non riesco a stare meglio

ciao a tutti,
quasi tre anni fa mi hanno diagnosticato un disturbo d'ansia generalizzata. non riuscivo a dormire mangiavo poco e quel poco lo vomitavo e allora mi sono rivolta a uno specialista. tra farmaci e psicoterapia tutto sembrava andare abbastanza bene fino a maggio di quest'anno. sarà una coincidenza ma avevo appena sospeso il farmaco. ho iniziato ad avere il terrore di fare il mio lavoro quindi sono tornata dal mio psichiatra più volte tra giugno e luglio ma lui sembrava abbastanza tranquillo e sosteneva che mi servisse solo un periodo di riposo. il periodo di riposo c'è stato ma non ha risolto niente. ho comunque accettato la borsa che mi aveva offerto la mia professoressa sperando che la cosa in qualche modo si autorisolvesse. ho provato a tenere duro e ad andare avanti da sola senza rivolgermi a nessuno perchè la ricaduta e l'atteggiamento del mio curante a giugno/luglio mi aveva fatto perdere fiducia. ma sono andata sempre peggiorando: dormivo malissimo, vomitavo e appena entravo in ospedale mi sentivo soffocare. a un certo punto ne ho parlato con una mia amica che mi avrebbe messa in contatto con una sua amica psichiatra di cui si fida molto. nel frattempo continuavo a peggiorare volevo lasciare il lavoro allora non sapendo che fare ho scritto al mio vecchio terapeuta che mi ha messo di nuovo in terapia farmacologica e a un certo punto mi ha prescritto 20 giorni di assenza dal lavoro. la mia professoressa è stata molto comprensiva ma immaginate la mia vergogna nel dirle la verità. sono tornata un po' a casa dei miei sperando che la cosa mi aiutasse ma passo le mie giornate a letto e penso in continuazione a come suicidarmi. sto elaborando dei metodi e sto pensando anche di procurarmi qualche farmaco in ospedale se e quando ci tornerò. noto solo peggioramenti nonostante abbia ricominciato la terapia da tre settimane. il mio dottore dice di avere pazienza altri dieci giorni. nel frattempo ho consultato la psichiatra che mi aveva consigliato la mia amica che sostiene che la terapia attuale è giusta mentre quella passata è stata sottodosata e troppo breve (io stessa da quello che avevo studiato ero convinta che fosse dosata bene e che due anni fossero sufficienti, secondo me invece è stata la psicoterapia a non essere stata fatta bene in parte per colpa mia in parte perchè la mia psicologa è andata in maternità e non sono stata affidata a qualcun altro). non so davvero cosa fare. se cambiare terapeuta, se aspettare, se lasciare l'ospedale per un bel po' rinunciando alla mia borsa. ho fatto tanti sacrifici per diventare medico e ora odio il fatto di avere una laurea in medicina, sto male persino se vedo un ospedale in un film

Ciao Livia
Intanto posso dirti che smettere le terapie di punto in bianco, si ha l'effetto rimbalzo, come lo chiamano, ma non è altro che una ricaduta
Per le terapie, meglio dire i farmaci fanno effetto dopo 3-4 settimane ( sempre calcolate sulla media delle persone ) ...pazzienta un po, come dice il tuo dottore, e dai tempo alla terapia di fare effetto
E poi non sei tenuta in caso di malattia, a spiegare a nessuno al lavoro di che malattia soffri
Dai....Livia sei un medico dovresti essere obbiettiva, valutare, cercare riscontri sia negativi sia positivi e agire in tal senso
Oppure devo dire, che è' proprio vero, come si dice, che i medici sono i peggiori pazienti ......    
Non buttare, una vita, una laurea, una carriera, una possibilità di autare il prossimo, senza aver lottato, senza parlare, che sei giovane con tempo, forza, e tutto da guadagnare nel vincere

La voglia di farla finita è solo un rifugio della nostra mente, quando pensiamo di aver perso tutte le forze per reagire o sopportare, quando vediamo i problemi aumentare e la forza  di andare avanti, diminuire, e non sappiamo piu cosa fare, o come eventualmente affrontare altri problemi, questo è normale capita a me e a tanti altri
Dai.....Livia sù con il morale !!!

la terapia farmacologica l'avevo scalata secondo le indicazioni del mio curante e mentre scalavo le cose sembravano andare bene...purtroppo alla mia prof ho dovuto portare un certificato scritto alla mia terapeuta perchè essendo una borsa non c'entra con l'inps e quindi non ho potuto portare un normale certificato del medico di base in cui non compare la diagnosi.
io credo che chi soffre di un disturbo come il mio non dovrebbe fare il medico :-(

Beh da una parte conta che le tempistiche delle cure farmacologiche sono soggettive. Se hai iniziato a stare di nuovo male poco dopo aver smesso i farmaci si vede che, nonostante l'apparenza, non avevi risolto ancora del tutto il che può accadere. Le tempistiche sono definite in base a standard statistici, ma non siamo tutti uguali quindi anche i tempi di dismissione che possono essere adeguati per la maggior parte dei pazienti possono non esserlo per te.
(fatto salvo il fatto che io non credo che i farmaci 'curino', al di là di episodi molto circoscritti e con cause ben definite, per cui secondo me senza un lavoro personale che crei delle basi solide, si è poi sempre un po' a rischio ricaduta. Ma è solo la mia idea alla luce della mia esperienza)

E per quanto riguarda la psicoterapia? Hai ripreso o il terapeuta è ancora in maternità?
Anche lì è un po' difficile stabilire se due anni siano sufficienti o meno. Sicuramente in due anni di terapia dovresti avere dei benefici, altrimenti la psicoterapia non ha evidentemente senso (anche prima di due anni mi pare evidente), però questo non significa che siano consolidati, o che si siano risolte le cause, che potrebbero anche essere molto dirompenti e ritornare dalla finestra anche se sei riuscita a farle uscire dalla porta.

Per quanto riguarda la professione, sinceramente non credo proprio. Adesso tu sei nel pieno del problema è vedi tutto nero. Sicuramente è pieno il mondo di medici che hanno sofferto (o soffrono) di disturbi dell'umore e ciononostante riescono a far bene il loro lavoro.
Poi sì, possono esserci periodi di particolare malessere, come possono esserci per qualsiasi altra malattia (uno psichiatra molto bravo che mi seguiva anni fa, purtroppo, si mise in mutuo per mesi per un problema cardiaco e tutto ciò su di me (e forse anche su altri pazienti, non so) ebbe ricadute anche pesanti), però vabbé. Siamo esseri umani.

Parli di prof....posso sapere prof. di cosa?
Perche un medico  ( e credo che tu come medico lo sai ) è tenuto al segreto professionale e non puo fare certificati con la prognosi da portare ad una persona che non sia medico, o peggio, che non sia tenuto al segreto medico, perche in questo caso violerebbe la tua privacy e il suo segreto medico, oltre che le leggi penali
Comunque ormai poco importa questo
Io credo che una malattia non possa compromettere una professione...specie quella medica, anzi, ne vedrai tanti di malati e chi meglio di uno che ci è gia passato per una cosa o per un'altra, sapra meglio aiutarli ? sia sul piano professionale, che sul piano umano ?
Forza Livia !!!

La prof di cui parlo è il mio capo. è che l'idea che un mio errore o la mancata conosceza di qualcosa possa far del male a qualcuno mi fa stare malissimo, immagina se mi viene un attacco d'ansia mentre mi trovo di fronte a un'urgenza

Per quanto riguarda la psicoterapia, il mio psichiatra non riteneva ne avessi più bisogno allora quando sembrava stessi bene, poi a fine ottobre mi sono decisa a iniziare una psicoterapia autonomamente quando ancora non pensavo di tornare da lui e aspettavo che la mia amica mi desse il contatto della psichiatra di cui mi aveva parlato, sinceramente sono tornata da lui per "disperazione", perché non reggevo più fisicamente ma non so se cambiare terapeuta e rivolgermi a questa psichiatra di cui mi ha parlato la mia amica che è specializzata in disturbi d'ansia e depressione e, cosa che non guasta per niente, lavora con il sistema sanitario nazionale.

per la mia esperienza però è abs frequente che gli psichiatri sottovalutino l'utilità della psicoterapia.

non è detto che sia il tuo caso, però io con l'approccio psichiatrico ho tamponato (e tamponare è stato fondamentale in ogni caso, perché altrimenti avrei pagato ben altre conseguenze) mentre solo con la psicoterapia ho avuto modi di affrontare (o iniziare ad affrontare per altri aspetti) certi aspetti strutturali dei miei problemi.

in ogni caso sono approcci diversi e non è strano che uno sottovaluti l'utilità dell'altro.

questa cosa è ridicola perchè le due cose dovrebbero andare insieme. questa psichiatra che mi ha consigliato la mia amica mi farebbe lei stessa la psicoterapia per quello nn so se passare in cura da lei. non mi va di vivere una vita di ricadute e riprese. la ripresa stavolta ancpra deve arrivare

liviadrusilla ha scritto:questa cosa è ridicola perché le due cose dovrebbero andare insieme. questa psichiatra che mi ha consigliato la mia amica mi farebbe lei stessa la psicoterapia per quello nn so se passare in cura da lei. non mi va di vivere una vita di ricadute e riprese. la ripresa stavolta ancora deve arrivare

apparentemente è ridicola ma il fatto è che spesso le due terapie sono in contrasto tra loro.
Il farmaco può essere fondamentale per controllare certe reazioni e limitare il malessere, facendo anche sì che le conseguenze non siano eccessive.
Al tempo stesso però può attutire le emozioni e rendere più complicata  l'emersione di certe problematiche che potrebbero essere portate in terapia.

Di conseguenza diventano due approcci che in determinati contesti sono complementari e in altri contrastanti, e a volte si può creare una sorta di idiosincrasia tra i due.
Inoltre né la medicina né tanto meno la psicologia sono scienze esatte, un sacco di fattori influenzano il decorso e la terapia, per cui a priori è impossibile dire come si dovrebbe fare.

In ogni caso io mi ero affidata prima a uno psichiatra, per qualche anno a psichiatra e psicoterapeuta separatamente, e ora solo a psicoterapeuta, e l'esperienza è nel complesso positiva, in ogni caso sicuramente mi ha dato dei risultati.
Quindi, il mio consiglio sarebbe quello di affidarti a due professionisti separati, più che altro per una questione di definizione e competenze e per poter essere tu di volta in volta a affidarti più o meno a un tipo di percorso.
Insomma, non credo spetti allo psichiatra dire se e quando iniziare o finire una psicoterapia, come non spetta allo psicologo definire come/quando devi prendere/dismettere dei farmaci. Sono ambiti diversi e lo scopo di entrambi dovrebbe essere che tu arrivi a decidere autonomamente se e di quale tipo di aiuto hai bisogno.

liviadrusilla ha scritto:La prof di cui parlo è il mio capo. è  che l'idea che un mio errore o la mancata conosceza di qualcosa possa far del male a qualcuno mi fa stare malissimo, immagina se mi viene un attacco d'ansia mentre mi trovo di fronte a un'urgenza

Capisco questo Livia... io intendevo una volta guarita
Perche da come parlavi mi sembrava che volessi mollare tutto
Adesso non sò come funziona, che contratto hai con l'ospedale, la borsa di qui parli, sei restata un po sul vago, ( e su questo non sono molto preparato ) ma credo che una strada ci sia per salvare capra e cavoli, tutelare il tuo lavoro e la possibilita di curarti, eventualmente puoi sentire se possono metterti temporanemente in un altro reparto, con meno responsabilità

Ciao Livia,
quando ero ragazzo anche io ho sofferto di depressione per molti anni, secondo me, dovresti affidarti a due figure distine: uno psichiatra e uno psicoterapeuta perchè sono specializzazioni diverse, i farmaci sono utili per bloccare l'avanzamento della depressione, metre la psicoterapia ti aiuta a rimuovere le cause. Anche io ho avuto spesso la tentazione di lasciar perdere, come se fosse tutto inutile, ma non era cosi, il problema sta nel fatto che la depressione fa vedere le cose in un modo diverso da quello che sono in realtà, e prutroppo le fa vedere in un modo negativo, bisogna convincersi che il nostro cervello ci sta mentendo e che ci fa vedere solo cose negative, bisogna credere fermamente nella possibilità di guarire anche quando sembra impossibile. Non si deve mai lasciarsi andare, questo è l'errore piu grave che tu possa fare. Affidati ai tuoi medici, cerca di instaurare con loro un rapporto di fiducia, parla con loro come se parlassi ad un amico e non nascondere niente. A volte i dottori sono un po come anestetizzati dal dolore delle persone che seguono, sono distaccati, perchè se cosi non fosse probabilmente starebbero male anche loro, se tu pensi che sottovalutino la tua condizione di sofferenza, non ti arrendere, insisti e fai capire loro quanto stai male. Devi avere la pazienza di sopportare il tuo dolore e continuare ad andare avanti.
Spero di esserti stato di aiuto.
Con affetto Julian

anch' io ti consiglio di trovare un modo per sospendere il tuo lavoro fino a che non starai meglio, anche se non so quale possa essere. Ti capisco perché anch'io svolgo un lavoro per fare il quale non si può essere depressi, ma che spesso è esso stesso causa di stress e depressione... e so anche come sia difficile presentare un certificato in cui è scritta una diagnosi. Peraltro è noto che le professioni mediche sono le più soggette a questi problemi, pertanto penso che il tuo capo, se persona sensibile, possa comprendere la situazione.

il mio capo mi ha imposto di rinunciare la borsa a causa del mio periodo di malattia. Inoltre, nella mail che mi ha mandato, mi ha consigliato, dato il mio problema, di non fare la pediatra....a volte mi stupisco di come queste persone possano definirsi medici....