Decisione riduzione antidepressivo

Qualcuno di voi ha mai preso la decisione di ridurre/eliminare l'antidepressivo? (sempre d'accordo con lo psichiatra, ok, il fatto è che è lui che ti chiede se te la senti) Come si fa a capire quando è opportuno farlo?

Non saprei che consigliarti. Non assumo psicofarmaci che reputo più dannosi che inutili.

Ciao Anonimo7,

io ho provato a eliminare i farmaci diverse volte (finché non ci sono riuscita): nel mio caso, ero a io a spingere con lo psichiatra per il tentativo di dismissione, che forse avrebbe preferito aspettare un po' di più. Ai primi tentativi di dismissione sono seguite delle ricadute, mentre l'ultima volta, vuoi per aver iniziato la riduzione in modo più graduale, vuoi perché i risultati della psicoterapia erano ormai più solidi, è andato tutto bene.

In base alla mia esperienza, mi sembra un ottimo segno il fatto che la questione della riduzione/eliminazione sia posta dal medico stesso, che ha una visione esterna e professionale dei suoi sintomi e dei tuoi progressi. D'altro canto, sicuramente, devi sentirtela tu, soprattutto per non aggiungere ansia e incertezza a una fase che potrebbe essere un po' delicata.
Non so se ti rassicura pensare che anche la fase di riduzione/eliminazione è parte della terapia quindi per qualsiasi problema il tuo psichiatra può intervenire, anche riportando i farmaci al dosaggio precedente, se risultasse necessario.

In bocca al lupo
Merla

Occorre ovviamente un lungo periodo di stabilità, che lo psichiatra è in grado di valutare attraverso i colloqui e il vissuto recente che riferisci a lui.
Però spesso un dosaggio minimo di profilassi viene mantenuto, come prevenzione. La depressione purtroppo ha il vizio di ripresentarsi.
Se proprio smetti, mi sembra consigliabile fare delle visite periodiche di controllo, anche se stai bene. Così ti è anche meno preoccupante lasciare il farmaco, sapendo che dopo comunque vedrai il medico.

Grazie delle risposte
Diciamo che me l'ha proposto (per il fatto che lo prendo da 5 anni), ma non me la sento di fare questo enorme passo... Va molto meglio rispetto all'inizio ma qualche volta ho delle giornate dove mi sento giù, come in fondo ad un pozzo, e per andare su faccio una fatica enorme. A volte poi mi viene un' ansia tremenda ed ho paura che si trasformi in crisi di panico, quindi dico: se non avessi l'antidepressivo, si trasformerebbe subito. Poi non so bene se sia un ragionamento corretto...
Stima per chi ce l'ha fatta ad eliminarlo!

Io ho smesso tutti i farmaci gradualmente in maniera che potessi gestire le varie crisi gradualmente in terapia e capendo pian piano che non erano associabili all’allentamento farmacologico ma ad una serie di concause. Ci ho messo parecchio ma appena mi ha proposto di levare, ho subito accolto. È un buon segno, i farmaci contengono e tamponano finché non si acquisisce una consapevolezza di se stessi adeguata alle situazioni. Ogni caso e patologia è a sé ma se ti è stato proposto da chi ti segue, mi affiderei. Le terapie sono veri e propri giochi di fiducia. In bocca al lupo

Questa decisione ancora non l'ho presa... Io non me la sentirei mai di toglierlo, perchè non so se sono stabile, non so che cos'è la stabilità, figuriamoci la normalità. Io non so dire se sto bene o sto male, per adesso mi sa che ho costruito una corazza di razionalità, ma a crollare non ci mette molto. Non so come si sta bene, non so se lo sono mai stato; per me sono domande complicatissime.

Ciao! Per la mia esperienza l'allentamento (perché di eliminazione non si può parlare in piena terapia) è un buon segno se proposto dallo psichiatra, perché seguendoti vede un miglioramento tale da fare un passo in avanti ma la decisione è tua perché è una scelta importante che dimostra se sei pronto per riprendere il controllo di te stesso e chissà magari un giorno non essere più in balia di questa instabilità. Devi volerlo tu, non spaventarti, accetta che possono esserci alti e bassi e che ad aumentare fai sempre in tempo. La razionalità è un ottimo scudo e anche una trappola, credimi.

Grazie per le nuove risposte,
la razionalità come trappola la intendi che poi si provano pochissime emozioni negative, ma purtroppo anche positive? Io il lato negativo della razionalità lo vedo tutto lì (e non è poco eh)...
Mi fanno un po paura gli effetti indesiderati, lèggere sulle scosse elettriche percepite nel cervello mi ha suggestionato

Il cervello è una macchina meravigliosa che ha bisogno di sapere più che sentire come stiamo. Le emozioni positive saranno sempre bilanciate da quelle meno positive, il punto focale è accettarle e gestirle entrambe. E non averne paura, combatterle o soffocarle fa più male. Cerca di sentire dentro di te se sei pronto a buttarti, senza pensare a quello che può accadere che ancora non esiste. Il presente esiste, nulla più.