Appunti dalla mia psicoterapia.

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Messaggio  lunatica Mer Mag 06, 2009 6:16 pm

Usare il computer per poche ore e poi uscire,conoscere persone o comunque dedicarsi ad altro è l'ideale,Pavely.
Non sono dell'idea di staccarsi del tutto dal computer,perchè è comunque uno strumento utile,ma non esiste solo internet,bisogna anche realizzare qualcosa nel concreto,lo sai.
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Messaggio  Pavely Ven Mag 08, 2009 9:51 am

5 maggio....................................................................................................

Quando entro, ci salutiamo.
Mi chiede come è andata la settimana. Gli spiego come sia corsa liberamente e come io non abbia fatto nulla. D'improvviso dico del disordine della mia casa e della mia incapacità di mettere in ordine. Lui guarda la viola alla finestra e mi dice. "Capisco". Prende un foglio e mi chiede di spiegargli come è composta la mia famiglia. Io prendo il foglio bianco e, mentre fuori il sole gioca con le foglie tra luci e verdi brillanti, scrivo i legami. Sopra, esattamente, scrivo la parola "legami".
Lui, quando ho finito, me lo dice: "Hai scritto legami, lo hai notato?". Gli dico di sì. Gli chiedo se la cosa abbia un valore e lui dice di sì. Mi chiede di dire i sentimenti che provo verso la mia famiglia... io rimango interdetto. Mi sembra un oggetto grandissimo e non so da che parte iniziare.
Lui sorride. Mi dice di essere intuitivo e poi rimane in silenzio. (Allora capisco che lui intendeva che non è possibile). Non è possibile descrivere in una sola frase i sentimenti. Non è possibile, aggiunge dopo, neanche dopo un'intera giornata.
Ciò che per lui è indicativo è che io abbia scritto "legami". Mi chiede di spiegargli quale valore io dia a questa definizione. Ecco: mi sento "legato" alla mia famiglia. Mi fermo, provo ad ampliare il concetto. Quando era viva mia madre, mi sentivo investito di lui di un ruolo non mio. D'improvviso gli dico di quando eravamo in via Affogalasino (vicino casa mia). Era il 1996 e mia mamma mi parlava dei venticinque anni di matrimonio. Beh, mia mamma mi propose di andare noi due in Chiesa. "Noi due", disse proprio così. Io gli dissi di no. Capii allora come mia madre soffrisse enormemente della lontananza di mio padre. Mio padre soffre di depressione? Io penso di sì... questi suoi sentimenti sono il concetto stesso di legame. A casa è una persona profondamente triste e silenziosa e intollerante al minimo fastidio e non so perché. Mi viene in mente il viso di mio nonno... quel suo viso triste, duro e silenzioso. Non ho mai avuto un nonno, non ho mai parlato con lui, non ho mai detto nulla a lui come persone e mi chiedo perché. Mia madre accusava sempre mio padre di essere distante. (Sono davanti al dottore, ora che scrivo, mi è ben presente il mio viso e mi sembra, realmente, di ri-dire le mie parole)... il dottore mi interrompe.
Edipo? Può essere? Mi dice così. La butta così. Dice: "Vogliamo provare ad ipotizzare se il tuo sentimento sia un sentimento edipico Pavel Mir'jevich?". Io mi appoggio allo schienale della sedia e guardo le grande vetrate degli anni trenta. Edipo. Il desiderio di amare mia madre? Essere strumentalizzato da mia madre? Divento serio. Lui prosegue: "Per capire se è un sentimento edipico, Pavel, occorre ripercorrere tanti, tanti, tanti eventi di vita vera e vissuta, episodi caratteristici... vedi... la parola "legami" implica un certo "odio" verso una presenza maschile superiore in casa, presenza che è percepita come qualcosa che lega, un'imposizione". Io rimango interedetto. Gli dico che và bene, che nel futuro indagheremo questo percorso.
Passiamo, dunque, a vedere lo studio. Il dottore stà ricostruendo, pianissimo, la mia vita. Guarda al mio passato, per capire ciò che sono stato e ciò che sono. Mi chiede allora di pensare a quei momenti. Mi prende una grandissima tristezza. A scuola era sempre escluso dagli altri. Non avevo nulla in comune, non sapevo di cosa parlavo, avevo paura, per timidezza, per non so quale ragione, di comunicare. Pure ero molto bravo e ricordo di essere stato molto stimato dai miei professori. Mi accorgo di provare una sensazione di disagio.
Il dottore mi chiede se io abbia mai detto delle barzellette. Gli dico che sì, è successo. Ma le dimenticavo. Ci ho provato un paio di volte e ho sempre smozzicato la barzelletta, lì... lui mi guarda. E mi dice: "E' significativo". Io sento montare una rabbia indicibile. Pure, calmo, replico: "Significativo di cosa?". Lui mi spiega che l'Umorismo è sintomo di accettazione dei legami familiari. Nell'Umorismo, infatti, si sovvertono le regole. Si prende in giro l'autorità. Mi fà l'esempio dei Carabienieri. Mi dice di osservare quante barzellette sono contro Berlusconi, l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri. Bene: la figura paterna è una figura che dà regole. (non tornare tardi la sera, non fare questo, non dire queste parole, comportati in un certo modo... e così via). Avere la capacità di scherzare, implica la capacità di interiorizzare quelle regole, superarle, trasgredirle, se necessario. Io divengo serio, serro le labbra. Seguo il discorso, vorrei che lui lo finisse ma lui mi guarda. So di dover dire qualcosa. Dico che la penso alla stessa maniera. Il comportamento di mio padre, il suo disinteresse, la sua autorità mi fà soffrire... vorrei che lui si comportasse in un certo modo. Molto volte mi "vergogno" di lui.
Lui mi ferma. Alza la mano destra: "Hai detto una cosa importantissima... ti vergogni di lui". Mi spiega come io gli voglia bene e come io sia diventato il "papà" di mio "papà". Secondo le sue parole, io rivesto un ruolo paterno verso mio padre (ragione che mi spinge a focalizzare tutta la mia attenzione sulla sua vita, proprio come fà un padre con i propri figli quando questi sono piccoli). Non vivendo il mio ruolo di figlio, non posso essere me stesso.
Mi chiede allora di approfondire a casa questo concetto, in questa settimana. Mi chiede di fare sport, camminare, muovermi. Si raccomanda sulla pulizia personale. Mi dice che dalla settimana prossima affronteremo il tema della socialità e dello studio all'Università (lui è dell'opinione che io mi debba laureare).
Stabiliamo la nuova data per il nostro incontro.
Ci salutiamo.

Io cammino sopra pensiero (ascolto Russian red) tornando a casa.
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Messaggio  Analitica Mer Apr 10, 2013 12:03 am

Ciao. Questo è uno psicoanalista?

E prescrive farmaci?

E potrei sapere qual è la sua corrente?

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Messaggio  -Nessuno- Mer Apr 10, 2013 2:29 am

eh questo era un gran bell'argomento ma anche se leggessi e rispondessi...è passato talmente tanto tempo dall'apertura che non avrebbe senso...è di anni fa credo.

-Nessuno-

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Messaggio  canterel II Mer Apr 10, 2013 2:41 am

-Nessuno- ha scritto:è passato talmente tanto tempo dall'apertura che non avrebbe senso...è di anni fa credo.

confermo. il thread risale al 2009, come si evince leggendo data e ora degli interventi, e pavely non frequenta il forum da lunga pezza.
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