Tristezza...

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Messaggio  Pavely Sab Feb 07, 2009 6:41 pm

Un rumore di passi.

Una sera di febbraio.

Un sabato, un'immagine accanto alle stelle.

Una sera. Essere seduti accanto al corridoio, sul divano.

Fuori la notte arriva piano, con leggerezza. Dovresti abbassare la serranda.

Il portatile è acceso e la sua luce dice della tua solitudine. La casa è vuota, è il termine di una settimana.

Non c'è nessuno nella tua vita, la famiglia, la tua famiglia è distante, non chiamano gli zii, non c'è nessuno, nessuno che ti chiami.

Accendi una sigaretta, ti viene da piangere ma, così, s e n z a l a c r i m e. Di là c'è il vino. I piatti da fare, i pavimenti da pulire. Mercoledì prossimo alle 11 devi andare dallo psicologo.

E parlare delle tue emozioni. Vuoi trovare un nome a questa tristezza... vuoi provare a spiegarla. Ciò che vorresti capire è questo: quando. Senza punto interrogativo: quando. Ti alzi e lo scrivi con il dito sulla parete.

Quando. E non c'è un punto interrogativo e non c'è una risposta. Quando. Forse, è una risposta. Dovresti accendere la luce, mettere musica, uscire. Comprare nuovo vino, non dimenticare il latte, controllare la posta, andare in libreria (quando vai in libreria stai bene...).

Ma non ci riesci. Questa sera, in sere come queste ti senti triste, immensamente. E non sai perché... ti ripeti solo in modo ossessivo... quando quando quando... la tua felicità non corrisponde alla felicità dei tuoi familiari. Ecco. Tuo padre ti dice: ama. Fai sesso. Lavora. Sposati. Voglio diventare nonno. Trovati delle amicizie. L'intimità è importante.

E fatti rispettare. Cazzo: quando esci fuori da quella porta, le persone ti devono rispettare. Ma non ci riesci. Ora tuo padre è fuori Roma, è lontano. E tu cerchi un quando. Quando finirà. (Senza, senza punto interrogativo). Quando avrai risposte. E stai male, ci stai davvero male. Non ci sono più parole. Quando tuo padre dice: "Fatti rispettare", tu pensi: "Vorrei che le persone amassero. Considero tutte le persone uguali a me".

Quando tuo padre dice: "Scopa". Tu pensi: "Vorrei parlare d'amore". Lui dice: "Sposati", tu pensi: "Non mi và di celebrare un matrimonio davanti alle persone...". Lui dice: "Basta la volontà". tu senti questo: "Sono stato escluso da amici e persone. Dimenticato. L'Università mi ha emarginato... se non sono parte di un gruppo è difficilissimo, troppo difficile...". Ma non lo dici. Quando parla tuo padre non dici nulla... ti smarrisci semplicemente. E non sai più cosa dire.

Così ascolti un disco dei Klima... musica diretta. Metti i Portishead. Musica notturna. Batti con il palmo della mano sulla parete. Scrivi questo post su di un forum. Le frasi sono così... senza una loro coordinazione. Ti dici: "Piangi". "Piangi Pavély...". "In questa sera, trovalo il coraggio di piangere". Ma non ci sono lacrime... non ci sono. Non sei più capace di descrivere il dolore. E ci sono solo incubi. Incubi terribili... le tende dietro di te sono sporche, i pavimenti sono sporchi, i libri sono da sistemare. E provi rabbia... rabbia. La tua felicità non coincide con la felicità delle persone che ti sono accanto. La tua felicità è una casa chiusa. Non riesci ad aprire le finestre, non riesci a far accettare la tua felicità a te stesso e ne hai paura.

Se solo avessi coraggio di uscire da quella porta, dalla porta di casa tua, se solo avessi il coraggio di arrivare in strada, di conoscere le persone, di non essere così timido, potresti conoscere persone. Potresti conoscere persone con i tuoi valori, persone capaci di dire: "La tua felicità, Pavély, coincide con la mia". Ma non ci riesci. La Depressione, quì, è non riuscire a varcare quella porta, è la paura stessa della porta di casa tua. E allora stringi le labbra. Stringi... in sottofondo un accordo di pianoforte. Un accordo di violino e il desiderio di sputare per terra, il desiderio di farti del male, il desiderio di lasciarti andare completamente, di affogare... di immergerti, di piangere. Di toccare l'acqua... di non avere più incubi...di dormire. Ecco: dormire. Dormire profondamente, non avere più paura della morte. Non avere più paura di nulla.

Essere angelo sopra i palazzi, rispldendere, camminare piano accanto ai palazzi... sorridere, amare, vivere in una grande casa, andare a Palermo, viaggiare su di una nave. Essere il marinaio di un veliero e vedere l'alba sullo Ionio. E sorridere e ridere, i capelli lunghi al vento... (tu, tu che non li hai, tu che sei quasi calvo, Pavély)... Sogni di vedere correre i tuoi figli da piccolini, da bambini, nel giardino davanti casa, sogni di vedere l'alba sfiorare con la sua luce i fianchi della donna che ami e non c'è, non c'è nessuno... c'è solo questo silenzio. Un silenzio che come un'ombra oscura tutta la luce del tuo cuore. Un silenzio che fà male, che ferisce. Un uomo che non parla è un uomo che non ha nulla. E allora sogni.. parlando di tristezza sogni. Sogni di rose, di libri, di lettere d'amore, di viaggi in moto. In sottofondo metti Bobby McFerrin e Yo-yo Ma. Un grande vioncellista e un vocalist negli anni ottanta. Pensi. Vorresti correre...

Liberare la tristezza, vederla volare come uno stormo di corvi sulla spiaggia... ecco... lo vedi. Un stormo di corvi, dalle piume nere e luminosissime in una spiaggia immensa, con orizzonti lontanissimi. Li vedi volare, accanto alle nuvole grige e viola...

E ti siedi.

Metti i piedi nella sabbia fredda di febbraio.

E sai questo: la Depressione fà male.

Ti priva dell'Estate.

E ti dà solo Neve e Inverno.
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Messaggio  anthea Lun Feb 09, 2009 9:55 am

è bellissimo come scrivi! Anche se parli di dolore.

Non sei solo invece, c'è tanta gente che ha bisogno di te. Di una persona che ha dentro tante emozioni e tanto amore da dare.
Con tutte quelle persone in giro che dentro sono vuote! E che girano, e si ubriacano, e fanno del male per sentirsi vivi...
tu sei una boccata di acqua fresca, un gioiello nascosto da scoprire.

Lascia perdere tuo padre che non sa cosa stai passando. Ti vuole bene ma non sa come fare... e ti dice cose sbagliate.
Invece di piangere sulle tue sfortune e sui sogni infranti, piangi di rabbia sulla depressione. Combattila come si fa con un nemico che ti vuole strappare il futuro. Arrabbiati e poi fai un piccolo passo fuori.

Molti qui sul forum ti direbbero che fare del volontariato ti farebbe molto bene, o un corso di qualcosa che ti permetta di incontrare gente. Prova! Prova davvero. Fregatene se all'inizio ti dovrai trascinare fuori casa, se sarai apatico....
Cerca su internet qualche associazione in cui ti ritroveresti un po'. Metti da parte i tuoi dubbi e vai.
E poi a me il libri consigliati da Alfredo hanno fatto molto bene (cito Alfredo in una delle sue risposte):
"Per me ogni libro e' stato come un tassello che ha composto un grande puzzle.
Quello che ritengo piu' completo , benchè non si concentri sull'analisi del passato , è : "rompere gli schemi della depresione" di Michael D. Yapko del 2002 ed. il ponte delle grazie.
Gli altri , sono incentrati su temi specifici quali l'autostima, il senso di colpa, la vergogna, tutti sentimenti che hanno molta relazione con la depressione.
Interessante è "l'autostima" di Maria MIceli del 1998 ed. il mulino
Divertente e apparentemente non serio ,ma carico di significati e dalla lettura discorsiva e' :" alla ricerca delle coccole perdute" di G. C. Giacobbe ed. ponte delle grazie."

Altri libri sono al seguente link del forum a pag. 3: https://depressione.forumattivo.com/forum-principale-f1/alcune-riflessioni-per-un-autoterapia-psicologica-t52.htm

Anche a me "Rompere gli schemi della depressione ha aiutato molto a capire i miei problemi mentali" può essere d'aiuto per la terapia psicologica che stai facendo.

CORAGGIO CHE CE LA FAI!
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Messaggio  Luca05 Dom Feb 15, 2009 9:38 pm

E' molto bello queelo che scrivi Pavely.....mi riconosco in molte cose che dici

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