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Messaggio  lorenzobg75 Lun Giu 16, 2014 8:58 pm

ciao a tutti,allora ,subito 2 quesiti importanti:
1 gli u.s.a. ,capitale mondiale del capitalismo,dell'iper consumismo,della pornografia,della cultura basata sull'apparenza e sulla competizione senza scrupoli in tutti gli ambiti...sulla carta dovrebbe essere il regno del benessere,eppure 1 RAGAZZO SU DUE NEGLI U.S.A. FA USO DI PSICOFARMACI ...vi siete mai chiesti il perchè??...non è che ci stiamo disumanizzando troppo??;noi dovremmo essere armoniosi,a contatto e rispettosi della natura,della vita,collaborando ed aiutandoci e vicenda...invece....
2 la solitudine:sicuramente è un fattore importante in ambito di benessere interiore...però alcune persone sono da sole e vivono serenamente,altre da sole e rischiano un esaurimento,altre sono felicemente sposate eppure sono depresse...che chiave di lettura date a queste circostanze??

ps:in questi giorni stò bene e sono tranquillo...veramente non riesco a capire cosa da imput ed output al mio stato di distimia...a volte capita che sto bene anche 2-3 mesi,a volte solo qualche giorno...proprio strana la vita....
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Messaggio  crashtest Lun Giu 16, 2014 10:45 pm

Per il primo quesito parlo un po' da "antiamericano".
Il malessere americano a mio parere è proprio dato dalla competizione, perchè si tratta di una competizione violenta che tende ad escludere socialmente i meno forti. Questa competizione a mio parere crea l'effetto "pesce grande mangia pesce piccolo" e la si vede ovunque, partendo dalle scuole, in cui il fenomeno del bullismo è una realtà vera e onnipresente, bata pensare ai casi di bullismo in Italia e ricordare che in America questi casi sono all'ordine del giorno e di una violenza sia fisica che psicologia estrema e nemmeno paragonabile.
Infatti non mi stupisco quando sento parlare di un ragazzo che sclera e fa una strage in un istituto ecc.., un ragazzo non si sveglia dall'oggi al domani dicendo "domani faccio una strage", il ragazzo giunge a quella strage dopo anni di tormenti, violenze ed esclusione sociale.
Può sembrare il solito luogo comune, ma purtroppo l'America nasce dalla violenza, e su di essa si struttura.
Senza tener conto del degrado e delle differenze sociali/culturali.

Per il secondo punto, la solitudine, quella che fa soffrire la vedo più come una solitudine interiore, ci si può sentire soli anche se si vive circondati da amici o conoscenti. Nel mio caso e penso nel caso di molti altri la solitudine nasce dall'incomprensione e dalla esclusione sociale, imposta da una società sempre più superficiale, banale e opportunista.
Poi magari questa solitudine si può trasformare in solitudine materiale, in cui appunto si rimane soli.

Perdonatemi la caoticità, comunque è solo un mio modesto parere.

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Messaggio  Lorexxx Mar Giu 17, 2014 12:14 am

Per quanto riguarda il primo punto,il fatto che gli u.s.a. siano il paese consumista e capitalistico per eccellenza credo che sia proprio la causa del grande uso di psicofarmaci che sta riscontrando.Nel senso che l'individuo si ritrova sempre più a essere un "numero" usato per commercializzare prodotti superflui e creare sempre più bisogni inutili che si trasformano poi in dipendenze vere e proprie(il consumismo,per l'appunto).L'ottica dell "avere per essere" può portare a una vera e propria degenerazione di valori:nel senso che ,dato che non esiste qualcosa che ,comprato,dia una soddisfazione duratura,il meccanismo prevede di creare il bisogno di avere "dell'altro","del nuovo" e non fermarsi mai.Quando poi si capisce che il problema non è cosa si possiede o si consuma esternamente,ma come ci si sente interiormente,spesso è troppo tardi,nel senso che la dipendenza da questo meccanismo ormai si è creata e,pur vedendola,è difficile liberarsene.Credo che un certo legame con la depressione,per esempio,ci sia:non riuscire più a gustare le cose,non trovare esperienze che appaghino,non riuscire più a dare valore a niente sono risultati evidenti del sistema e del modo di pensare capitalistico/consumistico.D'altronde l'ottica capitalistica ha come scopo il guadagno e la speculazione fini a se stessi.E',per questo verso, una perversione in cui i risultati non si vogliono fare per utilità o soddisfazione,ma per pura logica di accrescimento illimitata;come se non ci fosse mai un punto d'arrivo,una situazione di pieno appagamento.Queste forme mentali si riflettono anche sullo stile e la concezione di vita delle persone:volere sempre di più e illimitatamente porta a travalicare quelli che dovrebbero essere i limiti dell'uomo:creatura finita e mortale.Di conseguenza si può creare un vuoto interiore causato dal sistema economico-culturale stesso,come se non fosse più la gente padrone di questo,ma viceversa.

Per quanto riguarda il punto 2 cioè tema solitudine : a mio parere spalanchi le porte a un argomento vastissimo.Stare da soli non è semplice,ma,in ogni caso,è un confronto con se stessi e si possono notare i propri meccanismi all'opera.Non dobbiamo dimenticarci che viviamo in un mondo dove tutto e tutti sono costantemente connessi:anche solo l'idea di parlare tramite una chat dà l'apparente(ma secondo me falsa)idea di comunicare e allevia la solitudine;solo che anche questa rischia di trasformarsi in una dipendenza,che permette di evitare il ben più difficile compito di comunicare veramente dal vivo.
La solitudine,a mio parere,gioca un ruolo decisivo nel tema depressione e simili :la sensazione di sentirsi soli anche in mezzo alla gente,tipica di queste forme di malesseri,si può ricollegare anche al fatto che,come detto sopra,al giorno d'oggi nessuno(o pochi)comunicano veramente.E per comunicare non intendo "parlare tanto",intendo "avere un'intenzione di far capire e provocare qualcosa nell'altra persona e farlo tramite la comunicazione o,viceversa,saper ascoltare gli altri".Ritengo che saper stare bene anche da soli sia un risultato a cui non è semplice arrivare:sempre per il grande condizionamento che ci portiamo dietro la cui tesi è che per appagare se stessi bisogna "apparire e affermarsi" .Paradossalmente,però,a mio avviso,per riuscire a stare a proprio agio con gli altri è necessario riuscire a esserlo anche da soli,la cosa è un po' reciproca.
Spostando la questione su lati più romantico-esistenziali ,c'è un intera letteratura che ne parla.La solitudine dell'individuo davanti all'immensità della natura tipica del romanticismo,la solitudine angosciosa dell'esistenzialismo(corrente filosofica del primo '900),la solitudine intesa come ascesi dal quotidiano per scoprire se stessi...insomma è un tema che da sempre ha influenzato il pensiero,l'arte e la letteratura europea e non solo.
"ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera",per citare un esempio a caso SmileSmile
Parlando in termini più concreti, credo che la solitudine che ognuno porta dentro di sè perchè si percepisce per forza,in qualche modo,diverso dagli altri,sia una normale caratteristica umana:d'altronde la personalità,la percezione delle proprie esperienze e che "siamo noi e solo noi" a provare le nostre esperienze è l'orizzonte percettivo in cui l'uomo vive,si muove e interagisce nel mondo.Dove c'è una personalità,c'è anche,per forza,un po' di solitudine.L'esempio che citi tu delle coppie sposate depresse ne è una riconferma.Il sentirsi soli è anche legato al sentimento di "non essere capiti dagli altri",questa è una convinzione che spesso abbiamo e ci condiziona.
Ma anche la sintonia col mondo e con l'ambiente che ci circonda è importante:sentirsi"in comunicazione ed aperti verso l'esterno" ci mette in una condizione tale da poter ascoltare,guardare e percepire ciò che accade intorno a noi;e questo fa sì che l'attenzione venga estroversa e non introversa;di conseguenza ci si sentirà più "parte"del mondo e mento "frammento isolato".
Poi,come premesso all'inizio,questo della solitudine è un tema sul quale secondo me si potrebbe andare avanti a parlare per giorni.

Lorexxx

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Messaggio  lorenzobg75 Mar Giu 17, 2014 8:10 pm

CRASHTEST:
parole sante!! mi hai rubato le parole di bocca;concordo su tutto quello che hai scritto,sopratutto nella prima parte...i miei più vivi complimenti!  cheers 
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