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Messaggio  in-felice Mar Nov 20, 2012 5:30 pm

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Messaggio  nausiche84 Mar Nov 20, 2012 8:58 pm

ciao e benvenuto..
Non sono esperta di farmaci ma io sono d'accordo con te sul fatto di non prendere per ora dei medicali, perchè mi sembra abbastanza ovvio che la condizione psicologica in cui ti trovi non abbia prettamente o esclusivamente basi biologiche, ma sia dovuta agli avvenimenti della tua (la separazione, la malattia di tua madre, l'omosessualità, le troppe responsabilità).. Certo, che la componete biologica può avere la sua parte, ma non è detto che sia quella determinante o principale.
Poi anche se dovessi decidere di prenderli, non affidarti assolutamente al medico di base, devi andare dallo specialista del campo, ossia uno psichiatra. Sei davvero sicuro che si tratti di disturbo depressivo maggiore e non di stress o altro ancora? Questo lo può stabilire solo uno psichiatra, i medici non hanno una competenza giusta in questo campo..
Per quanto riguarda l'omosessualità capisco perfettamente che per te sia stato il colpo di grazia. Io non sono una di quelle moraliste che dice di seguire il cuore e avere coraggio di sputare la verità in faccia alla tua famiglia, perchè capisco che in certi contesti è una cosa impensabile.. Ma ciò non toglie che tu possa trovare i tuoi momenti di sollievo e di serenità frequentando un ragazzo che ti prende davvero senza far sapere nulla a nessuno.. E' vero non ci potrai vivere insieme e uscirci liberamente, ma non puoi condannarti all'infelicità totale per questo, puoi costruirti il tuo angolo di felicità in questo modo.. Ti sentiresti meglio a sentirti amato e a poter parlare con qualcuno dei tuoi problemi.
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Messaggio  canterel II Mar Nov 20, 2012 9:09 pm

io direi che se sei abbastanza sicuro del tuo orientamento sessuale, e questo condiziona e indirizza la tua affettività, il fatto di non accettarlo non ti aiuta a farti sentire meglio - considerando inoltre che nella tua esistenza ci sono altre fonti di preoccupazione e di dispendio, so cosa vuol dire assistere un famigliare non autosufficiente e dispiacersi per lui.

ciò che spontaneamente sentiamo di desiderare, soprattutto nella nostra dimensione affettiva, è parte significativa della nostra vita; a meno che non si tratti di desideri la cui realizzazione immediata provoca oggettivamente un male a noi o agli altri, facciamo bene a rispettarli e se possibile a soddisfarli.

perciò puoi forse cominciare con il chiederti per quali ragioni il tuo orientamento sessuale ti appare come una disgrazia. (piuttosto che domandarti se l'eziologia dell'orientamento sia genetica o ambientale: tanto, in ambo i casi, il problema del rapporto tra i tuoi desideri, il tuo giudizio e la tua vita resta espresso nei medesimi termini...)
potresti anche parlarne con uno psicologo.

riguardo la tua relazione di copertura, non ho capito se la partner è del tutto inconsapevole della funzione che le attribuisci.
dal momento che scrivi, alla fine del tuo intervento, che ti piace vedere la felicità delle persone intorno a te, io credo che potresti trarre qualche piacere forse dall'azione che compiresti in favore della felicità della tua partner ammettendo di non provare nulla per lei (se davvero non provi nulla). sono decisioni importanti, che spettano solamente a te, ma poiché sostieni di non provare nulla, e che questa copertura non contribuisce a renderti più soddisfatto o più sereno, allora forse stai sottoponendo te stesso e la tua partner inconsapevole a un sacrificio poco utile. ti consiglierei di pensarci sopra, giusto per evitare di lamentarti in futuro per non aver attentamente valutato questo problema per tempo.
quello che so è che se io fossi legato a una persona che non mi ama, prima o poi vorrei saperlo e vorrei poter decidere di conseguenza che cosa fare. potrei magari accettare di non sapere o di non capire perché non sono amato, ma vorrei sapere di non essere amato.
va da sé che io ragiono così, e che il mio ragionamento non è la misura di quelli degli altri. e del resto capisco pure che non è facile trovare copertura da parte di persone consapevoli.
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Messaggio  merla Mar Nov 20, 2012 9:13 pm

Ciao in-felice,
abito in un contesto socio-culturale molto aperto e, quindi, ovviamente non posso immaginare il modo in cui tu viva la tua sessualità.
Affermazioni come le tue ("non volevo essere gay", ad esempio) o il fatto che tu ti costringa a frequentare una ragazza benché non la desideri e che ti costringa a mentire a tutti, le compresa, sono un segno di forte infelicità.
A volte la psicoterapia può essere molto dura e fare star peggio, sicuramente, però magari confrontarti con qualcuno, non necessariamente uno psicologo ti aiuterebbe.
Credo che un po' ovunque ci siano associazioni e gruppi di auto aiuto sia per persone che vivono male la propria identità sessuale sia di persone con un congiunto disabile.
Parlarne con altre persone che condividono situazioni e difficoltà simili, potrebbe aiutarti.
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Messaggio  in-felice Mar Nov 20, 2012 10:51 pm

Grazie mille ragazzi.
Adesso vedrò di gestire al meglio la situazione.

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Messaggio  kate91 Mar Nov 20, 2012 11:19 pm

Benvenuto nel forum!
La tua è una storia complicata, ma bisogna dire che così sono tante altre storie. Non pensare che la gente intorno a te sia sempre felice, ognuno ha i suoi crucci nella vita, c'è chi riesce a superarli più facilmente, chi invece li nasconde molto bene.
Per quanto riguarda essere gay, non capisco perchè dici che se non avessi avuto questa vita saresti stato "normale". Io ho tanti amici gay e a me sembrano molto normali! E quelli che sono fidanzati sono contenti di esserlo, quindi non pensare che uscire con una persona del tuo stesso sesso sia una "vita di cacchina". Certo, a loro capita che qualcuno ogni tanto gli urli parolacce dall'altra parte della strada ma capita anche ai miei amici neri (vivo in inghilterra e ce ne sono più che in italia) e perfino ai miei amici giapponesi ("you fucking chinese!")! Prova a cambiare la tua mentalità, e vedrai che comincerai a sentirti meglio! Smile Non c'è bisogno di fare coming out, come dice nausiche, ma semplicemente renditi sincero con te stesso!

("Normal is overrated" = "La normalità è sopravvalutata")
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Messaggio  moksha Mer Nov 21, 2012 6:52 pm

Ciao in-felice

Io ho 25 anni e ho avuto i tuoi stessi problemi per quanto riguarda l'orientamento sessuale.
Ti racconto brevemente, sperando che possa esserti utile:
Ho cominciato a sospettare di essere gay quando avevo 13 anni. Sono cresciuto in una famiglia molto cattolica, ed il solo pensiero di poter essere omosessuale mi dava un dolore incredibile. L'ho sempre vista come una condanna all'infelicità, una vergogna da tenere nascosta. Per alcuni anni ho frequentato delle chat, senza mai incontrare nessuno, cercando di convincermi che prima o poi avrei smesso, che sarebbe passato. Spesso mi chiudevo nel bagno a piangere, e a volte mi premevo le forbicine del bagno contro il polso, cercando il coraggio di farla finita.

Questo periodo è durato dai 13 ai 18 anni, finché, psicologicamente esausto, non ho deciso di andare a parlare con uno specialista (a Roma avevo la possibilità di frequentare anonimamente e gratuitamente dei centri psicologici per l'adolescenza).
Al primo colloquio, conoscitivo, sono riuscito a sbiascicare con fatica: "forse mi sento attratto ANCHE dai maschi", ricordo che, mentre lo dicevo, mi fischiavano le orecchie tanto forte da non riuscire più a sentire niente silent .
Il terapeuta che mi prese in cura, al primo incontro mi chiese se avevo avuto delle esperienze con un ragazzo o con una ragazza, io risposi di no. Senza scomporsi mi disse "bene, allora vai con un ragazzo, vai con una ragazza, e la prossima volta possiamo discutere di cosa hai provato e capire".

Quella dolce dimostrazione di serenità è stata la goccia che ha fatto scattare una piccola rivoluzione: mi sono confessato con la compagna di banco, togliendomi un peso incredibile, e a domino (nell'arco di mesi) a molti altri amici, maschi e femmine (ad un certo punto, era diventato così normale che non vedevo l'ora di dirlo a quello o a quella per scrutare curioso la loro reazione). I miei amici più stretti mi hanno portato in locali e hanno fatto di tutto per farmi sentire accettato.
Da lì, la prima amica lesbica e suo fratello gay; le prime esperienze, di notte sulle spiagge di ostia, i primi baci a villa borghese; l'inizio di un breve periodo "sopra le righe" con lunghe pomiciate DENTRO i vagoni della metro A, affollatissima, e la mia grandissima sorpresa nel vedere che nessuno vi badava. Piccole battaglie liceali con lettere aperte (anonime) pubblicate sul giornalino del mio liceo, allegando in calce un indirizzo MSN invitando le persone ad aggiungermi per parlare e capire. Lo facevo in anonimato, non ero tanto coraggioso nei miei 19 anni. Mi aggiunsero solo maschi etero, alcuni volevano stanarmi, altri volevano capire, alcuni sono diventati amici e lo sono tutt'ora.

Quando a 20 anni sono andato a lavorare in Irlanda, sono definitivamente sbocciato, per la prima volta mi sono innamorato e dormivo a casa di un ragazzo, la quale madre mi preparava sempre una sostanziosa colazione (ero sempre invitato alle cene di famiglia, e soprattutto alle LUNGHE bevute di famiglia, in pieno stile irlandese). Ricordo che in quel periodo, dividevo il mio appartamento con un ragazzo di Roma che non conoscevo, un "burino" che non si faceva mai mancare occasione per fare brutte battute sui "froci demmerda". TUTTI I GIORNI. Lui non sapeva di me, e io sopportavo mal volentieri i suoi discorsi omofobi. Un sera ero andato a bere fuori; ricevo una telefonata sul cellulare dal mio coinquilino omofobo, che aveva trovato, sul tavolino del salone un giornale/guida ai locali gay di Dublino. Io al telefono confesso e lui mi attacca il telefono. Passo una serata angosciata, l'idea di tornare a casa e di dover continuare a vivere con l'omofobo che ora sapeva di me mi faceva sentire davvero a disagio. Sulla strada, tornando, cercavo di preparami a dire qualcosa di sensato per fagli capire che non doveva essere spaventato da me.
Lui mi aspettava seduto su una sedia, io lo saluto e lui si mette a piangere, comincia a scusarsi davanti a due sue amiche che assistevano alla scena, mi abbraccia e mi dice: "non lo sapevo, scusami". Nei giorni a seguire mi dirà che io gli avevo fatto capire di quanto fosse stato stupido, di come gli avessi aperto gli occhi e via dicendo.

Il fatto è che NOI ci dobbiamo educare ad accettarci, a capire che se fossimo nati in paesi meno bigotti (più o meno tutto il resto d'europa) non avremmo problemi a volerci bene, che questa nostra società proietta su di noi le sue paure sulla diversità, l'orrore di un'omosessualità associata all'idea di "donna mancata" di "mezzo uomo". Accettandoci, possiamo cominciare ad educare le persone intorno a noi.

Oggi ho 25 anni, più o meno tutte le persone con le quali sono andato oltre il "ciao come va" sanno del mio orientamento sessuale, mi sento una persona come tante e non ho mai avuto nessun problema. A volte mi meraviglio di aver dimenticato tutta l'angoscia del pensarmi gay. Mio padre chiama(va) al telefono, per salutarlo, quello che fino a poco tempo fa era stato il mio ragazzo per quasi tre anni (con mia grande sorpresa!). Mia madre chiedeva timidamente a me, come stesse lui.

Ognuno ha il suo percorso, non so quale sarà il tuo. Non so se sei certo della tua sessualità o meno, ma secondo me, metterla da parte accrescerà la tua angoscia, tipo pentola a pressione. Non so cosa consigliarti, forse cercare di aprirti con la persona più fidata, se già non l'hai fatto e forse di parlarne con uno psicoterapeuta che ti aiuti ad allentare la tensione.

Ti ho scritto un tema, spero di non essere stato fuori luogo. Come per me la depressione è stata fortemente legata alla sessualità, ho pensato che possa essere lo stesso per te; spero che ti sia anche solo vagamente utile, il racconto di un altro che ti capisce e si ricorda bene il tuo dolore. Non ti arrendere, la felicità è lì in fondo e se ci lavori ci arrivi.





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Messaggio  in-felice Mer Nov 21, 2012 7:11 pm

Ciao moksha.
In questi giorni ho pensato di fare "una dopia vita" cioè avere la ragazza e poi l'amante.
Non è il massimo ma al momento non mi crea tensione.

in-felice

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Messaggio  moksha Mer Nov 21, 2012 7:15 pm

Mi sembra un buon passo, almeno ti chiarisci le idee.
in bocca al lupo, se vuoi sono qui.

moksha

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Messaggio  PapaveroRosso Ven Nov 23, 2012 6:24 pm

potresti dirlo a qualcuno... ti sentiresti meglio .. poi se gli altri si fanno dei problemi sono fatti loro ...
L'importante è la percezione che tu hai di te stesso.. ti confesso se vedo due dello stesso sesso che si baciano un po mi scombussola la cosa.. ma è un PROBLEMA MIO.. Pe tua madre ti capisco ... penso manco io potrò prendere in considerazione di vivere da sola... e poi mi sentirei in colpa a lasciarla in casa da sola ... lo so è una risposta un po' banale la mia ma ... per la questione sessuale secondo me si risolve per la madre ... beh è tua madre è normale che ti prenda ansia a vederla stare male ... ma poi penso lei sarebbe felice tu fossi felice ... ( in genere le madri fanno così) I love you
PapaveroRosso
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