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Messaggio  Analitica Mer Apr 10, 2013 1:57 pm

A voi perchè è venuta la depressione?

Un accidente grave o una propria fenomenologia esistenziale?

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Messaggio  Carmen87 Mer Apr 10, 2013 2:26 pm

Io semplicemente mi rendo conto della realtà, per questo mi è venuta.
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Messaggio  -Nessuno- Mer Apr 10, 2013 8:26 pm

Analitica ha scritto:A voi perchè è venuta la depressione?

Un accidente grave o una propria fenomenologia esistenziale?
entrambe le cose. fondamentalmente mi è venuta perche ho avuto gravi episodi di violenza fisica, sono stato pestato a tutte le eta e a tutti i livelli, alle elementari fui picchiato da una bimba, alle medie fui inseguito da un pedofilo senza conseguenze, ma ebbi paura per mesi perché capivo benissimo cio che quell'uomo voleva da me, poi alle superiori fui picchiato da 5 teppisti e finii all'ospedale. All'universita invece un mio caro amico ebbe un raptus di follia causato da alcuni problemi personali che io ignoravo e tento di uccidermi. Ci sono poi delle brutte cose psicologiche, che reputo molto piu gravi di queste, donne che hanno abusato dei miei sentimenti fino a farmi vomitare da quando piansi. Poi sai com'è...o muori, o ti spari in bocca oppure sviluppi una resistenza che ti rende...diverso. Qualcosa di un po' diverso dall'uomo che eri prima, cioe dall'uomo che saresti stato. Fondamentalmente ero un ragazzo spensierato. Spensieratezza e serenita sono due parole che non hanno alcun senso per me. Ma c'è qualcosa dentro di me che continua a dirmi di andare oltre ogni mio limite, di reagire...di vendicarmi, di distruggere tutto e tutti. Ora vivo della frustrazione degli altri. A volte frequento persone, le stesse persone che un tempo mi avrebbero potuto ferire, fisicamente o moralmente, e sento che non possono, non ci riescono, perché sono troppo duro per loro, troppo forte, troppo veloce, troppo resistente, troppo sofferente...e questo, questo talvolta mi diverte. Malgrado tutto non ho mai coltivato pensieri di vera violenza nei confronti di alcuno, non sono diventato né un manesco né un rancoroso. E' come se fossi un muro. Giocare a tennis col muro è impossibile. gliela tiri forte e lui te la rida due volte piu forte. Io sono cosi.


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Messaggio  Analitica Mer Apr 10, 2013 8:31 pm

-Nessuno- ha scritto:Fondamentalmente ero un ragazzo spensierato.

Quando?

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Messaggio  -Nessuno- Mer Apr 10, 2013 8:32 pm

Analitica ha scritto:
-Nessuno- ha scritto:Fondamentalmente ero un ragazzo spensierato.

Quando?
alle elementari. Fino alle medie lo sono stato. Anche se gia li era cominciato qualcosa. fino alle medie lo sono stato.

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Messaggio  Analitica Mer Apr 10, 2013 8:36 pm

E in tutte le vostre storie la famiglia dov'è? Cos'è?

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Messaggio  -Nessuno- Mer Apr 10, 2013 8:39 pm

Analitica ha scritto:E in tutte le vostre storie la famiglia dov'è? Cos'è?
la famiglia...la famiglia...cosa vuoi che ti dica...ci sono due verita. Mia madre e mio padre sanno il 90% di cio che mi è capitato. Ma la verità si misura spesso nel dettaglio. Non potrei mai raccontare certe esperienze...mai. Ne soffrirebbero troppo, soprattutto mia madre. Mia sorella pure. Quindi...la mia famiglia mi capisce. Diciamo che mi intuisce. Anche lei ha avuto una vita dura, forse meno della mia ma comunque dura fu pure la loro di esistenza, mio padrep ure ando in depressione da giovane, tra l'altro in forma acuta. Poi ne venne fuori. Da lui ho ereditato il cervello, da mia madre la bonta...senza la bonta di mia madre sarei un mostro.
Edit: due verita nel senso che c'è una parte di verita che sanno e una che invece gli nascondo.

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Messaggio  kate91 Gio Apr 11, 2013 3:14 am

Per quando mi riguarda, ho sofferto molto quando i miei si sono separati (io avevo 17 anni). Durò solo un anno, forse meno, ma fu traumatico. E forse anche il fatto che durò così poco lo rese più brutto: proprio quando mi stavo cominciando ad abituare, un nuovo cambiamento. Visto che con mio padre non sono mai andata molto d'accordo, non mi dispiaceva troppissimo vivere senza di lui, superato lo shock iniziale.

In generale, però, ho sempre avuto un carattere propenso alla riflessione, alla malinconia e ai sentimenti forti....
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Messaggio  Carmen87 Gio Apr 11, 2013 1:52 pm

la mia famiglia non ha mai capito i miei bisogni emotivi e li ha semplicemente ignorati.
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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 2:20 pm

Siete sicuri non ci sia molto di più?
Siete sicuri che i problemi si originano dal mondo esterno e poi i genitori semplicemente non hanno saputo porvi rimedio e non è il contrario? Che si sono originati da lì?

Non vi siete sentiti nell'infanzia umiliati, screditati o lo sfogo delle loro frustrazioni?

Perchè io in poche cose concordo con le varie tesi sulla mente che van per la maggiore, ma quella sulla famiglia come principale fonte di patologie la considero verosimile.
Non esattamente per me, o per me in altro modo, comunque...

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Messaggio  -Nessuno- Gio Apr 11, 2013 4:29 pm

Come ti ho detto, io avevo dei problemi in famiglia, derivati per lo piu da un educazione troppo precoce e "accelerata" da parte di mio padre, la cosa mi ha segnato indubbiamente, e mi sono buttato sull'esterno e ho visto le cose che ho visto. Ora, io ti posso dire che ho attraversato due depressioni diverse, e con una depressione ho sconfitto l'altra, ma mi rimane sempre quella nuova. io ti dico che se è vero che alcune esperienze negative le ho vissute perché avevo un costante bisogno di evasione dalla realta familiare, è anche vero che non posso assolutamente imputare tali disgrazie ai miei e non l'ho mai fatto a ben vedere. Io, nel momento in cui ho conosciuto il mondo, ho smesso di pensare alle cose che mi facevano soffrire in famiglia. Ho ritrovato un rapporto piu equilibrato con mio padre che comunque ha rinunciato a moltissimi atteggiamenti che mi davano fastidio e che con gli anni si è molto molto calmato. Pero il rapporto con l'esterno, quello no, non l'ho risolto. Io pero ti parlo di cause. Queste intendiamoci, sono cause, non colpe. Io non sono uno che colpevolizza le persone. Io non ce l'ho né con la mia famiglia né con chi mi ha fatto del male, io ce l'ho con chi, dichiarandosi mio amico, mia amante, mia stracciacazzi, non ha fatto niente in quei momenti la. E siccome io, invece, ho sempre cercato di fare qualcosa a parte invertite, perché ho giocato anche l'altra di partita, non solo quella della vittima ma anche quella in cui si vede la gente attorno a te star male, beh...ecco, ho capito che per quanto sia...parte dei miei "amici" è stata disonesta, o quantomeno si è impegnata poco. Tutto qua. O meglio, tutto qua un corno, perché poi dovetti rispondere alla domanda :"perche si è impegnata poco per me la gente? perché mi ha tradito?" E la risposta inchioda sia me che loro. Ma tu, questa è la domanda che ti volevo fare, tu perché soffri di depressione, Analitica?

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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 5:06 pm

Penso ci sia sempre un istinto tutelativo nei confronti dei genitori che non permetta di distinguere le vere colpe o cause, qualsiasi tu preferisca.
Si parte da due presupposti diversi per cui si fa pesare maggiormente sugli uni e meno sugli altri, determinate reazioni.
Qualcuno che ti spinge ad allontanarti, a buttarti in un precipizio, o qualsiasi altra cosa, vuoi dirmi non ha usato consapevolmente o finto-inconsapevolmente delle armi molto dure contro di te? Poi il fatto dei metodi educativi sbagliati a fin di bene mi lasciano molto spesso pensare a un paravento per frustrazioni e sadismi ben mascherati. Proprio quelle persone che poi devono proteggere, in cui il figlio identifica la propria alcova, il proprio rifugio, la strada. Le conseguenze sono perciò drammatiche.

Comunque, il mio è tutto un caso a parte e non è la mia esperienza che mi fa parlare, solo l'analisi del mondo esterno, la mia lascia poco o nullo spazio ai percorsi personali, alle elaborazioni, interpretazioni etc., semplicemente in certe situazioni a livello prolungato, chiunque, umanamente, e materialmente non può resistere. Ne ho già accennato in un altro thread.
In definitiva, la mia causa rientra nella prima ozpione, tra quelle del primo messaggio.
E io no: non ne scrivo.

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Messaggio  -Nessuno- Gio Apr 11, 2013 5:40 pm

Analitica ha scritto:Penso ci sia sempre un istinto tutelativo nei confronti dei genitori che non permetta di distinguere le vere colpe o cause, qualsiasi tu preferisca.
Si parte da due presupposti diversi per cui si fa pesare maggiormente sugli uni e meno sugli altri, determinate reazioni.
Qualcuno che ti spinge ad allontanarti, a buttarti in un precipizio, o qualsiasi altra cosa, vuoi dirmi non ha usato consapevolmente o finto-inconsapevolmente delle armi molto dure contro di te? Poi il fatto dei metodi educativi sbagliati a fin di bene mi lasciano molto spesso pensare a un paravento per frustrazioni e sadismi ben mascherati. Proprio quelle persone che poi devono proteggere, in cui il figlio identifica la propria alcova, il proprio rifugio, la strada. Le conseguenze sono perciò drammatiche.

Comunque, il mio è tutto un caso a parte e non è la mia esperienza che mi fa parlare, solo l'analisi del mondo esterno, la mia lascia poco o nullo spazio ai percorsi personali, alle elaborazioni, interpretazioni etc., semplicemente in certe situazioni a livello prolungato, chiunque, umanamente, e materialmente non può resistere. Ne ho già accennato in un altro thread.
In definitiva, la mia causa rientra nella prima ozpione, tra quelle del primo messaggio.
E io no: non ne scrivo.
Guarda, io non tutelo nessuno. I miei hanno sbagliato su di me? certamente. Ma hanno sbagliato. E i loro genitori miei nonni, quelli di mio padre, hanno sbagliato con lui ecc. Ma uno se la deve mettere via.C'è chi sbaglia con cattiveria e chi sbaglia perché incapace di far meglio. Io sono per distinguere le cose. certo, è compito del padre e della madre accudire il figlio ecc, ma ribadisco, la vera violenza è stata per me altra. Una persona puo commettere degli errori nell'educazione ecc, ma sta anche al figlio saper dire "no" a certe cose. Mio padre ad esempio non è diventato un manesco, nonostante le abbia prese da mio nonno, io non sono diventato ossessionante come lui era in passato. E non sono diventato uno di quelli che fa a pugni solo per divertirsi, nonostante il fatto che le persone che mi hanno pestato a sangue ridessero come dei matti. Ma se mi chiedi chi tra mio padre e loro ha agito con sadismo, ti dico loro. Anche mio padre ha colpe? Si, ma ci sono colpe e colpe. A me sta storia di dar sempre e comunque la colpa di tutto ai genitori sa di una generalizzazione, e a me le generalizzazioni, per quanto riguarda la depressione, non hanno mai convinto. Ad ogni modo immaginavo che non avresti scritto dettagliatamente o piu specificatamente della tua depressione, allora ti chiedo, visto che non vuoi dire niente, che senso ha chiedere per te cosa passano gli altri? Ti è forse d'aiuto?

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Messaggio  Carmen87 Gio Apr 11, 2013 5:47 pm

Io mi sono sentita non amata e accettata..quindi ho cercato all' esterno..e ho peggiorato le cose. Secondo me la famiglia influisce moltissimo sullo sviluppo della psiche.
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Messaggio  -Nessuno- Gio Apr 11, 2013 8:23 pm

mah,alla fine della fiera, rendiamoci conto, ognuno fa la guerra coi fanti che ha e conta i morti che gli vengono fatti. io non posso dire che mio padre o che mia madre non mi abbiano amato. Mia madre mi amava cosi tanto che ha sopportato queste parole da parte mia, le peggiori parole che un figlio possa dire a una madre:"mamma, se va avanti cosi io mi tolgo la vita". Le ha tenute in se e quando le ho dette lei sapeva che ero serio, mi ha visto patire come un cane e non poteva farci niente, perche io neanche volevo che facesse qualcosa. E' stata li e ha fatto quello che le chiedevo di fare: ascoltare e non agire.

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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 10:01 pm


Penso che limando e rattoppando anche Saddam Hussein o, se volete, i vostri nemici giurati, verrebbe fuori come brave persone ricche di sentimento, quindi, scusatemi, non mi fido mai troppo delle interpretazioni dei figli.
Comunque, si, generalizzavo perchè è ovvio che parlando di un fenomeno ampio, non posso passare in rassegna ogni singolo caso, nè sarebbe utile all'integrità del discorso.

Il senso che ha per me chiedere agli altri può essere lo stesso che spinge voi a leggere questa pagina. Il fatto di voler aggiungere la propria versione è indipendente dalle motivazioni per cui si leggono le altre.

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Messaggio  canterel II Gio Apr 11, 2013 10:16 pm

leggo che saddam hussein non ha conosciuto il padre biologico, e che il suo tutore era spiantato e manesco.
non ha passato una bella infanzia, po'ro saddam...
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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 10:28 pm

Acc., lo sapevo!
Aveva almeno un figlio che lo riscattasse?

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Messaggio  canterel II Gio Apr 11, 2013 10:41 pm

Analitica ha scritto:Acc., lo sapevo!
Aveva almeno un figlio che lo riscattasse?

mah, so poco. 'uday, il delfino di saddam, fece arrabbiare non poco il padre per aver ucciso a coltellate uno dei suoi servitori più affezionati, a quanto pare in occasione di un rinfresco in onore della moglie di mubarak (fonte: wikipedia),
e fu messo qualche tempo in prigione per castigo.

articolo: una fiction su 'uday saddam

edit: la voce di wikipedia su 'uday hussein raccoglie meticolosamente una miniera di spunti grandguignoleschi a proposito delle sue presunte abitudini sadiche:

Come capo del comitato olimpico ‘Uday avrebbe fatto imprigionare e torturare gli atleti che ne avrebbero deluso le aspettative.
Il reportage citava fonti giornalistiche per le quali i torturatori flagellarono e picchiarono le piante dei piedi dei giocatori della nazionale di calcio; secondo altri, i calciatori furono costretti a "giocare" a piedi nudi con una palla di pietra.
Un ex membro del ministero degli esteri francese ha sostenuto che ‘Uday e le sue guardie del corpo avrebbero fatto irruzione nella stanza d'albergo di una coppia francese, costringendola sotto la minaccia delle armi ad esibirsi in rapporti sessuali che vennero videoregistrati in modo che ‘Uday potesse rivederli.
Latif Yahia, che aveva servito in passato come sosia di ‘Uday ed attualmente vive in Occidente, ha sostenuto che ‘Uday violentò numerose donne, tra cui una ballerina russa in visita in Iraq.
‘Uday avrebbe comperato o rubato 1200 automobili di lusso, tra cui una Rolls-Royce Corniche del valore di oltre 200.000 dollari. Si narra che ‘Uday si presentò ad un seggio elettorale, durante un referendum sul regime del padre, a bordo di una Rolls-Royce rosa.
‘Uday avrebbe ucciso delle vittime gettandole dentro macchinari per la lavorazione del legname o in vasche di acido.
‘Uday faceva rapire dalla strada giovani ed attraenti donne irachene allo scopo di stuprarle.
Dopo la prima guerra del Golfo un corrispondente del New York Times verificò che uno degli strumenti di tortura nello scantinato della sede del Comitato olimpico era la cosiddetta "vergine di Norimberga":
Secondo la descrizione era alto due metri, largo 90 centimetri e profondo abbastanza da ospitare un uomo adulto, chiaramente usurato, i suoi chiodi di ferro avevano perso (abbastanza inverosimilmente) la loro acuminatezza. Giaceva su un lato a portata di vista dagli uffici di ‘Uday al primo piano dell'associazione calcio. Ironicamente, lo strumento di tortura venne portato all'attenzione di TIME da un gruppo di saccheggiatori che stava spogliando lo stabile di tutte le cose di valore. Essi avevano lasciato lì la "Vergine di Norimberga" ritenendola priva di valore."


Ultima modifica di canterel II il Gio Apr 11, 2013 11:03 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  jeanluc Gio Apr 11, 2013 10:56 pm

Vorrei aggiungere alcuni sterili dati scientifici alla discussione.
A breve frequenterò un corso di approfondimento sulle malattie genetiche multifattoriali, tra queste sono incluse la maggior parte delle malattie psichiatriche: depressione, disturbo bipolare, dipendenze affettive, comportamenti alimentari patologici, e molte altre.
Tutte queste dipendono da una miriade di geni di suscettibilità, cioè che conferiscono all'individuo una sorta di predisposizione alla patologia. Il resto è dato da fattori ambientali.
Il tutto per dire, in modo banale e poco approfondito, che probabilmente lo stesso identico vissuto, con alcune differenze a livello genico, non avrebbe prodotto alcuno stato patologico.
Concluso questo preambolo, temo che sia estremamente difficile distinguere quanto il vissuto abbia inciso sullo stato patologico, lo è per un medico, lo è sopratutto per chi è malato.
Ma alla fin firin fin fine, con rispetto parlando, senza voler dare lezioni a nessuno: per quanto possiamo avere avuto situazioni sfortunate, tristi, o svantaggiose, che senso ha chiudersi e rimuginarci più del dovuto? Un'analisi è doverosa, ma niente di più, credo che la risposta più valida a queste malattie sia un graduale cambiamento, una sorta di crescita, e checché se ne dica, trovo che sia possibile farlo a qualunque età.
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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 11:40 pm

jeanluc ha scritto: Un'analisi è doverosa, ma niente di più, credo che la risposta più valida a queste malattie sia un graduale cambiamento, una sorta di crescita, e checché se ne dica, trovo che sia possibile farlo a qualunque età.

Si, un cambiamento di geni.
Non credo a queste teorie nè a molto di quella che sarebbe una materia scientifica della mente.
Poi a leggere i resoconti medici è tutto un "ma non sappiamo con certezza se è questo che porta a quello o è quello che porta a questo". Un "è nato prima l'uovo o la gallina".
Io penso che fuori dagli sterili camici bianchi uno conosca bene l'evoluzione delle proprie sensazioni nella fondatezza dei propri pensieri, comprese inevitabili derive.
Ritengo piuttosto che, essendo le nostre sensazioni e i nostri pensieri in ogni caso veicolati da sostanze e organi ben materiali, ci siano ovviamente dei cambiamenti in questi, quindi ehilà che gran scoperta! Ritrovate gli stessi cambiamenti in tutti i depressi! Ma non che questi abbiano invece portato la depressione.

Ad esempio non è chiaro se la depressione sia una malattia di tipo infiammatorio, se vai ad analizzare quello che accade in una persona che riceve costantemente impulsi negativi è l'aumento del cortisolo il quale porta ad una serie di disequilibri, aumento di citochine, radicali liberi etc sino ad un abbassamento del sistema immunitario, quindi, si, è ovvio che si esponga l'organismo alle infiammazioni, ma di conseguenza.

Poi è possibile che una casualità di problemi organici finisca col simulare in noi proprio quegli stati d'animo che derivano da esperienze e pensieri personali, in via peculiare.

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Messaggio  merla Gio Apr 11, 2013 11:47 pm

La mia esperienza in ambito terapeutico non è stata tanto un rimuginare sul passato, quanto piuttosto sul "modificare" determinate strutture psichiche.
È evidente che nella maggior parte dei casi la famiglia di provenienza sia determinante nel formarsi della struttura psichica di una persona: si ereditano meccanismi, aspetti funzionali e disfunzionali, ed è anche vero che spesso la difficoltà nel metterle in discussione è dovuta al fatto che cmq le figure genitoriali (o chi ha svolto quel ruolo) sono le prime figure di riferimento.

Metterle in discussione di riflesso a causa del fatto che si mettono in discussione meccanismi disfunzionali (o che sono diventati disfunzionali a un certo punto della vita) è ovviamente un'operazione molto disorientante e spesso implicano sentimenti di rabbia molto forti, rancori, allontanamenti ecc. ecc.

Per parecchio tempo (ed è una cosa che ho rivisto in persone provenienti da famiglie dove c'erano problemi simili a quelli della mia) io non sono riuscita a mettere in discussione certi modelli e ho pensato di essere stata cresciuta "bene".
Poi per un certo periodo ho covato parecchio rancore per questo motivo, ma devo dire che il rancore alla lunga è solo un peso. Anche se nel mio caso è stato necessario attraversarlo.

Questo poi non vuol dire che sia sempre necessario rimuginare o covare rancore: dipende molto dal percorso di crescita personale che si fa e non è una strada obbligata. Sono però anch'io dell'opinione che è più raro che in una famiglia dove si vivono relazioni equilibrate e sane, i figli si ammalino di patologie psichiche.
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Messaggio  Analitica Gio Apr 11, 2013 11:55 pm

Trovo la tua risposta tutta, molto saggia.

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Messaggio  -Nessuno- Ven Apr 12, 2013 12:54 am

Analitica ha scritto:
Penso che limando e rattoppando anche Saddam Hussein o, se volete, i vostri nemici giurati, verrebbe fuori come brave persone ricche di sentimento, quindi, scusatemi, non mi fido mai troppo delle interpretazioni dei figli.
Comunque, si, generalizzavo perchè è ovvio che parlando di un fenomeno ampio, non posso passare in rassegna ogni singolo caso, nè sarebbe utile all'integrità del discorso.

Il senso che ha per me chiedere agli altri può essere lo stesso che spinge voi a leggere questa pagina. Il fatto di voler aggiungere la propria versione è indipendente dalle motivazioni per cui si leggono le altre.
No. io non lo penso. Anzi. Ma non è questione di bene o di male, è questione di causalità. Per me dare tutta la causalità a mio padre sarebbe un atto illogico. Tutto qua. Poi, per quanto mi riguarda, non devo riscattare alcuno, io con lui mi sono scontrato per molto tempo su alcune cose, e poi che si deve fare? Ce la si mette via. Cosi come ci si mette via di essere stati menati ecc. Ma parlo per me, per altri potra essere diverso. Non credo neanche che aggiungere o meno la propria esperienza sia indipendente dal leggere le altre. Io non leggo senza scrivere e non scrivo senza leggere, di solito. Comunque mi pare di aver detto gia abbastanza. Poi vabbe, se volete pensare che è tutta colpa dei vostri genitori, o meglio che la causa sia solo questa, liberi di farlo. Per me esiste un rapporto tra esterno e interno. La famiglia la metto all'interno. Ci sono perosne che hanno avuto famiglie pessime ma che sono cresciute tutto sommato molto meglio di me, perche fuori hanno trovato situazioni migliori, e altre che hanno avuto famiglie comprensive e corrette che invece hanno trovato un esterno pessimo e sono cresciute male. Poi c'è anche chi è cresciuto male per via della famiglia. Per crescere male intendo semplicemente soffrire o entrare in depressione. Io non voglio avere alibi. Non dico "è colpa di tizio e caio", per questo parlo di cause e non di colpe. Con le colpe, col bene e col male, si diventa soltanto degli egocentrici moralisti. Poi è ovvio, dire che qualcuno ha giocato sporco nella mia vita ha senso, ma sta a me, a me e soltanto a me impedire che questo possa succedere di nuovo. Il giorno in cui daro la colpa a qualcuno e diro"tu sei il male", sara anche il giorno che avro finito come uomo, nel senso di essere umano. ciò non tolgie che come ho detto ci sono vittime e carnefici, ma io ad un carnefice, dico a un carnefice, non daro mai la responsabilità piena di OGNI cosa negativa della mia vita. Le cause sono molteplici. Sono, chiare, sono distine e sono vere, ma sono molteplici per quanto riguarda il mio caso.

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Messaggio  Analitica Ven Apr 12, 2013 2:16 am

Ma che interessa a me se vuoi dargli la colpa alle tue cause o se vuoi prendertela con esse o vuoi predicarci il perdono e vuoi giocarci un tresette?
Io sto analizzando il semplice adattamento causa-effetto.

La famiglia la metti all'interno? Ottimo, questo è il problema, la famiglia la si interiorizza: miete più disastri; la si identifica con se stessi e dunque la si addita con molta difficoltà.

Poi è ovvio che ci sono delle variabili, ci sono sempre; che a un problema qualcuno cade dritto, molti tracollano, ma le personali fortune o virtù nulla tolgono al dato causale in sè nella casistica.

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