Essere consapevole e presente

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Messaggio  Inner Dom Apr 14, 2019 1:52 pm

Ho 45 anni e soffro di depressione da 20 ;mi ero già iscritto a questo forum anni fa per trovare sostegno.... per poi non usarlo più .Mi sento di raccontarvi cosa mi sta accadendo :sto lavorando da circa un anno all estero ,lontano da affetti e da amicizie e dopo essere sprofondato per L ennesima volta nel baratro della depressione ho cominciato ad interessarmi alla pratica della mindfulness .Inizialmente molto restio, ho poi scoperto un personaggio che adoro ,Eckart Tolle che mi ha letteralmente sconvolto .Il segreto per stare meglio é vivere solo ed esclusivamente il momento presente senza proiettarsi in un futuro o in un passato con i propri pensieri negativi .Se volete approfondire ..sono qui ..anche io come tanti di voi ho cercato di risolvere il mio problema elucubrando soluzioni mentali o chissà cos altro ma vi posso garantire che non ha funzionato anzi mi ha fatto immedesimare sempre più nei miei pensieri .ain bocca al lupo a tutti !

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Messaggio  canterel II Mar Apr 16, 2019 11:32 am

Ciao, non conosco il pensiero di Eckart Tolle e più in generale non ho esplorato un granché le esperienze di meditazione. La mia curiosità riguardo ciò che dici è tutta teorica: Eckart Tolle propone di vivere sempre in questa dimensione di assoluto presente, oppure essa è una sorta di ambiente mentale di rifugio per i momenti di cura e di riposo? Fatico a immaginare la possibilità di vivere o perfino di esistere senza il rimbalzo costante tra presente passato e futuro. Se Eckart Tolle vive letteralmente solo il presente, mi chiedo come può fare delle scelte, per esempio quella di sposarsi o firmare un contratto con un editore, o anche solo decidere cosa mangiare oggi. Nei suoi insegnamenti descrive in modo credibile come si modifica il modo di organizzare la vita quotidiana e agire con una minima coerenza, in accordo con la volontaria restrizione delle proprie capacità proiettive?
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Messaggio  Inner Mar Apr 16, 2019 12:26 pm

Ciao ,
grazie delle tue osservazioni innanzitutto .
Sempre la mente ama e deve saltare qua e la tra passato e futuro ..it s like a monkey bited by a scorpion .Questo sostiene Eckart Tolle,ribadendo il concetto del Buddha e nel contempo ne afferma la pericolosità in quanto quando questo processo diviene inarrestabile e continuo l uomo diventa un tutt' uno con i propri pensieri ;ok se i pensieri sono assertivi e positivi ,drammatico quando sono del tipo negativo / distruttivo (ad esempio quelli del depresso).Pertanto egli rammenta che l unico vero momento che viviamo in tutto e per tutto è il momento presente e se lo facciamo ,interrompendo,anche per brevissimi periodi di tempo,il continuo moto dei pensieri ,soffermandoci invece sulla nostra presenza corporea e sul mero e semplice agire (senza "rimuginare") questo ci consente di acquisire quella forza interiore ,quella stillness che riesce poi ad arginare i futuri tentativi di sabotaggio che subiamo da parte della nostra mente .
Non è facile , occorre allenamento ma il semplice fatto di riuscire a bloccare anche per qualche istante il processo di ruminazione mentale ,credimi è qualcosa di liberatorio e terapeutico .
Sta scrivendo una persona del tutto agnostica e poco spirituale Smile
In conclusione ,si ai pensieri,proponimenti ,aspettative , ma senza coinvolgerci in maniera eccessiva ,rimanendo diciamo cosi osservatori di quello che ci accade ... sarebbe lungo continuare ad inoltrarmi nelle spiegazioni e preferisco eventualmente farlo passo passo .
Ciao

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Messaggio  canterel II Mar Apr 16, 2019 6:27 pm

grazie per il chiarimento,
avevo forse inteso il principio in modo un po' troppo drastico e letterale, e non capivo come potesse applicarsi.
ciao
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Messaggio  Inner Mer Apr 17, 2019 10:19 am

Figurati.. Ognuno poi lo può leggere alla sua maniera. Il messaggio che vorrei fare arrivare al gruppo é :smettiamola di cercare soluzioni mentali ai nostri problemi, non funzionano!! Torniamo al corpo e riduciamo il più possibile l overthinking. È importantissimo.

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Messaggio  Oudeis Mar Giu 11, 2019 9:59 pm

E se il presente è orrendo? Inoltre si può forse interrompere il flusso dei pensieri, ma quando ti succede non te ne accorgi perché non pensi e quindi non sei felice ma solo assente. Possibile che l'unica alternativa alla sofferenza sia il non essere, il vuoto?

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Messaggio  merla Gio Giu 13, 2019 12:28 am

Non è detto.
Quando non pensi, non sei assente, magari "senti".
Immagina, per esempio, quando mangi qualcosa di molto buono, ascolti della musica che ti colpisce, fai una camminata in montagna o una nuotata in mare, o ti trovi davanti a un paesaggio o un'opera d'arte che ti emozionano: sono momenti in cui non pensi, senti.
Anche quando ti cade una losa su una caviglia o prendi senza presine una pentola rovente, smetti di pensare e senti e sei sicuramente presente.
Comunque, losa o manicaretti, smettere di pensare non vuol dire assente; l'assente in realtà pensa, ma non a quello che sta facendo. Se non pensa, non sente, non medita, forse più che essere assente, dorme. Smile
Ciao

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Messaggio  Oudeis Ven Giu 14, 2019 11:43 am

In parte condivido quanto scrivi. Sennonché sentire significa in primo luogo soffrire. Quando contempli un paesaggio, provi un'emozione piacevole ma solo per un istante, poi o subentrano le solite ossessioni oppure il piacere si trasforma in dolore quando constati il divario tra la bellezza della natura e l'atroce dolore della vita. Meglio non sentire, non essere. Non è un caso se in greco soffrire e sentire si dicono nello stesso modo.

Ciao

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Messaggio  Oudeis Mar Giu 18, 2019 4:39 pm

Essere inconsci ed assenti: questa è la via, se esiste una via.

Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad Crying or Very sad

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Messaggio  canterel II Mar Giu 18, 2019 6:54 pm

Oudeis ha scritto:In parte condivido quanto scrivi. Sennonché sentire significa in primo luogo soffrire. Quando contempli un paesaggio, provi un'emozione piacevole ma solo per un istante, poi o subentrano le solite ossessioni oppure il piacere si trasforma in dolore quando constati il divario tra la bellezza della natura e l'atroce dolore della vita. Meglio non sentire, non essere. Non è un caso se in greco soffrire e sentire si dicono nello stesso modo.

Ciao  

Beh, questa sequenza descrive certamente una dinamica possibile, ma non l'unica possibile. Per esempio, l'associazione tra bellezza della natura e atroce dolore della vita non è necessaria, è frutto di una certa educazione. Guardando la natura possono venire in mente anche altre cose, se si è fatto un percorso, un lavoro, che facilita altre associazioni. C'è paesaggio e paesaggio, ci sono luoghi che per tanti motivi sono più carichi di significato potenziale in un dato momento. Ad esempio scaturiscono associazioni con idee di tipo pratico: questa valle l'ho già visitata, la prossima volta vado oltre quel crinale, ecc. Si può avere diversi atteggiamenti verso un paesaggio, ed è utile immaginare di poter fare qualcosa di intenzionale a parte contemplarlo, stimolare qualche interesse storico, scientifico, folcloristico, fare delle indagini. Non è nemmeno detto che il paesaggio susciti davvero l'idea della "bellezza della natura". La natura può anche essere brutta, illeggibile, caotica, e allora magari per contrasto ci si consola della propria misura ordinata, cosciente e limitata di esseri umani non totalmente assorbiti nel bulicare e nei meccanismi ciechi della selezione naturale. Oppure il sentimento della natura è sublime e provoca una piacevole vertigine. Spesso, dopo aver camminato a lungo sulle montagne, dormo volentieri e sogno di più. Oppure ispira sentimenti antispecisti, azioni per preservare l'ecosistema, e suggerisce forme di militanza ecologista. Oppure, se ci si trova per un momento strettamente hegeliani, la natura non è essenzialmente bella e il relativo sentimento è facilmente allontanato per lasciar spazio a pensieri di ordine diverso, approfittando se non altro dell'ambiente più spopolato e meno ricco di stimoli che spezzano e distolgono la riflessione.

Infine, fosse pure inevitabile l'associazione con l'atroce dolore della vita: con la preparazione adeguata, nel momento giusto, posso perfino trovare interessante questa stessa atrocità, non è sempre indispensabile distogliere lo sguardo e spegnere la coscienza per evitare l'atrocità.
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Messaggio  Oudeis Mar Giu 18, 2019 9:20 pm

Invece io mi spegnerei per spegnere il dolore. Crying or Very sad

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