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Gina
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Messaggio  Libellula13 Mar Dic 09, 2014 1:48 am

Buonasera a tutti, non sapete quanto sia di conforto, nel male, trovare qualcuno con cui poter parlare. Qualcuno che possa davvero capire, qualcuno con cui non fingere. Nella mia quotidianità passo la maggioranza del tempo a ripetermi che starò bene, ed il restante a convincere gli altri che quel giorno è arrivato da un pezzo. Dentro me, son più di 3 anni che vive una bestia, poiché sento che essa non mi appartiene. Vive con me, è più vicina di quanto vorrei. Ho vent'anni, e non ricordo nulla oltre la depressione, non so come sia la vita senza di essa, una vita tranquilla, spensierata mi verrebbe da dire. Non ricordo nemmeno nulla dei momenti più bui di essa. Ho vent'anni ma metto insieme la mia vita a morsi e bocconi. Ho toccato il fondo 2 anni fa, quando ho provato a suicidarmi, e da allora vengo seguita da uno psichiatra. Ciò che nemmeno a lui riesco a dire, è che il pensiero di suicidarmi non passa mai. Non trovo un utilità alla mia vita, un fine, un senso. Nei miei giorni più bui odio tutte le persone a me vicine, quali responsabili del motivo per cui non riesco a mettere un punto a tutto questo. Sono sempre più convinta che non finirà mai.. Potrei si, imparare a conviverci. Ma si esce davvero di depressione?? C'è una luce in fondo al tunnel? Voglio aggiungere quanto vi sia grata di esistere, per quanto egoista può sembrarvi questa frase, non sono sola.

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Messaggio  Gina Mar Dic 09, 2014 10:35 am

Salve, sono nuova e non so ancora come barcamenarmi nel forum. Mi sono iscritta perché non so con chi parlare del mio stato, (soffro di depressione, ansia, ansia anticipatoria, fobie, terrore di tutto...). Spero di trovare almeno qui un poco di pace. Mentre scrivo ho un attacco d'ansia molto forte e faccio fatica perfino a pensare e a digitare sulla tastiera del pc. Sono in terapia farmacologica, non seguo ancora un percorso di psicoterapia. Ho il terrore di non riuscire ad uscire da questo inferno. Ringrazio fin da ora chi vorrà essermi di aiuto, anche per quanto riguarda l'uso del forum (non mi intendo molto di pc e Co.).
Un abbraccio e per quanto possibile buona giornata.
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Messaggio  Gina Mar Dic 09, 2014 10:41 am

Libellula13 ha scritto:[...] Ma si esce davvero di depressione?? C'è una luce in fondo al tunnel? Voglio aggiungere quanto vi sia grata di esistere, per quanto egoista può sembrarvi questa frase, non sono sola.

Cara Libellula13, è la mia stessa domanda. Se ne esce? Ed anche se ne esce presto?? Questa non sono io! Non mi riconosco... Sono diventata la brutta copia di me, una caricatura informe... Perdonatemi, non è "egoismo", è terrore di vivere male ogni mio minuto ed è terrore di non uscirne.
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Messaggio  madotsuki Mar Dic 09, 2014 4:01 pm

Ciao Libellula, ciao Gina.. quando si è nel buio più totale ci si chiede se si riuscirà mai ad uscirne..se il dolore si protrarrà ancora a lungo, forse all'infinito.. se abbiamo toccato il fondo o dobbiamo ancora toccarlo.. Non siete sole, ci divide uno schermo e se potessi allungherei le braccia e vi stringerei forte. Sinceramente non so come aiutarvi, se non dirvi che vi sostengo. Siete in guerra con voi stesse, con il vostro corpo e la vostra mente, ma piano piano, a piccoli passi, troverete la serenità.. Avete dei sogni? Un obiettivo che volete raggiungere? Pur piccolo che sia, deve essere la vostra forza, quella che vi sprona a combattere.. continuare a vivere. Vi abbraccio forte! Scusatemi se non sono d'aiuto.. un bacio
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Messaggio  roberto66 Mar Dic 09, 2014 6:15 pm

Libellula Gina
Un saluto anche da parte mia
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Messaggio  Gina Mar Dic 09, 2014 7:53 pm

Grazie di cuore per il vostro sostegno. E' molto dura, almeno per me. Non riesco a fare più nulla, non mi riconosco. Faccio fatica a scrivere, a pensare... Ho paura di tutto e mi sento anormale, come se fuori vi fosse la gente e al di qua del vetro ci fossi io, che non c'entro nulla con l'altra parte. Sto soffrendo e non auguro a nessuno quest'ORCO nero che scioglie l'anima.
Un abbraccio a voi. Un abbraccio a Libellula.

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Messaggio  Goya Mer Dic 10, 2014 10:20 pm

Gina ha scritto:Grazie di cuore per il vostro sostegno. E' molto dura, almeno per me. Non riesco a fare più nulla, non mi riconosco. Faccio fatica a scrivere, a pensare... Ho paura di tutto e mi sento anormale, come se fuori vi fosse la gente e al di qua del vetro ci fossi io, che non c'entro nulla con l'altra parte. Sto soffrendo e non auguro a nessuno quest'ORCO nero che scioglie l'anima.
Un  abbraccio a voi. Un abbraccio a Libellula.
Quanti anni hai Gina? Puoi raccontare qualcosa di te?

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Messaggio  Gina Gio Dic 11, 2014 9:34 am

Buongiorno, Goya. Buongiorno a tutti.
Ho 49 anni e mi sento 150 anni portati malissimo, soprattutto nel profondo di me. Un papà onesto e buono, ma incapace di fare il papà (abbracci, dolcezze, coccole...). Una mamma morta di cancro. Una sorella che vive fuori, ci vediamo poco e lei mi "sprona" nel modo sbagliato a re-agire a questo maledetto male con frasi come "Violentati! ... Esci! ... Pensa a chi sta veramente male ..." altro. Un marito a volte dolcissimo, altre volte cinico e violento verbalmente ed anche fisicamente. Il mio crollo è coinciso con l'ultima volta che mio marito mi ha messo le mani addosso. Ho iniziato a non uscire più di casa, a perdere consapevolezza di me, a svalutarmi sotto ogni aspetto, a perdere pezzi, uno dopo l'altro... Fino a pochi anni fa (un paio), sentivo la mia femminilità, ora evito di guardarmi allo specchio, evito di vestirmi, mi dà fatica ogni cosa, lavarmi., pulire casa, cucinare... Sono casalinga e non ho figli. Amo la musica, gli animali, la natura, ma non riesco più ad apprezzare nulla. Dopo mia madre ho il terrore di perdere anche mio papà, i miei cari, i miei animali... Vivo costantemente nella paura; piove? Per me è come se stesse per arrivare uno tsunami. Sento odore di legna bruciata? Ecco che sono pronta con il telefono in mano, per chiamare il 115... Sono demotivata, scoraggiata, impaurita. Da circa un mese sono in terapia farmacologica, ma non ho ancora intrapreso un percorso di psicoterapia, anche perché non me lo posso permettere economicamente e i Servizi ASL sono distanti dalla mia abitazione, dovrei prendere un autobus... capirai! Non ho più neppure la patente, mi son fatta scadere anche quella. Cosa vorrei? Guarire! Oppure sparire. Questa non sono io, non mi riconosco, sento di non valere niente, ogni minuto che passa è uno stillicidio lunghissimo... Ed ho paura, come ho già scritto, paura di TUTTO. Scusate la lungaggine. Un abbraccio.

Gina

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Messaggio  Goya Gio Dic 11, 2014 10:30 am

Gina ha scritto:Buongiorno, Goya. Buongiorno a tutti.
Ho 49 anni e mi sento 150 anni portati malissimo, soprattutto nel profondo di me. Un papà onesto e buono, ma incapace di fare il papà (abbracci, dolcezze, coccole...). Una mamma morta di cancro. Una sorella che vive fuori, ci vediamo poco e lei mi "sprona" nel modo sbagliato a re-agire a questo maledetto male con frasi come "Violentati! ... Esci! ... Pensa a chi sta veramente male ..." altro. Un marito a volte dolcissimo, altre volte cinico e violento verbalmente ed anche fisicamente. Il mio crollo è coinciso con l'ultima volta che mio marito mi ha messo le mani addosso. Ho iniziato a non uscire più di casa, a perdere consapevolezza di me, a svalutarmi sotto ogni aspetto, a perdere pezzi, uno dopo l'altro... Fino a pochi anni fa (un paio), sentivo la mia femminilità, ora evito di guardarmi allo specchio, evito di vestirmi, mi dà fatica ogni cosa, lavarmi., pulire casa, cucinare... Sono casalinga e non ho figli. Amo la musica, gli animali, la natura, ma non riesco più ad apprezzare nulla. Dopo mia madre ho il terrore di perdere anche mio papà, i miei cari, i miei animali... Vivo costantemente nella paura; piove? Per me è come se stesse per arrivare uno tsunami. Sento odore di legna bruciata? Ecco che sono pronta con il telefono in mano, per chiamare il 115... Sono demotivata, scoraggiata, impaurita. Da circa un mese sono in terapia farmacologica, ma non ho ancora intrapreso un percorso di psicoterapia, anche perché non me lo posso permettere economicamente e i Servizi ASL sono distanti dalla mia abitazione, dovrei prendere un autobus... capirai! Non ho più neppure la patente, mi son fatta scadere anche quella. Cosa vorrei? Guarire! Oppure sparire. Questa non sono io, non mi riconosco, sento di non valere niente, ogni minuto che passa è uno stillicidio lunghissimo... Ed ho paura, come ho già scritto, paura di TUTTO. Scusate la lungaggine. Un abbraccio.
Se non vuoi reagire Gina è inutile. Anch'io ho un padre anafettivo (si dice?) non nel senso che non mi voglia bene, mi ha sempre dato tutto ma non sa gestire i rapporti affettivi, non sa abbracciare, coccolare, non l'ha mai fatto. L'unica soluzione sono appunto i farmaci, come ho sempre sostenuto in questo Forum. Uno psicologo cosa vuoi che ti dica? Ti dice in modo meno pacato quello che ti dice tua sorella. Se una persona non ha la forza proprio fisica di reagire e in uno stato depressivo è chiaro che sia questa a mancare solo i farmaci possono aiutare. Degli antidepressivi potrebbero risollevare la tua situazione e farti perdere la sociofobia e la paura di fare qualsiasi cosa. Inizialmente è cosí poi man mano che hai ripreso in mano la tua vita puoi diminuire le dosi fino a farne definitivamente a meno. Io non sono un medico e sono molto più giovane di te ma per motivi diversi sto attraversando un periodo del tutto analogo al tuo e vedo solo questa soluzione. Non sono serviti a niente nè gli insulti di mio padre, nè i consigli razionali dei miei parenti. Se manca la forza psicologica è inutile parlare e parlare e parlare.

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Messaggio  Gina Gio Dic 11, 2014 10:44 am

Grazie, Goya per la tua risposta. Durante la mia vita ho sofferto tre volte di depressione ed ansia, la prima volta nel 1985 (ero una ragazzina, praticamente). Ne venni fuori dopo circa due anni. La seconda volta durante la malattia della mia mamma, circa sei anni fa. Ed ora quest'altro crollo, cattivissimo, malvagio, nero come la più buia delle notti...
La mia forza interiore è momentaneamente assente. Come ti ho detto già ho paura di tutto... è una paura che mi paralizza dentro. In questo periodo dipendo dagli altri e da ciò che mi accade intorno. Mi sento una spacie di "spugna" che assorbe gli eventi e vivo ("vivo") proporzionalmente a come si comportano gli altri. Riconosco che è sbagliato, riconosco che la vera forza deve venire da me, non dall'esterno, ma per ora non trovo alcuna forza. Mi sento una specie di Don Abbondio... una pavida.
Difficile parlare/raccontare ciò che sento-provo. Di sicuro mi sono incrinata, sono come un vetro spaccato e opaco. Non so nemmeno se sto scrivendo cavolate, ma mi sento di scrivere di getto e senza rileggere ciò che ho scritto.
Spero di sentirmi a casa, qui. Mi spiace molto che tante persone soffrano a causa di questi maledetti "mali invisibili", ma almeno qui so di poter essere me stessa e soprattutto so di non essere giudicata. Una domanda: ci sono altri utenti / altre utenti della mia età?
Un abbraccio a te. E grazie. Gina.

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Messaggio  Goya Gio Dic 11, 2014 2:34 pm

Gina ha scritto:
Libellula13 ha scritto:[...] Ma si esce davvero di depressione?? C'è una luce in fondo al tunnel? Voglio aggiungere quanto vi sia grata di esistere, per quanto egoista può sembrarvi questa frase, non sono sola.

Cara Libellula13, è la mia stessa domanda. Se ne esce? Ed anche se ne esce presto?? Questa non sono io! Non mi riconosco... Sono diventata la brutta copia di me, una caricatura informe... Perdonatemi, non è "egoismo", è terrore di vivere male ogni mio minuto ed è terrore di non uscirne.
Gina
Te la butto lí: gli utenti leader di questo Forum sono iscritti da tempo immemore. Volontariato a parte per i capelloni problematici è chiaro che hanno ancora a che fare con questo tipo di problemi.

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Messaggio  merla Gio Dic 11, 2014 3:59 pm

Ciao Gina,

Sono un po' più giovane di te e per la mia esperienza posso dirti che dalla depressione si può uscire, anche bene, a patto magari di essere disposti a mettersi in discussione e ricostruirsi.
I farmaci possono essere utili almeno ad arginare le situazione, a farti gestire meglio la paura di uscire ecc. ecc.
Però i farmaci non possono risolvere problemi psichici pregressi se ci sono, perché quelli derivano fondamentalmente dalla storia di ognuno e da come è riuscito/a potuto affrontarli e gestirli. Buona parte dei miei ho imparato a gestirli soltanto grazie alla psicoterapia.

Tu parli di un marito violento, anche se non sempre (come la maggior parte delle persone violente che non lo sono sempre, ma a tratti) e però onestamente la perdita di autostima, il non voler più uscire di casa, la sofferenza che racconti, mi sembrano perfettamente coerenti con l'avere un compagno verbalmente e fisicamente violento. Non posso saperlo ma da quello che leggo, quello mi sembra un fattore più che determinante nell'innescare un disagio e nel mantenerlo in vita a prescindere dai farmaci. Non esistono donne ce siano serene, felici ed equilibrate con un compagno che mette loro le mani addosso.
Forse ti aiuterebbe una psicoterapia, forse ancora più sensato sarebbe una terapia di coppia. Lui prende in considerazione il fatto di avere un problema?
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Messaggio  Gina Gio Dic 11, 2014 5:01 pm

merla ha scritto:Ciao Gina,
Tu parli di un marito violento, anche se non sempre (come la maggior parte delle persone violente che non lo sono sempre, ma a tratti) e però onestamente la perdita di autostima, il non voler più uscire di casa, la sofferenza che racconti, mi sembrano perfettamente coerenti con l'avere un compagno verbalmente e fisicamente violento. Non posso saperlo ma da quello che leggo, quello mi sembra un fattore più che determinante nell'innescare un disagio e nel mantenerlo in vita a prescindere dai farmaci. Non esistono donne ce siano serene, felici ed equilibrate con un compagno che mette loro le mani addosso.
Forse ti aiuterebbe una psicoterapia, forse ancora più sensato sarebbe una terapia di coppia. Lui prende in considerazione il fatto di avere un problema?

Ciao a te. Ho finito di leggere la tua risposta e mi è venuto un attacco d'ansia, perché so di "essere in trappola". No, lui non riconosce appieno di avere un problema. Per lui sono "scaramucce", mentre per me sono macigni che mi hanno destabilizzato e poi fatto crollare. Da quando ho fatto il botto è carino, affettuoso, gentile... ed io gli ho chiesto perché non fosse in questo modo anche PRIMA, gli chiedo se è consapevole del fatto che buona parte del mio crollo è dovuto a certi suoi comportamenti/modi che da sempre ha usato nei miei riguardi. Non credo si renda conto del danno che mi ha provocato. Quando mi abbraccia io mi irrigidisco, quando alza una mano (anche solo per toccarsi i capelli), io mi sposto, quando fa il premuroso vorrei urlargli contro e dirgli: "Perché adesso?!?". Terapia di coppia. Potrei proporglielo, ma non so come la prenderebbe. Fatto sta che io, alla mia età e con questi problemi, mi sento una donna finita. Dove vado? Cosa faccio? Da chi vado? E' tutto molto difficile da mettere in pratica e dentro di me c'è molta rabbia, lo so bene. Dovrei incanalare questa rabbia in qualcosa di costruttivo, ma cosa?!? Ho paura di andare perfino dal parrucchiere, figurati... A volte penso al suicidio, ma ancora non ho trovato il coraggio di farla finita. Si potesse ri-avvolgere la pellicola del mio film! Si potesse farlo...! Ma non si può, si deve ("dovere", non c'è scampo) andare avanti ("avanti", anche qui nessuno scampo, io vivo paralizzata nell'anima/psiche). Ecco, è tutto.

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Messaggio  merla Gio Dic 11, 2014 5:52 pm

Io il discorso di incanalare la rabbia lo capisco fino a un certo punto.

Cioè, se incanalare la rabbia significa mettersi in condizione di risolvere un problema e usare l'energia per risolverla ok. Se incanalare la rabbia vuol dire, per esempio, darsi al volontariato sorridenti e poi tornare a casa a prendere botte o ad aver paura di movimenti minimi di tuo marito, allora secondo è meglio essere depressi, ma non essere sganciati dalla realtà.

Sei hai paura a proporglielo, magari puoi iniziare tu, anche supportata dai farmaci (sotto controllo medico assolutamente) a rivolgerti a uno psicoterapeuta o anche a qualche associazione specializzata in problemi di maltrattamento e violenza in famiglia.
Cmq secondo me far troppo affidamento sui farmaci, in questo caso, non ha tanto senso: che tu prenda o non prenda gli antidepressivi, la violenza rimane e il problema non viene risolto. Certo imbottendoti di ansiolitici, potresti "percepire" meno la paura e gli eventuali scoppi di violenza. Ma ti restano cmq dentro, per cui secondo me la cosa migliore è cercare di sforzarti di agire in una direzione diversa.
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Messaggio  Gina Gio Dic 11, 2014 6:35 pm

merla ha scritto:Io il discorso di incanalare la rabbia lo capisco fino a un certo punto.

Cioè, se incanalare la rabbia significa mettersi in condizione di risolvere un problema e usare l'energia per risolverla ok. Se incanalare la rabbia vuol dire, per esempio, darsi al volontariato sorridenti e poi tornare a casa a prendere botte o ad aver paura di movimenti minimi di tuo marito, allora secondo è meglio essere depressi, ma non essere sganciati dalla realtà.

Sei hai paura a proporglielo, magari puoi iniziare tu, anche supportata dai farmaci (sotto controllo medico assolutamente) a rivolgerti a uno psicoterapeuta o anche a qualche associazione specializzata in problemi di maltrattamento e violenza in famiglia.
Cmq secondo me far troppo affidamento sui farmaci, in questo caso, non ha tanto senso: che tu prenda o non prenda gli antidepressivi, la violenza rimane e il problema non viene risolto. Certo imbottendoti di ansiolitici, potresti "percepire" meno la paura e gli eventuali scoppi di violenza. Ma ti restano cmq dentro, per cui secondo me la cosa migliore è cercare di sforzarti di agire in una direzione diversa.

Lo stesso tuo ragionamento è il mio. Non fa una grinza. Effettivamente rintuzzare la paura che accada nuovamente qualcosa di brutto non ha alcun senso. E' come voler tenere a bada un vulcano che sta per eruttare con un tappo... e per come mi sento, nonostante i farmaci che sto già assumendo, so di non essere in grado di poter sostenere anche solo l'inizio di una piazzata delle sue. Lui promette e giura che "non accadrà mai più", ma lo ha fatto anche in passato e ha disonorato le sue promesse. Chissà, vedendomi in questo stato potrebbe davvero migliorare certi suoi modi, lo spero almeno. Di certo io, in questa condizione di paralisi interiore, non sono in grado di prendere alcuna decisione (credimi!), non so neppure dove ho trovato l'aire di iscrivermi qui. Tutto deve partire da me, questo è certo. Innanzitutto non devo mettermi a letto, non devo svilire ancora di più la mia dignità restandomene in pigiama tutto il giorno, non devo evitare lo specchio, non devo aver paura di scendere le scale [...]... Fin quando io me ne starò in tana non posso pensare di poter uscire da questo stato. Mentre scrivo mi sto sentendo male, ho sbandamenti, il cuore va a mille, ho la testa in una morsa e ho tremori. Chiudo qui, a domani.

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Messaggio  merla Gio Dic 11, 2014 8:05 pm

Io credo che i farmaci ti possano aiutare sul breve termine per riprenderti un po'.
Magari senza importi obiettivi troppo grandi, ma tenendoti sullo sfondo il fatto che, appena te la senti, ti serve un aiuto di altro genere.

Se riesci, magari evita di pensare che se "tu stai così male, forse lui cambia": da un lato ognuno cambia per sé, magari in questo stimolato dalla persona che ha accanto, dai legami ecc. ecc., però la spinta a cambiare per essere funzionale deve essere qualcosa di individuale.
Quindi non ti mettere nella condizione di pensare di potere tu trovare un atteggiamento che cambi lui.

Se sarà potrete farvi aiutare insieme o in parallelo, ma da soli nell'ambito del vostro rapporto è molto difficile scardinare certe dinamiche, soprattutto se sono ripetute nel tempo.
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Messaggio  Gina Gio Dic 11, 2014 8:20 pm

Grazie, Merla. I tuoi consigli sono preziosi. Proverò a parlarci. Scusami, devo chiudere. Sono molto provata, faccio fatica anche a pensare. Sembra che dentro di me vi sia un ciclone Un abbraccio. Gina.

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Messaggio  merla Ven Dic 12, 2014 7:33 am

Prova anche a parlare con qualcun altro, sforzati un po'.

Se ormai hai il terrore di uscire di casa e scendere le scale, vuol dire che ormai la paura ti pervade in situazioni oggettivamente non pericolose.
Allora forse per cominciare a gestire un po' meglio questo terrore, potresti iniziare da cose più semplici, magari trovando (oltre alla questione psicologo, associazioni antimaltrattamenti) qualcuno fuori dalla tua coppia dove crearti una situazione in cui ti senti sicura, che può anche essere il parrucchiere, o il parroco o un'amica esterna alla situazione.

Le dinamiche di violenza non si risolvono parlando, ma sono lavori molto più profondi, perché ognuno deve capire qual è il proprio meccanismo che s'innesca e come agire per non fare innescare il proprio. Voglio dire che per risolverla, tuo marito dovrebbe capire perché lui ritiene accettabile usare violenza e non riesce a darsi questo limite, e tu dovresti capire perché lo accetti.
Io ho un'amica che in un matrimonio complicato ha alzato i tacchi quando il marito le ha detto "puttana" davanti al bimbo piccolo e ha divorziato perché il suo limite era lì (e non dico che sia giusto o sbagliato, ma era dove lei aveva messo il limite). Si tratta di capire dove tu vuoi mettere il limite e non spostarlo più, perché in realtà non sei in trappola.
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Messaggio  Gina Ven Dic 12, 2014 9:48 am

Cara Merla, la situazione è difficile da spiegare e forse ora non è il caso. Ora non posso stare al pc, ho da fare molte cose, anche se non mi sento di fare niente. Ormai più nulla mi dà conforto, o piacere, o mi aiuta a non pensare, a non sentire queste sintomatologie fisiche e psichiche che mi frantumano e lacerano dentro... Per quanto riguarda le violenze subite, vorrei concentrarmi ora sul mio crollo, non sulla situazione cronicizzata, ma su quella acuta, non so se mi sono spiegata. Quello che sto vivendo da un paio di mesi è un inferno e se non riacquisto un minimo di salute psicofisica non posso affrontare niente altro. Sono diventata un' "altra me", una che non conosco e riconosco. I farmaci possono offrire un aiuto (?), ma alla fine mi sento uno zombie drogato e niente altro. Ne ho parlato con il mio psichiatra, che mi spilla 70,00 euro a incontro e che mi dice "Devi avere pazienza". So che non esistono pillole miracolose, so che sono scivolata lentamente verso l'inferno (ed avrei dovuto pensarci prima!), so che nessuno può capire. Mi sento sola, alienata. Non mi sento me. A volte, come questa mattina, avverto il senso di estraneità a Gina, come se Gina era e non è più. Voglio sperare oggi di riuscire a farmi un bagno senza provare paura e cercando una benché minima motivazione. Oramai vivo al minuto, nemmeno alla giornata.
Un abbraccio, Merla. Grazie per le tue risposte. G.

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Messaggio  merla Ven Dic 12, 2014 11:03 am

Gina ha scritto:so che nessuno può capire. Mi sento sola, alienata. Non mi sento me.

Magari cerca di nn avvitarti troppo su questa sensazione di alienazione.
È una sensazione reale, ma è una sensazione normale e umana a fronte di un trauma. Qualsiasi trauma esso sia.

In questo momento probabilmente non ti sembra vero, ma di fronte a un trauma forte, e non parlo necessariamente di violenza, tutti si sentono soli, alienati da se stessi e alienati dagli altri. È una cosa praticamente fisiologica. Se non si è dissociati dalla realtà, che però è ancora peggio.
E per i farmaci idem, ci vuole del tempo perché facciano effetto.

Io credo davvero che l'unica cosa che tu possa fare sia sforzarti, senza sentirti in colpa quando non riesci, cercando però di tenere sullo sfondo il contesto. Se uno non ce la fa deve andare avanti un passo alla volta, ma deve in ogni caso tenere più o meno presente la direzione di massima, senza rimuovere il problema.
Spero di riuscire a non essere "brutale" perché non vorrei aumentare il tuo turbamento, però la violenza è violenza e questi sono degli effetti "sani" da parte tua in reazione alla violenza e forse sono anche un passaggio inevitabile, per quando duro, perché tu riesca a trovare l'energia per portare la situazione su binari diversi.
Delle volte in passo indietro è necessario per prendere la rincorsa.

Ciao
merla
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Messaggio  Gina Ven Dic 12, 2014 5:58 pm

Non sei affatto "brutale". Dici cose sensate, tutto qui. Oggi è una brutta giornata, i sintomi sono brutali, non tu.

Gina

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