Soffro tanto, aiutatemi se potete

18 mesi fa desideravo di non vivere. Dimagrita 15 kg non mangiavo, non dormivo e mi veniva sonno nei momenti meno adatti.
Il dolore interno era enorme. Lo psichiatra mi diagnosticò depressione maggiore,atimia, deflessione timica, cenestopatia, iporessia.
L'unico farmaco che ho potuto fisicamente prendere sono 12 gocce di Citalopram.
Dopo 6 mesi non sento più il dolore interiore, ma ancora non riesco a fare i lavori in casa, niente spesa o banca, niente abiti nuovi o parrucchiere. Sto solo al computer o alla tv la sera. Di attivo vado solo a trovare mia madre in casa di riposo o la mia amica. Fino a tre mesi fa lei era con me, non mi piace come sta in casa di riposo, ma credevo che sarei stata meglio senza lei e la badante. Non è così.
Vado sempre dallo specialista 1 volta ogni 15 gg.
Qualcuno può tendermi una mano dicendomi come posso migliorare, come posso tornare a occuparmi di me stessa ed a fare tutto come prima? Ero una persona normale, con un'attività, amicizie e interessi.
I miei problemi nacquero per la separazione, e dai lavori di ristrutturazione dell'appartamento. Il medico mi curò con Nootropil 2/3 fiale al giorno. L'ho preso per 2 anni nei quali pur non stando benissimo ero super attiva ma senza pensieri per possibili conseguenze. Ho letto recentemente che questo farmaco è una specie di droga intelligente, smisi di prenderlo da me e non ci furono problemi.
Purtroppo, i lavori fatti sono venuti malissimo, mi sento rovinata e ho peggiorato fortemente la mia situazione anche finanziariamente, fino a stare come ho descritto all'inizio. Sono sola. Affettivamente ho la mamma e la mia amica. Potrei provare con un altro uomo ma filtro e non ne faccio di niente.
Potete aiutarmi a migliorare la mia situazione? oppure potete darmi dei consigli su come fare a tornare a occuparmi di me stessa ed a fare tutto come prima? Mi dispiace di appesantirvi o rattristarvi ma ho davvero bisogno di essere aiutata. Vi prego se potete, aiutatemi. Grazie Vittoria

ciao vittoria, benvenuta.
dato l'episodio di cui riferisci di aver sofferto e le trasformazioni importanti occorse di recente nella tua vita quotidiana, credo che seguire la terapia con lo psichiatra e valorizzare i progressi registrati in questi sei mesi sia già un bel passo. un tempo di assestamento per riguadagnare alcune sicurezze di base e familiarizzare con la nuova situazione domestica ci sta tutto, e siccome le vite di tutti noi sono sempre in trasformazione non è nemmeno detto, in un certo senso, che l'obiettivo debba essere quello di tornare a fare "tutto come prima". magari, mentre riprendi un po' le forze, potresti accorgerti che stai ridefinendo i tuoi bisogni, i desideri, e che un incremento delle tue attività dipende anche da una ridefinizione degli scopi e delle soddisfazioni cui queste attività possono tendere. senza avere fretta di trovare il tono dell'umore giusto e di trovare le soluzioni, io credo che cercherei di approfittarne per riflettere con calma su cosa può incuriosirmi e gratificarmi in qualche modo, e non secondo un principio di pura utilità, ma di benessere e di ricreazione.
io per esempio ho trascorso un'estate snervante sotto molti punti di vista, con qualche svolta dolorosa. ho trascorso settimane in cui mi sono predisposto a una certa autoindulgenza - ma sorvegliata, consapevole - con riguardo particolare al disordine domestico e alimentare, alla minore puntualità nelle mie risposte al telefono o alle incombenze inderogabili, e a una certa fiacchezza di ragionamento. nel breve termine mi sono dedicato a letture improduttive, piccoli svaghi, routine confortevoli. e, ribadisco, a patto di mantenere la sorveglianza su queste abitudini, concedendomele senza sbracare, diciamo così, ho conservato una buona qualità del sonno e la riserva di energie per riorganizzarmi. insomma, quando si scavalla un trauma, dal mio punto di vista e per come sono fatto, conviene essere tanto vigili quanto morbidi, e onesti a proposito di ciò che si desidera per favorire un benessere relativo e provvisorio. il benessere del convalescente, fatto anche di meditazioni, ciabatte e plaid, serve in prospettiva al diverso benessere della remissione.

Fermarsi, sedersi e riflettere su dove si sta andando e cosa sta cambiando può davvero avere già di per se un effetto calmante... teoricamente si potrebbe avere come obiettivo uno stato di quiete e normalità, ma in situazioni negative esso può apparire non realistico o non raggiungibile, allora può aiutare in tal senso modificare l'obiettivo dallo stato al percorso per raggiungerlo; mi spiego, l'obiettivo diviene il tentativo di raggiungere la normalità e non essa stessa; ciò aiuta perchè ci permette di indirizzarci in maniera sempre più positiva, generando un circolo virtuoso, accogliendo i cambiamenti che ci sono stati o ci saranno e/o ritornando anche a ciò cui siamo abituati...

Magari cerca uno psicologo con cui parlare, che ti aiuti nel perseguimento dell'obiettivo...

Volevo ringraziarti per la risposta. Mi concentrerò su ciò che mi hai scritto. Cerco la forza per ricominciare a vivere, che è il primo obiettivo. Adesso sono seguita da uno specialista in psichiatria, vado avanti passo dopo passo
Cordialmente, Vittoria

Niklaswolf ha scritto:Fermarsi, sedersi e riflettere su dove si sta andando e cosa sta cambiando può davvero avere già di per se un effetto calmante... teoricamente si potrebbe avere come obiettivo uno stato di quiete e normalità, ma in situazioni negative esso può apparire non realistico o non raggiungibile, allora può aiutare in tal senso modificare l'obiettivo dallo stato al percorso per raggiungerlo; mi spiego, l'obiettivo diviene il tentativo di raggiungere la normalità e non essa stessa; ciò aiuta perchè ci permette di indirizzarci in maniera sempre più positiva, generando un circolo virtuoso, accogliendo i cambiamenti che ci sono stati o ci saranno e/o ritornando anche a ciò cui siamo abituati...

Magari cerca uno psicologo con cui parlare, che ti aiuti nel perseguimento dell'obiettivo...

Grazie dell'aiuto, ho capito che fermarmi per assimilare dove sto andando può essere utile per raggiungere la normalità che vorrei, ma se il percorso è troppo difficile può essermi utile prendere come obiettivo proprio la strada x raggiungerlo; accogliendo i passi come positività per arrivare alla meta della normalità. Proverò a pensare a quest'ultima serenità.... Stò provando ad andare avanti passo x passo. Ogni passo è un macigno, con risultati minimi. Così mi chiudo in me, uscendo solo per andare da mia madre nella casa di riposo dove l'ho inserita, e che non funziona come dovrebbe, ed io supplisco aiutandola come posso. La ristrutturazione del mio normale appartamento fatta x vivere con mamma, badante e figlia è venuto malissimo ed è servita solo a devastarlo e a farlo sentire a me non più mio. Mia figlia non è più voluta venire con me e mamma è peggiorata e, sempre più inferma, non può più vivere bene qui. Inoltre, devo con urgenza occuparmi anche del suo appartamentino, senza ascensore. Mi sento travolta, inutile. Annaspo, macerandomi e resto qui immobile.. Ho la responsabilità della mamma, per la figlia sento il suo distacco e il forte attaccamento con il padre, almeno loro vivono.
E' la prima volta che sono su un forum, non sono sicura di rispondere come dovuto e dove e come dovrei. Se sbaglio, mi scuso e se mi dici dove trovare istruzioni o come fare, lo farò. Non so come ringraziare per questa opportunità di aiuto che sto ricevendo, spero che in qualche modo possa arrivarti un ritorno in positività. Grazie, grazie tante

io penso che qualcosa che ti motivi e ti da affetto potrebbe aiutarti e per questo forse un animale domestico sarebbe l'ideale se ti piacciono gli animali naturalmente, se non ti piacciono il discorso cambia. un cane o un gatto danno molto e sono una responsabilità. Naturalmente è un grosso impegno che dura anni e va preso se si è convinti.

mi piacciono tanto gli animali, in particolare i cani. Non ho giardino o terrazze, solo stanze. Credo che a me darebbe tanto ma riceverebbe pochino e potrebbe diventare un pensiero in più..

se lo porti fuori parecchie volte al giorno va bene tenere un cane anche se non hai terrazze e giardino. riflettici forse sarebbe un grande aiuto ma è anche un impegno. anche io ho due cagnette senza giardino.

l'affetto e le feste che da un cane non lo si riceve da nessun essere umano.

..è vero che un canino mi darebbe tanto affetto e gioia, mi ero riproposta di prenderlo se riuscivo a uscire dalla terribile condizione in cui vivo, ed andare ad abitare in un luogo diverso, dove tornare a essere me stessa. Ora sto davvero troppo male e riesco appena a sopravvivere io, ho superato da poco il pensiero fisso di smettere di vivere.......

Ieri ho risposto a NOT BEING GREEN ma non vedo il mio scritto. E' il primo forum a cui partecipo e forse la mia mail si è persa. Cerco di rimediare. Non ricordo ciò che ti ho scritto, solo che volevo ringraziarti per la tua risposta. Avverto poco i piccoli progressi fatti e molto di più ciò che non faccio. Mi dico che mi sto rafforzando, e mi sembra un pochino vero, ma vivo male l'attuale mia immobilità. La casa non è più il luogo dove stavo bene, tutt'altro, non la sento più mia. Non riesco a venire a capo di altri lavori urgenti da fare da mamma. Non riesco a percorrere la mia strada per arrivare all'obiettivo di essere di nuovo io. Cerco di stare meglio valorizzando il percorso del pochino fatto. Cerco di pensare che la mia devastazione potrebbe cambiarsi in "trasformazione migliore". Come prima non potrà tornare, ma almeno potrei ritrovare la serenità... Attualmente sento solo i bisogni di riparare ciò che ho sbagliato, di definire la situazione della mamma. I "sogni" x me sono di trovare un buchino dove stare: ferma, rannicchiata, ascoltando musica. Adesso vedo intorno a me solo sofferenze. Non riusco a riordinare casa e poco me. Ho come un chiodo fisso... e non riesco a riorganizzarmi o organizzarmi. Sopravvivo con zero energie ma cercando di fare almeno la priorità... io mi sento malata e temo che essendo da sola per la prima volta, non ce la faccio a curarmi per riuscire a vivere. Ieri sera rientrando dalla visita da mia madre mi sono fermata in una gelateria, pensavo ad una tua frase e ho voluto provare a gratificarmi. Grazie per l'aiuto

per me è chiaro che stai male e che la malattia non è passata. penso che devi accettare di essere malata e che proprio perchè sei malata non riesci a mettere a posto e a fare tutte le cose come prima. Parla col tuo psichiatra e chiedi se il tuo medicamento va bene per te o se eventualmente è meglio che provi un altro medicamento. Ti serve tempo. In questo momento non devi stressarti troppo perchè non riesci a fare le cose come vorresti, devi accettare la malattia e con essa la parte invalidante che comporta.

Mi sento invalida, ma devo cercare di fare le cose quotidiane, perché sono sola e non c'è nessuno che le può fare al posto mio. Per questo chiedo di darmi un sostegno se potete, perché pur stando male ho l'obbligo di fare, o di cercare di fare ugualmente le cose, almeno x la responsabilità verso mia madre. Questo macerarmi mi spossa e mi fa stare peggio. Per favore scrivetemi le vostre esperienze su come uscire da questo stato, esse mi aiutano ad arrampicarmi per cercare di risalire. grazie, Vittoria

Ciao vittoria,

la mia impressione è che tutti i pensieri che hai ti sottraggano un sacco di energie e sicuramente sono terribilmente stancanti per te.

Cerca di sospendere i pensieri per un po', almeno quelli relativi alle cose che non riesci a fare: ad esempio, se in questo momento non riesci a sistemare la casa di tua madre, pensarci è un inutile spreco di energia.
Dal momento che ci sono invece delle cose che riesci ora a fare, cerca di pensare ai piccoli risultati che ottieni (ad esempio andare a trovare tua mamma, è una cosa che fai e se pensi che mesi fa non riuscivi a mangiare o dormivi è già un gran passo avanti.

Poi se ogni tanto restano delle piccole riserve di energia, tienile anche per gratificarti, vatti a mangiare un gelato, vai a farti la piega, coccolati un po' con cose che non rappresentino responsabilità e pesi.
Tieni presente che se ti alleggerisci non è per rimandare all'infinito le incombenze e i problemi che hai, ma esattamente il contrario, vale a dire che ti stai ricaricando per riuscire quando starai bene ad affrontare tutto il resto al meglio.
Tanto adesso è evidentemente presto e pensare a tutte le incombenze oltre ad essere un'inutile tortura diventa controproducente perché consumi energie che invece ti servono a tornare in forma.

merla

Grazie Merla,
seguirò il tuo consiglio come sto seguendo gli altri che mi sono arrivati, perché li sento "giusti"; mi fa bene riceverlii, è come quando qualcuno si prende cura della tua persona, fa stare meglio. In questo periodo mi sto distraendo con tv o stando ore e ore al computer di casa. E' un abbrutimento, ma serve anche se ancora non riesco a controllarne le modalità, è un lasciarmi andare tirando il fiato, e basta. Per la piega devo aspettare ancora... Ciao

se non sei troppo stanca prova a introdurre un minimo di attività fisica (anche senza niente di impegnativo).
ho notato negli ultimi mesi che nei momenti no, se posso, fare una mezzoretta di passeggiata mi aiuta molto.
Sarà perché l'attività fisica produce in ogni caso serotonina o sarà che andando a spasso inevitabilmente ci si concentra sul mondo esterno, fatto sta che dopo queste camminate spesso riesco a cambiare prospettiva.

mi vergogno tanto, oggi non ce la faccio a muovere un passo, non ce la faccio a fare niente e l'abbrutimento aumenta. Tutto mi sembra inutile e tutto pesante, ho l'impressione che le poche persone con cui vengo a contatto mi considerino negativa o troppo nervosa, ma il problema resto sempre io, non ce la faccio a fare qualcosa...

vittoria52 ha scritto:Tutto mi sembra inutile e tutto pesante, ho l'impressione che le poche persone con cui vengo a contatto mi considerino negativa o troppo nervosa, ma il problema resto sempre io, non ce la faccio a fare qualcosa...

È molto probabile che questa tua impressione sia dovuta al tuo malessere: la stanchezza, la depressione e in generale il malessere creano facilmente delle percezioni negative o la convinzione che tutti ci giudichino (e in generale male).
Però è uno scherzetto della mente anche questo, cerca di non pensarci per il momento, sicuramente man mano che ti assesti la tua prospettiva e le tue impressioni cambieranno.

pur nella sofferenza come la mia sento il bene che arriva dai consigli, dalle esperienze e dalle parole tue e degli altri. Sono grata per questa vicinanza, un'attenzione che mi spinge a sperare e fare luce dove c'è l'ombra. Sentirsi non sola mi aiuta a cercare l'uscita da questa spirale nera, per tornare a guardare le persone provando piacere a colloquiarci e a sorridere, con meno paura che mi arrivi un altro problema per riportarmi in fondo al baratro. Mi sento maledetta.

stamani proprio non va, ho acceso la tv x un po di compagnia, trascino i piedi x fare le cose ma giro a vuoto, per lavarmi i denti devo impegnarmi a fondo. La memoria mi sembra diminuire. Ritorna il pensiero di essere stata maledetta. Qualcuno di voi è accaduto qualcosa di simile? ne siete usciti?

vittoria52 ha scritto: Ritorna il pensiero di essere stata maledetta. Qualcuno di voi è accaduto qualcosa di simile? ne siete usciti?

dipende da cosa intendi per maledizione. se ti riferisci a qualche influsso provocato intenzionalmente dagli altri, o ad una specie di punizione del destino, direi che non mi è mai capitato.
se in senso lato vuoi dire che hai la sensazione di vivere in modo molto diverso (e più difficile) rispetto al tuo prossimo, e ti sembra di scontare una specie di emarginazione e di isolamento che non riesci a spiegare agli altri, invece, posso dire che ho vissuto con pensieri di questo tipo per molto tempo. oggi non credo che potrei di nuovo convincermi del fatto che il mio dolore è speciale, incomunicabile e misterioso, neanche in momenti duri come ne ho affrontati ultimamente.
tendo anzi a credere che il fatto stesso di aver cambiato prospettiva riguardo le mie sofferenze, e di averle in qualche modo comprese, se non minimizzate, ritenendole comuni a me e al resto dell'umanità, sia la spia di qualche progresso della mia coscienza e di una maggiore tolleranza al mondo e ai suoi fastidi, acquisita con il tempo, la pazienza e forse con una più scrupolosa osservazione di chi mi sta intorno.

vittoria52 ha scritto:stamani proprio non va, ho acceso la tv x un po di compagnia, trascino i piedi x fare le cose ma giro a vuoto, per lavarmi i denti devo impegnarmi a fondo. La memoria mi sembra diminuire. Ritorna il pensiero di essere stata maledetta. Qualcuno di voi è accaduto qualcosa di simile? ne siete usciti?

Sì, solo che io la chiamavo "La maledizione invisibile" perché gli altri non vedevano, non capivano.
Sì, ne sono uscito, ma ogni tanto ritorna come "incomunicabilità" o meglio, comunicabilità "fino a un certo punto" o solo con "determinate" persone.

Nel culmine della depressione, stavo così tanto male da non rendermi conto di ciò che facevo, così sorridendo mi sono rovinata la vita. Io la vivo come un volermi auto-eliminare e non me ne rendevo conto, come se non fossi io. Forse anche il farmaco che prendevo nel darmi euforia sopiva fortemente la mia coscienza. Ora mi resta la sensazione di essere stata maledetta e non solo perché non riesco a portare la mia vita nella positività e nella serenità.
Qualcuno di voi ha avuto danni alla memoria, con la certezza avere una memoria più lenta, che quasi ogni giorno si spenge un po. E se sì, quando siete migliorati anche la memoria è migliorata? Grazie

vittoria50 ha scritto:Nel culmine della depressione, stavo così tanto male da non rendermi conto di ciò che facevo, così sorridendo mi sono rovinata la vita. Io la vivo come un volermi auto-eliminare e non me ne rendevo conto, come se non fossi io. Forse anche il farmaco che prendevo nel darmi euforia sopiva fortemente la mia coscienza. Ora mi resta la sensazione di essere stata maledetta e non solo perché non riesco a portare la mia vita nella positività e nella serenità.
Qualcuno di voi ha avuto danni alla memoria, con la certezza avere una memoria più lenta, che quasi ogni giorno si spegne un po'. E se sì, quando siete migliorati anche la memoria è migliorata? Grazie

Questa cosa del volersi autoeliminare non mi è sconosciuta, anche se rendere l'idea mi è difficile perché è un po' vaga la visione di come la vivevo io (e la vivo ancora per alcune situazioni). Io la vivo in circostanze varie, per esempio rinviare per anni e anni una cura o altro per la prostata con valori alti, il ché è pericolosissimo, quindi un lasciarsi morire simbolico (cioè senza provvedere a star bene e a non morire). Coltivare un rapporto che non mi fa bene e mi consuma energie da oltre cinque anni, con pericolo di danno alla mia psiche. Per contro distruggere un rapporto che poteva essere buono, ma non ho avuto il coraggio (ma forse a ragione) di cambiare vita per la persona amata. In ogni caso l'ho stroncata, il ché lo potevo evitare benissimo rompendo in modo umano, ma sono stato cattivo e l'ho fatta male con le parole e con le chiusure di canali di comunicazione verso me. Da piccolo non dicevo che avevo la febbre, addirittura verso i sette anni mi lasciai asciugare dopo il bagno caldo sul letto, aspettando senza chiamare per essere asciugato. Non so, sono tante piccole cose ma che per me hanno un significato. Paradossalmente, ora che sono guarito, le cose di prima sono più gravi.
Per la memoria sono peggiorato e non migliorato, ma perché io sono sempre sotto cura con farmaci abbastanza potenti. Poi non lo so se ci sia anche un fatto di microlesioni, cosa possibile col colesterolo alto alla mia età di quasi 59 anni.
Non so se ho contribuito a non farti sollevare, dimmi tu. Però sto bene, riesco a fare cento cose una dentro l'altra, e - ma solo a periodi - anche a scrivere libri di generi diversissimi con una creatività fervida e veloce da far paura.

La mia memoria va peggiorando velocemente, come la mia capacità di organizzare. Ci provo a ricordare e a organizzarmi ma non ce la faccio, e lascio stare. Ho chiesto se era stato così anche per altri perchè mi sta venendo la paura di iniziare ad avere un'altra malattia, qualcosa che blocca il cervello e mi sta arrivando la paura. Quello che vorrei è sapere se posso fare qualcosa per migliorare. Buona giornata

Sento la necessità e la responsabilità del dovere fare delle cose importanti ma resto qui, non faccio niente altro che scrivere al computer. E' normale?