Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente...

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Messaggio  Anima in pen...ombra Ven Feb 22, 2013 11:57 pm

…Come vivono la vostra Depressione le persone che vi stanno intorno..?
Mi riferisco a chiunque vi circondi in qualche modo
(a parte i semplici conoscenti, che immagino che per lo più nemmeno ne siano “ufficialmente” al corrente):
e quindi ai genitori, ai figli, agli amici, ai colleghi…
…in particolar modo, e mi sforzo di essere particolarmente diretta
(poichè questo punto è particolarmente rilevante nella mia situazione personale)
mi riferisco a “fidanzati/fidanzate”,“compagni/compagne” e “mariti/mogli”,
chiedendovi magari di parlare anche non solo della vostra “situazione patologica” attuale
ma anche del passato
(di come insomma si sia evoluto il loro modo di vivere la vostra Malattia nel trascorrere del tempo, ecco)…

…Perdonate il quesito particolarmente confuso,
ma sono particolarmente confusa io al riguardo
(per molti, moltissimi aspetti, sui quali magari mi piacerebbe potermi dilungare,
non appena riesco a “sistemare i miei contenuti interiori sulla faccenda”
per potervi spiegare in maniera comprensibile cosa vivo io sotto questo punto di vista…)…

Grazie anche questa volta a chi vorrà raccogliere la mia richiesta…
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Messaggio  -Nessuno- Sab Feb 23, 2013 1:51 am

a parte mia madre e mio padre, semplicemente, non lo sanno. E mai lo sapranno. I pochi che lo hanno saputo non hanno voluto o potuto starmi vicino, quindi è meglio che non lo sappia nessuno.

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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty E se invece li coinvolgessi..?

Messaggio  Anima in pen...ombra Sab Feb 23, 2013 4:26 pm

...Ma "Nessuno" nel tuo caso lo sa per forza,
quindi forse dovrebbe dare l'occasione a chi gli vuole bene
di potergli stare vicino, o almeno provarci....................................
Forse se lo si condivide con qualcuno,
il peso del dolore è meno difficile da portarsi appresso...
Ma chiaramente e come al solito il mio è solo un consiglio:
solo tu puoi sapere cosa sia meglio per te stesso...
Un abbraccio...
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Messaggio  -Nessuno- Sab Feb 23, 2013 5:44 pm

Anima in pen...ombra ha scritto:
...Ma "Nessuno" nel tuo caso lo sa per forza,
quindi forse dovrebbe dare l'occasione a chi gli vuole bene
di potergli stare vicino, o almeno provarci....................................
Forse se lo si condivide con qualcuno,
il peso del dolore è meno difficile da portarsi appresso...
Ma chiaramente e come al solito il mio è solo un consiglio:
solo tu puoi sapere cosa sia meglio per te stesso...
Un abbraccio...
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Ad alcuni la ho data, ad altri non mi sogno nemmeno di darla perché purtroppo chiederei loro troppo. Starmi vicino è troppo. Amarmi poi, immagino sia piu che troppo. Le persone sono spesso irraggiungibili...alla fine della fiera mi pare di essere l'unico uomo e basta in un mondo di "star".

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Messaggio  Anima in pen...ombra Lun Feb 25, 2013 1:53 am

…Forse ora mi sento pronta per spiegarvi (o almeno provarci)
perchè io abbia introdotto questo argomento…

Ogni giorno ho l’occasione di “toccare con mano” quanto il mio compagno
sia la proiezione estremizzata del suo personale storico
(quello di bambino a cui non è mai stata data sufficiente attenzione,
e che cerca costantemente di “recuperarla” comportandosi quasi sempre come un bimbo piccolo,
dagli atteggiamenti estremamente immaturi e fuori luogo
-tipo fare continuamente dispetti al gatto, esasperare le persone,
fare un vanto dei propri limiti o di imprese assurde mai compiute, e così via-)
e di ciò che, ahimé, gli è stato insegnato dalla famiglia
(in sintesi: w soltanto alle banalità,w l’egosimo esasperato,
abbasso ogni tipo di fiducia nel prossimo e nel mondo)…
Non dovrebbe arrivare, mi domando, un fisiologico momento
nel quale arriva la voglia di provare ad affrancarsi da tutto questo
(per ciò che possibile, chiaramente: siamo tutti figli della nostra storia e dei nostri genitori!)..?
Lo so, ci sono persone che “non crescono mai”
(soprattutto nel caso, sopra citato, in cui si sentano “già cresciute”
e non accettino alcuna critica
da chi vuole far capire loro che invece dimostrano nei fatti che non è affatto vero…),
ma solitamente non sono le stesse
che parlano di “sposarsi, fare figli e così via”..!

Chi ho accanto probabilmente non si rende conto dell’entità di questa sua “contraddizione”
(nonostante io faccia di tutto per portarla alla luce davanti ai suoi occhi)
e quel che più mi ferisce è che ragiona “a senso unico”,
senza considerare davvero –in maniera opposta a come mi sforzo di fare sempre io nei suoi confronti-
quanto questo mi renda le cose difficili
(come persona ma soprattutto come malata:
è risaputo come i Depressi fatichino a pensare al domani…
L’idea che se questo riuscirà ad arrivare sarà pieno di controsensi, non è molto motivante…)!
Di tanto in tanto gliene parlo (pure con diversi approcci),
ma tanto la cantilena è sempre la stessa:
l’impegno di smussarsi realmente (perché nessuno pretende cambiamenti drastici da parte sua)
dura un paio di giorni e poi via, tutto come prima…

Quello che chiederei è semplicemente di “non avere a mano un bambino da educare e badare”
ma un compagno che voglia realmente impegnarsi in un progetto di vita maturo,
come quello che potenzialmente avrei l’immensa fortuna di avere
(non crediate che io non lo apprezzi…)…
Alle volte mi dico che forse sono io che in fondo gli domando qualcosa che proprio lui non mi può dare:
la sua è una natura “così poco profonda”
(sinonimo di “superficiale in senso buono” e “poco incline all’interiorità”
espressioni che mi servono a rendere l’idea
di qualcuno sicuramente “immune da qualsiasi affezione patologica dell’animo”
in qualsiasi fase della vita e in qualsiasi eventualità),
è così poco sensibile..!
Come può focalizzare una così delicata questione per davvero, quindi..?
Per lui è tutto così semplice e lineare
(una natura “sempre, comunque e perennemente fin troppo complessa” come la mia
probabilmente all’inizio si è fatta colpire proprio da questo aspetto di lui
-tralasciando le altre motivazioni più “materiali”, che indubbiamente hanno avuto peso nella mia scelta
di intraprendere questo viaggio insieme:
non sto a dilungarmi anche su questo, se no ci allontaniamo troppo dal fulcro del problema-…)!

Ad essere del tutto sincera, ci sono volte in cui mi viene addirittura il sospetto
che questa “infinita e costitutiva ingenuità” che indubbiamente lui possiede
venga da lui enfatizzata ed utilizzata volutamente come “scusa morale per non fare la fatica di approfondire le cose”:
(il primo esempio che mi viene in mente:
“Non le chiedo che medicine prende o cosa le ha detto la psichiatra al controllo
perchè tanto non ci capisco niente ‘di quei troiai’ lì”…)!
Se così davvero fosse, forse il suo modo di essere non sarebbe più troppo giustificabile..!
E’ che certi suoi atteggiamenti mi suonano non solo distantissimi da quelli che assumerei io
(inevitabile d’altronde: lui è il mio estremo opposto in TUTTO!)
ma mi appaiono proprio “strani”, ecco…
Leggo libri su libri in sua presenza…e mai nemmeno mi domanda cosa ho in mano
(“tendenza a farsi i fatti propri” o “indifferenza”..?),
quando sto benino e usciamo…propongo cose su cose alla fine e devo sempre scegliere io
(“estrema disponibilità” o “mancanza di personalità”..?),
trascorro la maggior parte delle mie giornate chiusa in casa al buio
o senza nemmeno riuscirmi ad alzare dal letto…
…e lui accetta la cosa con una naturalezza disarmante
(“grande capacità elaborativa di accettare una realtà infausta”
o “prendere le cose per come stanno solo per non fare lo sforzo di cambiarle”?)…

Non riesco a sentire una presenza solida da parte sua
(mai un tentativo, neanche goffo, di fare attivamente qualcosa, qualsiasi cosa, quando sono molto giù,
mai un riconoscimento per il mio costante impegno nell’affrontare coi denti e con le unghie il mio disturbo,
mai la trasmissione di un sentimento di ammirazione per la persona che mi impegno ad essere…),
e se questo sicuramente mi è utile perché non fomenta la mia “dipendenza affettiva” nei suoi confronti,
dall’altro mi fa sentire molto sola,
nella vita ma soprattutto nella Malattia
(quando nel web, nei libri e in questo forum leggo della “preoccupazione” dei partner dei depressi,
mi demotivo così tanto..!
Anche se mi rendo conto che non è scritto da nessuna parte che tutti debbano per forza esserlo in quel medesimo modo,
invidio tanto quei malati che riescono a “respirare” questa cosa in casa loro...!
Probabilmente influisce pure il “ricordo inconscio” della preoccupazione continua e a aprioristica
che i miei genitori dimostravano sempre per me in maniera eclatante:
mi rendo perfettamente conto di quanto questo incida nel mio essere egocentrica!
Ciò che non comprendo, è se anche in questo caso la cosa c’entri prepotentemente, o meno...)…
Mi chiedo, visto che a quanto pare non riesco proprio a far sì che la situazione cambi,
come posso capire se “investire le mie energie nell’abituarmi il più possibile all’atteggiamento di questa persona”
sia proficuo per me (e la mia situazione interiore) in qualche modo,
o se invece non sarebbe più salutare farmi forza e mollare tutto
(per quanto interrompere una convivenza di più di 4 anni
che in un certo senso mi ha “salvata” dal giogo iperprotettivo della mia famiglia,
emotivamente sia davvero difficile e non so dire se io ne abbia nemmeno la forza,
tantomeno in questa fase delicatissima della mia vita..!)!

Vi prego, non ditemi di scegliere “in base a quanto sono innamorata” perché da un lato
reputo le mie percezioni come “piuttosto distorte” e non so se saprei dirmi la verità effettiva,
e dall’altro sono anche convinta,
sulla scia della disillusione post-adolescenziale
e di un’esperienza di “quasi matrimonio” come quella che sto vivendo,
che “di solo amore non si campi” –esistono anche “variabili razionali” nelle relazioni…-,
sempre se –e qui si dimostra la mia confusione più totale sulla faccenda-
di amore “vero”in questo caso si possa realmente parlare,
visto che il “fantomatico brivido lungo la schiena” con lui non l’ho mai provato
-magari c’entra semplicemente che il mio compagno non è mai stato
“uno dalle qualità che spiccano e che ti folgora”:
non posso fare a meno di citare Danny De Vito in uno dei miei film preferiti,
“Big Fish” di Tim Burton:
“Ragazzo tu non hai molto: ma di quello che hai, ne hai davvero a palate…”-!)…
Perdonatemi se vi ho riversato addosso questa zavorra particolarmente gravosa,
ma questi sono i casi in cui oltre che l’appoggio morale
servono anche i pareri “esterni”…
…ed io di amici praticamente non ne ho
(e visto che a dicembre ho smesso di andarci,
non ho nemmeno più l’oggettività dello psicoterapeuta,
per potermi orientare)!
Grazie a chi vorrà provare ad aiutarmi…
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P.S. Sapete quale credo che sia la cosa più amara in assoluto..?
Il fatto è che lui sia apertamente al corrente di tutto questo
(sono una persona estremamente sincera e trasparente,
soprattutto quando altri oltre a me sono coinvolti)
ma che non se ne mostri minimamente “toccato”
(mica che debba strapparsi i capelli sia chiaro,
ma almeno farmi capire che gli dispiace che io possa avere dubbi su di lui e sul nostro futuro insieme
in qualche modo, ecco…
Personalmente, non credo proprio che lui abbia lo “spessore emotivo” necessario
per “tenersi tutto dentro senza esternare la cosa”,
quindi non so come giudicare questo suo comportamento, se non come “totalmente indifferente”..!)
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Messaggio  -Nessuno- Lun Feb 25, 2013 2:49 pm

Come credo di avere già detto, è in ciò che non ci diciamo il punto da osservare, non in cio che ci diciamo. Parlando del motivo per il quale ti sei interessata a lui hai detto che quella sua semplicità d'animo ti ha colpita unita anche ad altri fattori "materiali". Cosa intendi per fattori materiali? E' una cosa su cui volevi sorvolare, ma per me è invece il punto piu importante per capire tutto.

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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Articolo meglio allora, se me lo chiedi...

Messaggio  Anima in pen...ombra Lun Feb 25, 2013 11:42 pm

Ciao –Nessuno-:
il racconto mi sembrava già sufficientemente ampio
e non volevo correre il rischio di tediare oltre chi già impiegava il suo tempo per leggermi:
per questo ho tagliato alcuni punti..! Smile
Cerco di articolare brevemente quello che tu mi chiedi,
visto che sei stato tanto disponibile da spendere il tuo tempo e la tua attenzione per me
(ti ringrazio molto: è davvero importante per me)...

Quelli che definisco “motivi materiali” sono, in estrema sintesi,
quelli legati “a ciò che di concreto si ottiene da una situazione”:
quelle classiche motivazioni che per lo più
inducono chiunque tu decida di coinvolgere nel racconto
a giudicarti come una “materialista spregiudicata”
(sicuramente a ragione,
se non fosse che in coscienza mia sono certa -almeno di qualcosa lo sono dai!-
esse siano solo un semplice
“corollario antipatico, ma inevitabile e sincero, delle emozioni di cuore e delle sensazioni di pancia”!)…

Sarei un’ingenua e soprattutto un’ipocrita infatti,
se non ammettessi apertamente che il mio decidere di iniziare una Relazione vera e propria con questo ragazzo
- mi avrebbe dato un aiuto morale contro una Malattia
che il partner precedente aveva invece inquadrato come pretesto per chiudere la nostra lunga relazione
(non hai mai ammesso apertamente di essersi stancato di me perché ero malata,
ma è stato palesemente così..);
- mi avrebbe dato un’occasione per avere qualcosa
che somigliasse ad una vita sociale da persona “nella norma”
(avevo appena rotto con buona parte degli amici che avevo,
e anche se questo ragazzo è per sua natura un “solitario” che non ama la baldoria,
almeno io e lui saremmo stati in due, e avremmo potuto fare tante cose belle insieme…);
- sarebbe stato per me un motivo valido per “scappare fisicamente da casa mia
(i suoi gliene avevano appena comprata una dalle mie parti per via del suo lavoro,
e fin da subito lui mi ha prospettato l’idea di “spianarla insieme”)
‘giocando finalmente a fare la ragazza grande ed autonoma
in grado, grazie a questa esperienza concreta, di sentire di aver costruito qualcosa nella vita’ “…

Sai? Mi ha davvero molto colpita anche il fatto che quando condivisi, all’inizio,
questi “punti antipatici” con lui,
(come scrivevo, gli ho sempre detto tutto tutto tutto ciò che mi passava per la testa,
poiché se c’è una cosa che ho sempre voluto fin dal primo momento,
è quella di essere il più chiara e trasparente possibile in tutto –è la mia natura d’altronde-,
per rispetto nei suoi confronti...),
lui non se l’è MAI presa e MAI mi ha fatta sentire a disagio in qualche modo...
E' che a questo punto mi domando (e qui torna la mia dubbiosa malizia… Sad ):
da parte sua sarà stata “grande apertura mentale nei miei confronti”
(non so se c’entri anche il fatto che lui non abbia mai avuto altre ragazze prima di me,
e che quindi io mi possa definire in un certo senso “l’unica” della sua vita)
oppure, più tristemente, “mancanza dell'ennesima presa di una pur-che-sia-posizione”..?

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P.S. Anch'io penso che l'essenza stia in ciò che non diciamo,
ma se ci viene, appunto, il dubbio che qualcuno non ci dica qualcosa..
..solo perchè, brutalmente, purtroppo non ha "niente da dire" al riguardo..? Embarassed
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Messaggio  -Nessuno- Mar Feb 26, 2013 2:36 am

Guarda...cerchero di essere morbido...io credo che dovresti riconsiderare la tua scala di valori. E' piu importante amare qualcuno per cio che è o per cio che può offrire? Queste cose non mi sembrano proprio un semplice corollario di emozioni di pancia...a me sembrano fattori determinanti e va benissimo -o meglio, per me va male, ma non è affar mio giudicare- dico, andrebbe anche bene se poi alla fine tu non fossi arrivata a farti la domanda :"ma con lui sto bene o meno?" come invece hai fatto. Invito tutti a riflettere su questo.L'amor non è un meccanismo, chi dice che è un meccanismo non ha capito alcunché, l'amore dovrebbe essere l'uscita dal meccanismo, non l'entrata "nella norma". Io penso proprio che se non si comprende questo...beh...allora diventa difficile fare qualsiasi cosa. Questo è il mio pensiero, ribadisco, non voglio urtare nessuno, ma non potevo non dire cose che, a mio modo di vedere, causano l'infelicità di gente come me e non solo. ad ogni modo il fatto che tu abbia ammesso quelle cose ti fa comunque onore, molte persone raccontano e si raccontano favole pur di evitare certe cose.

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Messaggio  canterel II Mar Feb 26, 2013 5:47 pm

raccolgo volentieri l'invito alla riflessione di -Nessuno-

per come la vedo io ci sono tanti tipi di amore e tanti modi di viverlo. soprattutto se come scrivi "l'amore non è l'entrata nella norma".

non è detto che l'amore implichi la convivenza.
la convivenza, che quindi apre un discorso diverso, difficilmente può prescindere da patti espliciti o impliciti (come quello sancito nel matrimonio, religioso o civile che sia) e perde alcuni solidi fondamenti se non si basa anche sulla condivisione e la gestione di risorse economiche e sociali che arricchiscono o consolidano le proprie possibilità.
per esempio, -Nessuno-, ho conosciuto donne (per niente "borghesi", ti assicuro) a cui forse l'idea che la relazione di coppia significhi chiudere la porta di casa per lasciar fuori il mondo e darsi ad un eros mai stanco va un po' stretta. in realtà, pur riconoscendomi discretamente sociopatico, non credo affatto che sia obbligatorio porre la dimensione della coppia come nettamente separata dalla dimensione sociale. probabilmente l'ideale (che non coincide peraltro mai con l'esperienza) è vivere con equilibrio una storia che permette di trovare momenti di intimità e di isolamento, e momenti altrettanto importanti di apertura compartecipe al mondo esterno e alle sue sollecitazioni (comprese le cene con amici o parenti etc).
non voglio operare alcun feroce riduzionismo dei fenomeni che nascono tra le persone e non voglio ragionare in termini puramente evoluzionistici, ma è evidente che la solidità di un nucleo famigliare, per esempio, dipende spesso anche da una funzionale distribuzione dei ruoli. non serve un antropologo per riconoscere che il modo in cui si organizzano e si instaurano le forme di convivenza tra le persone, per non parlare dei modelli diffusi di condotta affettiva e sessuale, dipende anche dalle strutture economiche di una società, dai rapporti di produzione e via dicendo.
dopo di che, l'uomo non agisce per istinti ma attraverso dispositivi pulsionali più duttili, che in genere lasciano margine a scelte anche difficili, imprevedibili e controcorrente. si possono quindi trovare motivi per convivere senza essere innamorati e motivi per amare senza convivere.
e l'amore, ripeto, non è né un'emozione, né una categoria definita da un set di tratti universali, stabili e riconoscibili per tutti, bensì piuttosto un sistema dinamico e abbastanza contraddittorio di desideri, paure, energie, forme di attaccamento che possono trasformarsi, ridursi ed espandersi, trasferirsi da un oggetto all'altro. l'amore, provo a dire, è soprattutto un tentativo, perché per quanto io cerchi di confrontare il mio modo di gestirmi e di rapportarmi ad una persona che mi attrae con le mie scale di valori, non ho mai la sicurezza di raggiungere per questa via l'equilibrio, e le mie scelte fanno sempre i conti con una componente di azzardo.
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Messaggio  merla Mar Feb 26, 2013 6:20 pm

canterel II ha scritto:l'amore, provo a dire, è soprattutto un tentativo, perché per quanto io cerchi di confrontare il mio modo di gestirmi e di rapportarmi ad una persona che mi attrae con le mie scale di valori, non ho mai la sicurezza di raggiungere per questa via l'equilibrio, e le mie scelte fanno sempre i conti con una componente di azzardo.

chapeau
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Messaggio  -Nessuno- Mar Feb 26, 2013 7:43 pm

canterel II ha scritto:raccolgo volentieri l'invito alla riflessione di -Nessuno-

per come la vedo io ci sono tanti tipi di amore e tanti modi di viverlo. soprattutto se come scrivi "l'amore non è l'entrata nella norma".

non è detto che l'amore implichi la convivenza.
la convivenza, che quindi apre un discorso diverso, difficilmente può prescindere da patti espliciti o impliciti (come quello sancito nel matrimonio, religioso o civile che sia) e perde alcuni solidi fondamenti se non si basa anche sulla condivisione e la gestione di risorse economiche e sociali che arricchiscono o consolidano le proprie possibilità.
per esempio, -Nessuno-, ho conosciuto donne (per niente "borghesi", ti assicuro) a cui forse l'idea che la relazione di coppia significhi chiudere la porta di casa per lasciar fuori il mondo e darsi ad un eros mai stanco va un po' stretta. in realtà, pur riconoscendomi discretamente sociopatico, non credo affatto che sia obbligatorio porre la dimensione della coppia come nettamente separata dalla dimensione sociale. probabilmente l'ideale (che non coincide peraltro mai con l'esperienza) è vivere con equilibrio una storia che permette di trovare momenti di intimità e di isolamento, e momenti altrettanto importanti di apertura compartecipe al mondo esterno e alle sue sollecitazioni (comprese le cene con amici o parenti etc).
non voglio operare alcun feroce riduzionismo dei fenomeni che nascono tra le persone e non voglio ragionare in termini puramente evoluzionistici, ma è evidente che la solidità di un nucleo famigliare, per esempio, dipende spesso anche da una funzionale distribuzione dei ruoli. non serve un antropologo per riconoscere che il modo in cui si organizzano e si instaurano le forme di convivenza tra le persone, per non parlare dei modelli diffusi di condotta affettiva e sessuale, dipende anche dalle strutture economiche di una società, dai rapporti di produzione e via dicendo.
dopo di che, l'uomo non agisce per istinti ma attraverso dispositivi pulsionali più duttili, che in genere lasciano margine a scelte anche difficili, imprevedibili e controcorrente. si possono quindi trovare motivi per convivere senza essere innamorati e motivi per amare senza convivere.
e l'amore, ripeto, non è né un'emozione, né una categoria definita da un set di tratti universali, stabili e riconoscibili per tutti, bensì piuttosto un sistema dinamico e abbastanza contraddittorio di desideri, paure, energie, forme di attaccamento che possono trasformarsi, ridursi ed espandersi, trasferirsi da un oggetto all'altro. l'amore, provo a dire, è soprattutto un tentativo, perché per quanto io cerchi di confrontare il mio modo di gestirmi e di rapportarmi ad una persona che mi attrae con le mie scale di valori, non ho mai la sicurezza di raggiungere per questa via l'equilibrio, e le mie scelte fanno sempre i conti con una componente di azzardo.

beh quella e la mia idea di amore, non è detto che sia valida per tutti ed anzi per alcuni non lo è. Ma questo non implica che l'amore sia entrare nella norma o ricevere dei doni da qualcuno, beninteso che il caso di anima sara sicuramente meno riducibile a questo, pero io credo che questi due fattori non debbano essere determinanti perché li vedo piuttosto lontani dal "sentimento". L'amore, in sintesi, per me è lirico, non logico, se è logico è qualcosa d'atro.

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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Grazie dei pareri... Mi aiuta riflettere su qst questioni!

Messaggio  Anima in pen...ombra Mer Feb 27, 2013 12:48 pm

Ciao -Nessuno-,
ringrazio molto te, Cantarel e Merla per l'attenzione a questo mio topic, per me particolarmente importante..!
Non mi hai affatto urtata: qualsiasi critica, se fatta a modo giusto, reputo sia estremamente costruttiva
(tanto più che sono stata proprio io a richiederla! Smile !
Trovo molto poetica la visione di liricità esclusiva dell'Amore,
ma purtroppo non riesco più a sentirla mia da quando sono uscita dalla fase dell'adolescenza:
con gli occhi più disillusi che mi ritrovo adesso, mi domando infatti:
come si può estromettere la logica (per quanto essa debba chiaramente rappresentare soltanto una fetta della torta, ovvio!)
dalle relazioni sentimentali, e non farsi domande, per agire solo col cuore..?
Non so, è che personalmente penso, mettendola giù come una sorta di aforisma, che
"L'Amore sia un fiume da cui farsi trascinare ciecamente...solo finchè il cuore non inizia a trasformare i sogni in illusioni..."!
Anche per la correttezza stessa nei confronti della persona stessa che ci è accanto,
penso che sia giusto essere trasparenti con sé stessi (e con quest'ultima)
e porsi di tanto in tanto (soprattutto nei momenti critici) quesiti
riguardanti un sentimento che merita il rispetto di essere coltivato tutti i giorni come un fiore delicato..!
Forse mi fraintendi in questo,
ma è proprio perchè reputo IMPORTANTISSIME le Relazioni sentimentali che mi interrogo sul fatto che la mia "funzioni"
(perdona l'inappropriato termine meccanico, ma mi serviva qui per rendere l'idea in maniera forte)..!
Sarebbe sicuramente più "comodo" per me
(se io fossi la persona negativamente gretta e superficiale che per fortuna non sono)
trascorrere i miei giorni nell'ingenuità emotiva senza farmi domande,
e fare andare avanti le cose così come stanno
(tanto più, e qui forse sta il nocciolo del problema, perchè al mio compagno esse sembrano non fare una piega così..!),
ma io credo che la nostra Storia sia più di una logica e meccanica "catena di montaggio che non deve incepparsi"
(altra immagine orrenda, ma anche qui la uso volutamente per brutalizzare il concetto che voglio esplicare),
e che quindi i dubbi logici essa se li meriti, poichè portatrice di GRANDE Valore...
Sarò più che lieta di rimanere a parlare di questi fondamentali "pasticci interiori":
quindi se avete ancora voglia di discutere e cercare di aiutarmi,
non esistate..!!!
Vi ringrazio in anticipo...
Ho così bisogno di districare questo gomitolo
(sempre se si può è chiaro, ma vorrei essere sicura di averci provato in tutti i modi possibili)..!
Tengo al mio benessere interiore e non lo nascondo, ma soprattutto Tengo TANTISSIMO a questa persona,
perciò non voglio complicare le cose (col mio modo di essere piuttosto "complicato"...),
più di quanto non lo siano già di loro..! Embarassed
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P.S. Ben gradite (in apertura del thread non lo chiedevo infatti "soltanto per correttezza, ma con in realtà secondi fini egocentrici"!)
sono le vostre esperienze a riguardo: che credo possano essere utili per tutti qui, se vi sentite di condividerle..!
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Messaggio  canterel II Mer Feb 27, 2013 1:26 pm

Anima in pen...ombra ha scritto:

P.S. Ben gradite (in apertura del thread non lo chiedevo infatti "soltanto per correttezza, ma con in realtà secondi fini egocentrici"!)
sono le vostre esperienze a riguardo: che credo possano essere utili per tutti qui, se vi sentite di condividerle..!

per quanto mi riguarda, quello che ho scritto è precisamente frutto, anche se non è descrizione, delle mie esperienze concrete.
ai fini del discorso che si sta facendo qui, l'esperienza personale (che comprende episodi di convivenza, o di relazioni affettive e sessuali senza coabitazione, felici o infelici) mi porta soprattutto a proporre l'idea che l'amore non sia riducibile ad una emozione, anche se si tratta di un sentimento che influenza e orienta il clima emotivo delle persone coinvolte nella relazione. si può essere innamorati e tristi, innamorati e allegri, innamorati e spaventati, arrabbiati etc.
a me sembra possibile darne diverse definizioni, purché si assuma un filtro prospettico e non una pretesa ontologica ed essenzialista. dire cos'è l'amore in sé porta quasi fatalmente a ridurne il concetto rispetto alle possibilità dell'esperienza concreta.
non mi sembra una condizione dell'esistenza che costringa a scegliere tra l'impiego di una o dell'altra tra le funzioni cognitive della persona. si può essere innamorati e logici, altro che.
la logica, se a impiegarla è un essere umano, richiede sforzo, attenzione, volontà di inquadrare e risolvere problemi. una persona innamorata può volgere questi antecedenti e questi fattori della logica allo scopo di realizzare e strutturare le sue energie affettive, e per il bene di un'altra persona.
anche in questa circostanza, come in discorsi basati su altri spunti, mi interessa sottolineare che è possibile e forse utile cercare di non incorrere nel paradigma cartesiano delle due sostanze. in nessuna circostanza naturale della vita è necessario scegliere se essere animali corporei, fisiologicamente attivati, oppure animali razionali, pensanti. almeno, io il bottoncino o la leva per fare switch tra res cogitans e res extensa non l'ho trovato né sotto le ascelle, né dietro la schiena, né nell'ombelico.
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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty ...Lo so che non si tratta di dover "scegliere" attivamente!

Messaggio  Anima in pen...ombra Mer Feb 27, 2013 1:43 pm

...Nemmeno io l'ho trovato,
ma magari c'è ed è ben nascosto..! Smile
Scherzi a parte lo so, non è questione di dover "scegliere quale modalità attivare" nei confronti di una Relazione,
ma se proprio uno barcola nel buio come me,
magari, mi dico, una buona cosa intanto è porsi delle domande al riguardo...
Se poi nel frattempo scovi dove si trova lo switch,
scrivimelo immediatamente Cant..! Wink
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Messaggio  -Nessuno- Mer Feb 27, 2013 9:16 pm

Il problema è che, e non si capisce come mai, si identifica sentimento con ingenuità e poesia con "assenza di razionalità". Non è mica cosi. Dicendo che l'amore non è logico io sto solo dicendo una banalità, tutto sommato, anzi, sto dicendo quella che dovrebbe essere una banalità ma non è purtroppo piu cosi. Sto dicendo, in sintesi, che ridurre l'amore a un equazione come che ne so rapporto di coppia=vita normale+casa+posizione sociale+ entrata nella norma, è sicuramente logico e comprensibile ma è frutto di una mistificazione. Il sentimento nei confronti di una persona che offra tutto questo non comparira dopo averlo avuto come compagno o come compagna, perché cio che non ha deciso PRIMA l'inizio della relazione ovviamente non lo deciderà nemmeno DOPO. A meno di non voler ridurre l'amore ad una sorta di convenienza logistica...bisogna amare. Io nell'adolescenza non amavo come potrei amare ora, ad esempio. L'amore non è adolescenziale. Nell'adolescenza non avevo la benché minima idea di cosa volesse dire "scegliere qualcuno per ciò che è e riconoscergli una unicità esistenziale". Questa cosa mica è "ingenua", anzi. A me pare piu ingenuo credere che l'amore possa scaturire da un mercedes o da una villa.

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Messaggio  canterel II Mer Feb 27, 2013 10:45 pm

-Nessuno- ha scritto:Il problema è che, e non si capisce come mai, si identifica sentimento con ingenuità e poesia con "assenza di razionalità". Non è mica cosi. Dicendo che l'amore non è logico io sto solo dicendo una banalità, tutto sommato, anzi, sto dicendo quella che dovrebbe essere una banalità ma non è purtroppo piu cosi. Sto dicendo, in sintesi, che ridurre l'amore a un equazione come che ne so rapporto di coppia=vita normale+casa+posizione sociale+ entrata nella norma, è sicuramente logico e comprensibile ma è frutto di una mistificazione

capisco questa cosa, condivido e quoto. direi che per fortuna è ancora una banalità per molte persone.


Ultima modifica di canterel II il Mer Feb 27, 2013 11:25 pm - modificato 1 volta.
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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Non dico questo!Voglio solo riflettere su TUTTO, tutto qui..

Messaggio  Anima in pen...ombra Mer Feb 27, 2013 11:11 pm

-Nessuno-,
io non credo ASSOLUTAMENTE che l'Amore scaturisca da una villa o una Mercedes..!
Mi spiace aver trasmesso questa idea,
tanto più se rischia di portare fuori strada chi ha la gentilezza di dirmi la sua sulla questione..! Sad
Ho asserito semplicemente, con molta onestà e trasparenza,
che, guardandomi indietro vorrei tentare di comprendere (per quello che lo si può fare razionalmente, chiaramente)
un Sentimento del quale vorrei fortemente tentare "ricomporre i pezzi",
in una fase di assoluta confusione,
non dimenticando nessun dettaglio, nessuna sfaccettatura, nessun fatto,
senza lasciare niente all'ombra insomma,
nulla:
nè il cuore, né la pancia, né i corollari della vita quotidiana...
Magari rifletterci mi aiuterà a tornare al sole..!
Sarebbe tanto importante..
Grazie nuovamente per l'attenzione, a te e a tutti quelli che mi leggono
e pensano su a ciò che metto sul tavolo..!
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Messaggio  -Nessuno- Gio Feb 28, 2013 2:55 am

Anima in pen...ombra ha scritto:
-Nessuno-,
io non credo ASSOLUTAMENTE che l'Amore scaturisca da una villa o una Mercedes..!
Mi spiace aver trasmesso questa idea,
t.!
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non voglio dire che pensi questo, pero quelle motivazioni di "casa e vita nella norma" che tu hai dato qualche messaggio fa sono, diciamo, un po' controproducenti, perche rischiano appunto di determinare un rapporto, il tuo, sulla base di fattori che non dovrebbero essere la causa di esso ma l'effetto semmai.

-Nessuno-

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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Già, è un casotto...Fortuna c'è chi cerca di aiutarmi! ^_^

Messaggio  Anima in pen...ombra Gio Feb 28, 2013 4:49 pm

So che infatti tante cose in questa storia risultano quasi "essere nate al contrario",
e ciò mi rattrista e mi confonde ulteriormente... Sad
Per fortuna c'è qualche "amico di forum" particolarmente paziente che mi dice la sua sui miei "casotti mentali"
e cerca di darmi una mano! Smile
Buona giornata e grazie ancora...
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Messaggio  Numb Gio Feb 28, 2013 11:29 pm

Io in realtà non ho ancora ben capito quale sia il mio problema ... certo è che questo problema mi crea difficoltà nel rapporto con il mio ragazzo ... probabilmente perché ho paura di mostrarmi per quella che sono ...
Che dire .... come già detto in un altro topic, lui cerca di fare il possibile ... è a conoscenza della mia situazione e sta cercando di aiutarmi ad eliminare i miei blocchi ...
La mia famiglia ... bah ... non credo fosse convinta che io stessi male ...
Adesso sto un po' meglio per fortuna, anche se ogni tanto ho dei crolli ... spero di riuscire a fare ulteriori passi avanti ...

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Messaggio  Niklaswolf Ven Mar 01, 2013 11:40 pm

Anima in pen...ombra ha scritto:
[...]ma soprattutto Tengo TANTISSIMO a questa persona[...]
E forse qui c'è la risposta ai tuoi dubbi, ammesso che io abbia ben compreso ciò che vorresti, cioè capire quale sia la vera natura del vostro rapporto.
Amore è tante cose, che riassumerei nello stare bene assieme, cioè nell'essere così sicuri di voler stare con quella persona che non ci si pone più alcuna domanda su ciò, concentrandosi su tutto il resto che circonda il rapporto; ma amore è anche le farfalle nello stomaco delle prime volte, è il pensare all'altro, è il voler condividere proprio con quella persona e non altra, è l'attrazione fisica e intellettuale....ed è il non voler cercare, o non aver bisogno di cercare, qualcun altro, l'accettazione di essere arrivati, consapevole o meno, ma non con rassegnazione.
E forse in questa accettazione che si inseriscono molte delle cose materiali, perchè sappiamo che vogliamo stare con quella persona allora valutiamo ciò che di "non astratto" è presente nel rapporto; se sfugge la prima parte (cioè l'essere arrivati) si può pensare che siano solo questi i motivi che legano...
Se tu fossi una mera materialista sarebbe così, ma a me e da ciò che scrivi sembra che tu non lo sia; prova a porti la domanda, "Sei arrivata (anche solo nel tempo presente)?".
Se la risposta è si, allora quello che di più alto, per come la penso io non è detto che sia così per tutti (anzi....), c'è tra te è il tuo compagno è divenuto stabile, non necessitante di altre domande o pensieri, quasi come fosse passato in secondo piano non perchè minore ma perchè ormai consolidato e "rodato", lasciando spazio alla stabilità, alle vie concrete del vivere il rapporto, alla casa, alla convivenza, alla sicurezza presente e futura.
Se la risposta è no o sei una materialista (ma non sembra proprio) o hai deciso che potete essere una coppia, che gli vuoi bene, che ti vuole bene anche in assenza di amore.....che poi, in realtà, non è amore anche questo?

Tu a lui tieni, se lui tiene a te e state bene assieme, almeno nel senso che non hai dubbi nel voler continuare il rapporto se non quelli dettati dal volerne comprendere le carattersitiche, allora tieni stretto quell'uomo....

Se invece ti sei "rassegnata" e "sopravvivi" in questa relazione, allora forse potresti riconsiderare il tutto; credo che una buona parte dei motivi per cui la mia ex compagna se ne sia andata siano tra questi e oggi non gliene faccio biasimo, ma devi essere certa perchè si sà ciò che si lascia ma non ciò che si potrà trovare di nuovo; quindi cambiare si può, in alcune occasioni si deve, ma con consapevolezza...
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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Re: Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente...

Messaggio  -Nessuno- Sab Mar 02, 2013 5:50 pm

-Nessuno- ha scritto:cio che non ha deciso PRIMA l'inizio della relazione ovviamente non lo deciderà nemmeno DOPO..
per me il punto è questo. L'organizzazione e la razionalizzazione del sentimento vengono dopo il sentimento stesso, altrimenti lo snaturano.

-Nessuno-

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Come la vive chi vi circonda..? Passato e presente... Empty Grazie mille dei commenti: ne aspetto anche altri se volete!

Messaggio  Anima in pen...ombra Sab Mar 02, 2013 9:59 pm

Grazie -Nessuno-:
continui a darmi punti di vista e chiarificazioni,
e non posso nascondere che tutta questa attenzione mi faccia davvero piacere! Smile

Niklas,
mille grazie anche a te:
mi offri diversi spunti per riflettere sulla mia situazione,
quindi non posso che farne tesoro e...ritirarmi in meditazione (fa pure rima... Very Happy )!
Appena "sbrgolierò" almeno un pochino questa matassa (in qualsiasi direzione)
tornerò su questo mio thread per riportarne il feedback e gli aggiornamenti:
se avrai ancora voglia di darmi qualche altro consiglio, sarai il benvenuto! Smile

Numb,
spero che anche tu riesca a districarti dalla tua incerta situazione..!
Mentre me ne racconterai i progressi (se vorrai, ovviamente),
sarò lieta di avere il tuo punto di vista su ciò che ho raccontato io in questi post
(più teste ci sono, e più è facile ragionare sulle cose a 360°,
senza rischiare di peccare in "eccesso di soggettività individuale"!)...

Ancora grazie a tutti per il momento:
se avrete altri commenti, li leggerò volentierissimo! cheers
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Messaggio  Stef Ven Mar 08, 2013 12:12 am

merla ha scritto:
canterel II ha scritto:l'amore, provo a dire, è soprattutto un tentativo, perché per quanto io cerchi di confrontare il mio modo di gestirmi e di rapportarmi ad una persona che mi attrae con le mie scale di valori, non ho mai la sicurezza di raggiungere per questa via l'equilibrio, e le mie scelte fanno sempre i conti con una componente di azzardo.

chapeau

chapeau, cioè cappello (in francese) come a dire: "mi tolgo tanto di cappello" (di fronte al post di Canterel).
Giusto?
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Messaggio  Stef Ven Mar 08, 2013 12:17 am

canterel II ha scritto:
Anima in pen...ombra ha scritto:

P.S. Ben gradite (in apertura del thread non lo chiedevo infatti "soltanto per correttezza, ma con in realtà secondi fini egocentrici"!)
sono le vostre esperienze a riguardo: che credo possano essere utili per tutti qui, se vi sentite di condividerle..!

per quanto mi riguarda, quello che ho scritto è precisamente frutto, anche se non è descrizione, delle mie esperienze concrete.
ai fini del discorso che si sta facendo qui, l'esperienza personale (che comprende episodi di convivenza, o di relazioni affettive e sessuali senza coabitazione, felici o infelici) mi porta soprattutto a proporre l'idea che l'amore non sia riducibile ad una emozione, anche se si tratta di un sentimento che influenza e orienta il clima emotivo delle persone coinvolte nella relazione. si può essere innamorati e tristi, innamorati e allegri, innamorati e spaventati, arrabbiati etc.
a me sembra possibile darne diverse definizioni, purché si assuma un filtro prospettico e non una pretesa ontologica ed essenzialista. dire cos'è l'amore in sé porta quasi fatalmente a ridurne il concetto rispetto alle possibilità dell'esperienza concreta.
non mi sembra una condizione dell'esistenza che costringa a scegliere tra l'impiego di una o dell'altra tra le funzioni cognitive della persona. si può essere innamorati e logici, altro che.
la logica, se a impiegarla è un essere umano, richiede sforzo, attenzione, volontà di inquadrare e risolvere problemi. una persona innamorata può volgere questi antecedenti e questi fattori della logica allo scopo di realizzare e strutturare le sue energie affettive, e per il bene di un'altra persona.
anche in questa circostanza, come in discorsi basati su altri spunti, mi interessa sottolineare che è possibile e forse utile cercare di non incorrere nel paradigma cartesiano delle due sostanze. in nessuna circostanza naturale della vita è necessario scegliere se essere animali corporei, fisiologicamente attivati, oppure animali razionali, pensanti. almeno, io il bottoncino o la leva per fare switch tra res cogitans e res extensa non l'ho trovato né sotto le ascelle, né dietro la schiena, né nell'ombelico.

Ehi, per Giove! Lo switch esiste, eccome! Allora tutto il lavoro dei neuroscienziat sulle molecole, neurotrasmettitori, elettrodi, pacemaker cerebrali e tant'altro dove lo mettiamo, nel...?
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