Buonasera, mi presento...

Salve a tutti, sono nuovo... mi sono iscritto a questo forum nella speranza di poter trovare un luogo, con gente aperta e non svelta a giudicare, dove parlare e finalmente aprirmi sui problemi che ormai da anni, giorno dopo giorno, mi sto portando appresso...
Da parte mia, cercherò di aiutare e ricambiare il favore...

ciao e benvenuto nel forum.........

Ciao pallagommosa, quanti anni hai?

Ho 22 anni... guardando un pò in giro per il forum, ho visto che l'età degli iscritti è molto varia...

benvenuto..di dove 6

quali sono questi problemi pallagommosa?

È molto lungo da spiegare, ma proverò comunque ad essere chiaro, scrivendo un pezzo alla volta... chiedo scusa se suona strano scrivere una cosa del genere, specialmente dopo essersi iscritti ad un forum, ma resto una persona molto riservata, quindi per i primi tempi farò un pò fatica ^^"


Provo a partire dall'inizio, per dare un quadro della situazione...

Sono un ragazzo che viene da una famiglia molto all'antica, il classico nucleo famigliare costruito intorno ad una figura paterna estremamente dominante. Scatti d'ira, urlate, insulti, sono sempre stati presenti, in una certa misura, nella mia famiglia. Ma è stato all'età di 15 anni, che siamo giunti ad un punto di svolta. Perché se c'è un qualcosa su cui mio padre diventa intransigente, in una maniera maniacale, è lo studio.

Ora, non fraintendiamo, non sono una persona che tende a lamentarsi appena viene applicata un pelo di disciplina, ma il comportamento di mio padre è sempre stato ossessivo a riguardo. Alla fine delle scuole medie, come tutti, avevo scelto una scuola superiore in cui avrei voluto iscrivermi, ma mio padre non è stato nemmeno ad ascoltare il mio parere, e senza dirmi niente, ha deciso di iscrivermi in un liceo scelto da lui (con metodi di dubbia affidabilità) per prepararmi a far parte, secondo lui, un élite. Io naturalmente, e ingenuamente, mi sono fidato della scelta di mio padre, non sapendo a cosa sarei andato incontro, e così è iniziata la mia carriera nel liceo...

Non lo avessi mai fatto. Il liceo, composto da professori malati tanto quanto mio padre, si è rivelato una trappola di compiti e prove in continuazione, che, unite alle 7 ore di studio giornaliere imposte e controllate da mio padre, mi hanno portato ad un esaurimento completo. Le mie giornate erano composte soltanto dalle lezioni e dallo studio a casa, nient'altro era permesso. Ho iniziato ad essere insonne.

Dopo il primo anno, tutti gli amici con cui mi ero iscritto erano stati bocciati (5 persone), lasciandomi completamente solo. I rimanenti compagni di classe, tutti classici "figli di papà", mi avevano tagliato fuori. Intanto, lo stress continuava ad aumentare, e ho iniziato i miei primi problemi alimentari, non riuscendo a mangiare per lo stress, finendo sottopeso un a decina di chili, praticamente anoressico. Per tenere il ritmo con le lezioni, bevevo fiumi di caffè ogni giorno, nella speranza di compensare le ore di sonno mancate.


Arrivato al terzo anno, ridotto ad uno straccio, e non sopportando più la solitudine, ho iniziato a cercare di legare, come tutti, con i miei compagni. Ho iniziato a cercare di vestirmi meglio, di imitarli. Ho iniziato a bigiare, per trovare un pò di tempo per me stesso, ma naturalmente i voti ne hanno risentito. E le litigate con mio padre sono peggiorate, ancora più urlate, autostima distrutta. Il quarto ed il quinto anno sono stati molto simili, quindi li tralascio.

Mi sono trovato a 19 anni con una salute a pezzi, insonne, 15 chili sottopeso ed un autostima inesistente. E indovinate un pochino? Mio padre ancora ha cercato di scegliere l'università per me. E io, ancora una volta, mi sono fatto fregare. Andiamo a studiare ingegneria. Dopotutto, dopo tutti questi anni di sacrifici, sarò pronto a passare tutto, no?

No.

E dopo il primo esame fallito, il disastro. A nulla è servito spiegare che il docente abbia bocciato l'intero corso, figuriamoci se può valere come scusa per mio padre. Urlate tremende, e mi ritrovo ancora rinchiuso in casa. Ancora da solo. Ma questa volta non ce la faccio, inizio a mentire a mio padre, dire che stavo passando gli esami. Quando invece, quello che volevo avere era solo un pò di libertà. Fingo per la bellezza di due anni, finché non scopre tutto. E succede il finimondo. Vengo sbattuto fuori di casa, per una settimana, che passo da mia nonna. Provo a cercare lavoro, ma nessuno è interessato in un ragazzo di 21 anni, magrolino, senza esperienze (ovviamente).

Mio padre mi viene a riprendere, e dopo avermi raccontano di quanto fosse deluso, amareggiato, e di quanto lo facessi sfigurare rispetto ai figli dei suoi fratelli, mi ha ripreso, e controvoglia, mi ha finalmente lasciato cambiare facoltà, iscrivendomi ad informatica. E siamo arrivati ad oggi...

Questo praticamente è un breve riassunto della strada che mi ha portato nella situazione attuale... chiedo scusa per il papiro di testo, e dubito che molti si prenderanno la briga di leggerlo sino alla fine, ma sentivo il bisogno di sfogarmi, di condividere la mia storia con qualcuno. Vorrei continuare a parlarne, ma scrivere sta iniziando ad essere troppo pensate...

Non ti stancare, a parte che noi ci siamo e che c'è tutto il tempo che vuoi, devi sentirti rilassato. Qua nessuno ti dice che strada devi prendere, che ragazza devi frequentare e chi devi essere. E se c'è qualcuno da giudicare nella tua famiglia che ci hai nominato, per come ci hai descritto, non so chi sia ma non sei certo tu.

Mamma mia ome hai fatto a sopportare tutte queste cose...
Secondo me hai retto sin troppo bene. Tuo padre non sta bene.
Anche io ho da ridire su certe azioni di mio padre, ma di certo,
rispetto al tuo è un santo.
Adesso riprenditi in mano la tua vita, cerca una facoltà che ti piace se vuoi studiare,
e in cui pensi di poter riuscire. Cerca di riuscire a trattare tuo padre,
di renderlo buono, dandogli il minimo di quello che chiede, finché potrai
essere indipendente.

Tu riesci a prendere in considerazione la possibilità di andartene di casa? E, e non è semplice, eventualmente prima costruirti un minimo di indipendenza economica  e dopo rimetterti a studiare? 

Io ricordo che in un periodo di forte stress nella mia famiglia, quando avevo più o meno la tua età (credo, intorno ai 22 anni) questa possibilità non mi ha neanche sfiorato la mente, benché tra l'altro io già lavorassi e studiassi, perché ero troppo incastrata in un quel sistema familiare e a posteriori credo invece che sarebbe stata la soluzione migliore per tutti. 

In ogni caso ci sono molte persone che fanno così, si laureano in tempi più lunghi, ma appunto prima diventano indipendenti economicamente. E, una volta sottrattissi a tante pressioni, si può scoprire di avere molte più risorse da dedicare ai propri progetti di quanto si immaginava.

Pratica il forum liberamente, è un luogo di sfogo e confronto, magari non sempre avrai dei ritorni ma già lo scrivere può essere utile; quoto, senza citare, quanto sopra esposto, credo dovresti lasciar andare tuo padre per la sua strada e tu seguire la tua, scelta da te se ti sarà possibile.
Avrai tempo in futuro di chiarirti con lui, oggi il tuo obiettivo sei tu.

Ciao, mi dispiace della tua situazione... Io sono di Roma, tu di dove sei?

Unintended ha scritto:Ciao, mi dispiace della tua situazione... Io sono di Roma, tu di dove sei?

 Ehi Unintended, lo sai che sei proprio tenera?  :)

Grazie, anche se non ho detto niente di che

Unintended ha scritto:Grazie, anche se non ho detto niente di che

Esporsi su internet, in un forum appena conosciuto, con uno che non sai chi è veramente... è sì un'imprudenza, ma è anche uno slancio che voi giovani vi potete e dovete permettere.
Bello, "figo!" direste voi.

Ciao! Premetto che quello che dico va preso con le pinze, perchè ho 23 anni, sono uno studente come te e non ho titolo per dare consigli. Però cambiare facoltà, da quanto mi sembra di capire, è una scelta che hai fatto per te stesso ribellandoti ad una situazione insostenibile. Se le cose stanno così è un passo da gigante!

sixteen blue ha scritto:Ciao! Premetto che quello che dico va preso con le pinze, perchè ho 23 anni, sono uno studente come te e non ho titolo per dare consigli. Però cambiare facoltà, da quanto mi sembra di capire, è una scelta che hai fatto per te stesso ribellandoti ad una situazione insostenibile. Se le cose stanno così è un passo da gigante!
Ti sei iscritto per l'anno accademico in corso, o per quello che inizierà in autunno?

Sai sixteen che la cosa che hai detto è profonda? Un piccolo passo per un ragazzo, un grande paso per un depresso (è una "citazione" modificata, lo so, ma è così).