Sono depresso?

Salve.
Sono un ragazzo di diciannove anni, studente di biologia alla Federico II di Napoli.
Posto questa domanda nel tentativo di comprendere cosa si cela dietro la mia -recentemente comparsa- totale abulia e se si può parlare di depressione vera e propria.

Dunque. E' già da molto tempo (poco più di un anno) che ho perso gran parte della mia determinazione e auto-motivazione. Ho iniziato prima ad avere difficoltà a sacrificarmi in ciò che era caratterizzato da una necessità fine a se stessa per poi perdere gradualmente anche la capacità di impegnarmi in ciò che mi appassiona. Ma mi spiego meglio.
Ho sbagliato scuola superiore. Sono appassionato di scienza ma ho frequentato l'istituto giuridico economico aziendale, e verso metà quarta mi sono sentito pervaso da un senso di ingiustizia, di oppressione e, al contempo, completamente svuotato della capacità di affrontare attivamente tale ingiustizia.
Nonostante questo sono comunque riuscito, seppur a fatica, a superare l'esame di maturità, anche se con giudizio finale non eccelso.
Quando ho iniziato a frequentare l'università non potevo che essere entusiasta poiché finalmente ero libero, potevo fare ciò che volevo e perseguire il sogno di diventare uno scienziato. Ma molto presto ho notato che la mia latenza di volontà non riguardava solo studi a me non congeniali ma anche i miei interessi, i miei sogni.
Non ho nemmeno tentato di superare gli esami perché ho studiato poco più di 100 pagine in quattro mesi, e l'ho fatto pure male. Non ho seguito i corsi, né sono riuscito a imparare qualcosa quando, al contrario, mi sono recato in aula. E'come se avessi perso la voglia di vivere, proprio quando potevo essere libero e fregarmene di tutto.
La cosa che mi sconforta di più non è tanto il non riuscire a far altro che stare su un letto a pensare all'infinito e, al massimo, sprecare più volgarmente quel che residua della mia giornata su internet, ma il fatto che pensandomi, immaginandomi sdraiato lì, così inquietamente assorto, per ore e ore e ore, mi pervade una sensazione che so descrivervi solo dicendo che è come se avessi migliaia di minuscoli aghi che, fissati nelle costole e rivolti verso i polmoni, a ogni respiro trafiggessero questi ultimi. Ecco, quando mi immagino lì, senza far nulla, mi sento così oppresso. E, paradossalmente, ormai l'unica cosa che provo è la tristezza, quando mi immagino nella condizione in cui mi trovo, e il nulla, il vuoto, quando, invece, la vivo.
Però, francamente, vi mentirei se dicessi che è stato un declino ordinatamente graduale o che io non abbia responsabilità.
Il fatto è che la situazione è stata stabile, per quanto preoccupante, dal secondo trimestre del quarto superiore fino alla fine della quinta. Si è aggravata dopo l'inizio dei corsi dell'università ed è sprofondata, letteralmente, poco prima di gennaio, quando anche leggere Geronimo Stilton è iniziata a sembrarmi una scalata del monte bianco.
Probabilmente la responsabilità è stata, per tutto questo periodo, anche mia, dal momento che, impaurito dalla non accettazione da parte di mia madre della depressione, benché avessi intuito già a settembre che la situazione non era proprio rosea, ho tentato di superare il mio disagio da solo. E non è che sia stato proprio un errore, visto che già lei, di sua spontanea volontà, spesso in questo periodo, mi ha fatto notare che "sono strano", che "non mi comporto come gli latri", che ho "idee da persona pazza" (si riferisce al fatto che sono ateo, pro matrimoni gay e famiglie arcobaleno e di natura molto pedante e solitaria).
Io, comunque, ho un male di vivere assurdo. Vi giuro che ormai non conto più il tempo né gli avvenimenti, che siano lieti, importanti o insignificanti. Non sento più l'impulso egoistico insito nell'essere vivente. Uscito dalla doccia, stamattina, ho realizzato che era un mese che non me ne facevo una. UN MESE.

Ragazzi, io ho perso ogni capacità autocritica: la mia è depressione?

Neverhappy ha scritto:Salve.
Sono un ragazzo di diciannove anni, studente di biologia alla Federico II di Napoli.
Posto questa domanda nel tentativo di comprendere cosa si cela dietro la mia -recentemente comparsa- totale abulia e se si può parlare di depressione vera e propria.

Dunque. E' già da molto tempo (poco più di un anno) che ho perso gran parte della mia determinazione e auto-motivazione. Ho iniziato prima ad avere difficoltà a sacrificarmi in ciò che era caratterizzato da una necessità fine a se stessa per poi perdere gradualmente anche la capacità di impegnarmi in ciò che mi appassiona. Ma mi spiego meglio.
Ho sbagliato scuola superiore. Sono appassionato di scienza ma ho frequentato l'istituto giuridico economico aziendale, e verso metà quarta mi sono sentito pervaso da un senso di ingiustizia, di oppressione e, al contempo, completamente svuotato della capacità di affrontare attivamente tale ingiustizia.
Nonostante questo sono comunque riuscito, seppur a fatica, a superare l'esame di maturità, anche se con giudizio finale non eccelso.
Quando ho iniziato a frequentare l'università non potevo che essere entusiasta poiché finalmente ero libero, potevo fare ciò che volevo e perseguire il sogno di diventare uno scienziato. Ma molto presto ho notato che la mia latenza di volontà non riguardava solo studi a me non congeniali ma anche i miei interessi, i miei sogni.
Non ho nemmeno tentato di superare gli esami perché ho studiato poco più di 100 pagine in quattro mesi, e l'ho fatto pure male. Non ho seguito i corsi, né sono riuscito a imparare qualcosa quando, al contrario, mi sono recato in aula. E'come se avessi perso la voglia di vivere, proprio quando potevo essere libero e fregarmene di tutto.
La cosa che mi sconforta di più non è tanto il non riuscire a far altro che stare su un letto a pensare all'infinito e, al massimo, sprecare più volgarmente quel che residua della mia giornata su internet, ma il fatto che pensandomi, immaginandomi sdraiato lì, così inquietamente assorto, per ore e ore e ore, mi pervade una sensazione che so descrivervi solo dicendo che è come se avessi migliaia di minuscoli aghi che, fissati nelle costole e rivolti verso i polmoni, a ogni respiro trafiggessero questi ultimi. Ecco, quando mi immagino lì, senza far nulla, mi sento così oppresso. E, paradossalmente, ormai l'unica cosa che provo è la tristezza, quando mi immagino nella condizione in cui mi trovo, e il nulla, il vuoto, quando, invece, la vivo.
Però, francamente, vi mentirei se dicessi che è stato un declino ordinatamente graduale o che io non abbia responsabilità.
Il fatto è che la situazione è stata stabile, per quanto preoccupante, dal secondo trimestre del quarto superiore fino alla fine della quinta. Si è aggravata dopo l'inizio dei corsi dell'università ed è sprofondata, letteralmente, poco prima di gennaio, quando anche leggere Geronimo Stilton è iniziata a sembrarmi una scalata del monte bianco.
Probabilmente la responsabilità è stata, per tutto questo periodo, anche mia, dal momento che, impaurito dalla non accettazione da parte di mia madre della depressione, benché avessi intuito già a settembre che la situazione non era proprio rosea, ho tentato di superare il mio disagio da solo. E non è che sia stato proprio un errore, visto che già lei, di sua spontanea volontà, spesso in questo periodo, mi ha fatto notare che "sono strano", che "non mi comporto come gli latri", che ho "idee da persona pazza" (si riferisce al fatto che sono ateo, pro matrimoni gay e famiglie arcobaleno e di natura molto pedante e solitaria).
Io, comunque, ho un male di vivere assurdo. Vi giuro che ormai non conto più il tempo né gli avvenimenti, che siano lieti, importanti o insignificanti. Non sento più l'impulso egoistico insito nell'essere vivente. Uscito dalla doccia, stamattina, ho realizzato che era un mese che non me ne facevo una. UN MESE.

Ragazzi, io ho perso ogni capacità autocritica: la mia è depressione?

Ciao! Benvenuto
Potresti essere molto molto stressato quanto depresso.. esistono migliaia di sfumature nella depressione che forse solo uno specialista può aiutarti a capire.. Hai pensato di chiedere aiuto a uno psicologo o a uno psichiatra? Potresti andare dal medico di base.. Comunque datti tempo, non fa miracoli, il lavoro grande lo fai tu, datti tempo.

Il fatto che tua madre ti giudichi così di certo non aiuta, pure io ho "idee da persona pazza" ma i miei mi hanno sempre accettato per come sono..

Quando stavo male neanche io mi lavavo, non facevo nulla, soltanto stare a letto era l'unica cosa di cui avevo "voglia".. Però il fatto che vuoi capire, che chiedi aiuto, su un forum, è un segno positivo.. di certo non vuoi rimanere in questa condizione, io ti posso solo consigliare di chiedere consiglio da uno psicoterapeuta..
Intanto qui trovi tante persone che possono capire e sostenerti
Ti abbraccio forte.

Beh, io voglio reagire perché sono passato da aspirante scienziato col desiderio di diventare un luminare del suo campo, a fallito disperato. Mi fa stare malissimo e ripeto che al solo pensiero di come butto le giornate mi sento come se avessi i polmoni trafitti.
Voglio reagire perché provo una rabbia smisurata verso i miei genitori, poiché sono i primi a criticare chi non accetta l'anormalità dei figli, ma poi tengono lo stesso egoistico comportamento con me riguardo una stupida depressione. E diciamo che la rabbia che provo per via di questa cosa è come uno stimolo.
Anche se, ripeto, è inutile rivolgermi al medico, perché dovrei prima confessare ai miei genitori, che fanno finta di nulla.
La cosa mi manda ai pazzi. Ci sono giorni in cui reagisco e sembro migliorare, altri in cui mi vorrei uccidere...
Giuro di sentirmi come un ratto che zampetta attraverso un tunnel che si fa sempre più stretto.

Neverhappy ha scritto:Beh, io voglio reagire perché sono passato da aspirante scienziato col desiderio di diventare un luminare del suo campo, a fallito disperato. Mi fa stare malissimo e ripeto che al solo pensiero di come butto le giornate mi sento come se avessi i polmoni trafitti.
Voglio reagire perché provo una rabbia smisurata verso i miei genitori, poiché sono i primi a criticare chi non accetta l'anormalità dei figli, ma poi tengono lo stesso egoistico comportamento con me riguardo una stupida depressione. E diciamo che la rabbia che provo per via di questa cosa è come uno stimolo.
Anche se, ripeto, è inutile rivolgermi al medico, perché dovrei prima confessare ai miei genitori, che fanno finta di nulla.
La cosa mi manda ai pazzi. Ci sono giorni in cui reagisco e sembro migliorare, altri in cui mi vorrei uccidere...
Giuro di sentirmi come un ratto che zampetta attraverso un tunnel che si fa sempre più stretto.

E io giuro di crederti..
Lo capisco..la rabbia può essere uno stimolo, basta che non la riversi su te stesso, neanche sugli altri se per questo, in modo negativo.
Non sei un fallito.
La sensazione dei polmoni trafitti l'ho sperimentata anche io purtroppo..mi sembrava di soffocare.
Devi reagire non per la rabbia nei confronti dei tuoi, ma per te stesso, per il tuo bene. Tu prova a parlarne ai tuoi, sii chiaro e sincero. Anche se non accettano la cosa (mia madre non ha accettato il fatto che fossi depressa per molto tempo), tu vai comunque dal medico, sempre se è una cosa che hai intenzione di fare per stare meglio.