Sola.

Salve a tutti, ho 21 anni e sono praticamente chiusa nella mia stanza da 6 anni. Ho una fidanzata da 8 anni, ma abbiamo una relazione a distanza (600km, non come si lagnano la maggior parte "ci possiamo vedere solo 4 volte la settimana"), quindi la vedo si e no una volta al mese.
Lavoro da casa ed esco unicamente il week-end -da sola- per guardare le vetrine dei negozi e basta. Non ho amici, neanche uno a parte lei. Ero vittima di bullismo, quindi decisi di abbandonare tutti coloro che avevo conosciuto a scuola, e non me ne pento. Ogni volta, a causa del mio aspetto, vengo solo approcciata per scopi sessuali, e mi sento una nullità per questo. Non riesco a socializzare con le ragazze, queste iniziano prima o poi a parlar male di me per invidia o gelosia e i maschi, ovviamente, neanche a parlarne. A scuola venni trattata malissimo, dal male fisico agli insulti peggiori, solo per il mio aspetto e perchè ero di buon cuore. Ho iniziato a chiudermi in me stessa e poi mi tagliai le vene. Riuscirono a salvarmi pochè avevo reciso i tendini ma svenni prima del dovuto, e ne sono felice. Vedo la vita degli altri e non somiglia neanche vagamente alla mia. E' facile dire "va fuori sennò non farai amicizia" quando tutti ti hanno o provato a violentare oppure a sedurre, o quando qualsiasi amica ti ha voltato le spalle e detto tutti gli affari tuoi a chiunque, è troppo facile dire queste cose.
Sono stata menata dai miei tutta la mia infanzia mentre soffrivo di leucemia, e mia madre era quasi andata in carcere, ma poi mi rimenò per farmi negare tutto ciò che avevo confessato agli insegnanti dicendomi che sennò mi avrebbe uccisa. Ora, a 10 anni non potei fare altro che acconsentire. Lei ora è scappata in Argentina e si è rifatta una vita facendo anche un'altra figlia a distanza da 17 anni da me. Mio padre non c'era mai, lavorava per permetterci uno stile di vita piuttosto decente e voleva sempre colmare con oggetti la mancanza di vita che avevo a causa della malattia. Sono stata trattata come un virus ambulante a qualsiasi anno scolastico, i genitori cercavano sempre di tenere lontani i figli come se avessi chissà quale malattia trasmettibile, quindi non è la solitudine che mi spaventa perchè ci vado a braccetto da sempre: è il tempo. Il tempo che sta volando e io non ricordo l'ultima volta che sono uscita con qualcuno che non fosse la mia ragazza anche solo per andare al cinema a farmi una risata.
"Se non parli con nessuno, non puoi lamentarti di non avere amici" già. E come faccio? Esco e dico al primo che passa "Ehi diventiamo amici?" così da rischiare una chiamata alla polizia oppure di dover impliare una relazione sessuale.
Per quanto buona possa essere, rispettosa e sempre educata come mi è stato insegnato a forza di botte ed educazione rigida, nessuno vuole andare oltre al mio aspetto fisico "E' bella= è una stronza.". So che sembra altamente presuntuoso da parte mia, ma dopo anni che vieni menato per questo e ti viene urlato contro tutte le volte come giustificazione al trattarti male... beh, impari a detestarti.
Ogni uomo che incontro per strada mi spaventa. Ogni persona con cui parlo ha doppi fini al mio rigardo, sono terrorizzata e depressa del non potermi aprire con nessuno.
Grazie anche solo di aver letto.

hei ciao urumi e benvenuta...
io non so come cominciare a parlarti,sono pietrificato da quello che hai scritto e ti devo fare subito i complimenti perchè sei stata davvero forte,dico sul serio...
ogni volta che sento parlare di bullismo mi si gela il sangue,veramente non riesco a concepite tanta cattiveria gratuita e purtroppo ,come sempre chi è più buono,o debole,o sensibile deve sempre subirne le conseguenze...
ma stai tranquilla,qui ci sono persone che sanno cosa vuol dire soffrire e di conseguenza c'è molta più solidarietà e collaborazione ,ed è quasi buffo che per trovare un p'ò di pace e comprensione ci si deva affidare ai pochi che soffrono di depressione...
se cerchi degli amici o qualcuno con cui parlare serenamente io (ma sicuramente non solo io)sono disponibile...
ti prego,e te lo chiedo per favore non provare più a farti del male,di persone "umane"ce ne sono gia poche e non possiamo permetterci di perdere persone come te...
non mi è ancora chiarissimo se soffri effettivamente di depressione clinica oppure sono periodi che stai male a causa di eventi esterni scatenanti,o se hai crolli dell'umore,sconforto,stati d'ansia ecc...
mi piacerebbe chiederti di più sui rapporti che instauri con le persone perchè il fatto di non riuscire a trovare amicizie vere potrebbe essere a causa anche della tua insicurezza che magari ti rende prevenuta in alcuni casi...il che sarebbe fra l'altro comprensibile...
per ora ti saluto e ti abbraccio forte...a presto  

Ciao lorenzobg75, grazie per avermi risposto e per le cose belle che mi hai scritto, ne avevo un po' bisogno.
Ho avuto un picco verso i 15 anni dove iniziai a soffrire di una depressione veramente pesante, con tanto di sdoppiamento della personalità. Alla fine, grazie alla mia fidanzata ne sono uscita, e non certo grazie agli psichiatri e agli altri medici.
Ho sempre detestato i medici, puoi ben immaginare essendo vissuta anni e anni in ospedale tra una cura e l'altra, e dopo aver visto morire i miei compagni di stanza per la mia stessa malattia, io gli ospedali non li reggo e non sopporto l'idea che il mio passato possa essere fonte di compatimento da parte degli altri. I medici mi hanno sempre ritenuta "diversa" perchè facevo pena, e perchè secondo loro la leucemia mi ha causato gravi danni traumatici ma è tutta una scemenza. Chi riesce a guarire da queste cose non vuole parlarne mai più, ma non perchè per loro è stato terribile, ma per evitare le espressioni che gli altri assumono nel guardarli.

Soffrivo di insonnia assieme al disturbo della personalità, quest'ultimo non lo riferii mai ai medici per il terrore che mi facessero chissà che, e volettero sempre risolvere i miei problemi con l'uso di antidepressivi che io mi sono sempre rifiutata di assumere. E' troppo facile, dissi loro, risolvere i problemi senza l'uso della professionalità accumulata in anni di laurea semplicemente drogandomi con dei farmaci allucinogeni, quando io vorrei un VERO aiuto.
Mi liquidarono.
L'idea di avere di fronte qualcuno contrario a quei stupidi medicinali aveva mirato nel profondo la professionalità di quei medici. Mi diagnosticarono una forma di depressione apatica, dove dissero che qualsiasi cosa accadesse questa mi risultava accettabile e neutra, anche se di forma grave. Eh certo, dopo tutte le cose che ho visto, e che devo ancora sopportare, cosa vuoi che sia sentirmi dire che sono una nullità ogni giorno oppure l'idea di essere oggetto di continue prese in giro dagli altri? E' una stupidaggine.
Oppure, l'insonnia, cosa vuoi che sia per me che ho visto tanti di quei bambini morire nel bum di leucemia del '93 nel mio stesso reparto? Madri che piangevano tenendo in braccio il loro figlio morto solo perchè le cure scelte, quegli anni, erano varie e i genitori scelsero quelle sbagliate invece di optare per la chemio. Amici miei, morti. Bambini come me, identici a me, tutti calvi uguale e con lo stesso grembiule. Non avevamo un sesso ne una età, e ci sentivamo come cloni.

Mia madre odiava me, il risultato della sua gioventù rovinata e distrutta. L'unica cosa che faceva era menarmi, anche in ospedale per poi farmi cadere a terra come una scema, dandomi la colpa per i lividi. Mi urlava che era colpa mia se mio padre non stava con noi a casa, che mi vizziava, e che dovevo sentirmi una cacchina per averle fatto prendere la decisione di farmi nascere. Mi ha picchiata ogni giorno fino a che non se ne è andata.

Un giorno, mio padre giunse da me dopo 3 mesi che ero in ospedale tenuta sotto sorveglianza dopo la fase più acuta della chemio, dove nessuno poteva avvicinarsi da tempo se non un solo medico che era addetto al lavarmi, e mi portò uno splendido aereo giocattolo che avevo visto nella pubblicità solo il giorno prima. Voleva farmi felice, sapendo che avrei dovuto stare chiusa lì, seppur non nella stanza ma libera nel reparto, e io ne fui entusiasta: era quello che tutte le bambine volevano da settimane. Quando mio padre andò via, mia madre mi prese per i capelli e mi sbatte l'aereo (era enorme, giusto per intenderci le dimensioni di una casa delle barbie) in testa più volte, per poi quasi soffocarmi nel cuscino facendomi chiedere scusa per essere così schifosamente vizziata.
Mia madre era un mostro. Un vero mostro. Mi menava, e poi faceva finta di scordare di averlo fatto. Quando dissi a mio padre di questo, anni dopo, lui rimase sconvolto dal non essersene mai accorto. Il tutto venne fuori durante una sessione da uno psicologo a cui fui costretta a partecipare. Dissero che la mia insonnia era degenerata troppo, e se non avessi parlato sarebbe peggiorata.
Mio padre scoprì tutto quando ormai avevo 17 anni e mia madre se ne era andata. Se lei non fosse andata via io la avrei uccisa. Un essere così non merita di partorire un altro figlio e di massacrarlo di botte.
Fortunatamente, mia sorella ora ha 5 anni e non sa niente di tutto questo, il nuovo marito di mia madre neppure, e sono tutti felici nel loro piccolo mondo di stronzate fasulle.

Venni presa di mira a scuola proprio perchè mio padre cercava di darmi tutto e di più, anche dopo la separazione dei miei. E al divorzio. Divorziarono quando avevo 7 anni e in piena cura dalla leucemia.
I miei erano in macchina, lei zitta e lui girato verso di me mi chiese "Ti dispiacerebbe se io e la mamma non vivessimo più insieme?", e io risposi, sempre giocando al mio videogioco "No, starete meglio e io avrò più regali".
Sviluppai una sorta di attaccamento agli oggetti materiali, più ne avevo e più ero felice, cosa che ovviamente era falsa ma quella volta non lo capivo.

Iniziai a pensare che le persone che mi circondavano non avevano mai capito niente dalla vita, tutti a lagnarsi di non riuscire ad avere il nuovo telefono oppure al non essere felici della nuova sgridata da parte del padre. Gli amici che si cannano, persone che si drogano, e io che non ho mai toccato una sigaretta ed essendo astemia ho sempre visto al di là delle loro piccole e ristrette realtà.
Non sto dicendo che gli altri sono stupidi, ma spesso sì.
Io non ho mai fumato perchè mia madre, mentre ero malata, mi fumava sempre in faccia chiudendo gli sportelli della macchina per farmi inspirare il fumo. Io piangevo e la pregavo di aprirli perchè non riuscivo a respirare, e lei ridendo, mi diceva sempre "Un giorno ti piacerà". L'unica cosa che amava di me era il mio aspetto: dopo avermi menata, mi prendeva e mi pettinava, prendeva il ferro e mi faceva i capelli e poi mi metteva vestiti che sembravano quelli delle bambole (molto costosi), dove poi davanti allo specchio mi diceva "Guarda come sei bella.", questo anche se avevo mezza faccia nera ed ero zoppicante, anche senza alcuni denti.

Sono sola, a parte la mia fidanzata, non ho nessuno a cui chiedere una opinione oggettiva magari anche sulla mia relazione quando ho una discussione. Ho sempre paura di stare esagerando quando espongo il mio punto di vista, di risultare una vittimista. La gente non capisce ciò che ho visto, e non lo capirà mai.
Non può capire cosa significa scappare in un campo mentre ti tagli il polso con un coltello enorme e vedere il sangue che schizza in aria, mentre cadi a terra perchè non ce la fai più e ti risvegli che hai le mosche e le formiche nel buco che ti sei appena fatto.
Nessuno può capirlo.
Nessuno può capire le cose che ho patito, e che sono costretta a buttare giù per via degli scemi che mi circondano.
Persone che non sanno niente si permettono di dirmi "Ma dai, che vuoi che sia una giornata "no"? Sforzati un po'!" oppure quando mi viene detto "Sei sempre così debole, lavori così poco!" certo, se aveste avuto la mia incredibile fortuna per la salute allora mi capireste.
Capireste cosa significa non riuscire a correre a lungo perchè sei interiormente disabile al 70% e non risultarlo all'esterno.

Quando ero ammalata, l'ospedale di Trieste donò fondi ai bambini che raggiunta la maggiore età avrebbero potuto usare per costruirsi un futuro - circa 5000€ - che mia madre prese dal mio conto e li spese in alcool e fumo.
A 18 anni mi ritrovai senza un diploma, con la delusione dei miei di non avere una figlia prodigio, e senza soldi. Tutto ciò che ora ho, i miei soldi, li ho ottenuti sputando sangue a lavoro.
Oggi non posso riavere quei soldi, e nessuno mi ridarà mai il tempo che ho sprecato nel cercare di andare avanti con una vita così infernale.
Non sopporto i miei coetanei, sono tutti così stupidi e infantili, non reggono i miei discorsi perchè li scredito subito ad ogni loro micro difficoltà... come faccio a prendere seriamente qualcuno che mi dice "la mia vità è finita, non mi prendono il galaxy s4"?

Non ho letto tutto ... però ti dico una cosa buffa: pensa che il mio ragazzo abita a 3 km da me e se va bene lo vedo 1 ora una sera e 1 pomeriggio + una sera il week end..pensa come sto messa XD

Ciao urumi,io ho il tuo stesso problema, stesso passato.come te,così alla fine sono diventato un hikikomori, non esco più da un anno,ma non me ne pento,sto bene così,vorrei tanto trovare una ragazza come te per poter coabitare e condividere.sai dove posso farlo?

Deduco dal tuo modo di scrivere distaccato e razionale, riguardo a ciò che ti è capitato, che sei una persona estremamente forte - tanto forte da permetterti di potere essere consapevole e lucida fronte ad una serie di eventi più che traumatizzanti. Penso che tu debba essere fiera sia di ciò che sei, e malgrado tutto, anche della tua solitudine. Sei da ammirare. Se senti la necessità di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, puoi contattarmi in privato.

Ciao urumi, benvenuta, ti assicuro che la tua storia spaventosa mi ha fatto spuntare i lacrimoni. Non ti do consigli, non me la sento, ti posso solo dire che non tutte le persone sono uguali, egoiste, ciniche o peggio cattive. Non devi prendere come metro di giudizio universale il mondo bruttissimo da te finora conosciuto. E' giusto pretendere di cambiare aria o mondo; è giusto che ti lamenti della superficialità e persino stupidità tipica della gioventù (di oggi, di ieri e credo anche di domani). Purtroppo non credo che i tuoi coetanei vogliano o possano sprecare le loro preziose energie per soddisfare le tue richieste e necessità di ragazza che è dovuta crescere troppo in fretta per cause spaventose di forza maggiore. Hai già dimostrato di essere una donna forte, di essere molto più adulta di tanti quarantenni, la vita ti ha forgiato certamente più del sottoscritto, il quale semmai, ha una storia del tutto opposta. Però se vuoi discutere da adulti, alla pari, dei piccoli grandi problemi che affliggono la tua vita quotidiana,  siamo credo, tutti disponibili. Il sottoscritto quarantatreenne, solo, senza neanche una fidanzata/o, ma peggio ancora, senza galaxy né smartphone né facebook né altro di simile, può dedicarti molto tempo, se ti accontenti di risposte che viaggiano alla strabiliante velocità di 56k. Lo sai che nei matusa le orecchie continuano a crescere perchè possano ascoltare meglio gli altri. Perciò abusane quando vuoi. ci sentiamo presto ragazza forte...