Dedicarsi agli afflitti

Vorrei chiedere a tutti i visitatori se, quando non sono depressi, pensano di dedicarsi a chi è deprsso o agli afflitti in genere (ammalati psichici o fisici o bisognosi di altro).
Quando io sono in fase depressiva (io soffro di distimia e ciclotimia) penso sempre "quando starò bene voglio aiutare gli altri che stanno male" rivolgendo il pensiero soprattutto a chi ha sofferto come me.

personalmente non sento una vocazione a dedicarmi ad una categoria di persone.
più che altro da qualche anno tendo a sentirmi poco gratificato nell'intrattenere rapporti con persone senza riuscire a rendermi utile in qualche modo. a prescindere dal fatto che queste persone siano afflitte o no. i rapporti non finalizzati, o comunque del tutto gratuiti e svincolati da interessi comuni spesso mi lasciano un po' disorientato. quando invece mi rendo conto di poter appagare qualche bisogno, o almeno qualche desiderio, trovo un briciolo di gratificazione e maggiore sicurezza nel rapportarmi ad un'altra persona.

Ciò non si discosta molto dal mio pensiero.

E' un pensiero molto bello, io cerco aiuto...mi sento così sola...in questo momento non ho niente da dare a nessuno, ma vorrei qualcuno che mi capisse...

Beh, a quanto pare io sono un altruista innato, passo buona parte ad aiutare le persone bisognose.
Non lo so perchè lo faccio, non mi sono mai posto il problema, quando c'è qualche persona che si trova in difficoltà io ci sono a tendergli una mamo.
Difficile invece, domandare aiuto.
Però mi devo dare una regolatina, visto che tutto quasto non mia ha portato a grandi cose, anzi qualche volta sono stato fraineteso.

Dal mio modo d'agire, posso solo dirvi questo, donarsi o donare qualcosa di proprio gratuitamente implica prima una profonda coscenza del proprio spirito, perchè in caso contrario si rischia di soffrire gratuitamente, visto che nessuno ti dirà mai grazie.

Anc'io sono spesso fraintesa...si hanno midi di comunicare diversi e diverso è il modo di leggere i significati di un comportamento. Forse è per questo che non ho più nessuno...forse è per questo che sono quì...

Cara Aurora,
tu esisti perché tu sei utile al mondo così come sei.
Proprio così come sei.
Senza di te il mondo non sarebbe più lo stesso.
Tu sei unica, meravigliosa, insostituibile.
Punto

Caro Suggestione,
è molto bello ciò che dici.

Io sono con voi.
Con questo non voglio dire che non sono con gli altri, anzi.
Noi non siamo soli.

Stef

credo che tu abbia una sensibilità particolare...unica...

Se devi conoscere la verità di una persona devi conoscerla tutta.
Sono una persona sensibile, disponibile, che si compentra molto con l'altro, che scrive romanzi, racconti, che ha composto cinque brani musicali e tante altre cose belle.
Però, però...
Non è così semplice.
No.
Ho fatto anche errori (e chi non ne fa, dirai tu).
Da giovane ho trattato male i gatti, a volte, spesso, sono stato scorbutico con i miei figli, con mia moglie le nefandezze che ho fatto non ne parliamo proprio. Sbagli nell'amicizia, pure.
Stendiamo un velo pietoso e ricordiamoci solo il bello.
Ma, piuttosto, anche tu hai una sensibilità unica e particolare: solo una persona così può cogliere il bello (il profondo) di un'altra persona.
Quindi sei una bella persona ed ecco perché hai colto solo il lato bello.

NESSUNO è perfetto.
Stef, la vita è un cammino, anc'io da piccola lanciavo in aria un gatto perchè volevo che cadesse, ma atterrava illeso sulle zampe. Sono cose che si fanno quando non si è ben consapevoli delle proprie emozioni.
C'è una frase di Gibran che amo e condivido:
"Per capire il cuore e la mente di una persona, non guardate ciò che ha raggiunto, ma ciò a cui aspira"...

Grazie bella,
grazie per cercare di non farmi sentire in colpa.
Ciò mi conferma la tua bellezza interiore.
La luce interiore che emani.
Anche altre persone emanano questa luce e non sempre le vediamo, non perché esse siano invisibili ma perché il nostro occhio è troppo piccolo.

Stef ha scritto:Vorrei chiedere a tutti i visitatori se, quando non sono depressi, pensano di dedicarsi a chi è deprsso o agli afflitti in genere (ammalati psichici o fisici o bisognosi di altro).
Quando io sono in fase depressiva (io soffro di distimia e ciclotimia) penso sempre "quando starò bene voglio aiutare gli altri che stanno male" rivolgendo il pensiero soprattutto a chi ha sofferto come me.

No, mi spiace. Mi sembra un pensiero un po' ipocrita.

Credo sia un sentimento caratteristico degli anni settanta.

Oggi, è un'ipocrisia. Aiutare gli altri, secondo la mia opinione, non è un'emozione legata allo stare male. E' una parte della personalità di ciascuno di noi.