Dove sono finito? Fatemi luce...

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Messaggio  nessuno Ven Gen 08, 2010 2:54 pm

Bella storia quella del telefono. Mi ricordi un documentario che ho visto ieri su Discovery dove una ragazza, nel momento in cui provava emozioni, riusciva a rompere inavvertitamente gli apparecchi elettrici intorno a lei. Strano ma vero. Comunque vedrò... vivo non alla giornata ma al secondo, sforzandomi in tutto. Forse un giorno troverò la forza di fare qualcosa, forse mi arrenderò, forse forse forse... Per adesso non posso fare altro che cercare di cacciare i brutti pensieri e mantenere, con sforzo, un certo equilibrio mentale. Per il resto, sono in balia delle onde. Spero solo che tutto vada meglio di come m'aspetto che vada, che riesca a vivere decentemente, in un modo o nell'altro.

anthea: io vivo con i miei, si. Non ho un ruolo ben preciso... diciamo che sono il figlio che sta a casa e che frequenta scuola... non faccio nulla per me... se stassi meglio sicuramente mi darei da fare, avrei molto probabilmente la forza di avere delle buone soddisfazioni a scuola o cercare d'interessarmi a qualcosa in maniera approfondita... Ogni tanto però a richiesta do una mano in casa, ma non spesso.

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Dove sono finito? Fatemi luce... - Pagina 2 Empty la terapia del "fare"

Messaggio  anthea Ven Gen 08, 2010 10:25 pm

La mia domanda non era per giudicare il tuo comportamento, quanto piuttosto un sondare le tue abitudini di vita che tralasci di descrivere.
Cioè dici che stai male, ma non spieghi che impatto somatico ha su di te questa fase depressiva.
Mangi? Dormi? Hai crisi d'ansia? Ti lavi? Esci di casa? Sei facilmente irritabile? ecc..

Queste cose sono importanti per capire quale e quanto effetto ha su di te la malattia, e di cosa hai bisogno per combatterla.
Da come ti sei descritto mentalmente, ho dedotto che sei un tipo piuttosto cerebrale e ho voluto capire se sei poco "manuale"... mi pare quasi che tu sia figlio unico o forse l'unico rimasto in casa (ma questa è una pura intuizione che non trova riscontro in nulla).

Una cosa che mi ha aiutato molto in ogni fase depressiva, è stato quello di dedicare quanto più tempo potevo a questioni pratiche, che mi impedissero di rimanere passiva tutto il giorno.
Le prime volte, quando stavo male e non mangiavo, fare qualsiasi cosa mi richiedeva uno sforzo tremendo; ma poi mi accorgevo che, se all'inizio la cosa mi pareva deleteria, in realtà il dovermi trascinare per forza in piedi mi costringeva anche a tirar fuori risorse che non credevo di possedere e mi distraeva dalla mia sofferenza.
Magari ti sembrerà una banalità, però tentar non nuoce e, visto che studiare quando si è depressi è molto difficile, potresti darti da fare in maniera diversa.
Pulendo, cucinando, ecc..

Ti consiglio poi di leggere i post di Alfredo sul suo modo personale di combattere la depressione, dato che mi par di capire che non hai intenzione per il momento di rivolgerti ad un professionista.
Lui ha fatto un percorso personale con pubblicazioni e studi che potrebbero in ogni caso darti una mano a reagire o quantomeno ad iniziare a comprendere te stesso e i meccanismi personali della tua depressione.
Ti rimando al link per evitare di riempire il forum sempre con le stesse affermazioni (spero che Alfredo non mi chieda i copyright Twisted Evil ):

https://depressione.forumattivo.com/forum-principale-f1/alcune-riflessioni-per-un-autoterapia-psicologica-t52.htm

Un saluto affettuoso.
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Messaggio  canterel II Sab Gen 09, 2010 11:00 am

nessuno ha scritto:merla, io sono troppo una persona complicata. Troppo. Ho sempre pensato e riflettuto su tutto, cercando una spiegazione a tutto, arrovelandomi su tutto. (...) Sono cambiato col passare del tempo per questo mio incessante pensare e ripensare, il mio essere fatalista, assolutista, ma sono fatto così e non posso farci nulla. (...) Tutto ciò che osservavo da pessimista, è divenuto il mio inferno. Inutile e sperare di farselo piacere, di farselo andare bene, d'accettarlo. Non lo accetterò mai, è questa la verità. (...) Stasera parlavo di Giustizia assoluta con un mio amico evangelico. Io gli facevo notare, parlando della giustizia di Dio, che la vita è sempre difficile, ma per alcuni lo è di più. Che mi ha risposto? Questo è un fatto che riguarda te e Dio, non te e gli altri. Risposta che mi sarei dato da solo, nessuna sorpresa, ma l'avere ragione non m'ha fatto stare bene, in quanto io sia realista. D'altro canto, lui pensa che tutti abbiano una possibilità di redenzione in vita, di cambiamento, ma io no. (...)
(...) Vedi, il mio non è un problema di timidezza e di sensibilità. Io sono sensibilissimo e sono anche timido e continuo (anche se molto meno) tutt'ora ad esserlo.
(...)
Una parentesi: Sono un tipo concettualista: ad esempio, il mio concetto di perfezione sono la Libertà e l'Amore messi assieme su di un'unico piano, uno che completa l'altro negli aspetti positivi annullando quelli negativi. La sofferenza in questo concetto non esiste, ne tanto meno a prescindere costrizione. Sogno costantemente un concetto simile e al sol pensarci, spero che questo sia il nostro Paradiso, Eterno ed Infinito, una volta passati a miglior vita.

tre osservazioni:
fatalista, assolutista, pessimista, realista, concettualista, etc.
si direbbe che l'attività di riflessione e i pensieri a cui ti applichi costantemente ti servono in prima istanza per riportare una qualche caratteristica alla tua definizione di te stesso. sembrerebbe, così, a leggere i tuoi messaggi, che il movimento del tuo pensiero tende ad essere un movimento di sponda, un rimbalzo. dirigere il pensiero verso i problemi e gli aspetti critici della realtà, per ottenere un rimbalzo che riporta il pensiero verso di te.
1) indirizzo il mio pensiero verso un problema;
2) il problema risulta irrisolvibile e il mio pensiero ratifica questa impressione con una qualche generalizzazione ("non accetterò mai che..", "certamente è così", "mi è sempre accaduto questo", etc);
3) il mio pensiero torna come un boomerang in posizione autocontemplativa. anziché un' ipotesi per risolvere una situazione, la generalizzazione che ho prodotto può diventare una caratteristica che ispessisce e articola la mia autotematizzazione e la mia identità. uso segnaletico e descrittivo della speculazione vs uso strumentale.

lui pensa che tutti abbiano una possibilità di redenzione in vita, di cambiamento, ma io no.
conosci il giansenismo?
http://it.wikipedia.org/wiki/Giansenismo
giansenisti famosi:
blaise pascal,
jean racine,
alessandro manzoni (per un certo periodo, specie scrivendo le tragedie)

Sono un tipo concettualista
il concetto ha sempre una referenza reale e un valore generale. quelle che enunci sopra, per il loro carattere evidentemente metafisico, che tu stesso riporti all'oltranza di un aldilà paradisiaco e divino, mi sembrano più idee platoniche che concetti.
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https://www.youtube.com/watch?v=RIOiwg2iHio

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Dove sono finito? Fatemi luce... - Pagina 2 Empty informarsi e leggere

Messaggio  altalena Ven Gen 15, 2010 12:35 am

Ciao a tutti indistintamente. Sono nuovo del forum ma non certo della depressione. Il mio curriculum: ho 48 anni, e soffro di depressione bipolare probabilmente da quando avevo 6 anni. Inutile tirarla per le lunghe, il mio é un'altro posto a sedere sul lungo bus dei depressi con destinazione INFERNO. Ho letto i vostri commenti e suggerimenti. Non penso assolutamente di aver inventato l'acqua calda dicendovi che la lettura di un libro speciale e specializzato su questo argomento mi ha aiutato a capire, capire soprattutto di cosa soffro, cosa mai avro' fatto di male e come posso curarmi. Il libro é E LIBERACI DAL MALE OSCURO di Serena Zoli. Un'ottimo "dialogo" tra paziente e medico, scritto in maniera semplice. Ve lo consiglio vivamente.
Sto per andare a nanna, percio' ora é il momento del sonnifero (sigh...) ma spero di leggere presto i vostri commenti. Un'abbraccio fraterno (ormai é noto che solo NOI capiamo la faccenda, come fossimo fratelli... I love you

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Messaggio  nessuno Ven Gen 15, 2010 1:56 am

caro altalena, hai perfettamente ragione. solo chi c'è dentro capisce e considera chi, a suo pari o meglio, è depresso. soffriamo tutti maledettamente e non si sa per quale ragione... se lo raccontassi a qualcuno che non l'ha mai conosciuta, sicuramente non ci crederebbe... grazie personalmente del consiglio. penso prenderò un libro basato su questo male qua che mi caratterizza da un bel pezzo ormai.

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Messaggio  suggestione Ven Gen 15, 2010 8:23 am

Ciao Altalena, oramai sei un veterano dei trattamenti farmacologici e psicoterapeutici immagino, e cosa hai tratto dalla tua esperienza?

Grazie!!!!

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Dove sono finito? Fatemi luce... - Pagina 2 Empty la mia esperienza....

Messaggio  altalena Ven Gen 15, 2010 3:31 pm

Ciao a tutti. Rispondo a Nessuno e a Suggestione. Anzitutto non credo che qualsiasi libro che parli di depressione sia adatto. Ne ho letti parecchi e, secondo la mia esperienza, devo dire che quello di Serena Zoli (e liberaci dal male oscuro) é per me la vera "Bibbia delle malattie mentali"; cioé é la base per partire per poi informarsi di nuovo, via Internet, tramite i forum e gli altri libri. Ma questo libro, in particolare, mi é stato molto utile per capire e per avviarmi verso la conoscenza della malattia che mi aveva colpito. Non guadagno assolutamente nulla a consigliarlo, credetemi. Ne ho regalato diverse copie ad amici e parenti. Non c'é di meglio (per l'inizio) a tal proposito.
Durante la lettura mi sono ritrovato, mi ha colpito il modo semplice con la quale gli autori descrivevano i vari disturbi. Poi ho iniziato finalmente a capire, a capire cos'avevo... non era il mio carattere, o forse la malattia me lo aveva plasmato in qualche modo, chissà... In tutti i casi non ERA COLPA MIA se dovevo soffrire di una malattia che non mi ero certamente cercato. Dunque, questo libro mi ha finalmente aperto gli occhi e mi ha lentamente fatto accettare questa...bestia nera. Il problema piu' grosso (e qui rispondo a Suggestione) é, ancora oggi, l'incomprensione altrui. A parte delle eccezzioni, sia in famiglia che nelle amicizie piu' strette, son tutti convinti che la depressione NON é una malattia, ma una specie di capriccio...
Come se il cervello non abbia il diritto di ammalarsi, come ogni altra parte del nostro corpo.... Ma di depressione si puo' anche morire, allora poi dicono che non eri effettivamente sano...Ti puoi rompere una gamba, avere il diabete, avere il tumore, ecc...; ma una malattia mentale NO, questo non é accettato dagli altri. A meno che...lo vivano su di loro. Ecco che allora ti vengono a rivelare che ora si che ti capiscono quando stavi male... Per quel che riguarda la mia esperienza, ho passato un po' di tutto. Ho dovuto cessare col lavoro, ho fatto un ricovero in ospedale psichiatrico durante una forte crisi maniacale, ho preso un sacco di medicinali, ma non ho ancora fatto l'analisi da uno psicologo.
E cosa devo poi analizzare ? Comunque iniziero' presto anche questo, non si sa mai...
Il mio medico attuale, ne ho cambiati parecchi, é una persona d'oro. Disponibile e comprensivo. Di un'umanità invidiabile. E' cio' che mi serve. Ma soprattutto é un medico che mi prescrive i medicamenti che mi servono. Per tornare al ricovero all'ospedale, mi ci volle proprio. Ero proprio fuori...ma ragionavo, mi rendevo conto di cio' che facevo e dicevo e, dunque, la pazzia non era quella! Pero' dovevo farmi curare intensamente. Entrai a piedi ed uscii dopo 5 settimane su un cavallo dorato.... Certo che la vita del bipolare non é proprio il massimo. Sempre con questi cambiamenti d'umore, a volte improvvisi... il desiderio ossessivo di farla finita, il progetto del funerale, del proprio funerale...che festa! Finalmente libero...! La mattina di solito sto di m..., poi la sera, di solito, eccomi a star un po' meglio e a volte mi ritrovo a far il giullare, il giullare del Castello... Poi la notte, se non avessi il sonnifero, girovagherei per la città come un'ebete... Io non ho ancora trovato la guarigione. Probabilmente non la trovero' mai. Per il momento é già tanto poter trovare un po' di equilibrio, un compromesso. Avrei ancora tanto da scrivere, ma per il momento credo che basta. Termino dicendovi che ho scoperto l'ereditarietà di questa malattia, e non me ne accorgevo...stavano tutti depressi i miei parenti stretti... e io che non capivo...
Un caro saluto a tutti. ciao e a presto. (forza e coraggio...)

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Messaggio  nessuno Sab Gen 16, 2010 2:10 am

Hai ragione, perfettamente ragione: non è colpa nostra questa malattia, questo tormento, questo male che ci atterra, che ci manda in un altra dimensione di sofferenze... distorce la realtà e la nostra persona, le nostre capacità cognitive e ci uccide a fuoco lento, mentre cerchiamo una soluzione, anche la più estrema, di porle fine e star liberi... so che sembra una frase fatta e che non servirà a molto, ma, anche se la vita non ha senso, penso sia più necessario dar retta a quella parte di noi che ci propone di sopravvivere, anche se in certi momenti la lucidità manca di molto... Se leggi i miei post precedenti, potrai vedere parte di come mi sento...
Dovrei andare presto da un neurologo sperando bene... Al momento mi sento in grado di combattere, ma so che ricadrò non appena "qualcosa" cambia... periodo, eventi particolari... tutto infrange questo fragile equilibrio che in questi ultimissimi giorni mi sono creato. E' un vero schifo, lo so, ma è ciò che è, ovvero la vita. Se vita è sofferenza, avremo sofferenza... Le malattie esistono comunque, dobbiamo mettere chiaro questo concetto dentro la nostra testa e convincerci che ciò che proviamo è solo una malattia, come tantissime altre. Io ho scoperto, scavando dentro me e ascoltando altri nei vari forum, che non sono il solo ad avere certi sintomi, pensieri, fisse... Il tuo comunque, altalena, sarà a maggior ragione una malattia che penso non dovuta molto probabilmente ad eventi particolari... A maggior ragione la tua è una malattia che va affrontata. So quant'è difficile...

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Messaggio  virginia Ven Gen 22, 2010 8:54 pm

Ciao nessuno,
sono una ragazza di 28 anni e come te ho vissuto il buio di questa malattia che ti colpisce senza rendertene conto.
A me è successo proprio così, vivevo un malessere che giorno dopo giorno diventava sempre più lacerante fino a spegnermi, a non sorridere più, a perdermi perchè non sapevo più cosa fossi, chi fossi.
Ad un certo punto il semplice uscire per diletto era diventata una sofferenza che implicava la "complicata" scelta dell'abito da mettere e del trucco migliore..assurdo..
L'unico posto dove stavo "bene" era il mio letto, il mio nido, dove potevo restare a lungo inerme a vegetare. Avevo spento il cervello, guardavo la tv, ma il mio sguardo era assente, ero fragile, insicura, sottopeso, il cuore duoleva e sentivo sempre un gran freddo.
Era difficile vivere, ma io non me ne accorgevo, sentivo il male, guardavo il mio corpo deperire ma mi dicevo "passerà, è solo un periodo, come ce ne sono stati altri..", ed invece non passava, ogni giorno era peggio di quello precedente. Le persone che mi circondavano erano preoccupate per me, vedevo in loro lo sguardo spaventato, nei loro occhi intravedevo la paura di quello che mi stava succedendo.
Nessuno sapeva più come prendermi, come svegliarmi da quel lungo torpore.
Un giorno un'amica mi ha preso in disparte ed ha affrontato il discorso senza mezze misure, per fu come una doccia fredda: avevo preso coscienza di come mi ero ridotta solo in quell'istante, mi sembrava i aver preso 100 sberle in viso..avevo bisogno d'aiuto.
A febbraio saranno 4 anni del mio percorso terapeutico.
Ho avuto un forte crisi depressiva che mi ha fatto venire la voglia di morire, ho affrotnato il mio dramma personale intraprendendo un percorso di "rinascita" seguita da una specialista.
Ricordo nitidamente che non riuscivo a vedere la luce dopo il tunnel perchè quel tunnel era molto lungo e dovevo fare un bel po' di strada prima di riuscire a vedere il bagliore del sole.
Ora vedo il sole. Certo, ci sono ancora delle nubi, spesso sono molto nere, cariche di pioggia, ma vedo il sole e questo è ciò che conta.
Ho paura di ricascarci, mi sento ancora fragile, ma so che sono uscita dal buio.
E' stato molto, ma molto difficile, non lo nego, vorresti subito dei risultati, ma quest'ultimi possono arrivare solo con il tempo, vorresti delle risposte a tutte le tue domande, ma queste spesso non ci sono, hai paura, e pensi di non essere capito da nessuno..è difficile, ma non impossibile.
Ora vivo la mia vita, convivo, ho 2 cani, molti amici.. insomma, ho una vita normale anche se so che ho ancora del cammino da fare prima di trovare il mio vero equilibrio, prima di stare veramente bene, ma ora vivo e non sopravvivo e questa è una grande conquista.
Siamo tutti diversi ed ognuno ha delle reazioni diverse quindi anche i percorsi personali sono diversi, la mia è solo una storia che ho voluto raccontare.
Se stai male... rivolgiti ad uno specialista, fatti aiutare, hai bisogno di aiuto.. questo è il mio unico consiglio...


Virginia

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Messaggio  nessuno Lun Feb 01, 2010 2:55 am

Grazie mille virginia. Ho appena cominciato una terapia... spero vada tutto per il meglio. Credimi, anch'io ho meditato sulla morte, sul voler morire e anche seriamente.. solo che non ho mai fatto nulla di concreto perchè so che questo si riperquoterebbe su di me... meglio usare tale pensiero come gesto veramente estremo e stringere i denti andando avanti, anche se è molto dura, molto amara la situazione e la condizione precaria in cui ci troviamo NOI, che soffriamo di questo male, chi in un modo chi in un altro, chi per una cosa chi per un'altra... C'est la vie

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