Io sto sempre sullo stesso punto
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Io sto sempre sullo stesso punto
Dopo anni, decenni che sono stato male, dopo che mi è stata diagnosticata la depressione nell'84, dopo le cure che nel 2008 mi hanno fatto stare bene, dopo le esperienze mie e di altri, dopo lettura, molte letture sull'argomento anche dal punto di vista della chimica del cervello, della psicologia, della psichiatria, dei sintomi del DSM IV... ancpra non ho capito se il mio comportamento quando sono "sano" è condizionato dalla depressione anche se ora è assente. Se sono sempre stato latentemente depresso, se questo ha influito anche sulle mie vicende da ragazzo, da bambino, da piccolo, e ora, maledettamente ora che vivo più vite, più personalità del cavolo. Potessi dire una cosa positiva di me.
Due cose so: faccio del male, mi faccio del male.
E non so perché, quando ci penso concludo che è colpa mia, che sono fatto sbagliato, che sbaglio tutto, che ho sempre sbagliato tutto tranne poche cose.
Due cose so: faccio del male, mi faccio del male.
E non so perché, quando ci penso concludo che è colpa mia, che sono fatto sbagliato, che sbaglio tutto, che ho sempre sbagliato tutto tranne poche cose.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: Io sto sempre sullo stesso punto
io penso che una malattia condiziona sempre, specialmente se psichica.
bisogna convivere con la malattia e ci condiziona.
parere personale beninteso.
bisogna convivere con la malattia e ci condiziona.
parere personale beninteso.
marco7- Numero di messaggi : 331
Data d'iscrizione : 12.12.10
Re: Io sto sempre sullo stesso punto
il tuo parere ha un suo peso, tu hai esperienza, un po' mi conosci. Sicuramente è così o almeno un po' così come tu dici...
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: Io sto sempre sullo stesso punto
questo che scrivo è un po' OT ma lo scrivo ugualmente.
le persone in carcere hanno spesso si trovano in carcere perchè hanno commesso crimini fatti anche perchè hanno una malattia psichica. I casi più gravi dal profilo psichiatrico vengono riconosciuti e nemmeno processati.
questo un esempio:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/01/07/visualizza_new.html_41456912.html
molti ottengono una scemata responsabilità e una pena più mite. Altri sono magari non riconosciuti un po' malati e devono subire la condanna senza agevolazioni.
io penso che se uno è tendenzialmente depresso sceglierà anche un partner che non scoppia d'allegria e viceversa.
è una condizione che si intrufola nella persona nel profondo e ha ripercussioni su tutta la vita della persona, dalla più piccole cose all'impostazione di tutta la vita della persona. Penetra talmente nella persona che non ci si rende nemmeno conto di quanto condizioni noi stessi e i rapporti che abbiamo con gli altri.
ieri ho visto la trasmissione "ballando con le stelle" in cui c'era ospite uno sportivo senza gambe che però correrà anche alle olimpiadi con delle protesi. Si vedeva perfettamente che è una persona felice e ha sicuramente una vita migliore di un depresso con entrambe le gambe.
non dico che la depressione o la schizzofrenia siano le peggiori malattie in assoluto perchè diverse malattie hanno conseguenze diverse e non sono paragonabili ma le malattie psichiche rendono una persona interiormente diversa e si ha una marcia in meno nella vita.
le persone in carcere hanno spesso si trovano in carcere perchè hanno commesso crimini fatti anche perchè hanno una malattia psichica. I casi più gravi dal profilo psichiatrico vengono riconosciuti e nemmeno processati.
questo un esempio:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/01/07/visualizza_new.html_41456912.html
molti ottengono una scemata responsabilità e una pena più mite. Altri sono magari non riconosciuti un po' malati e devono subire la condanna senza agevolazioni.
io penso che se uno è tendenzialmente depresso sceglierà anche un partner che non scoppia d'allegria e viceversa.
è una condizione che si intrufola nella persona nel profondo e ha ripercussioni su tutta la vita della persona, dalla più piccole cose all'impostazione di tutta la vita della persona. Penetra talmente nella persona che non ci si rende nemmeno conto di quanto condizioni noi stessi e i rapporti che abbiamo con gli altri.
ieri ho visto la trasmissione "ballando con le stelle" in cui c'era ospite uno sportivo senza gambe che però correrà anche alle olimpiadi con delle protesi. Si vedeva perfettamente che è una persona felice e ha sicuramente una vita migliore di un depresso con entrambe le gambe.
non dico che la depressione o la schizzofrenia siano le peggiori malattie in assoluto perchè diverse malattie hanno conseguenze diverse e non sono paragonabili ma le malattie psichiche rendono una persona interiormente diversa e si ha una marcia in meno nella vita.
marco7- Numero di messaggi : 331
Data d'iscrizione : 12.12.10
Re: Io sto sempre sullo stesso punto
Sì, la vita è diversa per un depresso, anche quando è guarito perché c'è la consapevolezza di poter tornare nel tunnel, nel mare grigio, nel pozzo nero senza fondo...
Penso però che molti abbiano da ridire su questo, e mi meraviglia che nessuno sia intervenuto.
Penso però che molti abbiano da ridire su questo, e mi meraviglia che nessuno sia intervenuto.
Stef- Numero di messaggi : 1033
Data d'iscrizione : 13.01.08
Età : 70
Località : Napoli
Re: Io sto sempre sullo stesso punto
M'hai chiamato... :-)
Premesso che sono senza farmaci da un 6/7 mesi, dei quali per 2 almeno ho sofferto di un bell'effetto rebound, superato e ora sinceramente mi sento abs bene senza reazioni eccessivamente depressive o ansiose (e non mi va tutto bene di questi ultimi tempi, tutt'altro), non ho dubbi nel dire che se avessi dovuto scegliere tra le gambe e la depressione, avrei certamente scelto la depressione, almeno la mia, durante la quale ho rischiato relativamente poco di far sciocchezze.
Per il resto credo che la depressione sicuramente ci influenzi in tantissimi aspetti della nostra vita, in modo più o meno marcato a seconda dello spazio che le diamo nelle diverse situazioni di vita.
Però mi sembra una ricerca di definizioni un po' sterile, nel senso che non esistono due entità Stef da una parte a La Depressione dall'altra. Capisco la tentazione di trovarla questa definizione, di dire questo è mio e questo è malattia, disagio..altro, perché so di averla provata anche io, però nella realtà non esistono due entità separate. Al massimo c'è Stefano, che sceglie di curarsi e sceglie di conoscersi e man mano che cresce nella sua consapevolezza sceglie cosa vuole o cosa può cambiare un passo alla volta.
Però questo vale per tutti, perché chi non ha la depressione, ha il diabete o magari ha le protesi, l'altro ha il figlio che si buca, il terzo ha la mamma invalida, ecc. ecc. alla fine tutti siamo costretti a convivere con qualcosa che possiamo individuare come limitante e invalidante.
Poi la malattia psichica sicuramente ha delle peculiarità e implica delle particolari difficoltà di relazione, però se da una parte cercare di individuarla come fattore distinto da se stessi secondo me è deresponsabilizzante nei confronti della malattia (e quindi decisamente collusivo con la depressione stessa in realtà) dall'altra la tentazione di definire la malattia psichica come la peggior cosa possibile, è decisamente una visione molto depressiva.
Merla
Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. E' una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione di essere, perché fa diventare razionale l'irrazionale. Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come sciogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita. [Basaglia]
Premesso che sono senza farmaci da un 6/7 mesi, dei quali per 2 almeno ho sofferto di un bell'effetto rebound, superato e ora sinceramente mi sento abs bene senza reazioni eccessivamente depressive o ansiose (e non mi va tutto bene di questi ultimi tempi, tutt'altro), non ho dubbi nel dire che se avessi dovuto scegliere tra le gambe e la depressione, avrei certamente scelto la depressione, almeno la mia, durante la quale ho rischiato relativamente poco di far sciocchezze.
Per il resto credo che la depressione sicuramente ci influenzi in tantissimi aspetti della nostra vita, in modo più o meno marcato a seconda dello spazio che le diamo nelle diverse situazioni di vita.
Però mi sembra una ricerca di definizioni un po' sterile, nel senso che non esistono due entità Stef da una parte a La Depressione dall'altra. Capisco la tentazione di trovarla questa definizione, di dire questo è mio e questo è malattia, disagio..altro, perché so di averla provata anche io, però nella realtà non esistono due entità separate. Al massimo c'è Stefano, che sceglie di curarsi e sceglie di conoscersi e man mano che cresce nella sua consapevolezza sceglie cosa vuole o cosa può cambiare un passo alla volta.
Però questo vale per tutti, perché chi non ha la depressione, ha il diabete o magari ha le protesi, l'altro ha il figlio che si buca, il terzo ha la mamma invalida, ecc. ecc. alla fine tutti siamo costretti a convivere con qualcosa che possiamo individuare come limitante e invalidante.
Poi la malattia psichica sicuramente ha delle peculiarità e implica delle particolari difficoltà di relazione, però se da una parte cercare di individuarla come fattore distinto da se stessi secondo me è deresponsabilizzante nei confronti della malattia (e quindi decisamente collusivo con la depressione stessa in realtà) dall'altra la tentazione di definire la malattia psichica come la peggior cosa possibile, è decisamente una visione molto depressiva.
Merla
Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. E' una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione di essere, perché fa diventare razionale l'irrazionale. Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come sciogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita. [Basaglia]
merla- Numero di messaggi : 2206
Data d'iscrizione : 09.01.08
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