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Messaggio  dorel60 Lun Apr 23, 2012 9:47 am

Buongiorno a tutti, mi chiamo Dorella ed ho 51 anni compiuti. Mi sono iscritta ieri al vostro forum. Soffro di depressione dal 2006, o meglio dal 2006 in poi ho vissuto l'episodio depressivo più intenso e prolungato nel tempo che ho avuto, perché si può dire che io ci sono quasi nata depressa. Ho abbandonato la scuola a quindici anni, dopo un tragico episodio che ha scatenato una crisi profonda che mi ha portato, a quell'età, a chiudermi in casa. Poi piano piano ne sono uscita, un po con l'aiuto di una psicoterapeuta che mi faceva fare training autogeno, un pò iniziando a lavorare. A 25 anni il secondo grave episodio depressivo, che è durato quattro cinque mesi, per una delusione sentimentale. Anche li un periodo di psicoterapia transazionale, che mi ha sbloccato emotivamente, durata quasi cinque anni. Poi mi sono sposata, ho avuto un figlio. Durante il matrimonio ho avuto delle grosse batoste, poi superate, ma che hanno lasciato il segno. Le legnate sul groppone nella vita privata hanno coinciso con una serie di situazioni lavorative in cui, dopo anni di onorato servizio, sono stata messa da parte come uno straccio vecchio da una nuova dirigenza che dava più valore alla qualifica piuttosto che alle reali capacità del personale. Lì c'è stato il crollo totale, il più grave e lungo periodo di depressione, durante il quale ho dovuto curarmi a Pisa, presso gli ambulatori diretti dal professor Cassano. Ho iniziato una nuova psicoterapia cognitivo comportamentale, che consiglio a tutti, che mi ha dato giovamento e mi ha aiutato a star meglio con gli altri, a recuperare il rapporto con i colleghi che, ad oggi, è molto migliorato. Con la famiglia, si sa, è tutto più difficile. Purtroppo la depressione non è compresa dai familiari e dai colleghi di lavoro a cui spesso sembriamo inavvicinabili, ermetici, irritabili, e questo non facilita i rapporti interpersonali. Oggi posso dire di aver imparato a convivere con questa parte di me, che non potrò mai annullare del tutto, perchè io ho un problema di natura biologico, endogeno, ed ho avuto anche molti momenti di gioia, in questi anni bui. Ho imparato a fregarne del giudizio degli altri quando ti vedono strana, ostile, irritabile, perchè quando sto cosi io non l'ho chiesto e non l'ho voluto, e se i miei stati d'animo provocano un disagio agli altri è un problema loro, non mio. Un saluto a tutti voi, ed un incoraggiamento da una persona che è partita da molto lontano ed ha avuto una vita tutta in salita. Soprattutto alle persone più giovani dico, il primo passo per superare la depressione è accettarla come una parte di se, che si può piano piano modificare, cambiando atteggiamento verso la vita con l'aiuto di bravi specialisti e con l'aiuto dei farmaci appropriati. Purtroppo per noi depressi la psicoterapia ha una funzione riabilitativa che ci deve insegnare a modificare proprio quei comportamenti distorti che ci causano sofferenza. Dorella

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Messaggio  Agu Lun Apr 23, 2012 10:55 am

buongiorno Dorella, benvenuta nel club Smile

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Messaggio  tea66 Lun Apr 23, 2012 12:42 pm

dorel60 ha scritto: Le legnate sul groppone nella vita privata hanno coinciso con una serie di situazioni lavorative in cui, dopo anni di onorato servizio, sono stata messa da parte come uno straccio vecchio da una nuova dirigenza che dava più valore alla qualifica piuttosto che alle reali capacità del personale. Lì c'è stato il crollo totale, il più grave e lungo periodo di depressione, durante il quale ho dovuto curarmi a Pisa, presso gli ambulatori diretti dal professor Cassano. Ho iniziato una nuova psicoterapia cognitivo comportamentale, che consiglio a tutti, che mi ha dato giovamento e mi ha aiutato a star meglio con gli altri, a recuperare il rapporto con i colleghi che, ad oggi, è molto migliorato.
Bevenuta Dorella e grazie per l'incoraggiamento!!! Very Happy
Una storia pesante anche la tua, però sei qui a dimostraci che si può superare tutto se ben seguiti!!!

dorel60 ha scritto: Ho imparato a fregarne del giudizio degli altri quando ti vedono strana, ostile, irritabile, perchè quando sto cosi io non l'ho chiesto e non l'ho voluto, Soprattutto alle persone più giovani dico, il primo passo per superare la depressione è accettarla come una parte di se, che si può piano piano modificare, cambiando atteggiamento verso la vita con l'aiuto di bravi specialisti e con l'aiuto dei farmaci appropriati. Purtroppo per noi depressi la psicoterapia ha una funzione riabilitativa che ci deve insegnare a modificare proprio quei comportamenti distorti che ci causano sofferenza. Dorella
Hai ragione concordo pienamente! Smile



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Messaggio  Agu Lun Apr 23, 2012 12:54 pm

Dorella, mi dai tanto l'impressione della combattente Smile
vero Tea?


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Messaggio  dorel60 Lun Apr 23, 2012 1:11 pm

Intanto vi ringrazio e vi dico che sono onorata di fare parte di questo club, perché le persone depresse hanno una sensibilità d'animo ed una umanità fuori dal comune, e questa non è farina del mio sacco, ma l'ha detto il mio psichiatra nell'ultima visita, dicendo che dovevo anche considerare gli aspetti positivi del carattere dei depressi (ha definito la mia depressione come una parte insita nel mio carattere). Inoltre volevo raccontarvi una scena che ho visto stamattina qui al lavoro. Nel mio Ufficio c'è una signora un pò più grande di me che soffre di depressione dal 99 ed ha una situazione pesante, con un tentato suicidio, ricovero coatto, associata, purtroppo, a periodi di alcolismo. Stamane, siccome l'avevo vista molto giù, sono entrata nella sua stanza per chiederle se andava tutto bene. Lei se ne stava seduta alla scrivania con la faccia tra le mani, intorno a lei i colleghi sembravano interdetti. Ha alzato la testa e con le lacrime agli occhi mi ha detto che non stava affatto bene. Ho cercato di darle un po di calore umano, massaggiandole le spalle, non ho detto niente di particolare, tanto in quei momenti è inutile, le parole scivolano addosso senza lasciare traccia, poi sono uscita dalla stanza. Mentre stavo andando via un collega della signora, da dietro le spalle, gli ha sbattuto con violenza una pratica sulla scrivania ed ha esclamato a voce alta"TIE' LAVORA, COSì ALMENO TE PASSA!". Sono rimasta sconvolta da quella scena e sono andata subito dal funzionario responsabile della collega, che fortunatamente è una brava persona, e gli ho riferito tutto. Mentre sto scrivendo ho le lacrime agli occhi. E lavoro in un Ministero. Immagino quale inferno si possa passare in un posto di lavoro che non sia nel pubblico, dove ci sono meno tutele a qualsiasi livello.

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Messaggio  santepagano Lun Apr 23, 2012 11:35 pm

ciao il mio nome è Sante e l anno scorso ho sofferto x 6 mesi di depressione e derealizzazione grave per poi uscirne ancora piu forte di prima...posso indicare la via di uscita a chiunque chiedera' il mio aiuto...non propongo ne medicine e ne terapie di alcun genere...vi mostro la cura ke è sempre esistita fin dal principio di tutto...la forza di Cristo...inoltre ho ottime qualità nell' analisi psicologica quindi potremo trovare insieme il xke e il x come di tutto cio ke è successo...se accetterete di fre questo cammino insieme, con un po di volontà guarirete...1 abbraccio a tutti

questo è il link dove potete contattarmi oltre a qui:
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oppure aggiungere la mia amicizia:
w.facebook.com/Sante.ETNAS.Pagano

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Messaggio  anthea Gio Apr 26, 2012 11:24 am

La grettezza umana e la stupidità del tuo collega sono inaudite... E mi fanno capire perchè il mondo va male! Twisted Evil

Al di là di questo, io che lavoro nel privato, posso dire di non aver mai confessato ai miei datori di lavoro la mia malattia. Ho sempre detto che avevo problemi di stomaco o altro quando stavo a casa.
Anche perchè fin'ora la mia forza di volontà mi ha fatto superare momenti in cui avrei voluto buttarmi sotto le coperte e non uscirne più!

Il timore di perdere il lavoro, mi faceva andare anche quando la testa mi piombava sulla scrivania per i medicinali o quando la frenesia era così alta da farmi sbattere i piedi a terra per sfogare l'ansia che mi faceva tremare.
E devo dire che, se quando veramente si sta male, dover lavorare è pesantissimo, dall'altro ti aiuta a mettere in secondo piano per un momento la "bestia" e ti sprona a reagire.

E penso sia vero che le persone depresse hanno in sè una sensibilità che altri non hanno. Lo credo fermamente. E dobbiamo esserne fieri! Forse ci mettiamo troppo in discussione.

Un abbraccio virtuale a tutti! Siamo "er mejo d'Italia"! cheers
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Messaggio  Tosca65 Gio Apr 26, 2012 4:06 pm

Benvenuta! Purtroppo l'episodio che hai descritto ricalca molto qualcosa di simile che è successo a me anni fa...la depressione mi ha costretta un anno a casa e quando sono rientrata al lavoro sono stata accolta nel pegggiore dei modi...derisa, umiliata, presa in giro, del tipo "malata immaginaria" o "tu i problemi veri non li conosci....".
Ho dovuto chiedere il trasferimento in un altro settore e dopo tre anni sto riuscendo a "riabilitarmi" agli occhi dell'azienda, indossando una bella maschera spessa e rifugiandomi in bagno a piangere quando le forze mi mancano....ho anche ricevuto la grande benedizione di avere uno staff di persone molto diverse, discrete, sensibili.....
La tua collega è fortunata.....perchè ci sei tu! Hai ragione...noialtri abbiamo un cuore grande.....
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Messaggio  armida Gio Mag 03, 2012 6:12 pm

"perchè quando sto cosi io non l'ho chiesto e non l'ho voluto"
Questa frase mi colpisce molto...è vero... quando sto così- ed ormai sono sedici anni che la mia vita va così - oltre al fatto di essere stata sempre tendenzialmente depressa e di essere vissuta in una casa dove non poteva non venirti la depressione, io non l'ho nè chiesto nè voluto.
Capire è una cosa che non si può pretendere da chi non lo prova...io sto trovando condivisione in un gruppo di auto aiuto per l'ansia composto da persone meravigliose. Non mi aspetto più di essere accettata per quello che sono, visto che l'uomo che amavo mi ha lasciata proprio per questo. Da allora è morta una parte di me, una gorssa parte di me.
Mi si dice che devo elaborare l'abbandono...ed anche qui il medico non può capire, nessuno può capire quanta speranza avessi riposto in questa storia e quanto importantante fosse per me questa persona che, prima come amico e poi come compagno, ha fatto parte della mia vita.
Ora vivo in un dolore sordo, sperando in quello che non oso dire, o meglio lo dico, nella speranza di non svegliarmi mai più visto che nella vita non ho praticamente mai avuto quello che volevo. In questi giorni mi sento come se fossi una bambina smarrita, senza protezione, abbandonata nel frastuono della vita senza nessuna speranza di trovare pace.
L'unica mia consolazione è che un giorno questa sofferenza che dura da 42 anni finirà.
Scusami Dorella, ho colto l'occasione per sfogarmi...ma è così...io non ho nè chiesto nè voluto di essere quelllo che sono e dunque lascio che la vita mi attraversi visto che le mie forze non sono bastate per essere, coem era mio diritto, una persona normale.
Vorrei che tu leggesi il mio post "quello che Armida scrisse nel vecchio forum" così tanto per farti condividere la storia di una vita difficile.
Con affetto
Armida

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