La mia, è veramente una richiesta di aiuto?

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Messaggio  Leo6 Gio Mag 05, 2016 5:47 pm

Cari colleghi, vorrei condividere con voi il mio pensiero ormai ricorrente e incontrollato che mi ronza per la testa, ogni giorno sempre di più, come un tarlo. Sono un ragazzo di 20 anni, e dallo scorso settembre ho scoperto di essere affetto da disturbo schizo-affettivo. Sono stato ricoverato un mese presso il reparto di psichiatria, e questa esperienza mi ha segnato al punto da farmi incastrare il cervello sul tema della malattia. Mi dico: sono malato, sì, non c'è niente da fare, sono uno psicotico e voglio uccidermi. Solo che sono troppo codardo per andarmene e troppo incapace per gestire la vita. La mia dottoressa è una cretina (con rispetto parlando) che non capisce nulla, e mi dà molte medicine per sedarmi, perché ha paura che io ricada un'altra volta nella fase maniacale (quella in cui uno spacca gli oggetti, si sente un supereroe e vuole cambiare il mondo avendo in mano un pugno di sabbia). In realtà credo che avrei bisogno di un farmaco anti-depressivo, ma si capisce che anche questo non avrebbe il potere di cambiare i miei pensieri e di eliminare i miei desideri suicidi. Vi farei vedere come vivo: uscire di casa, parlare con gli amici, ordinare un caffè al bar, camminare e semplicemente attraversare la strada sono cose per me insormontabili – ho paura di tutto, rimango muto, ho poco appetito, anche se lo stomaco brucia aspetto che qualcuno mi “imbocchi” prima di mangiare – il mio desiderio più grande è starmene nella mia camera, sopra il mio letto, a contatto con un mondo (virtuale?) inesistente. Non riesco a leggere, non so più come si studia e non riesco a farlo – se vado in biblioteca mi sento osservato dalla gente, perché soffro anche di fobia sociale. Nella mia vita non ho mai fatto un gioco di squadra, ho sempre avuto timore del giudizio riguardo a come mi muovevo, e se proprio dovevo giocare, non mi divertivo ma mi annoiavo e facevo perdere la squadra. La mia insegnante (stronza) delle superiori voleva a tutti i costi che giocassi a pallavolo, ma quando ero sul campo mi invadevano i pensieri psicotici e la mia testa iniziava a risuonare di immagini, voci, suoni e altre insensatezze – e come risultato la palla cadeva a terra e i miei compagni ridevano e mi prendevano in giro. Insomma non so se ho dato un'idea di massima di quello che ho passato, che sto passando e che passerò se continuo a vivere. Non basta uno schermo grande come l'oceano per proiettare la cattiveria della gente, e l'incomunicabilità che intercorre tra me e il mondo. Aggiungo un'altra cosa, tanto per mettere una ciliegina sulla torta. Sono gay, e mia natura mi ha sempre condannato davanti agli altri, e di conseguenza mi ha fatto sempre sentire emarginato. Io oggi accetto la mia sessualità, ma so che per tutte le caratteristiche di cui sopra e per la mia malattia, non troverò mai un ragazzo – quindi per ovviare ai miei bisogni “di natura istintuale”, mi faccio sbattere da uomini cinquantenni insoddisfatti (e anche maniaci, come quello che l'ultima volta si è vestito da boia con un cappuccio nero di pelle) provando un grandissimo dolore al culo e una grandissima umiliazione dell'animo – tutto questo perché mi voglio male e non ho alcuna cura di me, e di un corpo giovane come il mio, che dicono sia anche bello e pieno di grazia. Ora chiedo a voi, gentili ascoltatori, se avete letto il racconto di questo giovane codardo e sfortunato: qual è il modo migliore per ovviare alla mia situazione? Qualcuno lo sa? Consigliate la vita o la morte (che sembra così lontana e irreale, e solo il pensiero di poterla attuare determina uno stallo terribile nella vita, al punto che uno si ferma a fissare il muro per ore, senza fare niente, mentendo ai propri genitori sul fatto che non si è sprecato tempo)? Grazie dell'attenzione, spero che qualcuno risponderà.

Leo6

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Messaggio  richarson Gio Mag 05, 2016 5:55 pm

Beh non è proprio un bel quadretto quello che descrivi, soprattutto quando parli dei tuoi rapporti sessuali. Essere gay ormai non dovrebbe essere più un problema soprattutto se come dici ti accetti. Sei giovane e prima di farti riempire di farmaci ti consiglio di trovare una brava psicologa o psicoterapeuta perché mi sembra che tu debba lavorare molto sulla tua personalità.

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Messaggio  Leo6 Gio Mag 05, 2016 6:08 pm

caro richarson, grazie della risposta. beh la tua idea non sarebbe male, se non fosse per il fatto che ho perso un pochino le speranze. sai, ho fatto psicoterapia per 3 lunghi anni (durante la scuola superiore) e tutto quello che descrivo è venuto fuori dopo. adesso sto iniziando una terapia da un dottore psicologo, ma ci vediamo molto poco e sono talmente giù che non riesco nemmeno a parlare liberamente (come dicevo, mi manca la modalità di espressione). quindi forse quello che ci vorrebbe sarebbe un farmaco che mi porti a stare più su con l'umore, e poi verrebbe il resto (non trovi?). e poi davvero non so se è più la voglia di andarmene o quella di restare, perché come metto la testa fuori di casa e mi trovo a contatto col mondo, noto la differenza abissale tra me e gli altri e desidero più di tutto sparire. e mi vergogno di esistere.

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Messaggio  richarson Gio Mag 05, 2016 6:48 pm

Io sono 16 anni che assumo psicofarmaci e non sono guarito, anzi mi sento sempre peggio, privo di forze ed intontito. Ma io ho 56 anni e tu 20. Ed 20 anni non ci si può ammazzare e non li si può nemmeno regalare alla malinconia. Io capisco cosa dici. Non posso andare nei posti affollati perché sto male, vado in panico. Nel tuo caso però non si capisce da cosa nasce il tuo malessere. Sei sempre stato anche da bambino un tipo difficile? il rapporto con i tuoi anche nella fanciullezza? I tuoi genitori accettano la tua omosessualità?

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Messaggio  newnew Gio Mag 05, 2016 9:02 pm

Ciao Leo.

Potresti provare a levarti dalla testa l'ossessione di voler essere accettato e osannato dagli altri, tendenzialmente le persone sono abbastanza incentrate su loro stesse, ed è anche giusto così, non è che puoi pretendere di essere il protagonista della vita altrui, ognuno è il proprio eroe, il proprio protagonista.

Potresti provare a concentrarti sul prendere l'abitudine a una vita regolare, dormire il giusto, mangiare sano, fare un po' di esercizio fisico, distrarsi anche un po', giocare, leggere, però senza farne un dramma se non ti riesce tutto subito, tu cerca di portarti pian pianino a delle abitudini "di base" sane, poi una volta che sarai di nuovo in carreggiata ti potrai porre altri problemi, adesso magari concentrati a raggiungere una situazione di base sana e basta senza altre pretese.

Per il sesso bho magari evita di metterti in situazioni che disprezzi, c'è mezzo mondo che non ha rapporti intimi e anche tu puoi far lo stesso finché non ti trovi una situazione (un ragazzo) che ti piace, comunque adesso cosa avresti da offrirgli, caos e disperazione, cerca di metterti in sesto e di metterti in condizione di poter condividere il meglio di te.

Ciao

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Messaggio  Pavely II Ven Mag 06, 2016 11:32 am

Io vorrei provare a dirti il mio punto di vista.
In Italia, esistono numerose associazioni di Gays che combattono per le libertà di chi è in questa differenza.
So che può apparire strano, ma i Movimenti Gay non sono quella realtà così 'particolare' come potresti pensare (anzi).
In parte - mi permetto di parlartene Leo perché ho conosciuto uno dei dirigenti nazionali - sono talmente 'normali' da avermi quasi sconcertato.
Il mio consiglio per te è questo: prova a contattare una delle tantissime associazioni che esistono. Prova a incontrare chi le organizza, prova a conoscere, attraverso queste associazioni, altri ragazzi come te (credimi: ne incontrerai tantissimi).
L'impressione che ho avuto leggendoti è questa: sento il tuo grandissimo stress, la tua ansia, il tuo punto critico.
Anche se sono eterosessuale e non posso capire la tua ricerca di identità, ti sono vicino e ti incoraggio, con tutto me stesso, a non mollare mai e a tenere duro.
Non sentirti una 'nullità' perché hai fatto sesso occasionale con uomini più grandi di te. Non sentirti in dovere, nel sesso, di pensare che esistano regole: tantissimi, etero o no, che sono li fuori, fidati, hanno commesso i loro sbagli. Sicuramente, devi volerti bene. E con questa espressione, io intendo che devi tenere, dentro di te, un 'salvagente'. Un bottone che puoi premere - quando stai davvero male - per attivare un 'salvavita' e proteggerti.
Cerca un posto tutto tuo.
Cerca la possibilità di poter scappare li e riscoprire attimi di solitudine. Ma non come imposizione ma come libera scelta.

Soprattutto: dimentica il passato e, soprattutto, ascoltami, dimentica il futuro.

Io vorrei dirti quanto sia importante dimenticare il futuro: è giusto che il futuro sia adesso, che sia un atto consapevole della tua quotidianità, ma è anche giusto che il futuro non sia tutto per te.

Conquista, dunque, il presente.

Tieni presente, ad esempio, come in Finlandese non esiste il tempo futuro. Se una lingua nazionale riesce ad esistere mancando di questo verbo, credimi, ce la puoi fare anche tu: non pensare nell'ottica delle cose che devi fare (futuro), pensa nell'ottica delle cose che fai.

Che fai ora.

Oggi.

§

Per il resto ti lascio qui un abbraccio.

Stringi i denti.

Ti sono vicino.

Pavely II

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Messaggio  serpico Ven Mag 06, 2016 1:19 pm

Ciao leo mi piace il consiglio di new però c' é da aggiungere che non é cosi facile dimenticare il passato perché non siamo capaci di farlo o meglio adottiamo un metodo sbagliato: Quando il passato ritorna noi cerchiamo di cambiare pensiero cercandolo di reprimere, cosi ritornerà fuori! Dovremmo capire invece che il passato per quanto sia doloroso, é sempre una lezione di vita necessaria a prendere decisioni alternative laddove in precedenza ha causato dolore. Se guardiamo da questa ottica il passato e restando consapevoli nel presente possiamo scegliere saggiamente e non ricascare nelle solite trappole. Si ripresentano finche non s impara la lezione e per superarlo dobbiamo accettarlo rivolgendoci l' attenzione senza scacciarlo pensando altro, anzi dobbiamo osservarlo consapevolmente e minuziosamente senza creare tensione (come se stessimo guardando un film,come se non fosse il nostro passato), imparando questo metodo ed utilizzandolo piu volte piano piano non si ripresenterà piu fin quando non sarà necessario per una decisione più saggia. Ciao amati e impara ad accettarti e sappi che quel che pensa la gente sono problemi loro, se é quel che pensi tu il problema, pensa due volte prima di agire per non crearti ulteriore dolore e cerca di accettare il passato cosí che non si ripresenti più e lasci il tuo presente leggero... Impara a vivere nel presente magari provando qualche tecnica es concentrati sulla respirazione....resta vigile ti accorgerai che o sei nel passato o nel futuro o alterni rimanendo fuori dal momento presente che é la porta della felicità. Ciao buon lavoro

serpico

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