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Messaggio  Mikmik27 Dom Mag 15, 2016 7:02 pm

Ciao, ho 36 anni. A causa di una decisione sbagliata di lavoro sono caduta in una depressione profonda. Ormai sono 7 mesi e la situazione è completamente degenerata. Faccio solo dei pianti disperati. Sono autolesionista. Penso sempre alla morte. Ogni giorno è un incubo. Vorrei solo riposare in pace. Qualcuno si sente come me?

Mikmik27

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Messaggio  richarson Dom Mag 15, 2016 8:44 pm

Guarda più o meno ci sentiamo tutti così. Cos' ha combinato sul lavoro?

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Messaggio  Mikmik27 Lun Mag 16, 2016 8:14 am

Mi hanno fatto una proposta e dopo un tira e molla l'ho rifiutata. Ho litigato con il personale inoltre. Adesso sono pentitismi ma. Sarebbe stata la svolta della mia vita

Mikmik27

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Messaggio  Pavely II Lun Mag 16, 2016 11:15 am

Mikmik...

Prova ad osservare questo: perché ti è capitata quella proposta?

Prova ad osservare: a chi devi dare il merito del fatto che ti sia stata fatta?

Se ci rifletti, ti stai disperando per una proposta che ti è stata fatta e, nello stesso tempo, non stai riflettendo sul punto che l'HAI MERITATA.

Cioè: una persona, osservando la persona che sei, ha pensato di farti un'offerta. Ma l'ha fatta perché ha pensato che tu valessi. E probabilmente, il suo ragionamento (e non ci fai caso) è assolutamente razionale.

Fermati un attimo a riflettere: se hai meritato questa offerta una volta, come fai ad essere così sicuro che non si ripresenti? Come fai ad essere così certo che non riaccada di nuovo?

§

In verità, vali.

E se recuperi un centro e una certa serenità, capirai che è solo questione di TEMPO e altre occasioni si ripresenteranno.

Vedi -e ti parla una persona a cui nessuno ha fatto offerte di lavoro - è una LEGGE NATURALE. Se accade una volta, accadrà altre volte.

E accadrà perché vali.

Quindi: perché disperarsi?

Pavely II

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Messaggio  Mikmik27 Lun Mag 16, 2016 12:15 pm

Pavely, io non sto più vivendo. Le tue parole sono bellissime. Ma ho buttato l'ultima possibilità che mi è stata data. In passato ho dovuto chiedere aspettativa X bulimia. Io ora sto impazzendo. Per me il lavoro è tutto.

Mikmik27

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Messaggio  richarson Lun Mag 16, 2016 4:53 pm

Guarda Mikmik, due anni fa di questi tempi sclerai di brutto sul posto di lavoro dove ero entrato da poco. Con il senno del poi non credo di aver avuto nemmeno ragione. Ho buttato via una posizione lavorativa ottima, remunerata bene ed in fin dei conti dove stavo anche bene. Sai perché? perché mi venne in mente di sospendere i farmaci! da allora oltre a riprendere la cura, la mia situazione economica è crollata e va sempre peggio. Ogni tanto ci penso alla cazzata che ho fatto però ormai è fatta e non posso farci più nulla se non imparare per un altra volta.
Tu sei più giovane di me e non è detto che tu non abbia altre opportunità. Non pensarci più e guarda avanti.
Ciao

richarson

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Messaggio  Pavely II Lun Mag 16, 2016 5:03 pm

Mikmik27 anch'io sono stato bulimico e per gran parte della mia vita ho pesato tra 100 e i 110 chilogrammi. (Questo prima di conoscere la mia attuale compagna).

Osserva questo: a 19 anni, dopo un mio invio di curriculum, fui chiamato per fare un colloquio in banca (io sono diplomato ragioniere) e, stupidamente, rifiutai. Ero disorientato, ero un ragazzo, volevo - pensa tu - dedicarmi all'Università. Da allora non sono più riuscito a trovare lavoro.

Ora: una cosa sono io, una cosa sei tu.

A me, non hanno mai proposto un lavoro. E se io mi chiedessi se qualcuno ti ha r a c c o m a n d a t o, risponderei di no. No. Probabilmente, puoi essere stato s e g n a l a t o ma raccomandato proprio no.

Dunque: io sono certissimo che il tuo lavoro (qualunque esso sia) tu lo sappia fare.

§

Il problema qual è? Cos'è che spingeva me a mangiare e così via? La risposta è l'ansia.

Ma l'ansia da che discende? Dalla tensione.

Questo, probabilmente, è un passaggio che non ti è chiaro. Tento di spiegare il mio ingenuo punto di vista.

Se un adulto grida ad un bambino la prima cosa che ottiene è uno stato di tensione. Come se il bambino percepisse un pericolo... Il corpo si fa teso, il cuore batte più velocemente, si innesta la reazione Fight/Freeze/Fly (in psichiatria combatti/stai immobile/fuggi è la reazione naturale ad un'aggressione), le pupille si dilatano, la respirazione chiede più aria...

Il corpo t e s o è un corpo che preannuncia l'inizio dello stato d'ansia che verrà dopo. L'ansia, in parole povere, è uno stato di dolorosa attesa che segue la tensione. Sei teso, ad esempio, guardando un film horror. Quelle sensazioni corporee sono così 'violente' da essere intollerabili per una mente normale: anche i soldati, ad esempio, anche se riescono a sopportare lunghi periodi di tensione non possono farlo per molto tempo. Dopo alcune ore se la tensione non scompare subentra un Disturbo post-traumatico da stress. Quindi, il cervello,se in un determinato lasso di ore non registra alcun attacco violento da parte di un aggressore, vira il corpo nello stato d'ansia. La quale è g e s t i b i l e (e a volte anche positiva come nel caso dell'Eustress - o stress benigno).

Il problema dell'ansia è che questa oscilla.

Cioè: può avvicinarsi alla tensione e poi tendere a scomparire.

La scomparsa dell'ansia è ciò che determina il piacere (la componente sessuale, credo, sia chiarissima).

§

Ora: da cosa discende la tensione? La tensione discende dalla Rabbia. Cioè: da un'aggressione reale o percepita.

Tu cosa stai percependo secondo me, Mikmik? Secondo me, aver rifiutato significa aver agito un sentimento di Rabbia - cioè di aggressione - verso di te.

Percepisci questo rifiuto o questa tua bulimia come una Violenza che eserciti verso di te. E dunque il tuo nemico sei te stesso. Così, come - la cosa mi fu spiegata dal mio secondo psichiatra - il peggior nemico di me stesso, la persona che mi spingeva a mangiare in modo compulsivo (spendevo, calcola, circa 400 euro al mese in Dolci e Schifezze alimentari) ero io stesso.

In terapia ho approfondito il fatto di questo essere arrabbiato verso di me.

Chiaramente, assieme al mio terapeuta ho visto numerose ragioni.

§

Ma ciò che mi preme dirti non è questo insieme di ragioni è un'altra cosa.

Cioè: se non c'è una persona che, sostanzialmente ti minaccia, accanto a te, non hai persone che ti ostacolino veramente.

Tento in un modo diverso: se il problema sei tu - ti prego... io ti sono simile... e la mia non è ASSOLUTAMENTE una critica - il problema non è il mondo.

Ma se il problema non è il mondo, puoi trovare, di nuovo, lavoro.

§

Ora, qual è l'origine di tutto? Cioè: da cosa nasce l'odio e la manifestazione rabbiosa che ci porta a 'distruggerci' di ansia?

Sai qual è, per me, la risposta?

La paura.

Abbiamo paura di noi stessi.

Ciò che mi spingeva a mangiare in modo compulsivo era il fatto che io avessi paura di me.

Ci sono tante ragioni... paura di sbagliare, paura di fare delle cose, paura di uscire, paura di fare sesso, paura di sorridere o parlare in pubblico, paura di mangiare fuori e tantissime altre condizioni che ero riuscito ad infrangere.

Avevo paura.

Ma non di aggressioni esterne... avevo paura di agire, di fare, di parlare, di pensare, di criticare, di scrivere, di amare, di ridere...

Ed erano paure immotivate.

Ad esempio: ho parlato davanti ad una platea di 200 persone per due volte. Avevo paura di farlo. E forse avevo paura di essere 'giudicato' ma questa conseguenza, poi, ho capito come fosse completamente sbagliata.

In verità, non avevo paura di essere giudicato, in verità avevo paura di parlare in pubblico.

Quindi, un pensiero assolutamente sbagliato (timore di essere giudicato) si sostituiva al pensiero corretto (paura di parlare davanti a delle persone).

Non è affatto vero che le persone ti giudicano in modo negativo: in verità, spesso, neanche ti conoscono... e se ti conoscono, 99 volte su 100, ti accettano così come sei.

Avevo dei pensieri disfunzionali...

§

Ora: tieni duro Mikmik!

Non mollare mai!

Stringi i denti.

Se ce l'ho fatta io, credimi, ce la puoi fare anche tu...


Pavely II

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Messaggio  Mikmik27 Lun Mag 16, 2016 5:39 pm

Grazie grazie Pavely. In questo momento non riesco a fare nulla. Certo, non riesco è troppo semplice. Ma credimi non riesco. Piango e basta, vado a letto alle 18, di notte faccio gli incubi. Non vedo uno spiraglio di luce. E sono 7 mesi.. Dio Pavely, aiutami

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Messaggio  tic tac Lun Mag 16, 2016 10:02 pm

Mikmik27 ha scritto:Ciao, ho 36 anni. A causa di una decisione sbagliata di lavoro sono caduta in una depressione profonda. Ormai sono 7 mesi e la situazione è completamente degenerata. Faccio solo dei pianti disperati. Sono autolesionista. Penso sempre alla morte. Ogni giorno è un incubo. Vorrei solo riposare in pace. Qualcuno si sente come me?
Ciao Mikmik27, nessuno è in grado di sapere cosa sarebbe accaduto se avessi accettato la proposta di lavoro. Poteva andarti anche peggio di adesso. Ora concentrati sul fatto che il tuo corpo ti sta dando un chiaro messaggio che qualcosa di te non va. Cerca, magari con l'aiuto di un professionista, di scoprire cosa e ponivi rimedio. Non tutti i mali vengono per nuocere. Può essere che un giorno tu possa ringraziare te stessa per quella scelta e scoprirti una persona completa, una persona che mai avresti conosciuto.

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Messaggio  Pavely II Mar Mag 17, 2016 10:34 am

Prova Mikmik27 a ragionare su di un punto.
Provi un'ansia enorme, sei scoraggiato, perso in una sofferenza che ti fa malissimo.
Vai a letto alle 18 e la notte fai gli incubi. Mentre ci comunichi questo io penso: "Ho provato qualcosa di simile a quello che prova Mikmik?".
In parte, si. Io sono arrivato, in una fase della mia vita, a provare un'ansia simile tale da farmi muovere (letteralmente) a scatti. Il mio corpo si ribellava. Il mio corpo mi parlava ed io non riuscivo ad ascoltarlo.
Semplicemente, fuggivo. Usavo il cibo, il rifiutare il mondo, il non parlare apertamente dei miei sentimenti come una difesa per tutelare uno spazio in cui respirare, in cui sentirmi protetto. Mi sentivo aggredito e non sapevo da chi. Avevo paura e non capivo la ragione. La mia situazione era davvero drammatica come mi appariva allora?
L'ansia deriva dalla tensione corporea. La tensione corporea discende dalla rabbia e quest'ultima dall'odio. L'odio discende dalla paura... ma la paura... la paura che provavo e che, immagino, ipotizzo, provi da che discende?

§

Sai qual è la risposta secondo me? Sai, MIkmik27 da cosa discende la paura; qual è la m a d r e della paura, da cosa origina s e m p r e la paura?
Dall'amore.
Attento: non dalla rabbia, dall'aggressione di qualcuno o altro. Se io avessi una pistola e te la puntassi contro io non genererei paura. Ed è questo, credo, il punto che ti sfugge.
Probabilmente, stai confondendo la paura con l'ansia. E la differenza, credimi, è difficilissima da capire e io stesso ho impiegato anni a capire ciò che il mio psichiatra ha tentato di spiegarmi.
La paura, in breve, è un sentimento che ci accompagna, che è naturalissimo, che ci spinge ad evitare eventi che potrebbero comportare un'aggressione, vera o immaginata. Ad esempio: io ho sofferto di attacchi di panico e quando ho vissuto quelle emozioni - tu puoi comprendere - ho evitato di andare all'Università e dare gli esami. Uscire di casa, le strade, la mia città (allora Roma) comportava la percezione di essere aggredito (agorafobia). In casa, passavo il tempo a cucinare e mangiare. E impiegavo, credimi, ore. La cucina, il tepore del forno acceso, il fatto di essere in un luogo 'protetto' mi faceva stare bene.
Ora: la paura di cui soffrivo discendeva da un pericolo reale? C'era davvero qualcuno o qualcosa che avrebbe potuto aggredirmi? Il futuro era davvero pieno di effettive possibilità di essere oggetto di violenza? Beh: no. Pure: vivevo uno stato di paura. E provare paura generava rabbia e la rabbia generava odio e l'odio generava tensione e ansia...
In verità, vivevo in un contesto di benessere. Potevo spendere per me la somma che volevo. Non avevo bisogno di lavorare, credimi. Ma stavo male.
Le risposte ad un disagio sono sempre m o l t e p l i c i.
Nel mio caso c'era una ragione biologica (sono autistico ad alto funzionamento di tipo Asperger), una ragione psicologica (sicuramente molti aspetti della mia personalità mi predispongono alla depressione profonda e a problemi di natura mentale) e anche una ragione sociale (mia madre è morta all'improvviso, la mia famiglia di origine si è disgregata, mio padre divenne invalido e io mi presi cura di lui).
Ma, al di là di questo, io mi accorgevo di commettere un errore.

§

Cioè: io facevo discendere la paura dalla rabbia. Invertivo i termini del problema. Credevo - e stupidamente - che se qualcuno mi aggredisse il nome delle mie emozioni fossero paura e non è così.
Per t e n t a r e di spiegarmi, provo a farti un esempio. Immagina che un ragazzo sia oggetto di bullismo pesante. A scuola, due ragazzi lo picchiano ogni giorno e gli chiedono soldi e glieli estorcono. Il ragazzo comincia a somatizzare quelle emozioni, sta male, non vuole andare, ogni mattina piange. E la mamma - all'oscuro di tutto - vede che suo figlio sta male, non sa la ragione, lo obbliga ad andare a scuola e non vuole sentire ragioni. E lui sta sempre peggio.
Immagina, Mikmik la mattina.
Ecco: la mattina, appena sveglio, il bambino ha paura.
Ha paura ma, ti chiedo, la mattina, in quel preciso istante, c'è qualcosa che davvero lo minaccia?
No.
E ciò che prova, il nome esatto di quel sentimento, è proprio paura.
Ma non c'è nessuno che lo sta aggredendo. Quando andrà a scuola, poi, e sarà aggredito (perché sarà aggredito dai bulli) cosa proverà? Lo stesso sentimento che provava la mattina o qualcosa di diverso?
Si proverà qualcosa di diverso e il nome di ciò che proverà è ansia e tensione e dolore interiore (ma anche tantissimi altri sentimenti).

§

Focalizzati sul mattino.
L'istante in cui questo bambino si sveglia e ha paura.
E torna a quanto ti ho detto: ha paura e perché ha paura? Ha paura perché ama. Esattamente: l'amore genera la paura. E la paura la rabbia e l'odio e la tensione e l'ansia.
Volgiamo questo assioma alla forma negativa: chi non ama, ha paura? Chi non ama una persona, ha paura per essa?
Immagina che qualcosa accada a questi bulli: il bambino in questione prova paura per l o r o? Beh, no. Li odia. Dunque, odiandoli, come può provare paura?
Perché il bambino allora ha paura di andare a scuola? Ha paura di andare a scuola perché desidera amare. Perché ama. Perché non vorrebbe essere aggredito ma vorrebbe andare d'accordo con le persone e vorrebbe che i suoi compagni di classe fossero suoi amici e non lo aggredissero.

§

Cosicché si crea una frattura cognitiva.
Cioè: il bambino prova, nello stesso istante sia odio sia amore ma non riesce a porli in una esatta sequenza, le emozioni si fondono, sono contraddittorie, portano un assurdo e b l o c c a n o la sua vita.
In psicologia, ad esempio, si studiano le emozioni dei bambini abusati. Bambini che, ad esempio, sono oggetto di violenza da parte di un padre crudele. So che può apparirti assurdo ma queste ipotesi di bullismo famigliare portano la stessa contraddizione e assurdità: cioè il bambino anche se ha un padre che lo picchia ogni giorno prova amore.
IN psicologia, questo snodo, poi, può portare ad una sindrome davvero unica chiamata "Sindrome di Stoccolma" in cui una persona sequestrata, ad esempio, si innamora (veramente) del suo carceriere.

§

In terapia, apprendi a porre le emozioni nella giusta sequenza.
Cioè: quando vieni privato dell'amore, provi paura. E quando sei oggetto di odio, provi tensione.
Se ami una persona può perfettamente accadere che questa non ti riami. E nell'interazione con l'altro, comprendi come non esista UN amore tra due persone ma DUE amori.
L'incontro tra due sentimenti - e la cosa fu indagata da Lacan e dalla psicoanalisi francese - si incentra anche nel rapporto che abbiamo con noi stessi.
Tento di spiegarmi: la mente umana riesce a declinare l'amore in una forma riflessiva: amarsi. E se lo fa, duplica l'interiorità in un rapporto tra Ego e Alter. Cioè: se ci amiamo amiamo noi stessi in una forma, l'Altro, che non è il nostro vero Ich (come direbbe Freud) ma è un Mehr.
Mehr, in tedesco, è una parola che ha un etimo vicino all'inglese More (e al persiano Mehr che, appunto, indica un 'di più'). L'Altro, in questo senso, è un "di più". Qualcosa che si aggiunge a noi e che non siamo noi. Non possiamo essere noi.
Il desiderio del More/Mehr, il desiderio di aumentare, è qualcosa insito nella nostra vita.

§

Perché ti parlo della parola Mehr? Lo faccio perché ti sfugge il nesso profondo che lega 'Altro' e 'Più'.
Mangiare, in tal senso, è un gesto d'amore. Ed è esattamente il modo che abbiamo di rendere visibile d u e persone.
Quando ero obeso - perché io sono stato obeso - il mio corpo parlava di una duplicità. Non estroflettevo l'amore, non cercavo un More/Mehr al di fuori di me, ma rivolgevo i miei sentimenti in me stesso.
Il "di più" e l'"Altro" (concetti che si f o n d o n o nella parola tedesca Mehr) coincidevano nella mia persona e con il tempo ho imparato a separarli (come è giusto che sia).
Il mio psichiatra, ad esempio, mi spiegò come il Nazismo era una forma di b u l i m i a. Uno Stato, la Germania, voleva diventare sempre più grande (conquistare l'Europa) ma era incapace di riconoscere nelle diverse comunità un vero "Altro" e dunque amarle veramente. Voler diventare sempre più 'grosso' equivaleva a perdere il valore della relazionalità.

§

Ma tornando al punto... ciò che mi ha aiutato è capire, appunto, come io non cogliessi il passaggio tra Amore e Paura.
Come chi ama veramente ha sempre paura.
Paura di essere lasciato, paura di essere tradito, paura per l'altro, paura che un figlio si faccia male, paura che la donna che amiamo stia male...
Questa generazione ci fa soffrire. E per evitarla, per controllarla, rivolgiamo l'amore verso di noi. Come ho iniziato a fare io fin da bambino.

§

Sono a 36 anni ho imparato ad accettare di rivolgere il mio amore al di fuori di me.
E soprattutto ho accettato il punto che avrò sempre paura per la donna che amo. Paure a volte ingiustificate, a volte stupide, qualche volta fondate.
E se le succedesse qualcosa di brutto? E se perdesse il lavoro? E se avesse problemi di salute? E se andasse a sbattere con la macchina? E se...
Per capire come la paura generi dall'amore prova a vedere il mondo con gli occhi di un genitore.
Prova a sentire nel tuo cuore cosa significa mettere al mondo un figlio e sapere di doverlo lasciar vivere lontano da te.
Lo ami.
E pure hai paura per lui.
Ma hai paura per qualcuno proprio perché lo ami.
Le madri apprensive, in un certo senso, sono donne che "amano troppo".

§

Ecco: in te, sono convinto - così come in me - le emozioni creano contraddizioni e scontri e domande di senso e collisioni.
Ma se le disponi in una esatta sequenza (e io ci ho messo dieci anni a farlo) vedi una s t r a d a.

§

Sto tentando di spiegare questo concetto: quando capisci che l'ansia discende dall'odio e che la paura discende dall'amore acquisisci chiarezza.
Ma ci vuole tempo.
E pazienza.
E ce la possiamo fare...

§

Per il resto... ti sono v i c i n o.
Ti incoraggio a non mollare Mikmik... a tenere duro.
Lo dico a te così come lo vorrei dire a t u t t i coloro che passano qui.
Non so se supereremo mai la depressione.

Ma dobbiamo stringere i denti.

Non c'è altra soluzione.

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Messaggio  Mikmik27 Mar Mag 17, 2016 7:36 pm

Pavely, mi sembra di impazzire

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Messaggio  VuotoAperdere Mar Mag 17, 2016 9:27 pm

Scusami Pavely, capisco benissimo le tue buone intenzioni, ma nonostante io abbia iniziato a leggere attentamente ciò che hai scritto perchè riguarda anche la mia condizione, a un certo punto ho rinunciato perchè non sono in condizione di tenere quella concentrazione che quanto esponi merita. io chiamo le persone con nomi sbagliati o dimentico il num di tel dell'interno del collega che mi ricordavo fino a ieri perchè sono "esausto". Mi sembra che Mik sia più o meno nelle stesse condizioni. Non fraintendermi, se hai passato certi brutti momenti, puoi capire bene che in quei periodi non saresti riuscito (o non avresti avuto voglia) nemmeno di leggere un'etichetta, figurati concentrarsi su un messaggio così articolato. Per esempio io sarei molto interessato a capire le parti salienti del tuo messaggio ma, in questo peiodo, non sono in condizione di farlo. Non è una critica, forse il tuo è il modo più giusto per far capire quello che vuoi comunicare, ma una persona che non è al 100% (e chi legge qui di solito non lo è) non riesce a seguirti.
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Messaggio  Mikmik27 Mer Mag 18, 2016 7:49 am

Io non riesco più a vivere. È disumano

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Messaggio  Pavely II Mer Mag 18, 2016 9:31 am

Vuotoaperdere il mio messaggio è questo: se qualcuno ti minaccia provi tensione e ansia e non paura. La paura è un emozione che viene p r i m a di un'aggressione. Ad esempio: si può avere paura del buio o di attraversare una strada, di fare brutti incontri o di prendere un brutto voto.
Chiunque provi ansia, analogamente, è minacciato in modo e f f e t t i v o: cioè qualcuno sta effettuando un'aggressione.
L'aggressione, in tal senso, può essere vera o immaginata: presente oppure passata.
Se un'aggressione è p r o i e t t a t a nel presente (ricordo), costituisce un trauma che si ripresenta (e cionondimeno è perfettamente reale).
Il mio intento era spingere Mikmik27 a capire cosa lo stia minacciando. Cosa susciti in lui ansia.

L'importante è comprendere questo: si ha paura di ciò che sta per succedere e che ancora non accade, si prova tensione e ansia se sta succedendo qualcosa di terribile. Chiamare 'paura' una reazione ad un'aggressione non mi appare corretto. Capirlo, mi ha aiutato molto.


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Messaggio  Pavely II Mer Mag 18, 2016 9:32 am

Mikmik27 ha scritto:Io non riesco più a vivere. È disumano

(Tieni duro)

(Non mollare!)

(Resisti!)

Pavely II

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Messaggio  merla Mer Mag 18, 2016 1:18 pm

Mikmik27 ha scritto:Io non riesco più a vivere. È disumano

Ciao MikmIk27,

ti scrivo una cosa che in genere non scrivo mai a nessuno. Smile

Dai tuoi messaggi arriva davvero un carico di malessere e di ansia tremendo, e direi che nell'interesse mi unisco a tutti quelli che hanno risposto.
L'ansia a certi livelli è in sé terribile, e inutile: l'ansia è sempre un segnale di altro e, in linea generale, il consiglio di PAvely di ragionarci sopra e capirne le ragioni è perfetto.
Però quando l'ansia raggiunge una soglia di emergenza, che non è bene sorpassare, perché amplifica tutto e, appunto, si perde il controllo, serve correre ai ripari, l'emergenza è emergenza. Come avere la febbre 41°: ci si deve fermare, non ci sono alternative.

Quindi, finché ti serve scrivere e leggere qui fai benissimo a farlo, però sembra che ti servano delle strategie per gestire il brevissimo termine: non so se vivi sola o con qualcuno, però magari cerca anche qualcuno che possa un attimo starti vicino in questi giorni, magari mettiti in mutua o in malattia, vai dal medico o anche al pronto soccorso e fatti dare qualcosa piuttosto di continuare a stare così.
Quando si sta così male, non è il momento di ragionare sulle ragioni, sulle prospettive ecc. ecc. È solo il momento di fermarsi, calmarsi, riposare, nel modo in cui si riesce.

Un abbraccio

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Messaggio  richarson Mer Mag 18, 2016 5:16 pm

Mikmik27 ha scritto:Io non riesco più a vivere. È disumano

So cosa stai provando.
Quando sei triste scrivi qui. E' un bell'ambiente. Nessuno fa miracoli ma tutti ti danno una mano

richarson

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Messaggio  Mikmik27 Mer Mag 18, 2016 8:43 pm

Grazie richarson. È vero, voi tutti mi date una mano. Solo chi prova, Sa..... Vi faccio una domanda... Se vado in pronto soccorso cosa mi fanno? Tenete presente che ho avuto due lavande gastriche anni fa X farmaci

Mikmik27

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Messaggio  merla Mer Mag 18, 2016 9:10 pm

Se vai al pronto soccorso in un momento in cui veramente non ci stai dentro, al massimo ti danno qualcosa per calmarti in quel momento.
Ma io te lo dicevo proprio come soluzione estrema, piuttosto che prendere a testate i muri, se in momento stai malissimo.

Però è chiaro che pronto soccorso o qualche giorno di mutua sono una soluzione estrema per tamponare, e poi da tranquilla impostare un percorso diverso, dove ragionare magari anche degli episodi che ti hanno portato alle lavande gastriche.
Il punto è solo che se è da domenica che hai la sensazione di impazzire, continuare a stare così, in sé non ha tanto senso e può anche essere pericoloso.

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Messaggio  richarson Mer Mag 18, 2016 11:41 pm

Mikmik io sono stato ricoverato tre volte in clinica d'igiene mentale, due in modo coatto. Devo dire che ci sono stato bene. Aleggiano tante menzogne in merito a quei reparti. Sarò stato fortunato ma ho sempre trovato persone comprensibili. Ci farei un pensiero fossi in te. Se non ti va vai comunque subito da uno psichiatra.

richarson

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Messaggio  Mikmik27 Gio Mag 19, 2016 7:02 am

Sono già seguita da uno psichiatra e da uno psicologo

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Messaggio  Pavely II Gio Mag 19, 2016 1:56 pm

Vorrei dire che sottoscrivo le parole di Merla.

E anche solo una cosa...

Vorrei dire che sono passato qui, Mikmik... e con tutto me stesso ti do un abbraccio e ti chiedo di tenere duro e di resistere e di combattere e di reagire.

Forza Mikmik!

Coraggio!


Pavely II

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Messaggio  Mikmik27 Gio Mag 19, 2016 7:35 pm

Pavely, mi sei di grande aiuto. Così come tutti gli altri. È vero, alle volte picchio la testa contro il muro. Così come ho fatto domenica. Una pazza. Oggi è una giornata meno disumana. Vorrei solo cambiare tutto, tirare una riga e ricominciare una nuova vita. Magari in un'altra città. Ma fosse facile trovare lavoro. Sono sicura che sarebbe la mia svolta

Mikmik27

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Messaggio  merla Gio Mag 19, 2016 11:03 pm

Ciao Mikmik27,

a me però, allora, sembra, anche dal modo di scrivere questi messaggi, che ti serva una dimensione più lenta, sia per considerare le eventuali "svolte" della tua vita, sia per valutare il percorso che stai facendo.

Ad esempio, nel giro di pochissimi giorni tu hai parlato di due svolte professionali e hai messo in evidenza le tue sensazioni anche con un forte carattere di urgenza, che però secondo me non aiuta così tanto. A parte che in generale, le"svolte", a meno di vincere alla Sisal la domenica giusta, per quando a volte  possano emergere in maniera repentina, per lo più sono cose costruite lentamente, magari anche sotto soglia.
Delle volte succede che una sensazione potente stia veicolando effettivamente un'intuizione, non so magari capita all'improvviso di guardare la propria città e di cogliere che forse è il momento di cambiare ambiente e vita. Da una parte, magari si tratta di qualcosa che stava in emergendo da lungo tempo, dall'altra questo aspetto può crea confusione: la sensazione potente, in sé, può essere dovuta all'ansia, allo stress, al malessere e quando non si sta bene è molto difficile distinguere, soprattutto se non si riesce a darsi un tempo o se non si riesce, in quel momento, a essere abbastanza in contatto con se stessi da essere certi di poter escludere quell'evenienza.
Insomma, credo che l'urgenza in sé possa creare tanto caos, se non viene gestita e credo che in questi casi sia importante rallentare, proprio per non lasciare che il caos prenda piede.

Credo sia importante e credo che tu lo possa fare anche un pochino qui in questo forum, darsi una dimensione più calma e organica nell'esporre e nel ragionare su propri problemi. Ragionare eccessivamente in termini di svolte improvvise, o di situazioni di emergenza anche se può sembrare apparentemente il modo più spontaneo e meno forzato però molto spesso diventa fuorviante (e può anche portare ad essere eccessivamente reattivi, quando magari non è poi così opportuno o conveniente) e magari, nella comunicazione con gli altri rischia di essere fonte di malintesi.
Nel senso, alla luce delle tue risposte successive, mi rimangio in parte il mio consiglio, di medico e pronto soccorso, non perché io pensi che tu non stia effettivamente male adesso, ma perché a me era arrivata la sensazione di un persona priva di strumenti e di aiuti e che questo fosse il problema, e quindi mi è venuto da ragionare sull'emergenza. Invece nel momento in cui tu racconti di essere inserita in un percorso che si per sé include anche l'obiettivo di gestire di momenti di urgenza, la mia risposta sarebbe stata diversa, nel senso che allora forse ha più senso chiedersi perché tu arrivi a stare così male, nonostante tu sia seguita, se sei tu che non riesci a fidarti, o a trarre beneficio dalle tue terapie o se forse il percorso va tarato in modo diverso, vanno aggiunte o tolte delle cose.

Per esempio, ed è mia diretta esperienza, a me è successo in passato in momenti non belli di sbattere la testa non contro il muro, ma contro l'armadio e di fare una serie di gesti non belli. Nel mio caso, determinante fu il limite che mi mise la mia strizza in cui mi tolse il suo sostegno nel momento di emergenza mettendomi così di fatto, nonostante il mio temporaneo incazzo, nella stretta necessità di imparare a gestirmela da sola l'emergenza trovando, faticosamente e non in breve tempo, dentro di me le risorse per fermmi, calmarmi, pensare e non reagire. Risorse che hai sicuramente anche tu!
Per questo credo che per te potrebbe essere un piccolo autoallenamento, provare a prenderti più tempo anche nello scrivere qui, anche solo cinque minuti in cui trattieni l'esigenza di buttar fuori quello che senti, ma ti dai il tempo di capire veramente cosa vuoi esprimere e come lo vuoi esprimere. Questo secondo me ti permetterebbe anche di trarre un aiuto più solido nell'interazione in questo forum, che vada anche un attimino oltre la sensazione piacevole di trovare solidarietà e comprensione in un momento di difficoltà, che in sé fa bene, poi fondamentalmente è come farsi dare dieci goccine al pronto soccorso, perché non può attecchire più di tanto. Non so se ho reso l'idea.

Ciao
merla
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Messaggio  Mikmik27 Ven Mag 20, 2016 8:19 am

Ok

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