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Messaggio  suggestione Ven Apr 11, 2008 1:57 pm

Non so cosa o come si possa definire questo mio stato, visto che in realtà non abbia grossi problemi.
Ditemi voi se sbaglio, perchè non ci vengo proprio fuori.
Vedo questo mio o nostro modo di vivere alquanto pesante, privo di un reale significato o scopo.
Qualsiasi cosa fatta da noi uomini la trovo sbagliata, fine a se stessa e controproducente.
Non mi dilungo nei meandri delle mie riflessioni, appesantirebbero lo scritto e poi forse sarebbero solo parole a voi insignificanti.
Bene!!! questo mia critica nei confronti del sistema, provoca in me profondo malessere, in quanto non vedo che l'umanità intenda rivedere il suo cammino, e aggiungo che non ci sono posti al mondo dove io possa intravvedere uno stile di vita differente dal nostro.
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Messaggio  Stef Ven Apr 11, 2008 2:28 pm

suggestione ha scritto:Non so cosa o come si possa definire questo mio stato, visto che in realtà non abbia grossi problemi.
Ditemi voi se sbaglio, perchè non ci vengo proprio fuori.
Vedo questo mio o nostro modo di vivere alquanto pesante, privo di un reale significato o scopo.
Qualsiasi cosa fatta da noi uomini la trovo sbagliata, fine a se stessa e controproducente.
Non mi dilungo nei meandri delle mie riflessioni, appesantirebbero lo scritto e poi forse sarebbero solo parole a voi insignificanti.
Bene!!! questo mia critica nei confronti del sistema, provoca in me profondo malessere, in quanto non vedo che l'umanità intenda rivedere il suo cammino, e aggiungo che non ci sono posti al mondo dove io possa intravvedere uno stile di vita differente dal nostro.

Non c'è cosa peggiore di vedere la verità.
La realtà nuda e cruda.
Tu, purtroppo, vedi cose che altri non vedono.
Rischi di andare controcorrente, rischi di scontrarti col sistema, di contrastarlo.
E lui ti ucciderà, si vendicherà, perché tu dai fastidio a Lui.
Tu dai fastidio alle persone del benessere, dell'"apparire", del non condividere, del non vivere, dell'essere tutti uniformi, robot che la mattina bevono il caffè, tutti insieme vanno al lavoro o a scuola, poi pranzano, poi vanno a dormire...
Non c'è speranza.
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Messaggio  Pavely Ven Apr 11, 2008 5:00 pm

Alessandro, rifletti su di una cosa.

Si può ragionare ed essere razionali in amore?

Io una volta ti ho visto in cam e, ti posso assicurare, sò di aver visto uno scienziato.

Tu pensi. Rifletti. Ti fermi ad osservare il mondo, i suoi gesti, i suoi errori e non lo capisci. Sei logico... osservi i giochi, i ritmi, le parole e le idee e non le capisci.

E commetti un errore: si può essere razionali in amore?

O meglio: se si fosse perfettamente razionali in tutto si potrebbe sopravvivere?

Paradossalmente nò.

L'uomo non è perfetto Suggestione.

L'uomo ama e amando sbaglia e sbagliando accetta l'errore e pure continua ad amare.

L'amore stesso è una teoria dell'errore.

Se vedi il mondo andare a puttare, Suggestione, è per via dell'errore.

E in questo errore è, comunque, affascinante e amorevole.

(un abbraccio)
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Messaggio  alfredo Ven Apr 11, 2008 9:17 pm

Perche' pensi che le tue riflessioni possano risultarci insignificanti?
Al massimo potremmo non essere daccordo, avere idee diverse, cio' non toglie che per te abbiano un significato.
Inoltre ci farebbero capire meglio i tuoi pensieri , e che non fraintendiamo quando diamo una risposta.
Hai parlato di sistema malato, e mi sembra di capire che lo hai generalizzato a tutti i sistemi delle societa' umane .Per cui fai una considerazione sull'uomo , e' cosi'?

La tua visone pessimistica della realta' , sembra piu' vera , anche se l'oggettivita' pura non esiste.I fatti lasciano piu' pensare che l'uomo agisca maggiormente secondo i suoi aspetti egoistici che quelli altruistici. Ma anche questo non e' del tutto vero.
Come pure non possiamo fare confronti tra i vari sistemi. La soddisfazione dei bisogni , di cui ho parlato in un mio reply ( come nasce la depressione, postato da pavely) varia da luogo a luogo : per molti popoli non e' ancora garantito il diritto ad alimentarsi, in altri il non rispetto di una legge ( es. l'adulterio in afganistan) comporta la perdita della vita, nele societa' dove c'e' un benessere diffuso , vengono garantiti i bisogni " essenziali" , poi pero' ci accorgiamo che esistono altri bisogni , che sono quelli relativi alla mente, in quanto se non soddisfatti possono fare ammalare comunque una persona, per cui sono da considerarsi essenziali anche questi.

L'uomo ha nel suo DNA elementi di egoismo sano e cattivo ."Sano" perche' lo aiuta a conservarsi ; "cattivo " perche 'attraverso l'uso che fa dei suoi simili , li costringe alla sofferenza.
Tuttavia nel suo DNA vi e' anche l'elemento dell'altruismo, anche se meno evidente. Penso che anche tu convenga su questo.
Putroppo aspettarsi che l'uomo agisca SOLO in base all'altruismo , e' irrealistico e allora tanto vale partire da quello che c'e' di reale, accettare il bene , ma anche il male. NOn dico che accettare il male sia giusto, ma accettare che l'uomo sia anche cosi'.

Mi piacerebbe ricevere la tua risposta.

Ciao ,
Alfredo

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Messaggio  suggestione Sab Apr 12, 2008 12:00 am

Cari vecchi e nuovi amici, vi ringrazio con l'affetto che vi meritate, per essere sempre presenti.
Al momento la sofferenza che si annida nella mia anima, trova conforto nelle vostre parole, che però non sconfiggono questo disagio.
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Messaggio  canterel II Sab Apr 12, 2008 8:41 am

suggestione ha scritto:
Vedo questo mio o nostro modo di vivere alquanto pesante, privo di un reale significato o scopo.
Qualsiasi cosa fatta da noi uomini la trovo sbagliata, fine a se stessa e controproducente.
Non mi dilungo nei meandri delle mie riflessioni, appesantirebbero lo scritto e poi forse sarebbero solo parole a voi insignificanti.
Bene!!! questo mia critica nei confronti del sistema, provoca in me profondo malessere, in quanto non vedo che l'umanità intenda rivedere il suo cammino, e aggiungo che non ci sono posti al mondo dove io possa intravvedere uno stile di vita differente dal nostro.

caro suggestione, penso di aver provato sensazioni analoghe alle tue, diverse volte. di sensazioni però si tratta, non di critica. criticare secondo me significa soprattutto separare le cose, non unificare le rappresentazioni. è vero anche quello che ti hanno già risposto pavely e alfredo:
l'oggettività assoluta non esiste
la razionalità assoluta si rovescia in una forza uguale e contraria all'energia vitale etc

ma al di là di questo,va anche detto che non c'è molta oggettività nelle tue parole, né molta razionalità in questa considerazione che fai.
ci sono diversi vizi concettuali, che riassumerei in una tendenza alla reductio ad unum dell'umanità. tu qui consideri l'umanità come una persona, anzi come un personaggio, e devi concluderne che è un cattivo ghignante e un po' ebete. questo personaggio però non esiste. nonostante l'ideologia tipica di quest'epoca sia quella della connettività totale e della rappresentazione di attori come mezzo per configurare molte forme di interazione complessa, è un miraggio la pretesa di considerare l'umanità come una comunità organicamente solidale, come un solo uomo.
quindi, tanto per cominciare, non si può dire "..questo MIO o NOSTRO modo di vivere". è uno slancio sentimentale, anche nobile nella sua tensione, che però è un modo rapidissimo per ottenere l'involuzione del discorso e privarlo di una presa critica reale sulle cose.
saltare dal "mio modo" al "nostro modo" all'umanità, è operazione plausibile per un soggetto onnisciente: ma chi si può candidare a fare la coscienza dell'umanità? ci vorrebbero attributi divini.
anche sostenere che QUALSIASI cosa fatta è sbagliata e controproducente, ha l'aria di essere un'affermazione che ha la forma di un enunciato ma che in realtà non lo è, è piuttosto una specie di musica che segui. mancano dei riferimenti: controproducente e sbagliata rispetto a cosa? e perché QUALSIASI cosa? ancora la riduzione di ogni azione o progetto a una categoria mi pare un po' troppo titanica e poco meditata.
è meglio dilungarsi nei meandri di certe riflessioni, se non altro per metterne alla prova la tenuta. riflessioni come queste, a dilungarcisi sopra un po', si smontano. che è cosa ben diversa dall'insignificanza: se ci si sforza di meditarle un po' ci si accorge che non si raggiunge un significato assoluto, ma tanti significati parziali, alcuni dei quali sufficienti a motivare, razionalmente e anche a sentimento, una revisione del pessimismo che non tenda a mettere così sotto scacco QUALSIASI prospettiva, che esca dalle secche (fattelo dire, visto che le ho frequentate anche io) del nichilismo ontologico e morale.

a me sembra che le professioni di nichilismo corrispondano al tentativo del sentimento di accordarsi alle idee astratte, e quindi alla facoltà dell'uomo di costruire punti di vista artificiali, trompe l'oeil, che non sono più concretamente punti di vista, perché sintetizzano e categorizzano i loro oggetti: così come la regola della prospettiva rinascimentale inventa un fantasma dello spazio, ma è una resa dei conti illusoria con la realtà e con la materia. poi arriva giorgione e dice: cazzo, e basta disegnare delle scatole con dentro delle colonne e degli omini!
la facoltà di contemplare dall'alto (o dal basso) e dall'esterno la totalità non ha alcun fondamento. è un sottoprodotto dello sviluppo della tecnica. è una facoltà raziocinante che può agire slegandosi dalla realtà: la realtà ci vuole invece parziali, limitati, inseriti nel mondo e non giudici del mondo.
gli unici campi di applicazione legittimi di queste pseudofacoltà sono quelli dell'arte e dell'estetica, perché le rappresentazioni astratte e nichilistiche acquistano un valore di conoscenza quando si riconoscono come descrizioni di un sentimento, forme indirette per rappresentare certe condizioni animali dell'uomo determinato, e non sostanze per ottenere l'emulsione di entità indeterminate e sostituirla alle cose.

per chiudere: sugge, stef.. descrivetemi un po' questo "sistema". a che sistema vi riferite? se uno individua un sistema, bisogna tenerne presente le articolazioni, gli organi, gli apparati. io non vedo nessun sistema. oppure, a seconda dell'ottica, vedo tanti sistemi determinati. ragazzi, è vero che ci sono dei modelli di sviluppo economico e culturale che si impongono in tutto il pianeta, ma vi assicuro che, trapiantati qui e là, questi modelli si incarnano in realtà differenti, che portano a interpretazioni differenti dei modelli. se vedete ovunque un solo tipo d'uomo, leggetevi dei libri di geografia e di antropologia. saranno letture corroboranti.
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Messaggio  Viola Sab Apr 12, 2008 12:25 pm

Penso che un buon sano individualismo sia alla base di un buon rapporto con l'esterno , dove si riequilibria l'annichilimento e l'espansione centri-fuga...Un lasciare andare se stessi come una goccia d'acqua....senza ghiacciare o credersi mare....Ma con una importanza che sà di vita. Vita tutta in una goccia d'acqua che non si riduce a poco ma che racchiude il mare. C'è troppa critica Sugge....troppa....Forse la stessa che utilizzi verso di te....ti abbraccio
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Messaggio  suggestione Sab Apr 12, 2008 12:43 pm

In quanto momento vivo questo stato alterato, quindi di oggettivo c'è solo la mia sofferenza, che può essere stata determinata o da miei limiti intellettuali, da uno stato emotivo o psicologico limitante.
Purtroppo per me è una critica che faccio, anche se illegittima, perché non tiene in considerazione l'oggettività della realtà, ma esclusivamente il mio sentimento su una mia visione della realtà che erroneamente ho chiamato sistema.
Avete fatto bene a sottolineare l' incongruenze delle mie frasi, mi fanno comprendere che lo mio stato attuale è piuttosto teso verso l'eccesso pessimismo delle mie rappresentazione, che di una reale critica della realtà.
A questo punto mi pongo la domanda:
Ma sono veramente capace, ho le risorse intellettuali e psicologiche per affrontare una reale critica della " realtà"?
A quanto pare, NO.
Forse è meglio che me ne stia in disparte, standomene buono e ubbidiente.
Forse è meglio accettare la certezza della sofferenza che l'illusione di una realtà priva d'essa.
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Messaggio  canterel II Sab Apr 12, 2008 1:36 pm

beh, sugge, ma non è questione di ubbidire o stare zitti, anzi.
i mezzi per una critica totale e complessiva della realtà ce li hanno in pochi:
roba che neanche i grandi filosofi affrontano senza imbarazzo, lunghe ricerche, lavoro in equipe con altre teste pensanti.
il mio suggerimento è di delimitare di volta in volta il campo delle cose che critichiamo, pensare sempre alla nostra posizione rispetto alle cose di cui parliamo, mantenere posizioni interlocutorie, e diffidare un po' delle visioni risolutive.
diciamo che è un po' come consigliare di masticare bene per digerire meglio.
ciao
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Messaggio  Luciano Sab Apr 12, 2008 8:05 pm

Io credo che dobbiamo reagire... anch'io vedo la vita come un peso, ma non dobbiamo perdere la consapevolezza del fatto che la nostra è solo una distorsione della realtà, e che siamo fatti per stare al mondo e trarre giovamento dalle mille esperienze della vita... anche dalle piccole cose... ti auguro di cuore di superare questa crisi, suggestione... spero che tutti riusciamo a superare la nostra crisi, davvero. Non foss'altro perché mi sono affezionato a questo forum e tra i mille motivi che ho per stare al mondo c'è anche quello di andare a leggere cosa fate e cosa dite tutti voi. Forse in fondo sarà banale ma... lo scopo della vita è VIVERE. Anche se la società non ci piace. Non dobbiamo accettare la sofferenza. Dobbiamo cercare di vivere in questo mondo senza soffrire. Scusa se le mie frasi sono banali, ma credo che forse sia inutile perdersi in mille ragionamenti filosofici...

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Messaggio  suggestione Sab Apr 12, 2008 9:39 pm

Penso che mi sia stata d'utilità questa piccola apertura ai miei sconclusionati e confusi pensieri.
A questo punto sorge in me il dubbio se ciò che costruisco e interpreto, è costruito o viziato dal sentimento, in questo caso negativo, che mi fa schifare tutto ciò che mi circonda, unificando la totalità in pochi e imprecisi pensieri.

Alcuni di voi, per un motivo che a me sfugge, mi reputano in un modo troppo benevolo, cosa che non merito e non ne ho diritto.
Non sono un genio, non sono colto, non sono nulla di più di un uomo davanti ad una tastiera.

Qualcuno in passato su neuropsy giustamente mi ha definito incapace di ........, cosa che non nego.

Ragazzi, siete delle belle menti, per questo sono sempre lieto di condividere con voi le mie elucubrazioni.
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Messaggio  canterel II Sab Apr 12, 2008 10:04 pm

suggestione ha scritto:
Alcuni di voi, per un motivo che a me sfugge, mi reputano in un modo troppo benevolo, cosa che non merito e non ne ho diritto.
Non sono un genio, non sono colto, non sono nulla di più di un uomo davanti ad una tastiera.

Qualcuno in passato su neuropsy giustamente mi ha definito incapace di ........, cosa che non nego.


se per essere reputati in modo benevolo fosse necessario essere genio o essere colto, credo che nessuno qui si meriterebbe altro che pacche sulle spalle. i geni e le persone colte mi interessano poco, magari mi interessano le opere di genio: come poco mi interessano i fornai se non nella misura in cui fanno focacce. invece, condivido il destino degli uomini alla tastiera.
tra l'altro sugge ho condiviso con te molto tempo su neuropsy e non ricordo la calunnia scema a cui ti riferisci. mi ricordo in generale vari insulti senza senso, che periodicamente erano disseminati in chat o nel forum. insulti partiti probabilmente dalle dita di utenti che non erano sempre capaci di gestire se stessi, o affrontavano fasi di grave disagio.
questo spazio esiste proprio perche gli uomini alla tastiera condividano e discutano sentimenti e riflessioni, come fai tu. rispondendoti, in modo prolisso come purtroppo faccio quando tento di parlare seriamente, mi sono riferito al fatto che credo di aver provato sentimenti e formulato anche giudizi simili ai tuoi, in vari periodi della mia vita. per quanto mi riguarda, risponderti è stato il tentativo modesto di estendere anche a te i frutti di faticose autocritiche, sperando che quello che penso ora riguardo l'umanissima tendenza (e anche nobile, c'è un germe leopardiano senza dubbio nelle tue riflessioni) a universalizzare il senso di disagio, mi sia di qualche utilità in futuro, ogni volta che sperimenterò frustrazioni e disgusti. la mia idea potrebbe essere riassunta così: il pessimismo richiede un senso di responsabilità molto grande, e una continua osservazione. il fatto che il pessimismo sia così costoso da mantenere, e richieda tanti scrupoli prima di addivenire a formulazioni sostenibili, protegge dal rischio di indulgere troppo nell'abito e fortifica il pessimista nell'esercizio.
anche io vorrei ringraziarti sugge per le tue parole e gli scambi qui sopra.
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Messaggio  Stef Dom Apr 13, 2008 1:21 am

Caro Suggestione, in realtà non ho vere risposte da darti.
Molto è stato già detto.
Tu sei una bella persona (almeno questo è certo - oggettivamente).
Vorrei riportare una citazione, che ho inviato ad Armida su neuropsy, di Erich Fromm che potrebbe indicare una prassi, una sorta di metodo valido per guarire o per crescere.
Ecco il brano:
Fromm si chideva se fosse stato possibile una trasformazione su larga scala per salvarci dalla catastrofe psicologica ed economica. Concludeva dicendo che il carattere umano poteva mutare alle seguenti condizioni:

1) Che si sia consapevoli dello stato di sofferenza in cui versiamo.
2) Che si riconosca l’origine del nostro malessere.
3) Che si ammetta che esiste un modo per superare il malessere stesso.
4) Che si accetti l’idea che, per superare il nostro malessere, si devono far nostre certe norme di vita e mutare il modo di vivere attuale.

Fromm faceva notare che i quattro punti corrispondevano alle Quattro Nobili Verità del Buddha, che erano sottesi anche all’idea marxiana di salvezza e che erano simili al metodo di cura di Freud.
Non è che siano simili anche ai quattro passi per uscire dalla depressione?

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Messaggio  suggestione Dom Apr 13, 2008 10:00 am

In raltà non potete darmi vere risposte perchè non ho posto delle vere domande.
Non è un vostro limite, semplicemente non avete dati sui quali lavorare.
Come ben sapete il mio impegno verso il problema dell'inquinamento della mia città oramai prende completamente la mia vita, è diventato il mio secondo lavoro.
Realtà prima a me sconosciute e, come a me a quasi la totalità delle persone, mi fanno vedere e conoscere situazioni tragiche, al livello della Camapagna, con tutta la sua immondizia.
L'Italia che piacia o no saperlo è, la pattumiera d'Europa e le politiche nazionali appoggiano quelle Europee, per far tacere il popoplo Italiano.
Il problema dell'inquinamento non è un problema solo del sud, ma Italiano.
Sono in possesso di documentazioni fatte da ricercatori pagati dal governo Sloveno, Inglese e Tedesco ovviamente perchè ci sono degli interessi economici nei confronti della verde Slovenia, sopratutto turistici.
Altro aspetto che mi pone in uno stato di incazzatura perenne, è il rinnovo del contratto del lavoro della mia categoria, che propone una devoluzione dei principali diritti dei lavoartori, si ritorna indietro di 100 anni.
Infine tutta una serie di piccole ma fastidiose situazioni, che non fanno bene al mio già instabile umore.
Questo è un piccolo riassunto di questi ultimi mesi.

Buon voto a tutti.
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Messaggio  Luciano Dom Apr 13, 2008 10:56 am

Forse questa pattumiera vuole rimanere tale, forse dobbiamo provare a cambiare il mondo ma senza intestardirci... pensiamo prima alla nostra vita e a costruire un po' di benessere per noi... forse bisogna essere un po' più egoisti... il benessere di chi non merita benessere (gli italiani), beh quello è difficile da costruire...

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Messaggio  suggestione Dom Apr 13, 2008 2:14 pm

Caro Luciano, magari le cose fossero così, purtroppo qui la strada da percorrere è una netta presa di responsabilità da parte di tutti.
Lo sbaglio che noi abbiamo fatto e continuiamo a fare è quello di delegare ad altri queste responsabilità, nel caso specifico alla politica o alle imprese private.
In questi anni abbiamo regalato lo stato alle imprese e ai politici.
Lo stato è diventata un azienda privata, dove la proprietà privata è divenuto un privilegio di pochi.
Cosa comporta tutto questo, che da sudditi siamo diventati dipendenti, cambiano solamente le parole.
Il figlio del servo continuerà a fare il servo.
Non esistono pari opportunità, o meglio c'è stato un brevissimo periodo che questo è avvenuto, ma la tendenza è quello di farlo scomparire a poco a poco dalla coscienza collettiva.
Questi sono solo delle mie considerazioni, vedete voi se vi ci ritrovate.
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Messaggio  Pavely Dom Apr 13, 2008 8:11 pm

Suggestione, io, leggendo le tue frasi, oggi penso questo.

Prendi il tuo cuore.

Osservalo bene.

E chiediti quanto amore e quanto altruismo c'è in esso?

L'amore, credo, non può essere altruismo. E' cosa differente, bellissima e diversa.

I tuoi pensieri non mi appaiono sconclusionati: semplicemente hai il cuore "inondato" da una pioggia di altruismo, da quel sentimento cheti spinge a mettere gli altri p r i m a di te nel tuo cuore. (L'amore significa mettere gli altri c o n te, al tuo fianco, non prima).

Amore e altruismo, nelle loro molteplici forme, sono sempre al centro del cuore.

Ma si escludono: cioè, quando ami, (quando ami davvero), ti scopri egoista. E cattivo. E possessivo e geloso... e non sai perché. E pure in questo "egoismo" ti sai felice. E sai che se ami (se ami davvero) non puoi essere apertamente altruista. Non puoi dedicarti a tutti gli altri perché la compagna o il compagno che hai accanto diviene il centro esatto del tuo mondo, la tua primavera, il tuo cielo stellato.

L'amore ti spinge a credere che una persona, (la persona amata), sia più importante degli altri. E questo, l'altruismo non te lo concede. Ma, nota bene, Suggestione: se l'altruismo, come spesso accade nel tuo caso, ti inonda il cuore, non lascia spazio all'amore. E se l'amore ritorna, non puoi più essere altruista.

Da quì nasce quel caos che vedi nel mondo...
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Messaggio  suggestione Dom Apr 13, 2008 9:11 pm

Come sempre le tue parole sono da Oscar.
L'amore, come lo vivo io, dopo un susseguirsi di tragedie amorose, delusioni e altro, non lo vivo più come un attaccamento, ma come un momento che va vissuto con l'intensità che gli spetta.
In quanto l'altruismo è una mia caratteristica, che non ha un reale motivo apparente, non trovo nessuna difficoltà nel fare qualcosa per il prossimo.
Non lo definisco nemmeno un merito, ma una parte del mio carattere.
Forse hai colto un aspetto che non avevo mai considerato, sul quale devo meditare.
E anche tu mi fai notare che alcuni concetti non mi sono del tutto chiari.
Ti ringrazio, mi hai aperto gli occhi su una cosa che non avrei mai potuto accedere nemmeno con l'esperienza.

Grazie Pavely

Con affetto e stima

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Messaggio  alfredo Dom Apr 13, 2008 9:45 pm

Premetto che questi pensieri non vogliono avere nessuna pretesa di enunciare verita' , e mi scuso se per caso offendono la tua sensibilita'.
Dalle mie passate esperienze , mi capitava di tornare dal lavoro furibondo , e quando raccontavo l'accaduto , le persone che conoscevo mi dicevano : non te la prendere.....e io non riuscivo a capire perche' per gli altri , non era importante , e quindi non valeva la pena di prendersela. Per me era impostante , e non vedevo nessun motivo, perche' non dovessi arrabbiarmi.
Pero' mi accorgevo che queste arrabbiature, non mi aiutavano nel mio intendo di raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Per cui alla fine ho capito che non era quello il modo .
Mi sono chiesto il motivo per cui in certe occasioni , saliva dentro di me una tensione intollerabile, quando ad altri non succedeva.
Anche con l'aiuto di uno psicoterapeuta, sono arrivato a capire che i miei schemi mentali, come del resto quellli di ogn'uno hanno origine soprattutto dalla nostra relazione con i nostri genitori.
Da mia madre ho ricevuto sempre la richiesta di fare meglio, e pure sforzandomi , la gratificazione non arrivava quasi mai.
Da adulto mi e' rimasto questo aspetto , e sono sempre molto critico su cio' che faccio, e ritardo sempre la gratificazione a me stesso.
Nel lavoro , succedeva ancora la stessa cosa , benche' ora abbia allentato questa continua autocritica , solo se avessi svolto i miei doveri come "andava fatto" avrei sentito la mia coscienza in pace, diversamente no. Non potendo controllare l'operato di altri , io mi assumevo la responsabilita' di cio' che io giudivavo come fallimenti.E questo mi faceva salire la tensione e la rabbia a livelli eccessivi e intollerabili.

Arrivando a te , l'impegno che tu riponi in questo valore del bene comune e della estrema necessita' di trovare delle soluzioni per ridurre gli effetti dell'inquinamento, puo' avere una origine da cio' che hai interiorizzato da piccolo?. spendersi in un valore sociale ,e' altamente positivo e se tutti noi italiani avessimo piu' senso civico , non ci troveremmo in molte situazioni deplorevoli. Ma se a te questo impegno ti porta a destabilizzarti , per cui poi risulta anche meno efficace il tuo sforzo , non pensi che qualcosa non va nel verso giusto?
Potresti aver interiorizzato una richiesta di acccollarti i problemi , in modo eccessivo , al punto da non farti sentire " a posto " se non ne vedevi la soluzione?
Puo' darsi che noi rispondiamo ancora nello stesso modo in cui quando da piccoli ci venivano rischieste delle cose.
Ora da adulti , pur non abbandonando gli obiettivi in cui crediamo, la capacita' di analizzare la realta' ci permette di capire quando e come concentrare i nostri sforzi e avendo sempre chiara la realta' , farci delle aspettative realistiche, altrimenti la conseguenza non sara' altro che la delusione piu' cocente.
Ciao
Alfredo

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Messaggio  suggestione Lun Apr 14, 2008 5:59 pm

Teoria interessante, ma non è il mio caso.
Il mio problema nasce da una situazione reale, visto che vivo in prossimità di una fabbrica.
La situazione é terribile, in quanto l'aria qui a giorni è irrespirabile.
Esempio, se il limite di legge di pm10 è di 50 micro grammi metro qubo, e questo è un valore molto alto e pericoloso, qui si arriva anche 200 micro grammi e siamo arrivati anche 900 micro grammi. Tumore Assicurato.
Non parliamo delle Pm 2,5 e quelle ancora più piccole pm 0,1, che la legge non tiene ancora in considerazione.
Poi l'imbrattamento delle polveri di carbone e non mi devo dimenticare la diossina e il benzoapirene.

A casa vivo praticamente sigillato, con il nastro adesivo sulle finestre e ben quattro depuratori d'aria, che costano la bellezza di 400 euro l'uno.
Sto cercando di vendere l'appartamento, ma non è molto facile farlo.
Quando ho incominciato ad interessarmi a questo problema, non molto tempo fa, non avrei mai immaginato di scontrarmi con delle realtà pazzesche.

Comunque garzie Alfredo.

Un abbraccio anche a te
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