non so chi sono,ho smarrito il vero me

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Messaggio  ian cura Gio Apr 20, 2017 12:35 am

Ciao a tutti !
sono nuovo su questo forum.
Ho preso l'iniziativa di iscrivermi per poter dare sfogo e libera voce a ciò che più mi opprime e per confrontarmi con chi magari vive nel quotidiano situazioni simili alle mie.
Ho 25 anni e 6/7 anni fa ho incontrato il male di vivere che da quel momento in poi non mi ha più abbandonato!
Ho iniziato una cura psicoterapeutica tardi rispetto al manifestarsi dei primi segni di squilibrio dell'umore e insieme ad essa ho integrato una cura farmacologica che sto continuando a differenza della psicoterapia che ho interrotto.
Vorrei parlarvi di come ogni momento della mia vita sia deformato dal mio modo incondizionato e distorto di concepire la mia presenza all'interno di questo mondo e del mio continuo vivere in relazione ai paragoni che creo tra me e le altre persone.
Ho sempre creduto e ritenuto di essere una persone con buone capacità intellettive,brillante a detta di molti e capace di giungere a conclusioni per via di profondi ragionamenti.
Ad un certo punto la vita mi pose davanti un boccone molto amaro da digerire;forte del mio buon rendere in qualsiasi campo in cui mi applicavo ho bene o male sempre avuto consapevolezza del mio potenziale ,ma agli albori del mio malessere iniziai a distinguere persone a me vicine che riuscivano implacabili a giungere a buoni risultati in ciò che facevano.
Da quel momento il paragone tra me e queste persone fece breccia violentemente nella mia psiche risucchiando lentamente tutte quelle che fino ad allora ritenevo fossero le peculiarità sopracitate che mi distinguevano.
Iniziò un vortice che mi fece precipitare vertiginosamente in una condizione in cui io non esistevo più: non pensavo più a me stesso, alle mie capacità e alle mie qualità e ogni successo altrui diventava una tremenda sconfitta per me!
Mi sentivo insulso perchè a causa di questa mia guerra interiore non riuscivo a far fruttare le mie buone doti,ogni piccolo passo che a fatica riuscivo a compiere in avanti veniva totalmente vanificato dall'agguato del confronto con tutto ciò che mi circondava! mi sentivo sottostimato e poco considerato da tutti .
Rarissime volte mi sono stati fatti complimenti per il mio lavoro che io stesso riconoscevo essere ben svolto,invece troppo spesso sentivo zampillare esternazioni di ammirazione e stupore per il lavoro svolto da parte di persone che non erano me.
ogni singolo apprezzamento fatto ad altri era una pugnalata!
Questo è ciò che ha fatto germogliare e fiorire in me la profonda paranoia di risultare inferiore.
Dopo anni di perpetuo dolorosissimo rimuginare  il colpo di grazia mi è stato inferto dall'incontro con una persona con la quale ho potuto constatare,tramite il confronto, quanto questa overdose di pensieri mi abbia ridotto ad un individuo incapace di provare reale piacere per ogni cosa,distratta,senza memoria,e soprattutto talmente incentrata sul continuo martoriarsi che è stata incapace di costruirsi una cultura.
Questo ultimo punto mi fa stare malissimo perchè nonostante cerchi di leggere ed interessarmi a cose che penso destino il mio interesse, nel più dei casi fallisco miseramente poichè non riesco a mantenere una concentrazione sufficiente per comprendere un testo.
Mi accorgo di essermi dilungato un po' quindi mi interrompo anche se ci sarebbe tanto altro da dire.
Mi piacerebbe avere un'opinione di chi come me si trova in una situazione simile e se qualcuno ha il piacere di scambiare due parole tramite messaggio privato accetto più che volentieri Smile
Grazie e Ciao Smile

ian cura

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Messaggio  mazzonrocky Gio Apr 20, 2017 12:51 pm

Il confrontarsi con gli altri è quasi sempre una cosa deleteria. Anche perchè non ci piace confrontarci con i poveracci: noi vogliamo essere persone in gamba, anzi, vogliamo essere eccezionali, e quindi ci confrontiamo solo con chi ci sembra sia meglio di noi, con chi invidiamo, di fatto.
Non credo che la scelta di interrompere la psicoterapia, ammesso che sia stata una scelta, sia stata una buona cosa. Magari non ti trovavi con il/la psicoterapeuta, se è così potevi pensare di cambiare. Anche se la psicoterapia è un pò sofferenza, in una certa fase. Ti sembra che sia tempo perso, e che ti metta inutilmente a disagio, ma ti spinge un pò a guardare dentro di te, nella parte che non riesci a vedere, perchè magari non vuoi vedere. La parte di te che vuole fuggire, che vuole nascondersi.
Io ho fatto scelte completamente diverse.....non che io stia benissimo, non che sia convinto di aver fatto la cosa giusta....ovviamente sono sempre insicuro e lo sarò finchè campo. Ho scelto la psicoterapia e ho sempre resistito a chi mi proponeva farmaci, per paura di non riuscire più ad avere il controllo. Parlare faccia a faccia, raccontare cose imbarazzanti, di sè stessi, è più difficile che prendere farmaci, che certo in molti casi sono indispensabili. Ma prendere farmaci e niente psicoterapia forse è un atteggiamento un pò troppo rassegnato. Se scrivi qui non sei rassegnato....è però un dialogo virtuale, anche se autentico, e non credo sia la vita virtuale che ti interessa.

mazzonrocky

Numero di messaggi : 200
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Messaggio  ian cura Gio Apr 20, 2017 6:50 pm

Ciao mazzonrocky Grazie per la risposta!
Non ti contraddico assolutamente sul fatto che il confrontarsi in alcuni casi diventi deleterio,lo provo quotidianamente sulla mia pelle.
Il fatto di guardare solamente al di fuori di te non ti fa vivere la tua vita,non riconosci più chi sei,quali sono i tuoi interessi e non riesci a concentrarti in nulla perchè pensi ad altro.
Per quanto riguarda la psicoterapia l'ho interrotta per scelta mia un paio di mesi fa perchè non mi trovavo più bene.
A breve ricomincio la terapia con un'altra persona perchè appunto come dici tu ,non ripongo fiducia solamente nei farmaci che da soli non sono risolutivi.
Sento il bisogno di parlare con qualcuno dato che ho rarissime opportunità di aprirmi e ora più che mai sono consapevole del problema che ho e del fatto che voglia affrontarlo intraprendendo una cura!

ian cura

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