Mentre il resto del mondo corre

Oggi dopo cinque mesi di depressione sono riuscita a chiamare la psichiatra era molto tempo che, dopo un incontro andato male con un altro, il mio psicologo, la mia famiglia, chi.mi sta realmente vicino in questo momento mi chiedevano di farlo ma io inizialmente ero contaria ai farmaci e detestavo l'idea di essere nella condizione in cui avrei dovuto prenderne..poi sono tornata sulle mie idee e ho iniziato ad accettare che a venti anni anche si può soffrire così tanto e che io sono in questa condizione. Sinceramente provo molta invidia per i miei coetanei che si vivono la vita con le loro problematiche si... ma se la vivono! Università, lavoro, amici, uscite, interessi.. ed io qui bloccata completamente in questo baratro a guardarli e a fare sforzi sovraumani per le cose più piccole.
Ultimamente ho avuto questo ripensamento sulla psichiatra perché ogni volta che sto male (per non dire sempre...) sto peggio del giorno prima. Proprio ieri notte ho sofferto moltissimo non riuscendo a prendere sonno...forse questo non farcela più mi ha convinto a chiamare la dottoressa. È stato un altro passo...con tutta l'ansia che ho perché ho paura che vada male, con tutta la paura che ho di prendere i farmaci e con il mio orgoglio che nonostante tutto è sempre pronto a dirmi che non devo essere aiutata. Come ha detto il mio psicologo è stato un primo passo per volermi bene io che mi sono sempre data addosso in qualsiasi modo e in qualsiasi situazione.
In questi ultimi giorni sono uscita sforzandomi perché è stato il compleanno del mio ragazzo ed era giusto che pensassi a lui . Ristorante+pub+30 invitati=il disagio profondo e l'ansia che mi si mangiava. L'unica cosa che mi ha aiutata è stato il vino che mi ha decisamente alleggerito per un pó e facendo el'effetto contrario appena ho messo piede in casa..
Ogni giorno diventa sempre più difficile, ogni giorno stesse sensazioni sempre più pesanti.. sono controllata dai miei perché ho pensieri di morte...e quello che mi suggerisce la bestia è di scappare e morire lontano.
Un passo avanti si ma sempre peggio. Ora aspetterò questo incontro...vedremo come andrà e se avrò il coraggio di prendere i farmaci.
So che la situazione è grave e e DOVREI farlo.....per lenire un pò l'angoscia, la disperazione, la sofferenza, i pensieri ossessivi di morte...ma la paura di prendere farmaci è enorme.
Scusate se ho scritto male ma ho fatto "di getto"
Voi come state?
Un abbraccio a chi combatte, a chi no, a chi è al limite, a chi ci prova, a chi non vuole più provarci....un abbraccio a chi conosce la bestia come me..chi più chi meno.

Ciao ina
Un mio profondo augurio che le cose migliorino

ciao ina,
chi più chi meno... brava
siamo sulla stessa barca...
coraggio e auguri di una miglior vita... riprenditela tutta!!!
vedrai che le cose andranno meglio, non farti spaventare e se sei convinta non mollare, noi siamo qui,
un abbraccio

Ciao ina!
Volevo solo dirti che non è affatto strano che ci si trovi in questa situazione a vent'anni...io sono del '91 e ho iniziato due-tre anni fa...non ho mai preso farmaci, e oggi posso dire di stare meglio, ma francamente non so quante delle paure sui farmaci siano realmente giustificate...penso che almeno a me avrebbero dato una mano a "velocizzare la risalita"!
Comunque sia, non ti abbattere, i pensieri che si ripetono ed appesantiscono ogni giorno sono la cosa più terribile, ma piano piano, attraversando il tuo dolore, imparerai a disporne in maniera più costruttiva, imparerai a cavarci fuori qualcosa di buono; si tratta solo di sforzarsi con tutti se stessi, anche quando le cose sembrano non avere alcun senso, di dare una direzione alle nostre fatiche, di dare senso alle piccole cose giorno dopo giorno, ritagliandoci a fatica uno spazio in mezzo a questo abisso di angoscia e oppressione. Già il fatto che tu abbia un ragazzo che ti vuole bene, e che tu riesca ad uscire di casa, è qualcosa di incredibilmente importante.
Sulle vite degli altri, posso dirti solo che hai ragione, ma pensa alla soddisfazione che potresti avere, il giorno in cui potrai anche tu costruire la tua vita, nel "sentirne il sapore in bocca", nel viverne le gioie e i problemi, sapendo quello che hai passato in questo periodo...un pò come prendere una boccata d'aria dopo tanti mesi, o anni, in apnea!
anche io ho perso tanto tempo, anche io sono stato immobilizzato vedendo scorrere tutto intorno a me, vedendo le vite degli altri progredire mentre la mia era ferma...ma ora che la mia vita è tornata su binari di normalità (anche se ultimamente la sfiga sembra non volermi lasciare!) ti assicuro che tutto lo spessore di quel dolore si ridimensiona, svanisce, perde di credibilità...
dai tempo al tempo, abbi fiducia e in bocca al lupo!
...e un abbraccio anche a te!   

Ciao ina,anche io come te ho vent anni e mi sono rispecchiata in parecchie parti del tuo racconto. Per la prima volta sono anche io decisa a vedere uno psicologo,lunedi stesso andrò dal mio medico di fiducia per farmene consigliare uno.una cosa,anche io sono fermamente convinta di DOVER evitare farmaci ed è quello che farò.ce la possiamo fare da sole,senza aiuto farmacolofico. Se ti va possiamo sentirci per messaggi privati.

La terapia aiuta sempre, io sono sei mesi che la faccio due volte a settimana e già l'avevo fatta qualche anno fa ma avevo interrotto. Certo mi farebbe piacere conoscerti essendo tu mia coetanea.

Scusa ho inviato per sbaglio per quanto riguarda le medicine io mi trovo in una situazione in cui mi è stato caldamente consigliato di prenderle per ora le ho comprate ma non so che fare. Ho avuto un incontro con una psichiatra più di un mese fa.

idontknow ha scritto:una cosa,anche io sono fermamente convinta di DOVER evitare farmaci ed è quello che farò.ce la possiamo fare da sole,senza aiuto farmacolofico

E' confortante sapere che c'è gente su un forum come questo che ha ancora pregiudizi del genere. Davvero confortante. Tu stai dicendo su un maledetto forum di depressi, in cui quindi si può presumere ci sia una buona percentuale che prende farmaci anche da anni, che i farmaci sono solo per le persone deboli che non riescono a farcela da sole. Complimenti devo dire.
Ma che ne sai tu? Prendere farmaci non è una debolezza! Tra le due io vi trovo coraggio nell'ammettere che si ha bisogno di un aiuto farmacologico.

Magari la prossima volta evita di sparare sentenze.

grazie Sussurro per la tua puntualizzazione, ma grazie pure ad idontknow. personalmente ritengo che ci sia poco da scandalizzarsi di fronte ai pregiudizi, considerando che produrre e mantenere pregiudizi per me è una funzione organica tanto quanto lo è andare di corpo. per moderare gli effetti dei pregiudizi (quel fastidioso bruciore), credo che il trattamento più indicato consista nella discussione libera e serena, intesa a farsi comprendere e a confrontare le idee, piuttosto che il biasimo.

Caro sussurro,non demonizzavo affatto i farmaci e non ho pregiudizi a riguardo.quel che penso è solo che dovremmo prima mettercela tutta con le nostre forze e solo dopo ,qualora le nostre forze sfruttate al massimo non si siano rivelate abbastanza,pensare alla terapia farmacologica.vorrei ricordare che ci sono casi e casi,e non per tutti i casi servono i farmaci.vorrei ancora sottolineare che molti psicologi hanno pareri discordanti a riguardo,e un ultimo appunto è che dipende anche dalla professionalità della persona che abbiamo di fronte (se ti trovi uno scarparo dall altro lato,capacissimo che ti inbottisce di medicine solo per toglierti dalle balle.fortunatamente i casi sono rari) ora,io non so qual è il tuo problema e anche qualora lo sapessi non ho competenze in merito,quindi non mi permetterei mai di "sparare sentenze" come dici tu o convincerti a prendere farmaci o a non farlo.io ho espresso il mio pensiero conscia della MIA situazione frutto di un elaborazione mentale forgiata anche dalle esperienze che per conto mio ho potuto osservare e tutto questo non ha nulla a che vedere col dire che chi prende i farmaci è una persona debole o immeritevole. Gradirei moderassi i toni e prima di parlare di pregiudizio ti informassi sulla vera natura del termine.c è evidentemente stato un fraintendimento

chiedo allora scusa per l'evidente fraintendimento

Se la depresione è seria, se la diagnosi è di "Depressione maggiore", allora i farmaci vanno presi. Riporto uno schema un po' troppo schematico e parziale, che forse dovrebbe essere aggiornato, ma che indicativamente può orientare sul farmaco:

Cinque o più dei seguenti sintomi devono essere presenti durante un periodo di almeno due settimane, devono caratterizzare la maggior parte della giornata ed esser presenti quasi quotidianamente:
1. Umore depresso;
2. Diminuzione di piacere o interesse per tutte le attività;
3. Perdita di peso (5% peso corporeo), diminuzione appetito;
4. Insonnia o ipersonnìa;
5. Agitazione o rallentamento psicomotorio;
6. Facile affaticabilità;
7. Autosvalutazione o sentimenti eccessivi di colpa;
8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, indecisione;
9. Ricorrenti pensieri di morte.

Vedi anche
ICD 10
www.openicf.it/openicf/Index?q=icf/icd10_tree/CLS%3DICD10/ID%3D2463
da F30 a F39

Poi c'è un tipo minore, chiamato "Distimia".
Si parla di distimia quando la depressione dell’umore perdura quasi quotidianamente e pressoché ininterrottamente per un periodo di almeno due anni.
I soggetti avvertono per mesi, anni o addirittura decenni un senso di perenne stanchezza, abbattimento e tristezza e sono spesso di umore cupo e lamentoso. Essi sviluppano col tempo una serie di timori e di ansie accompagnati da una sensazione di sostanziale inadeguatezza: quasi tutto li affatica e quasi nulla dà loro gioia o soddisfazione.
La distimia può portare all’alcolismo e alla droga.
La distimia è una forma particolare di depressione cronica.
Elementi caratteristici della distimia sono:

1. Scarso appetito o aumento eccessivo dell’appetito (cioccolata, dolci, spuntini).
2. Insonnia o sonno eccessivo.
3. Scarsa energia o astenia debolezza eccessiva.
4. Bassa autostima, cioè scarsa considerazione di sé.
5. Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni.
6. Sentimenti di disperazione.

Che dirti? Ho 27 anni e mezzo...dai 20 in poi, è iniziato il graduale declino. Ho perso anni preziosi della mia vita. Fino a qualche anno fa, non ho parlato con nessuno del disagio che mi condizionava e che mi condiziona tutt'ora, ma molto meno di allora. NOn uscivo più di casa e mangiavo poco, pochissimo. Gli amici ogni tanto si ricordavano di me...dai genitori comprensione zero...
Nono sono stato seguito da nessuno psicologo e psichiatra perchè sono troppo orgoglioso, inoltre vivo in una realtà piccolissima e voglio far parlare poco del sottoscritto perchè ho l'impressione che sparlino fin troppo.
Non ho una ragazza e non ho un lavoro. In questi anni, qualunque sforzo per cercare lavoro e svincolandomi dai miei pessimi difetti caratteriali (aggravati dal disagio fisico), sono stati vani. Sono vicino ai 30 e non combinato praticamente nulla, puoi immaginare come questo si ripercuota sulla mia salute mentale. Ultimamente soffro di insonnia, ansia e ho pensieri brutti. E' come se un giorno io guarissi e nell'altro sprofondassi nel baratro.
E' come se avessi un ingranaggio bloccato e che sono convinto rimarrà bloccato per sempre, da qui la probabilità che io mi rivolga ad uno psicologo/psichiatra che non colmerà quel buco nero nella mia vita quindi non mi tornerà indietro gli anni persi. Il pasticcio è combinato. A
Si è rotto qualcosa in questi anni e non penso si possa riparare. Me lo porterò fino alla morte   
Molto probabilmente un esperto risalirebbe a svariate cause che mi hanno portato a questo stato di cose e non solo il disagio. Hai 7-8 anni meno di me. Il mio consiglio è quello di non sprecarli e viverli completamente.
Il rapporto con mio padre non è mai stato dei migliori e ho rabbia repressa nei suoi confronti...come se non bastasse dipendo economicamente da lui.
Avrei bisogno di voltare pagina. Nuova città e nuovi giri...cambiare la mia vita.  A volte, non vedo alternative se non quella di eliminarmi. La soluzione definitiva e liberatoria. Ho rabbia repressa verso i famigliari e se penso che loro mi portano degli esempi circa il fatto che non hanno vissuto granchè i loro 20 anni, io provo davvero rabbia. Per il disagio vi sono le soluzioni, ma per il tempo perso, no. Mi consolo pensando che seppur potessi tornare indietro, il fatto di non piacermi, per via del mio carattere e dell'impotanza che io dò all'aspetto fisico, mi avrebbe condizionato in ogni caso. Probabilmente seguito da un esperto avrei affrontato tutto diversamente oppure no. Risposte che nessuno può darmi. A me piacerebbe sapere se ero predisposto a tutto questo oppure è il mio vissuto ad avermi influenzato tanto...
Ho alcuni isntomi che qualcuno elenca nel messaggio sopra...