Un saluto a tutti

Buongiorno,
dopo aver letto per un po' di tempo i post dei frequentatori del forum, mi sono deciso a registrarmi e a partecipare. Non sto qui a raccontarvi immediatamente la mia storia: magari lo farò piano piano. Inizio con un saluto affettuoso a tutti voi: non ci conosciamo e forse impareremo a farlo, ma so che qui ci sono persone che vivono male e soffrono. Proprio come me. La cosa ovviamente non mi consola, anzi... Per me il detto mal comune mezzo gaudio è privo di significato. E' brutto sapere che altri esseri umani condividono un destino analogo di solitudine e male. Almeno però c'è uno spazio, un angolo di mondo dove non sei costretto ad essere ipocrita e nascondere il tuo sgomento dietro un sorriso plastificato.
Ogni giorno fingo, vado avanti per inerzia mentre gli altri ti ignorano. E va avanti così da anni.
Vi rinnovo il mio saluto, con la promessa, se vi va, di dirvi qualcosa in più e di raccontarmi la mia storia che, ne sono certo, sarà simile a mille altre, simile alla vostra...

tonzula ha scritto:dopo aver letto per un po' di tempo i post dei frequentatori del forum, mi sono deciso a registrarmi e a partecipare. Non sto qui a raccontarvi immediatamente la mia storia: magari lo farò piano piano. Inizio con un saluto affettuoso a tutti voi: non ci conosciamo e forse impareremo a farlo, ma so che qui ci sono persone che vivono male e soffrono. Proprio come me. La cosa ovviamente non mi consola, anzi... Per me il detto mal comune mezzo gaudio è privo di significato. E' brutto sapere che altri esseri umani condividono un destino analogo di solitudine e male.

Bhe si però se un problema ce l'avessi solo tu, allora saresti solo e in terra inesplorata, magari non saresti spacciato ma comunque te la vedresti molto più brutta, mentre se un problema ce l'hanno in tanti, o magari la maggioranza o tutti allora una soluzione la si troverà per forza, un po' uno un po' l'altro ;-)

tonzula ha scritto:Almeno però c'è uno spazio, un angolo di mondo dove non sei costretto ad essere ipocrita e nascondere il tuo sgomento dietro un sorriso plastificato.
Ogni giorno fingo, vado avanti per inerzia mentre gli altri ti ignorano. E va avanti così da anni.

A parte il fatto che, quando mi capita di subire la maleducazione, la prepotenza, la stupidità e la pigrizia degli altri, mi concedo di godere al pensiero che, compiuto il misfatto, magari questi tornino infelici alle loro misere vite a soffrire... mi dico, non serve che qualcuno li punisca, si puniscono da soli, saranno loro stessi la loro punizione... quello che fai ti ritorna... comunque...

Io da un po' di tempo ho un pensiero che sfioro ma non riesco a elaborare completamente...
Mi è capitato in passato di uscire da solo, a volte perché mi ero scocciato degli amici e volevo uscire per i fatti miei, magari con la speranza di conoscere nuove persone, altre volte per smaltire collera o comunque malumore. Durante queste uscite a me dava davvero fastidio vedere gente che stava bene, rideva e se la godeva letteralmente alla faccia mia. Infatti poi ho smesso di fare questo tipo di serate.
Comunque, il pensiero, l'ipotesi, è che se una accanto all'altra ci sono una persona che se la gode e un'altra che soffre, ne consegue automaticamente che la prima stia commettendo un atto di violenza rispetto alla seconda, questo perché la prima, invece di coinvolgere la seconda, si può permettere, stante le attuali norme sociali, di ignorarla, e anzi magari di snobbarla e di usarla per sentirsi ancora più privilegiata e godere di più.

So che questo modo di pensare, forse antisociale, non mi porterà niente di buono, ma sto iniziando a pensare che devo dare spazio di espressione anche a "Mr. Hyde" ogni tanto, se voglio poter disporre di pazienza, tolleranza e compassione nei momenti appropriati... e poi, secondo me è più sano riconoscere la malvagità negli altri e imparare ad amarli nonostante questa, piuttosto che far finta di non vedere e non capire.

tonzula ha scritto:Vi rinnovo il mio saluto, con la promessa, se vi va, di dirvi qualcosa in più e di raccontarmi la mia storia che, ne sono certo, sarà simile a mille altre, simile alla vostra...

Ciao, grazie per gli spunti, se hai voglia di raccontare la tua storia io quantomeno la leggerò, però se scrivi devi farlo per te, perché è una tua voglia, non devi farlo per gli altri ;-)

mmm ha scritto:
Comunque, il pensiero, l'ipotesi, è che se una accanto all'altra ci sono una persona che se la gode e un'altra che soffre, ne consegue automaticamente che la prima stia commettendo un atto di violenza rispetto alla seconda, questo perché la prima, invece di coinvolgere la seconda, si può permettere, stante le attuali norme sociali, di ignorarla, e anzi magari di snobbarla e di usarla per sentirsi ancora più privilegiata e godere di più.

Ma forse non è che la persona che soffre (almeno depresso) semplicemente non ha la forza e la volontà di farsi coinvolgere?

Una visione un pelo meno manichea, magari permette di prendere tutta sta rabbia, e convertirla in qualcosa di costruttivo no? Tanto anche se fosse che il mondo è pieno di egoisti, cattivi, che si godono il privilegio di star meglio ecc. ecc., una volta che ti arrabbi? Cambi te stesso e diventi più felice? No, diventi più inca**o. Cambi il mondo e diventano meno felici gli altri? No, tanto abbiam detto che son egoisti e cattivi, quindi che gli frega che te ti arrabbi?

Non sarebbe meglio usare tutta st'energia per fare altro? La rabbia è faticosa e stancante.

Ale

merla ha scritto:

mmm ha scritto:
Comunque, il pensiero, l'ipotesi, è che se una accanto all'altra ci sono una persona che se la gode e un'altra che soffre, ne consegue automaticamente che la prima stia commettendo un atto di violenza rispetto alla seconda, questo perché la prima, invece di coinvolgere la seconda, si può permettere, stante le attuali norme sociali, di ignorarla, e anzi magari di snobbarla e di usarla per sentirsi ancora più privilegiata e godere di più.

Ma forse non è che la persona che soffre (almeno depresso) semplicemente non ha la forza e la volontà di farsi coinvolgere?

...questo passaggio non mi convince... a parte che tende a colpevolizzare la vittima, secondo me chi sta bene è in posizione di vantaggio e può fare il gesto iniziale, o quantomeno può mostrarsi accogliente...

merla ha scritto:Una visione un pelo meno manichea, magari permette di prendere tutta sta rabbia, e convertirla in qualcosa di costruttivo no? Tanto anche se fosse che il mondo è pieno di egoisti, cattivi, che si godono il privilegio di star meglio ecc. ecc., una volta che ti arrabbi? Cambi te stesso e diventi più felice? No, diventi più inca**o. Cambi il mondo e diventano meno felici gli altri? No, tanto abbiam detto che son egoisti e cattivi, quindi che gli frega che te ti arrabbi?

Non sarebbe meglio usare tutta st'energia per fare altro? La rabbia è faticosa e stancante.

Ale

OK, e io lo faccio, però poi mi rimane sempre in bocca l'amaro della desolazione.

Che poi non è vero che sono solo al mondo, vivo con due genitori e un fratello, anche se siamo quasi sempre in stanze diverse, ho un paio di amici che, pur meditando costantemente di abbandonare, inevitabilmente vedo settimanalmente, per giocare e per uscire, ho dei colleghi con cui trascorro piacevolmente le pause e con cui esco pure fuori da lavoro sporadicamente.

Però a me queste persone sembrano dei compagni di pena, la alleviano un po' ma non cambiano la questione.

Forse mi sono espressa male...non avevo l'intenzione di colpevolizzare nessuno. Era (ed è) solo una mia considerazione opportunistica su quanto sia conveniente ragionare in termini di "il mondo è cattivo e non ci capisce".

Anche se il mondo fosse cattivo e insensibile, non ci si può fare assolutamente nulla. Ora, siccome il mondo non è bianco o nero, è improbabile che gli altri siano sempre non disponibili, come è improbabile che sia sempre il depresso a non riuscire a farsi ascoltare. Probabilmente è un mix di entrambi i fattori.

Insomma, faccio un discorso di media, per cui se nessuno mi ascolta o si dimostra disponile nei miei confronti, l'errore (non la colpa) potrebbe anche essere mio: potrei non farcela, potrei non riuscire a esprimere il mio disagio, potrei avere scelto male gli amici/chi mi sta a fianco ecc. ecc.

Se invece qualcuno mi considera e qualcuno no, allora forse non è tanto un problema mio, quanto un problema di chi non mi considera. E allora magari, a seconda delle situazioni, vale anche la pena di fare una cernita.

L'unica cosa di cui sono convinta è che l'accumulare rancore non porti a niente: tanto vale riconsiderare il proprio modo di porsi (se uno ci riesce in quel particolare momento) se e quando ne vale la pena, oppure volgersi verso altri lidi, dove trovare persone più accoglienti.

Io vorrei dire una cosa...

Nessuna storia è uguale a quella di un altro.



Siamo tutti diversi, unici, particolari.

E penso: sarà bello ascoltare...

E' bello conoscere il mondo, credo, per questo...

Perché non incontreremo mai due fogli, due fiori, due alberi, due persone... uguali.