il mio disagio

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Messaggio  Pamela Lun Lug 20, 2009 6:43 pm

Vi chiedo per favore di dirmi com´é possibile che una madre non si accorga per 10 anni che la figlia ha disturbi alimentari. Io non ne parlo con tranquillitá ma ho bisogno di sapere la vostra opinione a riguardo. Mia mamma non ha mai capito cosa mi stava succedendo dai 15 anni ho sofferto di bulimia alternata ad anoressia. Purtoppo il problema non é ancora scomparso ma ora convivo con il mio ragazzo e nei momenti di depressione mi capita di ricaderci. Nessuno si domanda per quale motivo la mia taglia a volte é 40 a volte 44. Al mio ragazzo ho detto che ho avuto disturbi alimentari in passato e lui si talmente inorridito che non ho potuto piu´parlarne..
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Messaggio  raido Lun Lug 20, 2009 9:07 pm

Non tutti nascono portati per essere genitori. Si crede di conoscere le persone solo perchè vivono sotto lo stesso tetto e quindi è "ovvio " pensare di sapere tutto di loro. Ma è proprio in questa abitudine che si nasconde spesso la mancanza di comunicazione, di attenzioni. I genitori non si scelgono... frase fatta che però spesso riesce a spiegare tante cose. Chi ti sta accanto adesso, però, è qualcuno che tu hai scelto... cerca il momento giusto e continua a parlare con lui, di quelle cose belle che avete da condividere ma anche di quel mostriciattolo che hai dentro, che ha talmente segnato il tuo cammino fino ad ora e che non può e non deve essere ignorato. Fai uscire le cose piano piano e vedrai che più riuscirai a perlarne meno si ripresenteranno... meglio riuscire a farlo guardando le persone negli occhi ma se puo servirti continua a scrivere.

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Messaggio  suggestione Lun Lug 20, 2009 10:53 pm

Ciao Pamela, ben arrivata in questo forum
Pamela non tutti hanno occhi per vedere, orecchie per sentire e labbra per parlare e forse la tua mamma non ha sviluppate alcune capacità o sensibilità, quindi non si è accorta che tu stavi male.
È sovente, stare male perchè in fondo l'anima desideriamo punire qualcuno, o farci desiderare o trarre l'attenzione, quindi si attuano dei meccanismi, a volte controproducenti, per far convergere l'attenzione su di noi.
Sono convinto che ognuno di noi agisce sempre nel modo migliore che gli è possibile, quindi diventa chiaro che anche la tua mamma abbia fatto lo stesso nei tuoi confronti e anche nei confronti di se stessa.
Nessuno nasce professore, e comunque anche quando l'esperienza ci permette di avere un bagaglio più cospicuo, non sembra essere sufficiente ed il motivo è semplice, perché ognuno ha un proprio modo per vedere e agire nel mondo.
Le domande è problemi che ti poni sono legittimi, ma alla fine cosa ne trarrai da tutto questo?

Il dolore che ti porti dentro, che poi si manifesta con i disturbi dell'alimentazione ha un nome? Ha un volto? Ha una voce?

Le voci, si proprio loro, quante voci abbiamo nella testa che ci dicono cosa fare e cosa non fare, come pensare, come agire, ma queste voci ci appartengono?
Molte si, molte no.

Saper dominare la mente non è cosa semplice, ma bisogna pur cominciare da qualche parte, non ti pare?
A volte è utile fare un bel inventario sulle cose che ci passano per la testa, e spesso si scopre che alcune cose non servono più, e possono benissimo essere buttate e altre invece c'è le siamo dimenticate e che sono indispensabili per raggiungere la felicità.

La felicità, questo è ciò che tutti noi desideriamo, essere felici e credo che ci sia una ricetta per esserlo.

Buone cose Wink
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Messaggio  Pamela Mar Lug 21, 2009 7:45 am

raido ha scritto:Non tutti nascono portati per essere genitori. Si crede di conoscere le persone solo perchè vivono sotto lo stesso tetto e quindi è "ovvio " pensare di sapere tutto di loro. Ma è proprio in questa abitudine che si nasconde spesso la mancanza di comunicazione, di attenzioni. I genitori non si scelgono... frase fatta che però spesso riesce a spiegare tante cose. Chi ti sta accanto adesso, però, è qualcuno che tu hai scelto... cerca il momento giusto e continua a parlare con lui, di quelle cose belle che avete da condividere ma anche di quel mostriciattolo che hai dentro, che ha talmente segnato il tuo cammino fino ad ora e che non può e non deve essere ignorato. Fai uscire le cose piano piano e vedrai che più riuscirai a perlarne meno si ripresenteranno... meglio riuscire a farlo guardando le persone negli occhi ma se puo servirti continua a scrivere.


Hai ragione che i genitori non si scelgono, a volte l´unico merito che hanno é quello di averti messo al mondo e niente di piu´. Ti faccio l´esempio di mio padre se n´é andato dicendo che rivoleva la sua libertá dopo 20 anni di matrimonio e con una figlia di 17 anni. Questo é l´esempio di un genitore che non é nato per essere tale. Per quanto riguarda il mio compagno...sí é vero che me lo sono scelta io ma come hai detto tu le persone non si conoscono mai completamente. Inoltre lui non conosce certe problematiche esistenziali perché ha sempre vissuto coccolato dai suoi e non ha mai incontrato difficoltá o traumi. Sai che é difficile spiegare certi episodi spiacevoli a chi non sa´neanche cosa vuol dire?!! La sua risposta sará.."mi dispiace " oppure "ma perché l´hai fatto" tutto qui.
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Messaggio  Pamela Mar Lug 21, 2009 7:48 am

suggestione ha scritto:Ciao Pamela, ben arrivata in questo forum
Pamela non tutti hanno occhi per vedere, orecchie per sentire e labbra per parlare e forse la tua mamma non ha sviluppate alcune capacità o sensibilità, quindi non si è accorta che tu stavi male.
È sovente, stare male perchè in fondo l'anima desideriamo punire qualcuno, o farci desiderare o trarre l'attenzione, quindi si attuano dei meccanismi, a volte controproducenti, per far convergere l'attenzione su di noi.
Sono convinto che ognuno di noi agisce sempre nel modo migliore che gli è possibile, quindi diventa chiaro che anche la tua mamma abbia fatto lo stesso nei tuoi confronti e anche nei confronti di se stessa.
Nessuno nasce professore, e comunque anche quando l'esperienza ci permette di avere un bagaglio più cospicuo, non sembra essere sufficiente ed il motivo è semplice, perché ognuno ha un proprio modo per vedere e agire nel mondo.
Le domande è problemi che ti poni sono legittimi, ma alla fine cosa ne trarrai da tutto questo?

Il dolore che ti porti dentro, che poi si manifesta con i disturbi dell'alimentazione ha un nome? Ha un volto? Ha una voce?

Le voci, si proprio loro, quante voci abbiamo nella testa che ci dicono cosa fare e cosa non fare, come pensare, come agire, ma queste voci ci appartengono?
Molte si, molte no.

Saper dominare la mente non è cosa semplice, ma bisogna pur cominciare da qualche parte, non ti pare?
A volte è utile fare un bel inventario sulle cose che ci passano per la testa, e spesso si scopre che alcune cose non servono più, e possono benissimo essere buttate e altre invece c'è le siamo dimenticate e che sono indispensabili per raggiungere la felicità.

La felicità, questo è ciò che tutti noi desideriamo, essere felici e credo che ci sia una ricetta per esserlo.

Buone cose Wink

Grazie per la tua risposta, anche tu hai inquadrato bene il problema e spero che non mi abbia giudicata. Ho tanto bisogno di parlarne con qualcuno e ricevere opinioni a riguardo, questo mi aiuterá sicuramente! E´vero, fare un inventario delle cose che "servono" é senza dubbio molto utile, mi applichero´in questo. Grazie mille
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Messaggio  vita Mar Lug 28, 2009 1:39 pm

Ciao come ti capisco...
io ho avuto il tuo stesso problema..identico...anche i tempi...io non so darti dei consigli perchè anch'io come te non mi sento guarita...
è una malattia orribile...ho 24 anni oggi e ho iniziato a 14...anch'io alterno periodi di anoressia a periodi di bulimia...
a volte penso che la mia vita me la sia giocata stupidamente e che non riuscirò a guarire mai..ora non lo faccio spesso ma quando capita
mi manca sempre più la speranza di venirne fuori...ciaooooooooooooooooo

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Messaggio  Kar Gio Lug 30, 2009 5:31 am

Da quello che hai scritto, pamela, a me non sembra davvero chiaro da dove nasca il tuo disagio. Se è per via di questo disturbo che hai e del fatto che non riesci a risolverlo, se è perché tua madre non se ne accorge, se è perché il tuo ragazzo non vuole sentirne parlare o ancora se è perché tanta altra gente non se ne accorge. E' più probabile che sia un po' di tutti questi...
Comincerò dall'ultima cosa che ho detto: non ci contare. La gente spesso è accecata dalle proprie preoccupazioni, dai propri problemi, spesso è difficile vedere quelli degli altri, immagino che dipenda anche da una certa predisposizione a volerlo e poterlo fare. E in effetti questo è simile a ciò che ti ha già detto un altro utente quando ha parlato di occhi per vedere e orecchie per sentire. Proprio in questo periodo anche io mi sento abbandonato in tal senso, e sinceramente non me l'aspettavo, quindi non ti dirò di essere ottimista. Questo discorso vale anche per tua madre, io stesso ho avuto e ho dei problemi, di diverso genere, e i miei genitori non capivano, non capiscono o capiscono solo in parte.
Discorso un po' diverso potrebbe essere fatto per il tuo fidanzato, io non conosco te nè lui e il mio giudizio potrebbe apparire eccessivamente romantico, ma lui dovrebbe essere una persona che ti accetta, che fa dei tuoi problemi anche i suoi problemi (sempre che abbia la possibilità di farsene carico) e dovrebbe farlo non per altruismo, ma perché questa persona dovrebbe cercare la sua felicità anche nella tua felicità; la risposta che ti ha dato, per come l'hai messa qui, è davvero sconfortante e fossi in te rifletterei su questa relazione. Non che io possa insegnarti molto a tale proposito, ormai sto dimenticando cosa significa avere un rapporto del genere.

Io non credo esista una ricetta per la felicità. Men che meno sono più felice al pensiero che, come ha detto qualcuno, la gente intorno a noi stia più male di quello che sembra. Lo so che è così, so che le persone spesso nascondono i propri malesseri, piccoli o grandi, e questo mi fa solo pensare che al mondo di felicità ce ne sia davvero poca, il che rende più difficile sperare di averne un po' per sè.
Il consiglio che posso darti, dopo questo pensiero davvero poco piacevole, è di aggrapparti a delle persone che ti sono vicine, che vogliono esserlo. Non sto parlando di diventare un parassita dei loro "buoni propositi", ma ovviamente di uno scambio. Ognuno di noi cerca del calore negli altri e allo stesso tempo lo restituisce. E' questo che ci serve e non è una frase fatta, c'è il motivo. Passando troppo tempo da soli inevitabilmente rimuginiamo su come stanno le cose, ci chiediamo perché non vadano come vorremmo e spesso finiamo per concludere che tutto va male. La compagnia altrui ci offre un altro punto di vista o, quantomeno, ci impedisce di fare ragionamenti inconcludenti e dannosi come questi.
Innanzi tutto devi chiederti se ci sono persone del genere nella tua vita ma visto che dici di stare male, temo di conoscere la tua risposta. Ad ogni modo, se non ci sono, cercale, e in questo posso solo augurarti buona fortuna, perché è quella che ci vuole.


Ultima modifica di Kar il Gio Lug 30, 2009 1:23 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  vita Gio Lug 30, 2009 9:08 am

Ciao Kar,
sono rimasta molto colpita dalla tua risposta per Pamela...grazie, è utile anche a me.

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il mio disagio Empty un piccolo appunto....

Messaggio  anthea Lun Ago 03, 2009 10:38 pm

Non ho vissuto in prima persona problemi di disordini alimentare, anche se quando sono in crisi mi si chiude completamente le stomaco e non riesco a mangiare per la nausea.

Però ho una cugina che ha sempre vissuto lontano da noi e quindi che vedevamo si e no una volta all'anno.
Sembrava una persona molto indipendente: viaggiatrice, studiava all'estero, aveva tanti amici...
Se ci siamo chieste io e mia madre come mai a 16 anni fosse grassa al limite dell'obesità e qualche anno dopo sia diventata una modella, è una domanda plausibile con tante risposte logiche plausibili.

Lei da anni viveva in una città molto lontana dalla mia e da quella di sua madre. Genitori separati e una sorella di secondo letto più piccola.

A più di trent'anni si è scoperta bulimica. E chi l'ha scoperto?: mia madre che la vedeva si e no due volte l'anno!

Quando ne ha parlato alla sorella, lei si è scandalizzata: "ma sei pazza? Impossibile..."
Invece era vero.
Nel mezzo di una crisi le ha vomitato addosso tutta l'indifferenza che da piccola aveva ricevuto e le ha dato la colpa della sua malattia.

Da letture successive, ho scoperto che le malattie alimentari non sono generate dal desiderio di dimagrire, ma da una necessità di attenzione. La persona inconsciamente usa questo strumento per manifestare il proprio disagio e la richiesta di aiuto nei confronti di chi sembra indifferente alle parole.

Però tu non ti devi più nascondere. Il tuo fidanzato se ti ama ti deve prendere come sei. Non dico che devi addossargli costantemente le tue pene, ma di certo non inorridire!
Penso ci sia di peggio a questo mondo che avere dei problemi di salute!

Tu meriti di essere considerata e amata senza condizioni. E meriti di stare meglio. Questo devi pensare sempre. Se ci sono persone egoiste o indifferenti non è a causa tua; soprattutto non li potrai mai cambiare. Mentre puoi cambiare la tua vita.
I genitori non si possono scegliere, ma la propria metà e gli amici quello sì...
anthea
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Messaggio  Stef Lun Ago 10, 2009 9:06 pm

Ciao piccola, ciao a tutti.
Credo che io sia l'ultimo a poter dire cose su questo argomento.
Una volta conobbi una ragazza che poteva essere tranquillamente mia figlia. Era in gamba, non l'ho più vista se non di sfuggita. Quando la vidi non sapevo che fosse anoressica, ma quando me lo disse la madre mi venne una voglia di conoscerla e di interessarmi a lei in tutti i sensi (a lei, non per forza alla sua anoressia) che subito le parlai. Faceva il liceo (e all'Università avrebbe scelto una laurea ecologico-ambientale che non vi so dire) ed era intelligente ed interessante. Allora le diedi un libro che avevo scritto io. Dopo di allora (era al mare) la telefonai qualche volta parlando per ore, anche dal mio ufficio litigando volentieri col mio superiore durante lo straordinario di pomeriggio). Questa è l'impressione che ho avuto di una ragazza anoressica. Il resto l'ho saputo dalla madre. La madre ottenne una contrattazione a tavola in cui la ragazza avrebbe mangiato un certo quantitativo di alimenti in cambio di cose che avrebbero ottenuto dai genitori, cose in più - ovviamente, - tutto quello che occorreva lo riceveva, ci mancherebbe altro.
Fu un compromesso storico.
Non posso io dire cosa tu devi fare, piccola, ma ti posso amare - nel senso di volerti bene - nei limiti della scrittura, del donare se stessi e di ascoltarti se tu parlerai di nuovo qui.
Peccato che non lo può fare "colui che ti ama".
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