Depressione infinita

Ciao a tutti, ho 14 anni e sono di Milano.
Inutile dire che sono depresso, tutto è iniziato alle elementari con una maestra che mi metteva in oblio davanti a tutta la classe in continuazione (2/3 volte al giorno) con insulti e appellativi riferiti a personaggi famosi stupidi (esempio: guardate, è arrivato Stanlio), ciò mi è costato essere preso di mira da tutti per le elementari.
Nel frattempo si formava la mia personalità particolare: mi piace l'opera, la musica classica, faccio teatro e sono molto appassionato di treni (con le sue varianti, quali tram, metropolitane, metro leggiere ecc...) , autobus e metereologia, da quando vado alle medie sono pendolare della linea 9 del sistema ferroviario suburbano di Milano, da appassionato dovrebbe essere uno svago prima della scuola...peccato che sono sempre nervosissimo e i ritardi, le cancellazioni, il treno strapieno perchè mettono poche carrozze...non aiuta affatto
Per i miei interessi stravaganti mi faceva e mi fa sembrare sempre "la pecora nera" ,quello di cui prendersi liberamente gioco che tanto non ti tirerà mai un ceffone perchè sono basso e debol (fisicamente e moralmente).
In seconda media mi innamorai per la prima volta... in quel periodo,fra l'altro , studiavo "l'amor cortese" in letteratura così alla notte ,non dormendo per i troppi pensieri su di lei scrivevo poesie, adoravo farlo guardando fuori dalla finestra la neve cadere sotto i lampioni (tutto ciò accadeva nell'inverno 2012/2013 che fu molto nevoso per Milano, quasi ogni notte si ripeteva la stessa scena).
Ma un rifiuto doloroso incrementò la depressione prima legata solo a motivi di accettazione nella società, ma il solo poterla rivedere a scuola ogni giorno mi era sufficiente per vivere.
Alla fine della terza media,fu un dramma ma per fortuna conobbi Andrea, il mio unico amico, che mi conosce perfettamente eppure mi è sempre vicino , per fortuna c'è stato lui ad aiutarmi e c'è tutt'ora, veniva nella mia scuola media ma ha un anno meno di me.
A luglio partimmo col professore di letteratura per una vacanza studio di 2 settimane in Inghilterra, venne scelto un gruppo di studenti di terza, uno di seconda e uno di prima.
La madre della ragazza che ho amato era l'organizzatrice quindi Lei ci sarebbe venuta di diritto.
Venimmo scelti fra i partecipanti sia io che il mio amico Andrea, ne ero contentissimo, avrei passato due settimane intere vicino a Lei col supporto del mio unico amico... purtroppo però andò peggio del previsto, Lei non voleva nemmeno vedermi e così la mia depressione si aggravò tantissimo, complice il fatto che non l'avrei più rivista dopo quei giorni. Il giorno seguente il ritorno a Milano, Andrea mi chiese di venire a trovarlo dove vivono i suoi nonni fuori Milano, ci sarei andato in treno, con la linea 5 del servizio ferroviario suburbano di Milano, il viaggio dalla fermata di Milano piazza della Repubblica durava 33 minuti , ero contento che avrei passato del tempo allegro con Andrea e che avrei fatto un giretto sulla S5 (sigla di treno suburbano linea 5, ora per velocizzare userò questa sigla) passando per dei posti che di solito non vedo perchè quelle volte che ci passo lo faccio sempre con treni rapidi che quelle piccole fermate di campagna non me le fanno nemmeno vedere.
Scesi in stazione in piazza della Repubblica (è una fermata sotterranea) per prendere l'S5.
Una volta udito l'annuncio di arrivo, improvvisamente mi è tornata in mente una gita scolastica fatta in seconda media, quindi quando la potevo vedere tutti i giorni.
Perchè mi è venuto in mente dopo l'annuncio? semplice, eravamo andati con l'S5 ma nella direzione opposta...incominciai a piangere...non la smisi fino all'arrivo (ovviamente guardato male da tutti gli altri passeggeri che volevano viaggiare in pace)
Una volta arrivato a destinazione, passai una splendida giornata, mi ero divertito molto ,ma una volta tornati in stazione... "Il treno suburbano S5 per Treviglio è in arrivo al binario 1" in quel momento ho guardato il mio amico e gli ho detto "io non resisto, grazie di tutto" e mi sono diretto al fondo della banchina, dove il treno entra ancora abbastanza veloce , sui 60/70 all' ora (i treni utilizzati per le linee suburbane devono assomigliare molto a delle metropolitane anche per accellerazione e frenata quindi sono perfetti per fare una brutta fine anche stando in stazione) e superai la linea gialla che delimita la zona della banchina sicura e quella troppo vicina al treno.
Il mio amico se ne accorse , capì cosa stavo per fare e riuscì a franarmi appena in tempo con tre semplici parole che nessuno mai mi aveva detto "ti volgio bene".
Sono sempre stato insultato, scansato e deriso da tutti, questa frase mi ha cambiato la sorte , perchè sono subito tornato nell'area di attesa sicura del treno che ho poi preso per tornare tranquillamente in città.
Riuscì a staccarmi e a perdere iil mio amore per lei grazie all'aiuto di Andrea nel giro di quattro o cinque mesi, ora però spunta un problema: non riesco a provare sentimenti positivi per nessuna ragazza, ho perso totale disinteresse e fede nell'amore per paura di soffrire ancora e questo mi sta portando all'effetto contrario di prima, quando soffrivo perchè ero troppo innamorato mentre ora soffro per il vuoto della mia vita senza senso e nella quale hanno spazio larghissimo pianti, tentativi di suicidio (fermati sempre dal solito noto) ,tentativi di fuga e di ritiro in mezzo alle campagne da solo (sempre bloccati dal mio amico) ecc... inoltre la mia situazione sociale è peggiorata ancora di più...ad ogni nevicata ricado nella voglia pazza di morte, nonostante la mia passione amatoriale per questi eventi che sono comunque una costante nell'inverno Milanese perchè mi ricordano quelle nottate piene ed intense di due inverni fa... a questo punto mi chiedo... io ho solo questo amico che fa di tutto per farmi pensare positivo, farmi vedere le cose da un altro punto di vista, farmi scrivere poesie allegre, togliermi dalla testa idee suicide ecc... ma per il resto nessuno mi è vicino (nemmeno i miei genitori che pensano solo a passare il tempo a insultarsi a vicenda nonstante siano sposati , vivono insieme solo per non traumatizzare la mia sorellina di 6 anni) quindi dico: non posso dipendere da lui per sempre... dovrò pur uscirne anche se ci sono dentro da quando avevo sei anni...e ora ne ho quattordici... non so davvero come fare... non sono ancora ricorso ad uno psicologo, non mi piace l'idea di essere ascoltato da qualcuno che lo fa per mestiere ,a degli orari specifici e sotto compenso (magari anche profumato...) qualcuno ha avuto esperienze simili e può aiutarmi?

grazie

Luca

ciao lucauix,
credo di aver attraversato stati simili a quelli che descrivi, almeno in parte, quando avevo la tua età.
devo dire che non avevo però un amico come andrea, e piuttosto frequentavo la gioventù più illetterata e marginale del mio caseggiato. l'attività più poetica che ho potuto concepire insieme ai miei amici delle medie è stata quella di costruire una specie di tenda indiana con rami potati rivestiti di carta di giornale, al limitare di un campo coltivato, dove a turno uno di noi poteva entrare per masturbarsi mentre gli altri restavano fuori a chiacchierare sul prato.

regolare l'intensità (o la percezione della mancanza di intensità, che a ben vedere è ugualmente intensa) delle proprie emozioni è un compito difficile che richiede secondo me una pratica umilissima e costante - si rimane ancora sorpresi dalla propria indisposizione a farci i conti, ben oltre l'adolescenza.
un punto che terrei ben fermo al posto tuo è dato dalla considerazione del fatto che quando hai trascorso le sere nel godimento della scrittura o della contemplazione delle precipitazioni nevose, eri solo e autonomo quanto lo sei ora. non è di per sé la partecipazione ai tuoi desideri da parte di una ragazza ciò che alimenta la tua creatività e la tua capacità di aprirti alla comunicazione con la natura, con gli altri e con la tua stessa interiorità.

aver cura della propria autonomia non significa chiudersi agli altri, ma al contrario cercare - ed è difficile, ma è un orizzonte che vale la pena - di diventare un po' più disinteressati nell'effusione dei propri sentimenti: dar forma a sentimenti in atti e parole non tanto per segnalare al prossimo la propria presenza e il proprio bisogno, quanto piuttosto nella speranza di trasmettergli il privilegio della propria visione, vedere come e se risuona, accettando per quanto possibile anche il rifiuto a partecipare. se infatti non fosse possibile rifiutare, verrebbe meno il privilegio stesso della visione e al posto dell'umanità e delle sue vicende e dei suoi difficili atti per sciogliere e legare significati, del trobar clus e del trobar leu, avremmo una specie di alveare.

ti prego di considerare ora il privilegio che hai di comunicare da te a te stesso, e insieme il privilegio di comunicare da te ad andrea: non lo sprecherei costruendo un'abitudine rigida a dar forma a richieste di aiuto unilaterali. se senti il bisogno di essere aiutato a comprendere e ad abbandonare comportamenti autolesionistici, credo che non dovresti scartare l'ipotesi di parlare con i tuoi genitori ed eventualmente di ricorrere ad uno psicologo: gli orari, la tariffa, sono elementi utili a definire il rapporto con questa figura conferendo ad esso una struttura chiara, detta "setting" (che si distingue in tal modo e a tua garanzia dalla confessione al cospetto di un sacerdote o da altre forme di relazione meno adatte a stimolare la tua autoefficacia), e non sono affatto elementi che di per se stessi falsificano la comunicazione.

lucauicx ha scritto:Luca

Ciao Luca. Scusa ma non ho capito qual'è il problema che ti affligge OGGI.

Hai 14 anni, sei giovane, ti converrebbe scordarti le ragazze ALMENO fino ai 30.

Vivi, cresci, affronta quello che il mondo ti mette davanti. Divertiti! Tu e il tuo amico potete divertirvi alla grade!

Perché mai una ragazza si dovrebbe mettere con te ora? Per farsi fare cucci cucci? E perdersi così 16 anni e più di corteggiamenti, di zerbinaggi, di sentirsi desiderata, di fare a gara con le amiche a chi ne rifiuta di più, di avere l'ipotetica possibilità di mettersi con l'uomo dei propri sogni (miliardario, super figo, famosissimo, e che lei non vedrà mai dal vivo)?

Non sprecare la tua giovinezza a elemonisare, vivi, sii fiero, divertiti con i tuoi amici, quando verrà il tempo delle fidanzate, starà poi a te decidere se prendere la prima che verrà, e farti schiavo, o se far valere sempre le tue ragioni, se tenere sempre a conto la tua dignità, e accettare solo una relazione in cui TU sei il più forte in quanto meno dipendente e pronto a uscire dalla coppia nel momento in cui questa non dovesse essere più funzionale ai tuoi scopi (felicità e piacere ad esempio).

Impara ad amare te stesso e fare di te stesso il centro del mondo, non hai bisogno di nessuno per cui sacrificarti, non hai bisogno di avere nessuno che ti ami, sarai tu ad amare, sarai tu la fonte inesauribile di amore, amore per i genitori, per gli amici, le fidanzate, e quant'altro.

Purtroppo non so cosa sono...
Non so se sono realmente in depressione ma i sintomi che accuso sono i seguenti : senso di colpa, di abbandono, di fallimento, di tristezza costante, fortissimi mal di pancia e testa inspiegabili per i medici (e che mi vengono nei momenti peggiori) ,pensieri (anche involontari) di suicidio , pianti costanti (almeno uno al giorno), dormo poco e malissimo, incubi (o sogni comunque in nero ,cioè, se devo pensare a un sogno che ho fatto me lo ricordo tutto nero...cioè, se nel sogno sto semplicemente aspettando un autobus, il cielo è nero, l'autobus anche, io sono vestito di nero,le altre comparse anche...) questa notte, ho fatto 3 ore totali di sonno senza riposare in assoluto, mangio di continuo per non pensare,faccio fatica a concentrarmi ,la cura del mio aspetto non mi interessa più come una specie di "punizione" ,uguale il discorso per la scuola ,tanto che rischio la bocciatura, a volte,nei momenti peggiori,penso e parlo lentamente e fatico a prendere decisioni semplicissime
Ad esempio, settimana scorsa dovevo andare da mia nonna fuori Milano, avrei dovuto prendere un treno che fa otto fermate a Milano, nessuna delle quali vicina a casa mia. domanda facile facile: da che fermata partire ? è diventata una decisione difficile senza alcun motivo!

Da ieri,ho più voglia di morire del solito.
Il mio amico mi raccontava del sabato pomeriggio che ha trascorso con la sua ragazza, ovviamente lo ascoltavo con piacere,ma appena ho riattaccato la chiamata ho iniziato a piangere. Perchè? semplice...non potrò mai pronunciare simili parole, non sto assolutamente provando invidia, anzi sono felicissimo per lui perchè è incredibilmente forte nonostante le sue grandissime sfortune, e finalmente è felice , sto solo peggio perchè mi ha colpito la sua meritata felicità pensando che non potrò mai averne... insomma, sono brutto,non ho abilità particolari (forse un paio: ricordare a memoria intere opere liriche e nomi di fermate/tipi di autobus/tram/treno/metò ecc... ma dubito che possano servire a qualcosa)
Inoltre si avvicina fine anno...credo che quest'anno verrò bocciato, sono totalmente incapace in matematica,non prenderò mai un diploma, quindi nessuno mi darà un lavoro, inoltre oggi ho avuto un'altra prova del fatto che faccio schifo...entrando in una classe a chiedere una calcolatrice, solo a vedere la mia faccia hanno riso tutti indicandomi....

adomandarisposta(dot)jimdo(dot)com
Io ho trovato molto utile scrivere a chi nemmeno conosco.
UN paio di occhi in più che vedono oltre.

Buona serata a tutti

ciao adomandarispondo, ti ho scritto in pvt