mia sorella ha piacere...

nel sapere che soffro? La depressa è lei non sono io eh..
Oggi ha preso un giorno di ferie dal lavoro, domani è domenica, lunedi è festa. Perchè ha preso ferie anche oggi sapendo che passerà tutto il tempo a casa?????
Perchè oggi mi ha mandato una foto che si vede tutto nero e alla mia domanda su cos'era non mi ha risposto?
Si lo so, si deve sfogare, lo deve dire a qualcuno come si sente e quel qualcuno sono io, sono sempre io, perchè sono l'unica deficiente che è rimasta...
Però mi fa soffrire. Io stasera devo uscire con mia figlia e alcune mamme. E ora non ho più lo stato d'animo adatto. E lei lo sapeva.   

da un lato potresti farle capire ancora di più che ti interessi a lei (penso a qualche sms ogni tanto, qualche telefonata),
dall'altro potresti renderti meno influenzabile.

accetta il fatto che lei è depressa e non sei tu che puoi salvarla, è solo lei che può uscirne,
falle sentire il tuo interesse, il tuo appoggio,
però non sentirti in colpa del fatto che tu non sia triste quanto lei.

vivi la tua vita, goditi i tuoi momenti felici,
non è necessario che tu sia triste per dimostrare che le vuoi bene,
cerca di separare le tue cose,
il tuo stato d'animo è una cosa,
la tua compassione verso di lei è un'altra.

non abbandonarla, ma vivi la tua vita.

per la tua risposta, per le tue parole belle e vere. Ma è difficile; ieri le ho detto che non avrei festeggiato il mio compleanno perchè non mi sento visto che lei sta cosi. E per la prima volta mi ha scritto che le dispiace. Anche io sono triste non ci posso fare niente. E nei pochi momenti felici che potrei vivere ricevo sempre un sms che mi fa tornare indietro. A volte penso che sia anche un pò egoista...
Si lei lo pensa che se noi (famiglia) siamo tristi, le vogliamo bene. Se viviamo la nostra vita, no.
Le voglio bene ma sono vent'anni che dura questa storia...

Mi hai ricordato questo articolo che ho letto:

Una sorella chiama l'altra (quest'ultima è separata) e le dice: "Sai a me e a Giancarlo (il marito) piacerebbe andare in Messico in vacanza quindici giorni". "Fai bene, dice la sorella: beati voi! Il mio ex non mi dà niente e non posso nemmeno permettermi di comprami un cappotto; mi aggiusterò questo vecchio!". La sorella si sente talmente in colpa che rinuncia al viaggio in Messico ("Come posso io andare che mia sorella è presa così!... Ma che abbia bisogno di soldi?... Glielo chiedo?... Se glielo chiedo, la umilio?...). Il vangelo dice: "Se hai bisogno, chiedi! Ma non ti permettere di far venire i sensi di colpa agli altri". Far venire i sensi di colpa agli altri è l'arma tremenda, vigliacca, di chi non ha potere.

http://www.pasravmiser.it/web2/index.php?option=com_content&view=article&id=434:una-spada-che-tagliando-libera&catid=2:omelie&Itemid=123&lang=it

C'è da dire però che sei tu che sei responsabile della tua vita e sei tu che sei responsabile dei tuoi stati d'animo.

Io però non sono una persona adatta a suggerire cosa fare in questi casi delicati, io oggi decido una cosa e domani ribalto completamente la mia decisione, quindi valuta te cosa è meglio fare.

A rigor di logica vedo queste tre alternative:
A- ti rendi meno influenzabile
B- ti esponi di meno alla sua inflenza
C- accetti la sua influenza negativa

Io inzialmente proverei a evitare decisione drastiche, magari prova 50% di A, 30% di B, 20% di C. Se vedi che non funziona, puoi provare ad aumentare B (la senti un po' meno, quindi 50% A, 40% B, 10% C). I numeri sono giusto per dare un'idea...

Tempo fà conobbi una persona in un forum, poi anche di personalmente, visto che queste persone ogni anno facevano un ritrovo, e io ci andai
Questa persona è un tecnico di laboratorio e lavora in un centro per tumori, e la maggior parte dei pazienti erano bambini
Lui con l'ivalidità che aveva faceva il part time
E il tempo libero che li rimaneva, andava comunque al quel centro a giocare e aiutare i bambini
Mi raccontò tante cose, belle, ma purtroppo anche tante molto tristi
Come che sentiva i bambini ridere giocare e parlare di cosa volessero fare da grandi, ma lui il giorno prima aveva fatto gli esami di laboratorio e........a volte non c'erano belle notizie
Mi disse, le prime volte li sembrava di impazzire, poi ho cercato di fare il mio lavoro, e parallelamente aiutare il prossimo meglio che potevo, ogni bambino ha la sua storia clinica, io cerco di aiutarlo anche parlando con i genitori, con i medici a trovare altri centri i piu specializzati, cercando di dare consigli
Ora il lavoro mi piace, lavoro e ho la possibilità di aiutare, cerco di fare il piu possibile per autare il prossimo, ho tante belle soddisfazioni e anche qualche tristezza
Ma ho sempre fatto tutto il possibile e ne sono orgoglioso e fiero di mestesso
Da parte mia....Bravo Luca !!!!!

se intendi che deve rimanere per forza a subire sua sorella... è facile fare beneficienza con la vita degli altri...

se riesce a vivere la sua vita e a dare anche una mano all'altra tanto meglio... se non riesce tanto vale che almeno la sua vita se la viva e non ne vadano rovinate due... poi il pericolo è che comunque venga assalita dal senso di colpa e quindi rimangono fregate tutte e due lo stesso...

Forse c'è un punto da chiarire. Facciamo un passo indietro.
Il depresso vive il nero, vive il male dentro ai limiti della sopportazione, sta male, malissimo, soffre da morire, non può fare nulla, nemmeno il "pensare di fare" qualcosa. Bisogna comunque vedere che depressione è, che grado è, che tipo è. La vera depressione non dà scampo, e va curata con gli psicofarmaci dati da uno psichiatra (o neuropsichiatra). Se sta meglio deve fare psicoterapia senza abbandonare i farmaci finché non lo stabilisce lo psichiatra. Se non riesce bene la cosa delle medicine (psichiatra) dopo qualche mese o più, si può anche cambiare psichiatra (ma dovrebbe esere lui a cambiare farmaci e dosi). La psicoterapia è diversa, deve essere accettata "a pelle", a istinto dal depresso durante il primo colloquio-visita. Ci deve ispirare fiducia o qualcosa di positivo che ci fa rimanere con quel psicoterapeuta, altrimenti si deve cambiare dopo la prima seduta. I familiari o parenti possono aiutare, non devono dare la colpa al paziente, è la malattia (come la polmonite o il tumore, né più né meno). Ma in fondo non è che possono fare moltissimo. Il malato non sta meglio a volte nemmeno con l'affetto dei cari o con l'amore vero e proprio di una persona dell'altro sesso. Le persone intorno devono stare bene, quindi se possono si faranno aiutare. Altri parenti che si altetrnano, badanti, fra loro dello stesso nucleo familiare. Quindi se si vuole andare in Messico, si deve andare perché se non ci si rifà, se non ci si riprende un po', se non si fa una pausa, una vacanza, se non si sta bene, inevitabilmente ciò ricadrà anche sul malato.

mmm ha scritto:se intendi che deve rimanere per forza a subire sua sorella... è facile fare beneficienza con la vita degli altri...

Non intendevo affatto dire questo
Anzi... fare la seconda frase lo considero spregievole

roberto66 ha scritto:
Mi disse, le prime volte li sembrava di impazzire, poi ho cercato di fare il mio lavoro, e parallelamente aiutare il prossimo meglio che potevo, ogni bambino ha la sua storia clinica, io cerco di aiutarlo anche parlando con i genitori, con i medici a trovare altri centri i piu specializzati, cercando di dare consigli

Ma intendevo questo
Se guardate bene ogni bravo medico, e ogni persona, anche nel volontariato si aiuta e si cerca per quanto possibile di non farsi influenzare

scusami per l'interpretazione errata.

Ma figurati mmm