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Messaggio  alfredo Mer Gen 14, 2009 8:52 pm

Partendo da quanto ho esposto nell'altro post, vedo di integrare i concetti con altre ipotesi.

Il concetto positivo di sè , si forma nell'infanzia tramite i genitori o altre figure di attaccamento che tramettono al bambino : l'amore, la fiducia in sè stesso ,il valore, la capacità di risolvere i problemi , che si inscrive nell'inconscio e che sarà la guida che gli permetterà di vivere in modo autonomo nel futuro.
Quando questi valori non vengono trasmessi, o se trasmessi non vengono interiorizzati, si forma un concetto di sè , più o meno negativo , che perdura in età adulta.
Un concetto negativo di sè genera una bassa autostima.
La bassa autostima genera tutta una serie di convinzioni ( io non valgo , nessuno può amarmi, non merito nulla )che rendono difficili ogni tipo di rapporto sia con gli altri che con se stessi e la nascita di bisogni assoluti o morbosi ,spesso irrealizzabili , di venire amati, considerati , apprezzati , perchè mai soddisfatti nell'infanzia e che ancora reclamano di venire soddisfatti.
Questo concetto di sè negativo è inscritto a livello inconscio, preconscio , conscio. Quindi si può essere consapevoli o meno.
Gli effetti di queste convinzioni però sono ben consapevoli : l'ansia , la rabbia , la delusione, la vergogna, il senso di colpa ,l'angoscia , la disperazione , sono le emozioni più comuni e che amentano d'intensità e che si generano dalla frustrazione di quei bisogni , nelle varie situazioni e che diventa difficile se non impossibile non provarle o neutralizzarle.
Il ripetersi di queste emozioni penose , impossibili da controllare genera la nascita di un'altra convinzione che è quella dell'impotenza, l'idea che non si riuscirà a cambiare in meglio, che non ci sono più possibilità.
Quando questa convinzione perdura nel tempo e non è contraddetta da altre , comincia a farsi strada la depressione più o meno grave .

Nel prossimo post , tratterò anche qualche suggerimento per superarla.

Alfredo

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Messaggio  alfredo Ven Gen 16, 2009 8:16 pm

Generalmeente si ha un'idea del concetto di sè , abbastanza chiara .
A volte , invece , non si è consapevoli di avere un concetto di sè negativo , perchè può essere a livello inconscio Allora vi sono emozioni " spia" , che se provate spesso e intensamente , quali l'ansia, la rabbia , la delusione, la vergogna, il senso di colpa , fanno capire che tanto positivo non è.
Sia che , si sia consapevoli o meno , per migliorare il concetto di sè, e quindi del proprio valore , c'è bisogno di un continuo autoconvincimento .
Perchè si inscriva nella mente, c'è bisogno di modificare alcuni comportamenti , che vissuti poi in concreto , renderanno le esperienze più positive .
Es. : darsi il permesso di sperimentare , senza poi giudicare gli esiti , ma come possibilità di apprendimento;
non sentirsi da meno se altri non condividono le nostre idee ;
valutare cosa aspettarci da se o dagli altri , se ragionevoli o meno le nostre pretese ;
chiedere che vengano prese in considerazione i nostri punti di vista .
Accertarsi di qualcosa , ed evitare di fare considerazioni troppo presto.

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Messaggio  alfredo Dom Gen 18, 2009 12:23 pm

In sostamza , credo che tutto si riconduca a una questione di affetti : sia per sè stessi che quello ricevuto da amici , famiglia , partner.
Quello più importante , e che può sostituire in parte gli altri affetti , è quello per sè stessi . Amandosi , si soddisfano molti bisogni , da cui si riveve piacere , elemento ineludibile del vivere . Ritenersi " degni di amore" significa concentrarsi su sè stessi , concedersi gratificazioni , in definitiva essere convinti di avere valore.
L'amore per sè stessi bilancia anche l'amore che ci si aspetta dagli altri , perchè già da soli si ricevono gratificazioni .

Quando non si possiede un sufficiente grado di amore per sè stessi , il vuoto che si crea, diventa maggiore , allora si delegano gli altri a colmarlo , ma può risultare arduo questo compito dato che ogn'uno si trova concentrato a soddisfare i propri bisogni e si può dedicare in parte agli altri

L'amore per sè stessi permette poi anche lo scambio di affetto per e dagli altri .
L'amore per sè stessi , attrae l'amore degli altri perchè come nella legge della natura , si prova attrazione per chi è forte, si creano delle alleanze , perchè può sopperire a delle proprie mancanze, può essere di aiuto , sentendosi l'uomo limitato e bisognoso .
Ma , l'amore per sè stesssi , permette anche di dare amore agli altri , perchè l'uomo possiede la capacità di soccorrere , di provare compassione per i bisogni altrui per cui è un reciproco scambiarsi di amore .
Alfredo

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Messaggio  Viola Dom Gen 18, 2009 1:39 pm

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Re: ulteriori teorie sul perchè la depressione


In sostanza non è solo così perchè il più delle volte non si è capaci di COMUNICARE gli affetti. Esempio: mio padre non è stato capace di comunicare l'affetto che sicuramente provava , ma senza comunicazione non c'è crescita. La sua mancanza è la mia....un vuoto che non è maggiore, come scrivi più avanti, ma è sempre "quel" vuoto. Oggi , per chiudere con "quel" vuoto cosa fare? Una cosa è certa (poi se qualcun altro sa altre vie è pregato di scriverle), bisogna noi oggi imparare a comunicare le nostre emozioni. Addizionate della consapevolezza dell'esistenza di "quel" vuoto originario che fa parte di noi.Che muove le Nostre affettività. Integrarlo. Non so come si fa. Mi hanno detto che si può chiudere con "quel" vuoto. Ecco, grazie anche a te, Alfredo. Oggi, mi dico che sono intenzionata a sapere come si fa. Mi muoverò per questo...forse lo sto già facendo? Chissà...

Anche dove scrivi che si prova attrazione per il più forte, non sempre è così, non puoi relegarla come una legge di nature.Perdonami Alfredo, non sono contro di te eh, sia ben chiaro, anzi mi stai facendo riflettere...Anche qui , dicevo, se la mancanza è comunicazionale come si fa reciprocamente a scambiare amore? Anzi spesso noto la NON-reciprocità... Quindi che genere di alleanze si creano? Non so se mi sono spiegata...Comunque come avete capito bene è un argomento che ha un grosso interesse da parte mia. Mi servirebbero altre testimonianze in merito, magari meno teoriche. Grazie
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Messaggio  alfredo Lun Gen 19, 2009 12:05 am

dici:
In sostanza non è solo così perchè il più delle volte non si è capaci di COMUNICARE gli affetti. Esempio: mio padre non è stato capace di comunicare l'affetto che sicuramente provava , ma senza comunicazione non c'è crescita.
Ho scritto :
Quando questi valori non vengono trasmessi, o se trasmessi non vengono interiorizzati, si forma un concetto di sè , più o meno negativo , che perdura in età adulta.
...o se trasmessi non vengono interiorizzati......mi riferivo a una modalità del genitore che non sa comunicare.

Un tipo di "vuoto " di cui si sente la presenza, è il concetto negativo di sè, è il non sapere di essere degni di amore , per cui si ha un bisogno di essere amati oltre il normale o si ha il terrore di venire lasciati ; è la sensazione di sentirsi incompetenti e quindi incapaci di prendere decisioni per paura di sbagliare e confermare l'idea sottostante di buoni a nulla , è il non contraddire o aggredire gli altri per paura di essere denigrati e perdere la loro approvazione , è il rilevare principalmente il negativo negli altri , per distogliere l'attenzione dal proprio ; è in alcuni casi , fraintendere le parole degli altri e sentirsi offesi , quando non vi era intenzione di giudizio .
Tutte queste complicazioni bastano di per sè , a rendere la vita più difficile .
Certo la comunicazione non corre sempre su binari di chiarezza e la confusione che si genera è dilagante .

Poi c'è un altro tipo di " vuoto " , che è quello che ha a che fare con il perchè della vita , il senso della nostra esistenza , e qui credo che nessuno si possa sottrarre a questi pensieri. Max Pezzali in una canzone diceva che questo assillo coglieva tutti e che l'unico modo per superarlo era di " conviverci "......fosse stato depresso anche lui??

Nel libro " la ferita dei non amati " , l'autore spiega di come questo vuoto sia un marchio indelebile per tutta la vita , tuttavia in un altro libro , V. Andreoli, dice che il nostro cervello è plastico , per cui non si può dare tutto per scontato cioè quello che è stato non si cancellerà mai. E io credo in quest'ultima ipotesi , se non cancellarlo del tutto almeno alleviarlo .

Inoltre dici : Anche dove scrivi che si prova attrazione per il più forte, non sempre è così, non puoi relegarla come una legge di nature
Nel mondo animale , le femmine si accoppiano con il maschio vincitore, perchè la prole che nascerà , ha più possibilità di vivere , avendo geni di maschi forti .
Nel nostro mondo , ogn'uno, maschi e femmine cercano l'alleanza di chi mostra personalità di successo , nei svariati campi ( economico, intellettule , pratico , ecc.) o comunque adattive , per trarne vantaggi.

L'esigenza dell'amore , nel senso più completo del termine penso sia una prerogativa più femminile che maschile , infatti le donne sono in genere più legate ai figli che ai partners .
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Messaggio  merla Lun Gen 19, 2009 1:26 am

Viola ha scritto:*
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In sostanza non è solo così perchè il più delle volte non si è capaci di COMUNICARE gli affetti. Esempio: mio padre non è stato capace di comunicare l'affetto che sicuramente provava , ma senza comunicazione non c'è crescita. La sua mancanza è la mia....un vuoto che non è maggiore, come scrivi più avanti, ma è sempre "quel" vuoto. Oggi , per chiudere con "quel" vuoto cosa fare? Una cosa è certa (poi se qualcun altro sa altre vie è pregato di scriverle), bisogna noi oggi imparare a comunicare le nostre emozioni. Addizionate della consapevolezza dell'esistenza di "quel" vuoto originario che fa parte di noi.Che muove le Nostre affettività. Integrarlo. Non so come si fa. Mi hanno detto che si può chiudere con "quel" vuoto. Ecco, grazie anche a te, Alfredo. Oggi, mi dico che sono intenzionata a sapere come si fa. Mi muoverò per questo...forse lo sto già facendo? Chissà...

Anche dove scrivi che si prova attrazione per il più forte, non sempre è così, non puoi relegarla come una legge di nature.Perdonami Alfredo, non sono contro di te eh, sia ben chiaro, anzi mi stai facendo riflettere...Anche qui , dicevo, se la mancanza è comunicazionale come si fa reciprocamente a scambiare amore? Anzi spesso noto la NON-reciprocità... Quindi che genere di alleanze si creano? Non so se mi sono spiegata...Comunque come avete capito bene è un argomento che ha un grosso interesse da parte mia. Mi servirebbero altre testimonianze in merito, magari meno teoriche. Grazie


Di fretta, come sempre,....mi è capitato a proposito di bazzicare in un forum di psychi, e di leggere il post di una ragazza con problemi di ansia e DAP che raccontava di avere un brutto rapporto con il padre (non provava più a manifestargli affetto da quanto aveva 15/16 anni), che l'aveva sempre trattata in modo distante, e a suo dire, sottolineava spesso le sue inadeguatezze (scarsi risultati scolasticii, lavorativi, e via dicendo). Il padre peraltro si riteneva lui stesso un fallimento, come padre e come uomo, e non nascondeva ai figli questi suoi sentimenti.

e nelle risposte degli psichi, c'era una domanda interessante di un psico che forniva due spunti di riflessione: innanzitutto se lei non avesse mai provato a considerare l'atteggiamento del padre come se lui avesse alla fine fine solo un modo molto rude per insegnarle a proteggersi e per proteggerla da lui stesso, che evidentemente non aveva una grande considerazione di sè.
E poi le domandava (e questo io ho trovato davvero interessante) se il suo stesso atteggiamento molto distaccato nei confronti del padre, non fosse in un certo senso, un suo modo di proteggere il padre stesso, visto che a lei era stato trasmesso questo insegnamento, che con il distacco (e quello che lei aveva percepito come rancore) ci si protegge e si protegge.


Te l'ho riportato viola, perchè mi avevano queste colpito queste domande dello psyco, forse perchè in parte mi ci sono ritrovata...mi sembrava interessante. Forse è proprio la consapevolezza, che certi vuoti affettivi che abbiamo, non sono per niente vuoti, semplicemente son stati riempiti in un modo che non eravamo in grado di comprendere, è il modo di riempirli.
Quindi non solo trovare il modo di comunicare, ma accettare che ci è stato (e magari continua a esserci) comunicato affetto, in un modo diverso da quello che avremmo voluto. ma comunque qualcuno ha provato (e magari prova ancora) a darcelo. è l'importante alla fine dovrebbe essere questo, no?
E ribalta anche il concetto forte-debole, perchè magicamente diventa forte chi ha capito, che l'altro semplicemente non comunica tanto bene. e chi è forte, perdona e vive sereno.
:-)

Ale

PS. sono stata un po' delirante, ma sono stanca morta per il troppo lavoro...se poi vuoi mi esprimo meglio. ;-)
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Messaggio  Viola Lun Gen 19, 2009 10:07 am

E' un vuoto riempito a modo suo....forse per proteggermi e proteggersi...Ma è e rimane un vuoto. Mi manca l' A B C cara merla...e sto procedendo, per questo motivo, per prove ed errori...un mazzo incredibile!!! Mentre il secondo vuoto a cui si riferisce alfredo, è stato ed è, quello che invece mi è riuscito meglio riempire....Dipendeva da me....dipende da noi...ricercare la mia parte spirituale e creativa è stato ed è un viaggio gratificante....attimo per attimo...è quella che mi sostiene è quella che mi guida, è mia da sempre...Ma non basta, perchè nella vita di tutti i giorni, ci vuole una buona dose di savoir fair...ed ho scoperto da poco, che quello che mi manca, procedendo per prove ed errori, è la difesa...Raccontavo 15 giorni fa al mio psico ,(ci son dovuta tornare per gli ultimi eventi) che alcune persone entrano nella mia vita a gamba tesa... spiegando questo fatto illustravo me come una persona che ha un accesso, (una debolezza)....che permetteva l'entrata...loro, d'altro canto avevano la chiave....Lui mi ha risposto che invece io, molto probabilmente non ho nemmeno la porta....E poi, capire, accettare, perdonare...per essere non i più forti, ma sereni. Perchè quel vuoto è fagocitante...quando a volte mi trovo presso quello spazio, magari nei momenti di sofferenza lo sento tutto e mi sono scoperta a mangiare compulsivamente e altrettanto a fumare nella stessa maniera. Grazie merla per aver saputo avvicinarti a me...e anche ad alfredo, che ci sta provando , ma , sai alfredo io sono una persona che legge moltissimo sono un grosso compendio alla vita i libri....Una persona a me molto cara una volta mi disse che in quello che leggiamo ritroviamo noi...poi dopo , chiuso il libro questo diventa escremento...Sento la tua distanza quella stessa che sentiamo quando una persona legge al riparo dietro un libro...ci si nasconde...si mette una distanza. Per questo a volte finito di leggerti, ti avverto come teorico. Non voglio offenderti voglio più vicinanza...un abbraccio
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Messaggio  alfredo Lun Gen 19, 2009 12:05 pm

ti dico per l'ennesima volta che non mi offendo se mi avverti teorico ( non sono robokopiano??). Semplice , non sta passando la mia comunicazione!
Vero che leggere i libri si corre poi quel rischio a cui fai riferimento,riportando a pappagallo quanto vi è scritto , senza calarlo nella realtà . Altre volte invece serve a modificare un pensiero , e una volta modificato, l'emozione che ne consegue , è diversa.
Faccio un esempio CONCRETO Smile , a una riunione , la dirigente che aveva spiegato delle opzioni , relative a delle scelte , che poi dovevano essere votate , io ho fatto una domanda che faceva intendere che non avevo capito niente .Al che , lei è sbottata in una grassa risata . Quale può essere l'emozione che si prova in tale circostanza di fronte a una platea di persone ? di vergogna come minimo , no? In effetti , inizialmente l'ho provata .
Poi quando mi sono fatto rispiegare da un collega la cosa , ho ritenuto che quelle opzioni non fossero poi cosi' importanti come lo erano per lei e gliel'ho detto . Comunque agli occhi di tutti credo che sia passato come uno che non capisce al volo le cose , ma se ti dico che ora a me non importa niente ,ed anche della brutta figura che secondo lei o altri , avrei fatto , ci credi?
Io ai miei occhi non mi sento sminuito, la sua risata , mi ha fatto capire che trova comico quando non si capiscono delle cose che a lei magari sembrano semplici, tutto qua. Il concetto che ho di me stesso non cambia .
Non mi sarebbe successo la stessa cosa prima che leggessi i libri . Anzi mi sarei sentito sudare abbondantemente ,avrei avvertito una forte vergogna , una fitta alla mia immagine pubblica devastante , e avrei passato il pomeriggio a pensare all'accaduto e a come avrei potuto riprendermi la rivincita.
Prima di leggere i libri , avrei provato delle emozioni dolorose : vergogna, ansia , odio , in definitiva abbassamento dell'aurostima ; ora , un fastidio legato solo al momento , perchè ho rielaborato in seguito l'accaduto .
Questo è un esempio , non dico che riesca a porre sempre il pensiero occorrente in tutte le situazioni , ma anche se arriva in seguito con la rielaborazione , basta a non farmi cadere in una tempesta emotiva.
2 abbracci
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Messaggio  Viola Lun Gen 19, 2009 12:38 pm

Noto, nel CONCRETO che mi hai spiegato, che il prima e dopo i libri ha una messa in atto nella realtà...la riunione con i tuoi colleghi. Mi sembra di aver capito quindi che fondamentale è stato spiegarmi il fatto della riunione. Altrimenti si che sembri robokopiano...uno legge un libro, mettiamo su, come superare l'ansia , uno..due..e tre...tu lo metti in pratica e hai fatto? Ci sono passaggi e step , come ricadute e rialzate che credo siano quelle che mi interessano di più...sono quelle che anche a me spesso succedono...su queste mi piacerebbe confrontarmi, come anche sulle rielaborazioni a casa....Grazie per avermi confidato un tuo pezzo di realtà. AbbracciAbbracciAbbracci
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Messaggio  alfredo Lun Gen 19, 2009 3:01 pm

ancora analisi del dialogo interiore , sull'accaduto :
Io non ho capito delle semplici cose , c'è stata una risata della dirigente e di altri .
Considerando che , nel lavoro sono richieste capacità di ragionamento anche elevate , cosa posso pensare di me stesso?
ASSOLUTIZZAZIONE : che se uno non capisce dei semplici ragionamenti , non vale , e non dovrebbe fare quel mestiere , le risate confermano (?) questa tesi ? emozioni che si producono... vergogna, .....quelle sopra
Ammettendo che non li abbia capiti, benchè sia richiesto di capire al volo , per questo sono uno che non capisce niente? Dimostro in tante altre circostanze che so svolgere il mio mestiere? SI ; se la dirigente pensa che io sia un incapace , solo per questo dovrei crederle? IO PENSO DI NO.
RELATIVIZZAZIONE: in quella circostanza , o perchè mi sono distratto o perchè non ho colto dei passaggi , ho dimostrato di non aver capito , ma questo è un fatto circoscritto , non è la norma.
Le risate , non vanno a modificare ciò che penso di me stesso ad ampio spettro .
Emozioni : fastidio per la brutta figura .

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Messaggio  canterel II Lun Gen 19, 2009 6:02 pm

aggiungerei off topic che l'aspirazione e il percorso per diventare dirigenti, nelle strutture complesse e specialmente nelle aziende, non testimoniano della vocazione per un qualsiasi mestiere, ma del desiderio triste e squallido di assumere una posizione di potere sugli altri. uno che vuol essere dirigente, non può che cercare di godersi questa meschina condizione marcando le differenze e i territori come può. coglie quindi l'occasione ridendo in faccia ai dipendenti, che di norma non possono fare altrettanto. coglie l'occasione anche acquistando beni simbolici della sua libertà di acquistare beni simbolici. se non compro cazzate e non stabilisco un principio di asimmetria del comportamento in relazione al comportamento dei miei dipendenti, le differenze si azzerano e fa capolino l'uguaglianza naturale, che è perturbante.
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Messaggio  Viola Lun Gen 19, 2009 9:24 pm

E' vero cant... E' perturbante tanto quanto ci si avvicina all'apice della famosa piramide...Ma sappiamo che anche i ricchi piangono...Tanto che le loro nevrosi, unite al potere, spesso porta i dirigenti ad agire da mobber...
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Messaggio  Viola Lun Gen 19, 2009 9:45 pm

La risata che ti ha messo a disagio, è arrivata da un tuo dirigente poco autorevole....per come la vedo io poco dirigente anche....Anzi sai come me lo sono immaginato? Come uno che ridendo in faccia ad un suo collaboratore è come se si fosse pisciato sui suoi stessi piedi. Capisco bene cosa vuol dire....Prima di natale, ho subito un atto di mobbing, dal capo con cui collaboro da 13 anni, semplicemente perchè è stressato da fatti non contingenti al lavoro che svolgiamo, ma dalla sua vita privata. Prima di natale ha "scelto meeeeeeeeeeeeeee". . Sto aspettando di parlarci Basketball
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Messaggio  merla Mar Gen 20, 2009 12:08 am

risate dei dirigenti, capi di lavoro frustrati, problematiche personali che vanno a scapito del lavoro e squallide dimostrazioni di potere...

L'avete visto fight club? ricordate l'animale guida?

SCIVOLAAAAAAAA

Basketball (sono io quella che palleggia viola...insommaa!!!! Very Happy:D)
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Messaggio  Viola Mar Gen 20, 2009 12:35 pm

AHAHAH..era un pinguino è vero, SCIVOLAAAAAAA!!! Hem, e se l'animale guida è una capra? ...Intanto palleggiamo va' Basketball
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Messaggio  alfredo Mar Gen 20, 2009 4:39 pm

Quando si analizza un fatto ,ci si sofferma spesso su quello che l'altro ha detto e se si pensa di non essere stati trattati con rispetto , partono gli insulti e le maldicenze , a volte di fronte all'altro , altre , quando la situazione non lo consente ( perchè ci si potrebbe rimettere ) da lontano .
Benchè inevitabile , l'intenzione di denigrare l'altro , nasce per ripagarlo di una violenza che si è ricevuta ma per riottenere il benessere , non credo sia quella l'unica e la più efficace .
Concentrarsi su se stessi e sulle proprie emozioni , può avere un margine di controllo maggiore di quello che si può avere sull'altro . Sembrerà strano , ma credo sia cosi' .
Mi si potrebbe obiettare : ma di fronte a una offesa, una mancanza di rispetto , non si può non reagire allo stesso modo , e questo è assodato , ma le conseguenze dopo una serie di insulti reciproci , possono essere diverse , per uno è l'esternazione di insulti e basta ; per un altro invece questo fatto si complica e si carica di una emotività senza fine , ma soprattutto sofferente : come si è permesso ? come mi sento ridotto .......e la rabbia sale.....
Questa emotività , si forma dalle risposte che uno dà riguardo al concetto di sè .
Dicendo cose negative , l'altro cerca di disconfermare il nostro valore e noi benchè ci attiviamo a ripagarlo della stessa moneta , lo crediamo su ciò che ha detto di noi , e ne soffriamo . Mentre l'altro ( se ha un concetto positivo di sè ) ciò che noi gli abbiamo detto , non lo considera e quindi non ci crede e non si arrabbia più di tanto , sa di non perdere niente , nè la considerazione di sè stesso nè quella degli altri , di lui .
Il motivo della nostra sofferenza è che NOI , non avevamo già da prima un concetto positivo di noi stessi , o per lo meno era molto incerto , e ce lo ha ricordato .

Alzare il concetto di valore di sè è assolutamente indispensabile
Si può iniziare ad autoconvincersi che pur con tanti difetti si è persone di valore e al non credere alle denigrazioni altrui , ma sopraffarle con i nostri giudizi .
Può andare bene anche usare dei mantra .

alfredo

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Messaggio  Viola Mar Gen 20, 2009 5:41 pm

Certo Alfredo, come si usa dire, anche contare fino a dieci...Ma anche contestualizzare la risposta con una risata. Era nel contesto o era fuori contesto la risata? Era fuori. Perchè la dirigente è andata fuori contesto, facendoti una risata in faccia? Una delle norme di una buona comunicazione è anche rimanere nel contesto. E la risposta riguarda la dirigente non certo Te...Tu, di ritorno hai ricevuto la possibilità di rimanere nell'emozione dell'imbarazzo....Oltre ai mantra, c'è anche questo per imparare...rimanere nell'emozione dell'imbarazzo....per scoprire che non si muore....anzi. Anzi, approfittane la prossima volta....Te ne parlo perchè ne feci l'esperienza nella scuola di ginnastica cinese...ne parlai , credo, qualche postmese/fa. In esercizi che ci mettevano a disagio, il maestro diceva:" ...rimani nell'imbarazzo, rimanici..." Scoprii tante belle cosette su di me...La forza dell'esperienza!
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Messaggio  merla Mar Gen 20, 2009 6:47 pm

a proposito, dei tipi di reazione...visto che io (dal vivo, in un forum magari no:bball: ) perdo la calma molto raramente, ma quando la perdo la perdo del tutto, e non rispondo tanto di quello che dico e a volte neanche di quello che faccio, il mio psyco per queste vacanze di natale mi ha dato il seguente compito: ha tracciato una linea su un foglio, all'inizio del foglio c'era la mia estrema calma e alla fine c'erano alcuni episodi in cui mi sono trovata a spaccare oggetti (una volta una finestra, rischiando di sfasciarmi la mano), e poi mi detto "nelle vacanze vedi di riempire la scala con tutte le vie di mezzo che ti vengono in mente" Very Happy

per viole:
se il tuo animale è una capra, probabilmente ti direbbe "RUMINAAAAA"

merla (stavolta faccio la palla, ok?) bounce
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Messaggio  alfredo Mer Gen 21, 2009 2:21 pm

La risata , certo è uscita dal contesto : è stata la sua reazione alla mia richiesta di chiarimento . In pratica non mi ha spiegato ciò che gli ho chiesto , ma si è solo divertita del fatto che non avessi capito le cose .
In questo posso dire che non ha avuto una bella uscita .
Dici che .. rimanere nell'imbarazzo , senza uscirne ....si possono scoprire diverse cose ...anche per forza ! a volte certi pensieri , pur imponendosi di non pensarci , non se ne vanno fino a che la carica emotiva non si è dileguata .
Il seguito dei fatti :
giorni fa , entrando in una sala comune , ho visto su un tavolo dei pasticcini e ho chiesto ai presenti , cosa si festeggiasse . La dirigente , raggiante , ha detto : il mio compleanno ! alchè io , le ho fatto gli auguri e poi mi sono avvicinato a darle i baci di rito . Da noi , c'è un clima familiare e vi sono spesso esternazioni affettuose .
Ho fatto quel gesto sinceramente , e non in modo tattico , in quanto il rancore era da un pezzo sparito e comunque non mi ha denigrato con parole o pesantemente , ma è stata una spiacevole ma semplice risata .
Le cose che ho capito , come pure in tantissime altre circostanze , sono che avendo una personalità depressiva , si è inclini a volte a generalizzare . Un offesa a un comportamento viene vista come un' offesa alla persona nella sua globalità e per globalità intendo il senso del sè .

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Messaggio  Viola Gio Gen 22, 2009 9:07 am

Le cariche emotive, Alfredo, non si dileguano. E' questo il punto. O si esternano o rimangono cariche dentro di noi. Per come sono fatta, forse sbagliata, avrei fatto gli auguri di buon compleanno,tanto per non stravolgere il clima familiare .Sarei stata comunque educata, ma il bacino di rito non lo avrei dato. Forse perchè vedo il bacino non di rito....Il bacino di rito, come la risata di rito? A questo punto mi auspicherei un clima di rispetto, più che quello familiare. Esternare le emozioni, non vuol dire litigare a tutti i costi. E', magari, contare fino a dieci e poi dedicare uno spazio a spiegare come ci ha fatto sentire "quella" risata....Quanto fosse fuori contesto invece...Ridare una risposta....per capire poi che valore dare al bacino del compleanno...Mi sembra di capire che tu non lo sai...Non avendone parlato con la dirigente, hai fatto delle congetture...fino al compleanno ad oggi, hai vissuto di congetture...fino al punto di ipotizzare che ad un depresso , una spiacevole ma semplice risata può investire GENERALIZZANDO, il senso proprio del se? Non si dileguano le emozioni....O si esternano o diventano delle mine vaganti...
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ulteriori teorie sul perchè la depressione Empty Concordo

Messaggio  merla Gio Gen 22, 2009 10:56 am

Viola ha scritto:Le cariche emotive, Alfredo, non si dileguano. E' questo il punto. O si esternano o rimangono cariche dentro di noi. Per come sono fatta, forse sbagliata, avrei fatto gli auguri di buon compleanno,tanto per non stravolgere il clima familiare .Sarei stata comunque educata, ma il bacino di rito non lo avrei dato. Forse perchè vedo il bacino non di rito....Il bacino di rito, come la risata di rito? A questo punto mi auspicherei un clima di rispetto, più che quello familiare. Esternare le emozioni, non vuol dire litigare a tutti i costi. E', magari, contare fino a dieci e poi dedicare uno spazio a spiegare come ci ha fatto sentire "quella" risata....Quanto fosse fuori contesto invece...Ridare una risposta....per capire poi che valore dare al bacino del compleanno...Mi sembra di capire che tu non lo sai...Non avendone parlato con la dirigente, hai fatto delle congetture...fino al compleanno ad oggi, hai vissuto di congetture...fino al punto di ipotizzare che ad un depresso , una spiacevole ma semplice risata può investire GENERALIZZANDO, il senso proprio del se? Non si dileguano le emozioni....O si esternano o diventano delle mine vaganti...

Concordo in pieno con Viola...una risata in tale contesto sarebbe stata molto spiacevole per chiunque, qualcuno avrebbe bestemmiato tra sé, qualcun altro si sarebbe preso un po' male, altri si sarebbero chiusi in riflessioni sulla propria autostima, altri se la sarebbero fatta rimbalzare.

L'aver raggiunto la consapevolezza che un crollo di autostima, frutto di un gesto maleducato di un superiore, sia una reazione eccessiva, è già un discreto traguardo.
Però imparare ad incassare meglio, non è sufficiente per vivere sereni con gli altri, altrimenti si continuano a subire prevaricazioni, e non è detto che si stia meglio, perchè di fatto una semplice risata, ti ha portato a fare tutta una serie di considerazioni (scusa se lo rimarco) generalizzate.

Il prox traguardo, in termini di stima di sè, è che, se dovesse ricapitare una situazione analoga, soprattutto in virtù del clima affettuoso che c'è tra colleghi, tu te la senta di prendere da parte la dirigente (o chi di turno si permetta di denigrarti) e, civilmente, senza far tragedie e magari mantenendo un tono leggero, fargli notare che il suo gesto è stato maleducato, poco rispettoso e svilente.
Oppure, unirti alla risata ed esclamare 'eh sì. nessuno nasce imparato' e ridimensionare da subito la cosa.

Imparare pian piano a mantenere l'autostima, a prescindere dal comportamento degli altri, è una cosa buona. Far presente agli altri che il rispetto non è un optional, è cosa ancora migliore, aiuta l'autostima e, ti assicuro, anche la stima da parte degli altri.

Hai presente quando si dice ai bambini "se i tuoi amichetti ti prendono in giro, e tu ti arrabbi, ti prenderanno in giro ancora di più'? Ecco, lo step successivo è imparare a prendere in giro chi ti prende in giro, con leggerezza e senza cattiveria, e così si guadagna il rispetto.

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Messaggio  alfredo Gio Gen 22, 2009 1:33 pm

concordo pienamente con voi! per avere una buona autostima è necessario anche chiedere il rispetto degli altri , me lo ero proposto di parlarle in privato , dicendole che quella risata non mi era piaciuta per niente , purtroppo il fatto del compleanno è avvenuto prima e all'improvviso .
Certamente devo stare più attento un'altra volta , perchè poi , chi si prende queste libertà , continua se non gliele si fanno notare . Neutral
Sarà la cosa che le dirò appena la rivedo Evil or Very Mad

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Messaggio  suggestione Gio Gen 22, 2009 6:06 pm

Alfredo, non fare lo sbaglio di chiederle delle spiegazioni o domandare rispetto.
Tu ti sei imbarazzato, ma le persone che erano presenti, sicuramente hanno visto il comportamento della signora sotto altre modalità.
Quando uno pone una domanda gentilmente è cortesia rispondere, chi non è stato all'altezza della situazione non sei tu ma il tuo superiore.
Ad ogni modo poi fai come te la senti, io uso altre strategie con chi mi manca di rispetto.
La prima cosa che faccio e mantenere le distanze e se necessario le tolgo anche la possibilità di comunicare con me.
Usa l'umorismo se possibile ogni qualvolta ti si presenta l'occasione, è disarmante.
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Messaggio  anthea Mer Gen 28, 2009 9:47 am

Penso che se si riuscisse a capire il perchè di ogni depressione e quali meccanismi chimici scattano nel nostro cervello avremmo risolto gran parte dei nostri problemi.
Penso ci siano tanti fattori scatenanti.
Certo è che alcune cose, da come ho letto nelle vostre risposte sono comuni:

1) Scarsa stima di sè o aspettative esagerate verso se stessi.
2) Vissuto familiare negativo con le figure di riferimento (genitori) mancanti o comunque devianti o troppo protettivi.
3) Grande sensibilità interiore ed emotiva
4) Congiuntura negativa di eventi scatenanti o malattie

Quello che mi sto chiedendo ora o, per meglio dire, mi sto prefiggendo di fare è capire come mai ci sono persone che di fronte a certi eventi anche gravissimi resistono e riescono ad essere felici ed io invece per cose ben più piccole crollo.
Essendo una mente logica, penso che per me trovare il modo di capire e cambiare i miei pensieri errati, dovrebbe portarmi a non cadere più nel baratro della depressione.
Come Alfredo ho iniziato a leggere libri che mi hanno molto aiutata a capire i miei meccanismi mentali scatenanti, adesso inizia il bello.... e cioè il percorso che dovrebbe portarmi alla liberazione o quantomeno all'attutimento.

Vorrei un giorno potervi dire: ce l'ho fatta!
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Messaggio  alfredo Mer Gen 28, 2009 8:00 pm

Le cause principali , che vengono riportate nei libri e che ho rilevato anche nei miei vissuti o di altri , sono essenzialmente quelle . Vi saranno altre cause , l'universo delle emozioni è talmente complesso ,che penso sia un'impresa ardua , conoscerlo completamente ,se anche per gli studiosi è ancora una materia parzialmente conosciuta , tuttavia , in presenza di quelle cause , sicuramente come conseguenza c'è la depressione . I vissuti saranno anche diversi ma le reazioni emotive " bersaglio " sono comuni e tutti .

Spesso non si ha consapevolezza dell'emozione che si prova a causa di scarsa conoscenza , altre volte le emozioni si accavallano si amplificano e diventano incontrollabili , anche in seguito a stimoli apparentemente innoqui . In altri casi , poi è difficile anche capire il motivo per cui si prova una certa emozione .
Io credo che dipenda molto da un concetto incerto del sè , conflitti inconsci non risolti , che portano a non provare le reazioni emotive adeguate agli stimoli .

Nuovamente mi fa piacere , che le letture che ti ho consigliato ti stanno aiutando , era un obiettivo a cui tenevo e che non avevo ancora visto realizzarsi . Non hanno il potere di cambiare la personalità ,( nemmeno per me l'hanno avuta ) ma un aiuto si . Smile
Ciao
Alfredo

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