Buonasera a tutti

@ julian
non vorrei inerpicarmi in sociologismi pericolosi,
ma devo precisare che quando faccio riferimento alla nostra generazione, per rispondere a quelli che parlano con sufficienza delle amicizie speciali, non mi riferisco a una cultura oggettivata in argomento di conversazione, in una cosa cioè alla quale scegliamo di aderire, o no, per convenzione. parlo piuttosto di quegli aspetti socio-economici che spesso informano parte della nostra vita, in modo quasi automatico. i trentenni di oggi sono diversi da com'erano i loro genitori alla stessa età. non è una questione di moda o di costume, ma di temperie storica (che se mai produce anche mode e costumi conseguenti). mia madre a ventotto anni non si sognava di vivere un po' a barcellona. era già da tempo ancorata (e come lei tanti piccolo-borghesi) a una solida prospettiva di lavoro fisso e maternità. per dire, si era sposata a ridosso del diploma, con il figlio degli inquilini del piano di sopra. all'epoca spesso aveva più senso fidanzarsi e sposarsi, era un passaggio abbastanza agevole all'indipendenza. i trentenni di oggi sono di solito più flessibili e meno strutturati, che piaccia loro o meno. spesso, per scelta o per necessità, si stanno ancora barcamenando tra diversi possibili progetti per quando saranno grandi. con buona pace dei paladini del crocione e del familidey, il modo in cui la società è strutturata cambia nel tempo anche il modo in cui si definiscono le forme di amicizia e di parentela. ecco le alternative al coniugio tradizionale. ecco, fra l'altro, anche le amicizie speciali . la struttura sociale non modifica magari gli stati d'animo fondamentali, i sentimenti. ma cambia l'ethos, cioè il modo in cui i sentimenti possono esprimersi.

Merla, a dire il vero nelle cose senza pensarci mi ci butto ora.

Ho cercato di immaginarmi mentre sfilavo con il crocione ed il rosario in mano…
Ma mi ci vedo di più a sbafar gnocco fritto con salumi misti e un bel bicchiere di lambrusco frizzante!

Effettivamente il mio retaggio agreste, con una infanzia passata accanto a nonni e bisnonna, mi rende ancorata a valori magari oramai obsoleti per i più. Sinceramente non me ne lamento.

Oggigiorno va di moda cambiare il nome delle cose per renderle più moderne; così i bidelli sono il “Personale ATA”, i netturbini sono “Operatori ecologici”, i becchini magari saranno “Facilitatori del trapasso”….
In fondo le cose essenziali rimangono e così i nostri bisogni primari.

Quando la definizione d’amicizia o di rapporto calza a tutti gli interessati, penso sia ininfluente il nome che le si dà. Il problema sorge quando la stessa viene usata come scappatoia da uno dei due, come spesso avviene.

La mia filippica verbale voleva essere solamente uno sprone a passare oltre e se Julian si è fatto una risata sono felice. Vuol dire che ha capito che volevo solamente tirarlo su….

Dai Julian che ci andiamo a mangiare una bella pizza “speciale”!!!

Tranquilli, se non avessi voluto aprirmi ed espormi in prima persona non mi sarei iscritto. La realtà è che ho sentito il forte bisogno di comunicare con chi magari "sa di cosa sto parlando" e mi può capire. Con chi deve sopportare ogni giorno con quel malessere con il quale devo convivere anche io. Le critiche ci stanno e vanno accettate, soprattutto nel caso di un debole come me che non riesce più ad uscire da questa ragnatela.
Cantarel il tuo post sulla generazione dei trentenni rispecchia alla perfezione quello che sono i nostri giorni. Non volevo mettere in dubbio quello che hai scritto, volevo soltanto dire che fatico a riconoscermi nei miei coetanei. Non lo so io ho l'impressione di dare importanza a valori diversi. Man mano che passavano gli anni ho provato sempre più distacco. Da una decina d'anni ormai mi sembra che viaggiamo su due binari separati. A volte mi sembra di essere fuori dal mondo, mi sento un pesce fuor d'acqua mentre mi trovo con altre persone.
Sicuramente in tutto questo quello che sbaglia sono io, anche con lei ho sbagliato.
Ci sono momenti davvero difficili che passano durante il giorno e la consapevolezza di avere comunque la coscenza a posto e di esserti comportato in modo corretto anzichè darti uno spunto di ribellione contribuisce soltanto ad aumentare le tue paure e a continuare a ricercare spiegazioni che non potrai mai avere.
Mi sento tremendamente solo. Sto cercando di far passare il tempo. I giorni e le notti ultimamente è come se non esistessero più... è un flusso continuo che va avanti. Mi domando per chi sto facendo tutto quello che cerco di fare nella vita. Non per me, a me non importa.
Non mi sento più "Vivo" adesso e non arriverà il suo abbraccio, nessun abbraccio, a ridare un senso alla mia esistenza.

anthea ha scritto:Ho cercato di immaginarmi mentre sfilavo con il crocione ed il rosario in mano…
Ma mi ci vedo di più a sbafar gnocco fritto con salumi misti e un bel bicchiere di lambrusco frizzante!

me ne compiaccio, anthea.
del resto non era mia intenzione accostare le tue parole o quelle di suggestione alle posizioni dei teocon. né esplicitamente, né indirettamente. ho solo compresso il più possibile una digressione che mi stava a cuore, riferendomi all'inizio dell'intervento alle vostre critiche all'evoluzione dei rapporti affettivi (che hanno innescato la mia reply) e invece, alla fine, al vistoso e incongruente fenomeno dei teoconi da piazza. due soggetti distinti, credi (suggestione poi semina anche link a video anticlericali, non mi sognerei mai...).
tra le vostre parole e la posizione dei teoconi ci sono al massimo incidentali contiguità di metodo (criticare il costume prescindendo dalla struttura che lo produce), ma non vedo nessun'altra affinità. i teoconi non potrebbero ammettere nel discorso nessuna categoria utile a snudare la genealogia storica dei valori e dei costumi, perché anche quando sembrano fare critica, in realtà stanno producendo ideologia turgida.
poi so bene di aver fatto fare al thread un salto di scala, forse scorretto (e l'avevo detto di non volermi inerpicare troppo in questa digressione) traslando il problema dai termini della morale personale a quelli più generali e deterministici cui ho fatto cenno. voleva essere una parentesi, atta giusto a frizionare un po' le conclusioni che si stavano tirando. parentesi chiusa.

Vebbè, volevo solo partecipare alla discussione senza sforzarmi troppo nelle riflessioni, anche perchè il mio attuale stato mentale non me lo consente.

Probabilmente con il passare degli anni si cerca di ottimizzare il più posibile ogni momento della vita, semplificandolo, quindi la sintesi diventa necessità e il tempo diventa prezioso.
Ogni età ha le sue caratteristiche con gli annessi problemi da risolvere e senza scendere in analisi approfondite, anche perchè attualmente sono out, concludo con una celebre frase:



Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.