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Messaggio  Ospite Mer Lug 19, 2017 1:59 pm

Capita anche a voi di non riuscire ad aprirvi con nessuno? Mi spiego meglio: vi capita di essere abituati a tenervi tutto dentro senza mai nemmeno sentire bisogno dell'aiuto altrui, perché tutto ciò che vi verrebbe detto suonerebbe blando o di poco conto, come se non foste disposti ad ascoltare altro se non le vostre vocine mentali?
Io sono arrivata al punto in cui il solo pensiero di parlare e levarmi i sassolini dalle scarpe mi sembra una cosa impossibile, quasi come scalare una montagna.
E poi un'altra domanda: qualcuno soffre/ha sofferto di dipendenze affettive nei confronti di persone vicine o che non fanno più parte della vostra vita, ma che comunque non riuscite a dimenticare? Come l'avete affrontato?
Come si fa a proseguire quando tutto quello che resta è un mondo mentale creato su misura dal quale non si riesce a trovare via d'uscita?
Io non credo più nella psicoterapia e per quanto riguarda i farmaci, beh, preferirei poterne fare a meno visto che non ne ho mai assunti.
Non menziono il suicidio perché non l'ho mai contemplato e spero di continuare così.

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Messaggio  aerdna Mer Lug 19, 2017 2:07 pm

dipendenze affettive:sicuramente si
difficoltà di aprirsi:sicuramente si
mi sono rassegnato diciamo e non c penso più molto,assumendo farmaci

aerdna

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Messaggio  Bad Trip Gio Lug 20, 2017 12:29 am

Marika9214 ha scritto:Capita anche a voi di non riuscire ad aprirvi con nessuno? Mi spiego meglio: vi capita di essere abituati a tenervi tutto dentro senza mai nemmeno sentire bisogno dell'aiuto altrui, perché tutto ciò che vi verrebbe detto suonerebbe blando o di poco conto, come se non foste disposti ad ascoltare altro se non le vostre vocine mentali?
Io sono arrivata al punto in cui il solo pensiero di parlare e levarmi i sassolini dalle scarpe mi sembra una cosa impossibile, quasi come scalare una montagna.
Sì per me è normale non aprirmi perchè di natura sono introverso quindi la selezione a cui sottopongo le persone con cui decido che potrei aprirmi è spietata, inoltre sono anche un po' troppo orgoglioso per mettere certe debolezze sotto i riflettori o sentire il bisogno di farmi aiutare da altri, percui il non aprirsi è più per una ragione caratteriale che per il timore che l'interlocutore sminuisca o non capisca il mio tentativo di comunicare. Tendo ad ascoltare ed elaborare le opinioni altrui su di me, ed anche se mi trovo d'accordo queste non influiscono in alcun modo col mio modo di agire perchè il mio istinto prevale, quindi finisco col cercare dal mio interlocutore delle azioni/reazioni  che per me sono più dirette nel passarmi quella scarica di energia in grado di tenermi a galla o farmi cambiare direzione, e non di aprirmi al dialogo più autentico e sincero possibile, che per quanto soddisfacente possa essere non sarà mai in grado di trasmettermi quella botta che serve per smuovermi.
Non ho capito la parte dei sassolini nelle scarpe, forse non hai quella malizia necessaria. Potresti farlo anche scherzando, il messaggio arriva chiaro comunque, e scherzando si può dire tutto...anche la verità.

Marika9214 ha scritto:
E poi un'altra domanda: qualcuno soffre/ha sofferto di dipendenze affettive nei confronti di persone vicine o che non fanno più parte della vostra vita, ma che comunque non riuscite a dimenticare? Come l'avete affrontato?
Dipendenze affettive? Boh, io semmai ho il problema opposto, tendo a dimenticarmi troppo presto delle persone che ho avuto. O a ignorare per mesi/anni quelle che ho.

Marika9214 ha scritto:
Come si fa a proseguire quando tutto quello che resta è un mondo mentale creato su misura dal quale non si riesce a trovare via d'uscita?
Non so... proseguire è un bel termine perchè implica che c'è già qualcosa di intrapreso, il che dovrebbe agevolare la cosa rispetto a uno che si trova nello zero assoluto. Ma la via d'uscita come concetto non mi pare solido, una volta che trovi una via d'uscita puoi sempre ritornare al punto di partenza e ritrovarti nella medesima condizione, quindi non penserei alla via d'uscita come un traguardo da raggiungere.
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Messaggio  Andrea_ Gio Lug 20, 2017 6:14 pm

Marika9214 ha scritto:Capita anche a voi di non riuscire ad aprirvi con nessuno? Mi spiego meglio: vi capita di essere abituati a tenervi tutto dentro senza mai nemmeno sentire bisogno dell'aiuto altrui, perché tutto ciò che vi verrebbe detto suonerebbe blando o di poco conto, come se non foste disposti ad ascoltare altro se non le vostre vocine mentali?
Io sono arrivata al punto in cui il solo pensiero di parlare e levarmi i sassolini dalle scarpe mi sembra una cosa impossibile, quasi come scalare una montagna.
E poi un'altra domanda: qualcuno soffre/ha sofferto di dipendenze affettive nei confronti di persone vicine o che non fanno più parte della vostra vita, ma che comunque non riuscite a dimenticare? Come l'avete affrontato?
Come si fa a proseguire quando tutto quello che resta è un mondo mentale creato su misura dal quale non si riesce a trovare via d'uscita?
Io non credo più nella psicoterapia e per quanto riguarda i farmaci, beh, preferirei poterne fare a meno visto che non ne ho mai assunti.
Non menziono il suicidio perché non l'ho mai contemplato e spero di continuare così.

Penso sia molto comune, non solo per gli introversi. Molte persone che sono estroverse, non mostrano quello che hanno dentro e i problemi che affligono la loro esistenza. Mi ricordo di una ragazza di una mia amica: la persona piú solare che abbia mai conosciuto. Un paio di anni piú tardi scoprii che soffriva da molto tempo di depressione e aveva tendenze suicide.
Tutti abbiamo problemi che ci sembrano insormontabili. Pochi riescono ad aprirsi. Perché aprirsi all'altro ci rende vulnerabili. Abbiamo paura di essere rigettati, non capiti, feriti. Non aprirsi e mettere una maschera é un meccanismo protettivo, che peró é deleterio a lungo termine.
Io mi sono sempre tenuto dentro i miei problemi. Raramente ho chiesto aiuto. E alla fine sbottavo senza un senso logico per quelli intorno a me. Perché era una pentola a pressione pronta a esplodere. Ho imparato ad aprirmi con gli altri. Non con tutti, logicamente. Mi potranno non capire, ferire, ecc. Ma tenersi tutto dentro mi porta inevitabilmente a stare male e a perdere l'opporunitá di conoscere belle persone, che esistono.
Per capire questo mi ci sono voluti anni, depressione e pensieri suicidi. Ho ancora paura di essere non capito e rigettato ma ho accettato questa paura. Penso sia comune e che non ci sia niente di male nel provare ad aprirsi, rendersi vulnerabili e venire feriti di tanto in tanto.
Il mio consiglio é di procedere per passi. Apriti con differenti aspettative. A volte bisogna aprirsi perché abbiamo bisogno di tirare fuori quello che abbiamo dentro, anche se gli altri non ci potranno capire. A volte apriti con quelle persone che sanno ascoltare e accettare quello che provi anche se non capiscono. Infine, cerca di aprirti con chi é sulla tua lunghezza d'onda.
Non so la tua situazione. Se hai amici, apriti con loro. In alternativa, parla con i tuoi genitori (le opzioni non si autoescludono). Vedrai che anche loro hanno i loro problemi. Magari simili ai tuoi. Che puó succedere alla peggio? Perdi un'amicizia. Ma probabilmente non era una vera amicizia o, quantomeno, non eravate sulla stessa lunghezza d'onda in quel periodo della vostra vita. Capita. Alla meglio, potrai creare un legame molto piú profondo.
Dipendenze affettive? Certo. Penso che anche questo sia estremamente comune. Per quanto mi riguarda, era una ex. Mi ci sono voluti molti mesi per smettere di pensare costantemente a quella persona e anche adesso, dopo quasi due anni, ogni tanto ci penso. Vedila cosí, la vita é come é. Non cercare un significato recondito in ogni singola cosa. Ci sono svariati motivi per cui non sei piú in contatto con qualcuno. Molti di essi sono al di fuori del loro controllo. Opportunitá persa o pericolo scampato, alla fine il risultato non cambia. Cerca di trovare persone che sono compatibili con la tua visione del mondo. Questo é quello che sto cercando di fare. Ne trovo poche perché la mia visione del mondo apparentemente non é condivisa da molte persone. Va bene cosí. Bisogna essere pazienti e cercare di prendere il meglio da ogni situazione. Essere contenti perché abbiamo conosciuto una nuova persona con cui stiamo bene, anche se 100 ci hanno rigettato. Alcuni non trovano neanche quella singola persona (e non sto parlando di partner, puó essere un amico/a). Alcuni non realizzano quello che vogliono nella vita. Vabbé, sto un po' divagando. Un'ultima cosa: cerca di capire cosa ti piaceva nella persona da cui dipendi affettivamente. E cerca quelle caratteristiche. Ti consiglio di guardare questo video di The School of Life: https://www.youtube.com/watch?v=tAsH_LXT9P0 Quel canale ha moltissimi spunti interessanti. Ti potrebbe interessare anche il libro di Alain de Botton "Il corso dell'amore"

Andrea_

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Messaggio  Ospite Gio Lug 20, 2017 7:17 pm

Grazie Andrea, sei stato molto chiaro e gentilissimo nel rispondermi! Hai ragione, ci vuole tanta tanta pazienza!

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