Nostalgia e depressione

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Messaggio  Paolozeder Ven Mar 18, 2016 10:50 am

Si può essere depressi a causa della nostalgia?
Se si questo è il mio caso.
Non ho un passato di cure. Non ho un passato di farmaci particolari.
Svolgevo un lavoro un po' particolare che mi portava spesso in giro per il paese.
Ero addetto alla sicurezza personale di una persona piuttosto facoltosa.
Non dico che ero l'uomo più felice di questa terra, ma ero sicuramente piuttosto sereno.
Alti e bassi come tutti.
Mi sono dedicato a discipline come la pesistica e le arti marziali e altro ancora.
Poi un giorno ho perso la persona che amavo di più nella mia vita.
Mia madre.
Lì è iniziata una lenta discesa che è proseguita per tutto l'arco della sua malattia.
Ma che non si è conclusa con la sua morte.
Nella mia vita non sono mai stato realmente solo.
Ero solo dentro.
Ho sempre avuto una donna a fianco dove rifugiarmi.
Ma tutto questo in realtà non è mai bastato a placare la mia sete nostalgica.
Molto spesso mi trovo a rimpiangere i cosiddetti bei vecchi tempi.
Tempi in cui una certa serenità ti dava modo di vivere una vita migliore.
La depressione ha moltissimi aspetti e diversi livelli di intensità.
Non so quali io abbia toccato perché non sono mai andato da un medico.
Da ex militare sono sempre stato abituato a risolvere le cose da solo.
È probabile che abbia cercato di risolvere anche i miei problemi in tal modo.
Ma non ci sono riuscito completamente.
Oggi mi sento preda di una nostalgia che a volte diventa quasi dolorosa.
È una forma di depressione?
Tuttoggi non so ancora dare una risposta a tutto questo..

Paolozeder

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Messaggio  newnew Sab Mar 19, 2016 1:23 am

Una premessa: non è detto che discutendo con me o con altri tu ne possa trarre giovamento. Magari io neglio anni ho sviluppato un modello di pensiero, delle strategie nell'interpretare e ne condurre la mia vita, una retorica, fallimentari, quindi, io potrei indicarti una strada che è sbagliata, un pensiero che è fuorviante. Non perché sono cattivo ma perché il manuale di come si vive non me l'hanno dato, va be' un po' me ne sono passati per le mani ma non mi hanno convinto molto. Quindi vado a tentativi. Così, solo per dirti di tenere alta l'attenzione e di essere sempre critico.

Comunque, la domanda che mi viene da porre sempre è questa: qual'è il problema?

Hai scritto che il tuo problema è la nostalgia. La nostalgia di bei tempi andati. Alcune strategie che potresti adottare sono:

1) se nei tuoi ricordi nostalgici ci sono delle idealizzazioni, cerca di liberartene, ad esempio mi può capitare di provare per un microsecondo nostalgia di una situazione, poi però mi basta cercare di ricordare anche le sensazioni negative, le scocciature, le fatiche inutili, le ansie, le delusioni, le frustrazioni, ecc... ecc... per farmi andare via la nostalgia.

2) oppure potresti cambiare la tua concezione del passato. da come scrivi sembra quasi che il passato sia qualcosa di perduto, qualche cosa che non hai più. e invece no. le esperienze che hai fatto saranno sempre con te. l'amore e i bei momenti che hai passato sono eterni, non andranno mai via. potresti iniziare a considerare il passato non come a un qualcosa che viene continuamente distrutto dal presente, ma come un qualcosa in evoluzione che ti porti sempre con te. quando avrai 100 anni sarai ricco di tutta la vita passata, tutte le tue esperienze, tutte le conoscenze, le relazioni interpersonali, saranno tutte con te. mi viene in mente come una bobina di un film: tutto rimane e si accumula, niente va perduto. con gli anni si diventa sempre più ricchi (di esperienze, di vita), mai più poveri.

3) accettare che la vita e le situazioni siano mutevoli, tutto cambia e si trasforma. bisogna accettare che le cose abbiano un inizio e una fine. che il valore delle cose non si misura in giorni e anni. che il fatto che una cosa sia finita non vuol dire che comunque non sia grandiosa. devo essere felice anche delle gioie provate ieri, non devo essere insaziabile, dipendente, volere sempre di più, devo accettare e accontentarmi di quello che ho avuto e di quello che ho e che forse avrò. eventualmente darmi da fare per migliorare la mia situazione, ma comunque disperare non serve a niente. non si può essere sempre bambini, non si può essere sempre giovani, non si può essere sempre vivi, non si può essere sempre figli. bisogna accettare, magari amare, il divenire, la vita in tutte le sue fasi, fare, resistere, non mancare, non mollare, non abbattersi, non disertare.

Ciao, in bocca al lupo.

newnew

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Messaggio  Pavely II Sab Mar 19, 2016 8:20 am

(Penso di si)

Penso che la nostalgia sia una forma di melanconia, di depressione.

E non dobbiamo vergognarci di provarla.

Pavely II

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Messaggio  Paolozeder Sab Mar 19, 2016 11:24 am

Intanto grazie a tutti per le risposte.
Rispondo a Newnew.

C'è stato un tempo in cui logicamente non pensavo a tutte queste cose. Un tempo in cui la spensieratezza e la felicità andavano di pari passo.
Niente di trascendentale intendiamoci.
Dovrei dividere il mio passato in due parti.
Quello in cui ero une persona piuttosto serena e godevo delle cose che facevo.
E quello più recente,dove purtroppo non riesco più a replicare i fasti di un tempo.
Ho idealizzato troppo il mio passato?
Può essere..
Per molti versi è come se fosse un luogo caldo e accogliente dove far rintanare la mente nei momenti di sconforto.
Per il mio aspetto molti mi ritengono cattivo o minaccioso.
Ma è solo la facciata che ho sempre tenuto sia per lavoro sia per una sorta di difesa.
Non sono una brutta persona.
Mi sono incattivito col tempo a causa di tutti i problemi che ho dovuto affrontare.
Ho visto lentamente sparire le persone a me più care senza aver goduto un attimo della loro vita.
Solo sacrifici su sacrifici.
Nessun premio alla fine.
Solo dolore.
Forse mi ero illuso che nulla mi potesse toccare.
Nulla potesse incrinare quello status che avevo creato col tempo.
Invece davanti al dolore di una perdita mi sono piegato fin quasi a spezzarmi.
Ma ho resistito.
Ho ripreso la mia vita modificata e sono andato avanti.
Però nonostante ciò,dentro é rimasto un vuoto.
Qualcosa di incolmabile che niente riesce a placare.
Ho una moglie ma non ho figli.
Forse se ne avessi,certi pensieri non esisterebbero.
Perché sarei preso dalla loro vita e forse perché non potrei permettermi di cedere.
Perché odio questo presente?
Perché per lavoro ho visto e conosciuto chi vive una grassa vita alle spalle degli altri.
Chi realmente non ha pensieri e non ha problemi perché i soldi in certi casi fanno realmente la felicità.
Perché noi si fa fatica ad arrivare alla fine del mese quando altri invece non pensano neanche in termini di mesi...
Tutti ci nascondiamo dietro una facciata di equilibrio e stabilità.
Ma alla fine dietro ogni porta di casa si nasconde un luogo buio e oscuro.
Se tutti gli scontenti, tutti gli infelici tutti i depressi di questo paese si ritrovassero tra loro non basterebbero le piazze di tutta Italia per contenerli.
Un esercito di infelici cui questo stato non porta certo giovamento.
Il marcio di questo presente è talmente rivoltante che come si fa a non rivolgersi al passato?

Paolozeder

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Messaggio  newnew Sab Mar 19, 2016 4:02 pm

Non voglio sdrammatizzare a tutti i costi o fare quello che deve fare finta che le cose vadano bene.

Però mi viene in mente che anche un ricco ha una sola bocca per magiare e per bere, ha un solo paio di narici per respirare, ha un solo paio di occhi, un solo cervello, dorme sotto un tetto alla volta, anche un ricco magari non viene amato come vorrebbe... anche lui diverrà polvere come noi...

Insomma se la passerà pure meglio, ma rimane comunque un essere umano, certi problemi ce li avrà in quanto tale, e tanti vantaggi che ha sono cose superflue, frivole, che non servono.

newnew

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Messaggio  Paolozeder Dom Mar 20, 2016 10:55 am

Sicuramente è più difficile essere depressi su una bellissima isola tropicale che dentro il proprio appartamento sito in una città fosca e inutile..
Il benessere facilità di molto le cose.
Chi dice che i soldi non fanno la felicità sbaglia e sbaglia di grosso.
Conosco una persona oppressa dalle cartelle esattoriali. Se questa persona avesse un po' più di possibilità e soprattutto, potesse risolvere tutti i suoi problemi sarebbe la persona più felice di questa terra.
Quindi come una semplice equazione, soldi uguale risoluzione di molti problemi.
Bisogna fare una piccola distinzione tra un depresso che ha una vita normale è un depresso ricco.
Non so se questa questione è stata mai posta qui dentro, ma esistono delle grosse differenze.
Il depresso ricco e per lo più frustrato dalla noia.
Da un certo isolamento che ti porta il fatto di possedere e allo stesso tempo temere di perdere.
Dalla consapevolezza che non c'è nulla che lo possa soddisfare perché ha già tutto quello che gli serve e anche di più.
Il depresso normale chiamiamolo così, potenzialmente potrebbe star meglio se potesse accedere a determinate cose che forse lo potrebbero far star meglio.
Spesso si consiglia di fare quattro passi perché aiutano.
Figuriamoci viaggiare in giro per il mondo senza problemi.
Poter vedere posti bellissimi.
Tutto questo fa riflettere sulla possibilità che le persone cosiddette normali hanno di poter stare bene e un giorno guarire.
Certamente questo non interessa all'industria farmacologica, che ha come unico interesse il profitto il guadagno e la speculazione.
Farmaci antidepressivi e farmaci inibitori.
Ansiolitici e così via.
La depressione per molti è un grandissimo business.
Come del resto molte altre malattie.
A chi interessa veramente che tutto questo un giorno abbia fine?
Sicuramente al malato.
Una famosa vecchia telenovela si intitolava anche i ricchi piangono.
Alcuni di questi ricchi sono appunto i titolari delle maggiori case produttrici di farmaci antidepressivi.
Il giorno in cui ne vedremo uno piangere sarà il giorno in cui non esisterà più un depresso su questa terra.



Paolozeder

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