona ricerca a tutti.
Viola- Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
Età : 60
Località : Roma
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Viola ha scritto:Beh si la cosa migliore per ste cose è farne l'esperienza diretta...Il silenzio è fondamentale ma non solo quello delle parole, il più difficile , quello della mente...ma anche queste sono parole...perchè la mente non si ferma quasi mai....E' una disciplina quella che inizia Noi, verso il silenzio quindi si può e a mio avviso si "deve" imparare...Ci sono molte domande , ma le risposte arriveranno solo durante l'esperienza del silenzio e non c'è mente che tenga credetemi.....Quando affiorano ste domande, la cosa migliore ( e anche qui dire la cosa migliore è limitante, il limite delle parole...) è cercare...si diventa "cercatori" ... Quando arriveranno ste risposte come dice Stef ci si riesce anche a "beccare" ... Non diventeremo super dotati, nè super uomini... si diventa quello che si è... Un corpo, una mente - anima ( tutte le emozioni ne fanno parte) ed uno spirito . Ora senza mappe già scritte sondate, la vostra "altezza-profondità", buona ricerca a tutti.
Sì, l'esperienza diretta è tutt'altra cosa da quello che ho detto.
Sì, il silenzio della mente è quello che conta ed è più difficile di quello delle parole. Ma non impossibile. Nello Zen si parla di "smettere di pensare" e di "non pensare" a cui si può giungere.
Essere cercatori è una cosa molto più interessante e importante di quel che si pensi: nella fisica quantistica si sa che l'osservazione dell'uomo modifica i fenomeni.
L'unità mente-corpo è la persona intera, lo dice la scienza oggi (prima esistevano due realtà distinte, mente e corpo). Non è malato solo il corpo quando si ha un male fisico, e non è disturbata solo la mente quando si ha un male psichico.
Cercare in sé non è chiudersi, isolarsi, allontanarsi dagli altri, è guardare con distacco se stessi come si guarderebbe un altro.
Un bacio fisico-mentale (cioè dato sulle labbra con affetto)
Stef
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: IL SENSO DELLA VITA (Testi, Poesie, Riflessioni filosofiche)
Questa discussione è molto interessante. Mi piace partecipare a discussioni simili.
Io riesco a credere solo in ciò che è dimostrabile scientificamente. Come ha già detto Franco, non si può dimostrare che Dio esiste, ma non si può dimostrare nemmeno che non esiste.
Non mi piace il farsi condizionare da dogmi imposti dall'alto, quindi rifiuto qualsiasi religione. Preferisco ragionare con la mia testa, e crearmi da solo il mio pensiero sul mondo e sul nostro destino.
In fondo, non mi preme molto che ci sia un Dio. M'importa di più sapere dove andrò a finire quando lascerò questo mondo. Mi riesce difficile pensare che dopo la morte ci sia il nulla (cos'è il nulla? chi lo saprebbe definire?) Non potendo concepire il nulla, immagino che ci sia qualcosa, ma non so che cosa. Sarebbe davvero triste scoprire che questa vita non abbia avuto senso, e che tutto debba veramente dissolversi. Quindi sono portato a sperare, a immaginare che ci sia qualcosa dopo. E che magari rivedrò i miei cari che mi avranno preceduto. Forse quella cosa che chiamano anima sopravviverà. Altrimenti, non vedo che motivo ci sia nel vivere. Perché vivere una vita che non ci conduce a nulla? Io propendo a credere che ci sia qualcosa, anche se non so che cosa. Penso solo che ciò che sta scritto nella Bibbia e nel Corano sono solo delle leggende antiche, e come tali vanno prese. Quindi, evitiamo di seguire dogmi e ragioniamo solo con la nostra testa.
Credo nelle cose concrete. Credo che l'uomo è l'essere più evoluto, e ha l'occasione di salvare il mondo invece di farlo scivolare verso una catastrofe. Preferisco credere nell'uomo piuttosto che credere in qualcosa di astratto che non si sa se c'è o non c'è. Insomma, al momento sembra che siamo soli, e quindi da soli dobbiamo arrangiarci e andare avanti.
Tante cose sono state scoperte grazie alla Scienza, e non mi sorprenderei se la Scienza un giorno arrivasse a scoprire il perché della vita. Però prima bisogna salvare il mondo dai grossi problemi come il riscaldamento globale e la crisi energetica, altrimenti non ci sarà più la razza umana e non avremo mai la risposta ai nostri interrogativi.
Io riesco a credere solo in ciò che è dimostrabile scientificamente. Come ha già detto Franco, non si può dimostrare che Dio esiste, ma non si può dimostrare nemmeno che non esiste.
Non mi piace il farsi condizionare da dogmi imposti dall'alto, quindi rifiuto qualsiasi religione. Preferisco ragionare con la mia testa, e crearmi da solo il mio pensiero sul mondo e sul nostro destino.
In fondo, non mi preme molto che ci sia un Dio. M'importa di più sapere dove andrò a finire quando lascerò questo mondo. Mi riesce difficile pensare che dopo la morte ci sia il nulla (cos'è il nulla? chi lo saprebbe definire?) Non potendo concepire il nulla, immagino che ci sia qualcosa, ma non so che cosa. Sarebbe davvero triste scoprire che questa vita non abbia avuto senso, e che tutto debba veramente dissolversi. Quindi sono portato a sperare, a immaginare che ci sia qualcosa dopo. E che magari rivedrò i miei cari che mi avranno preceduto. Forse quella cosa che chiamano anima sopravviverà. Altrimenti, non vedo che motivo ci sia nel vivere. Perché vivere una vita che non ci conduce a nulla? Io propendo a credere che ci sia qualcosa, anche se non so che cosa. Penso solo che ciò che sta scritto nella Bibbia e nel Corano sono solo delle leggende antiche, e come tali vanno prese. Quindi, evitiamo di seguire dogmi e ragioniamo solo con la nostra testa.
Credo nelle cose concrete. Credo che l'uomo è l'essere più evoluto, e ha l'occasione di salvare il mondo invece di farlo scivolare verso una catastrofe. Preferisco credere nell'uomo piuttosto che credere in qualcosa di astratto che non si sa se c'è o non c'è. Insomma, al momento sembra che siamo soli, e quindi da soli dobbiamo arrangiarci e andare avanti.
Tante cose sono state scoperte grazie alla Scienza, e non mi sorprenderei se la Scienza un giorno arrivasse a scoprire il perché della vita. Però prima bisogna salvare il mondo dai grossi problemi come il riscaldamento globale e la crisi energetica, altrimenti non ci sarà più la razza umana e non avremo mai la risposta ai nostri interrogativi.
Luciano- Numero di messaggi : 274
Data d'iscrizione : 19.03.08
Età : 41
Località : Lombardia
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