Pareri sulla cura farmacologica

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Messaggio  ina93 Gio Gen 16, 2014 7:59 pm

Buonasera a tutti...
Volevo avere consigli, esperienze sull'assunzione di antidepressivi.
Io a differenza di molto ho iniziato psicoterapia all'inizio di tutto..avevo preso il primo appuntamento con il mio psicologo prima che la depressione mi iniziasse a logorare pesantemente perché sentivo che c'erano molte situazioni, emozioni che avevo messo da parte e mai vissuto veramente insomma non mi prendevo cura di me stessa.. adesso dopo quattro mesi il mio psicologo mi ha consigliato nuovamente di andare dalla psichiatra perché la situazione non è buona ma io ho veramente tanta ansia perché il primo incontro con un altro professionista era andato male e inoltre non mi sono mai "fidata" dei farmaci di questo tipo o meglio per la mia ignoranza me ne distacco...
Voi vi curate con psicofarmaci? Ne avete tratto beneficio?
Da una parte la vedo come un qualcosa che mi possa aiutare un pochino (la psicoterapia agisce in altri modi ovviamente) e non so più a cosa aggrapparmi.. sta perdendo tutto di senso ...sempre più.... e ho passo molte ore a letto con pensieri pessimi e sofferenza che ognuno di noi conosce.
Grazie in anticipo a chi mi risponderà. .
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Messaggio  ina93 Gio Gen 16, 2014 8:00 pm

Scusate gli errori scrivo dal cellulare
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Messaggio  roberto66 Dom Gen 19, 2014 6:09 pm

Arrivo da una situazione quasi analoga
E mi pongo gli stessi dubbi e timori

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Messaggio  anthea Mer Gen 22, 2014 10:48 am

Io vengo da anni alterni di depressione.
Dopo il 2004 ho accettato di essere curata con i farmaci perchè avevo figli piccoli e non volevo/potevo relazionarmi con loro da depressa. Non era quello che volevo trasmettergli.
Diciamo che il farmaco sicuramente aiuta molto, anche se non sempre lo specialista trova la combinazione giusta al primo colpo. Inoltre, dato che solitamente la depressione è associata a fenomeni ansiosi e psicosomatici e che all'inizio in alcuni individui questi fenomeni vengono peggiorati nei primi 20-30 gg di cura, l'antidepressivo viene associato temporaneamente ad ansiolitici e altri.

Sicuramente nel mio caso la cura è stata efficace, quando ne ho sentito la necessità l'ho anche affiancata alla psicoterapia.
Riguardo all'assuefazione, fino a pochi anni fa, ero convinta che non fosse un problema. Io, dopo un anno di cura riuscivo sempre a smettere i farmaci sotto controllo medico e con poca difficoltà. Ma purtroppo mi rendo conto che poi, successivamente, in caso di problemi ho avuto ricadute e ho dovuto riprendere il farmaco.
Ora sto cercando di non riprenderlo più (o quanto meno questa volta di resistere). Ma diciamo che è difficile.
A me avevano assicurato i medici che più a lungo lo avessi preso e meno ricadute avrei avuto, pertanto avrei avuto più probabilità di non cadere più in depressione.
Pertanto l'ultima volta ho proseguito con la dose minima per due anni invece che uno.
Direi però che nel mio caso ora l'astinenza è più forte che nei periodi precedenti.

Non voglio demonizzare il farmaco; perchè giustamente è meglio prendere una pastiglia che soffrire le pene dell'inferno. Chi è cardiopatico o ha la pressione alta, i farmaci non li smette mai e hanno ben più effetti collaterali.
Ma forse un connubio di psicoterapia
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Messaggio  anthea Mer Gen 22, 2014 12:29 pm

.. mi si è interrotto tutto!  Very Happy 

dicevo che un connubio di psicoterapia, farmaci, tanta volontà, sport o altra attività creativa e soddisfacente, siano la cosa migliore.

Purtroppo si sa ancora molto poco sui meccanismi che si attuano nel nostro cervello quando siamo depressi. I farmaci SSRI sono stati una rivelazione e senza di essi tanta gente starebbe malissimo. Però non sono la panacea di tutti i mali, e credo che anch'essi siano da affiancare ad una profonda e radicata modifica dei processi mentali errati che mettiamo in atto quando stiamo male. Se in effetti soffriamo così tanto, vuol dire che c'è qualcosa di non corretto in come reagiamo, in quello che pensiamo, nelle cose che facciamo.
Ho un'amica con la fibrosi cistica, una malattia invalidante e mortale.. Mi chiedo spesso come lei possa essere mentalmente stabile e non depressa, sobbarcandosi periodi terribili di mesi in ospedale ogni anno e sofferenze, mentre io che sto bene e non ho per ora motivazioni specifiche, invece son caduta in depressione.
Ecco... Questa motivazione, lungi dall'abbattermi, mi porta al ragionamento che non è ciò che ci circonda, o la salute, o l'amore, od il lavoro, ecc. a dare la serenità, la forza di vivere. Ma qualcos'altro che è dentro di noi, in ciò che pensiamo, che crediamo...
Ecco perchè sento che, se è vero che molti anni fa qualcosa mi si è rotto dentro, sono convinta che sia possibile ripararlo o almeno migliorarmi.

Ognuno di noi ha condizioni accomunanti nella depressione, ma parecchi fattori specifici. Non c'è qualcosa che vada bene per tutti, tranne il desiderio di star bene e la convinzione che ce lo meritiamo.
Ora sto interrogandomi e cercando di fare attenzione a ciò che mi fa star male o bene. Conoscermi meglio per poter agire sulle cose che devo cambiare.
Penso davvero che sia necessario cambiare, senza aver timore di fallire o di sbagliare, perchè lo fanno tutti.
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Messaggio  ina93 Mer Gen 22, 2014 1:08 pm

Grazie per la risposta, penso anche io che la serenità dipenda effettivamente da quello che abbiamo dentro e se cadiamo in depressione è un segnale forte che come hai detto tu qualcosa si è rotto ma mettersi in gioco con le proposte dello psicologo non é facile. Mi sento bloccata perché ho una gran paura di vivere oltre alla sofferenza che mi porto come un fagotto ogni giorno e di certo le parole nelle sedute agiscono fino ad un certo punto.
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Messaggio  anthea Mer Gen 22, 2014 5:56 pm

La paura è una costante nella depressione. Penso sia la cosa peggiore.

Liberarsi dalla paura penso sia il passo fondamentale per guarire. Nella vita non c'è nulla di certo.
Non ci sono cose che ci preservano dalla sofferenza.
Ma tutti i segnali che ci arrivano dall'esterno, TV, giornali, società, lavoro ecc., ci vendono che se hai i soldi, l'amore, la salute, il potere, la fama, se compri, se produci... solo allora vali e puoi essere felice.
Non è neppure una cosa ragionata, perchè è permeata dentro di noi da anni.
Ci sono concetti talmente tanto radicati in noi che non li vediamo neppure! Non sappiamo cioè di averli.

Ma sono mostruosamente falsi e finti. Se è vero che senza salute e senza soldi si può morire, è anche vero che c'è chi ne è pieno ma sta malissimo. E allora???
Beh... quando avrò capito ve lo farò sapere.
Intanto io penso che, con tutti gli str..zi che ci sono al mondo, io ho il diritto di avere un poco di felicità e serenità!  Twisted Evil 
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Messaggio  Stef Gio Gen 23, 2014 12:14 am

E' vero, il discorso sulla depressione ed i farmaci, mi hanno visto sempre in prima fila per consigli... diciamo "tecnici". Ma in una società depressiva contano anche le relazioni e il Sistema in cui viviamo. Oggi conta l'apparire, e in un mondo cinico e fortemente competitivo, chi è fragile di salute mentale o semplicemente con una psiche o personalità particolarmente sensibili, può essere leso. E' quindi vero che ci sono dimensioni nell'essere (noi, il nostro essere e l'essere umano in generale) che non sono solo strettamente cerebrali. Però, per tornare ai farmaci, la vita e gli accadimenti modificano il cervello (cioè, ci si abbatte o si è felici, ci si arrabbia o si è sereni), ma un cervello calmo e sereno di per sé, ci fa vivere meglio la vita e ci fa affrontare gli accadimenti meglio e più serenamente.
Ci si innamora perdutamente perché c'è carenza di serotonina o dopamina, e noi la troviamo quando stiamo con "quella" determinata persona, oppure quella persona ci fa modificare il cervello per cui stare con lei ci fa stare troppo bene? Siamo noi di base, o è l'altro che ci "accende"? Chi accende chi?
Quello che è certissimo è che avvengono delle modificazioni significative nella chimica del cervello, e queste si possono modificare con i farmaci che agiscono sugli stessi recettori (serotonina, dopamina e noradrenalina) dell'innamoramento o della depressione.
Poiché il problema dell'uovo e della gallina non è stato ancora risolto dai neuroscenziati, dobbiamo accantonarlo e pensare empiricamente ai rimedi (senza porci altri problemi). Il meglio a cui si è pervenuti fino ad oggi è la combinazione cura farmacologica finché è necessaria (tutto il tempo, anche anni ed anni, o anche per sempre, ma mai meno di 12 mesi più due di osservazione) e psicoterapia. Di psicoterapie ce ne sono tante, e di tante scuole diverse, di combinazioni e dosaggi di farmaci ancora di più, e psichiatri che li prescrivono e che ti sanno seguire ce ne sono di buoni o migliori.
Resta chiaramente anche il fare o dedicarsi alle cose che piacciono, indipendentemente che si tratti di hobby, lavoro, relazioni, sport, musica, arti marziali, giardinaggio, volontariato, agopuntura, naturopatia, psicanalisi junghiana e freudiana, vita o via religiosa anche orientale, zen... tutto, sia di materiale che di mentale o spirituale, o semplicemente emotivo come stare con buoni amici, farsi la pizza con chi si ama o ci è caro, cinema, tutto (non mi viene in mente tutto, ma c'è sempre di più o di "altro"). Però, però... tutto va bene se ci aiuta o ci risolve, altrimenti quello che rimane di sicuro sono la psichiatria e le psicoterapie tradizionali in combinazione. Non è detto che la durata di farmacoterapia e psicoterapia debbano essere uguali.
Comunque mi ritrovo molto con tutto quello che ha detto anthea, non so perché ma vicino a lei mi sento più arido, ma questa è un'altra storia.
Un bacio alla bellissima anthea, e un in bocca al lupo con abbraccio a te, bellissima persona ina93.
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Messaggio  anthea Gio Gen 23, 2014 10:05 am

Stef ha scritto:
Comunque mi ritrovo molto con tutto quello che ha detto anthea, non so perché ma vicino a lei mi sento più arido, ma questa è un'altra storia.

Un bacione ed un saluto, carissimo Stef. Come stai?
Io non ho capito questa frase...  scratch 
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Messaggio  ina93 Gio Gen 23, 2014 1:20 pm

Grazie della risposta Stef.. quello che sto tentando di fare con passi piccolissimi è proprio questo mettere insieme quello che può farmi stare meglio ma tanta è la resistenza che ho perché la vita mi fa paura mi mette ansia e spesso penso di dovermi tenere questa condizione anche se alla fine mi rendo conto che comunque non se ne può scappare e che la sofferenza me la devo vivere dal momento che è uscita fuori.
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Messaggio  marco7 Ven Gen 24, 2014 1:47 am

secondo il mio psichiatra gli studi sui pazienti dicono che i migliori risultati nella cura della depressione si hanno con una combinazione di psicoterapia e di antidepressivi.

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