come carne al macello

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Marco79
stefy
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Messaggio  stefy Ven Mar 16, 2012 1:58 am

Eccomi, che giornata terribile! Alle prese con me stessa. Odio profondamente i concorsi pubblici, assolutamente deprimenti. Come carne al macello 2500 persone, in attesa sotto il sole cocente per avere uno schifo di lavoro per il quale non si ha la minima vocazione. Anni di studio e di successi universitari buttati. Capacità inutilizzate. Tra mercoledì e giovedì a Roma si sono presentate le eccellenze del nostro paese, pre selezioni basate sul voto della scuola superiore, dal 96 al 100. se eccellenze vanno chiamate...
La verità è che quei 20 posti saranno sicuramente già assegnati.
Per me è un sollievo. L'obbligo di eseguire quelle due ore estenuanti di test mi ha distrutto. Già in questo periodo non sono lucida e celere nei ragionamenti ma stranamente ho combinato più di altri partiti più sicuri e preparati di me. Ero sul punto di piangere ogni trenta secondi, ma non volevo deludere chi mi è vicino non provandoci. Così eccomi alle 6.30 in viaggio verso Roma. È stata un'agonia, partita una settimana fa. Non dormo da giorni, mangio con il contagocce, l'ansia mi assale, non voglio che si capisca il mio perenne disagio.
perché devo tenermi le mie angosce per non deludere gli altri, perché non si sforzano ogni tanto che per me è difficile pure alzarmi dal letto, figuriamci, 5 ore di macchina, essere schiacciata da miglia di persone e poi dover tornare qualche ora fa, mentre ciò che volevo era essere libera di soffrire a voce alta, non in silenzio fra 2499 persone

stefy

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Messaggio  Marco79 Ven Mar 16, 2012 10:30 am

Ti capisco perfettamente, conosco benissimo le sensazioni e gli stati d'animo provocati dall'atmosfera concorsi.
Studiare, essere esaminato per intraprendere un lavoro che non piace, e avendo già la certezza che i posti sono a priori assegnati.
Anche io in questo periodo dovrei molto ma molto studiare, ma il mio inferno personale me lo sta precludendo.
Un abbraccio

Marco79

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Messaggio  armida Ven Mar 16, 2012 2:17 pm

sapessi quanti concorsi quante code, quanti viaggi persino un concorso Rimini interrottao dall'arrivo della Guardia di Finanza perchè erano stati denunciati brogli.
E dopo tanti concorsi, magari importanti, per laureati, e il conseguimento del titolo di avvocato per esercitare la professione da morta di fame, a 38 anni è arrivato il posto: dipendente comunale concorso per diplomati idonea al n. 47 assunta a seguito di scorrimento della graduatoria...ed oggi pure invidiata per uno stipendio di € 1.198,00 al mese perchè io almeno ce l'ho.
Ho il posto, non ho l'affetto e ho la sindrome ansioso depressiva dall'età di ventisei anni.
E' la vita cara stefy, stiamo a questo mondo e ci tocca anche dover lottare per concorsi che non ci piacciono...almeno con uno stipendio...ogni tanto puoi comprarti qualcosa come ho fatto io ieri sera..coraggio e non mollare!
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Messaggio  suggestione Ven Mar 16, 2012 8:40 pm


MAI DIRE "MA"

Il significato del Buddismo sta nel vivere una vita felice. Mettendo da parte il discorso religioso,
cosa deve fare un uomo per essere felice? Da quando ero piccolo ho sempre sentito dire che bisogna
sforzarsi. Eppure c'è chi, nonostante molti sforzi, accumula solo debiti. Quindi sforzarsi non basta.
Vorrei dire una cosa alle donne: se sposandovi volete diventare felici, non dovete scegliere a caso il
vostro compagno. La moglie si sforza per rendere felici i propri familiari, ma questi non sempre lo
sono. Poi, quando nascono i figli, la mamma rinuncia a tutto per loro. Tuttavia non sempre essa
ottiene buoni risultati e i figli, a volte, diventano dei delinquenti. Poi, sforzandosi solo nel lavoro
non è possibile realizzare una vita felice. Evidentemente manca qualcosa.
Un significato di felicità è vivere il più a lungo possibile. Per vivere bisogna mangiare. D'altra parte
il solo mangiare non ci permette di vivere più a lungo: ho sentito dire di un uomo che è morto
proprio mentre mangiava. Dunque manca ancora qualcosa.
Quando, venti anni fa, ho cominciato ad andare all'estero, mi dicevano: «Stai attento agli incidenti
in macchina, ai dirottamenti, agli incidenti aerei...». È certo che anche se mi aggrappo forte al
seggiolino mentre l'aereo cade, non sarò in grado di evitare l'incidente ... Qui in Giappone, alla fine
delle riunioni, si dice: «State attenti a non fare incidenti in macchina!». Ma in macchina non basta
stare attenti. Certo se penso a qualcosa e mi distraggo può essere pericoloso. Ma, d'altra parte, se
guardo indietro non posso guardare avanti, se guardo a sinistra non posso vedere a destra. Eppure si
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risponde ai responsabili: «Va bene starò attento». In realtà le raccomandazioni non bastano. Se
pensate che stia dicendo delle bugie andate in un ospedale e chiedete ai malati come mai si trovano
lì. Ognuno di loro vi dirà che è stato attento alla salute e che, nonostante tutto si è ammalato lo
stesso. Insomma gli sforzi e la prudenza non sono sufficienti per realizzare una vita felice.
Dunque cosa manca? Io credo che questo qualcosa sia la fede. Per realizzare i nostri desideri e
quindi la nostra felicità, dobbiamo pregare al Gohonzon, l'oggetto di culto, che è la base della nostra
pratica. Grazie al Gohonzon ogni desiderio può essere realizzato. La Via non è nient'altro che la
pratica quotidiana corretta.
Di religioni ce ne sono tante, ma quel che più conta è se, facendo shakubuku e Gongyo, possiamo
avere benefici. Quando pensiamo alla nostra felicità, pensiamo a ciò che ci manca: chi non ha soldi
ai soldi, chi non ha figli ai figli ecc. Tutti cercano la felicità relativa pensando a quel che
proverebbero una volta realizzati i loro desideri.
Qualche tempo fa il presidente Ikeda ha ricordato alla Divisione giovani donne che se manca la
buona fortuna non si realizza nessuna felicità. Alcune donne si lamentano perché i loro mariti hanno
poca forza vitale. Una volta un membro della Divisione donne mi disse: «Mio marito non vale nulla
e non mi è affatto di sostegno». Io le risposi: «L'uomo non nasce per essere di sostegno a una
donna». In effetti a volte sono proprio quegli uomini che sembrano non sostenere le loro mogli, a
voler bene a esse più di altri, perché in quel modo indicano loro un sostegno molto più solido: il
Gohonzon.
Nei primi tempi della Soka Gakkai, subito dopo la guerra, un membro si rivolse a Toda per
lamentarsi della mancanza di soldi. Disse che rischiava di essere buttato fuori di casa perché non
aveva i soldi per pagare l'affitto. Toda gli rispose: «Se non vuoi pagare l'affitto allora trovati un'altra
casa... ce ne sono tante a Tokyo. Scegli quella che più ti piace. Oppure scegli un pezzo di terra fuori
città e fatti costruire la tua casa da un'impresa edile. Ma forse non è questo il tuo problema perché tu
non hai soldi. Ma allora potresti entrare in una banca qualsiasi e chiedere dei soldi. Ci sono tante
banche e sono tutte piene di soldi. Ma forse il tuo problema non è tanto la mancanza di soldi quanto
il fatto che essi non passano per le tue tasche. Per questo devi praticare e accumulare tanta fortuna».
Nell'Ultimo giorno della Legge, noi possiamo accumulare fortuna. Per fare questo ci vuole Gongyo,
shakubuku, attività per gli altri e così via. Se sentite parlare di un altro metodo per avere buona
fortuna, ditemelo perché voglio conoscerlo.
[...]
Per favore non dimenticate mai che la base della pratica è non abbandonare mai il Gohonzon e
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continuare a recitare Nam-myoho-renge-kyo nella gioia e nel dolore. A chi tende a lamentarsi dico
sempre: «Invece di soffrire, pratica!» Anche se ripetete centomila volte 'soffro per questo, soffro per
quello' non riuscirete mai a superare i vostri problemi. Nella mia vita ho parlato a un gran numero
di persone e ho visto che tutti danno la colpa dei loro guai al fratello, alla madre, al marito, al datore
di lavoro. Nessuno dice mai "è colpa mia, sono io che non vado bene". Insomma non riescono a
capire che la causa è dentro di loro. Quando piove e l'acqua rimane in terra si tende a dare la colpa
alla pioggia. Ma la verità è che l'acqua rimane dove c'è una conca nel terreno. Se invece di una
conca c'è un piccolo poggio l'acqua scivola via. Il "difetto" non sta forse nel suolo?
Tutti si emozionano quando leggono la prefazione al romanzo La rivoluzione umana [«Una grande
rivoluzione nel carattere di un solo uomo permetterà di realizzare un cambiamento del destino di
una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l'umanità», n.d.r.] ma poi se ne
dimenticano e non ricordano che cambiando se stessi attraverso la fede troveranno la soluzione di
tutti i loro problemi. Voi avete appena ricevuto l'incoraggiamento di sensei e sentite nelle vostre
vite un grande spirito di missione. L'importante è che non vi allontaniate dall'organizzazione, vi
incoraggiate a vicenda e diventiate modelli di fede.
Lamentarsi è inutile
Uno dei "cavalli di battaglia" di Satoru Izumi era proprio quello che ha ispirato il titolo Mai dire
ma. I membri della Soka Gakkai italiana che parteciparono al corso in Giappone nel 1980 (il testo e
le foto di queste pagine, compresa quella in basso con Mitsuhiro Kaneda, fanno invece riferimento
al già citato corso dell'85) ricorderanno che Izumi si recò a far loro visita presso l'hotel e, nel breve
incontro, chiese come si dicesse in italiano quella fatidica parolina ("ma") che in giapponese suona
monde. Spiegò che la conosceva già in francese, inglese e alcune altre lingue, e si premurava di
impararla nel maggior numero di lingue possibile perché riteneva l'uso di questa parola uno dei
punti chiave di un corretto atteggiamento nella fede. Il motivo si può comprendere leggendo questo
breve estratto dal suo libro La fede e la vita quotidiana pubblicato alcuni anni fa dalle edizioni
Esperia e attualmente fuori catalogo.
Una volta un membro della Divisione uomini mi disse con disinvoltura: «La mia malattia è
migliorata notevolmente, ma non sono ancora completamente guarito». Allora gli risposi: «La
parola "ma" si usa quando ci si lamenta. Se non smetti di lamentarti, non potrai ricevere alcun
beneficio. Se lodi qualcuno o lo ringrazi e poi aggiungi un ma, non è più un ringraziamento.
Immagina di far visita a qualcuno. Il padrone di casa ti offre del tè. Se tu dicessi: «Mi hai dato una
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tazza di tè, ma non me ne hai offerta un'altra», saresti un bel maleducato. Se invece dici: «Squisito
questo tè! Potrei averne un'altra tazza per favore?», l'ospite ti accontenterà con gioia. A maggior
ragione è una grave scortesia nei riguardi del Gohonzon far seguire i ringraziamenti da un "ma".
Visto che sei molto migliorato, dovresti ringraziare il Gohonzon per questo. Poi, dato che non sei
ancora perfettamente guarito, prega per una guarigione perfetta. Non confondere le due cose!
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Messaggio  SonoSola Lun Mar 19, 2012 2:11 pm

Non demordere e non ti demoralizzare, nei concorsi pubblici ci sono tanti posti assegnati ai raccomandati è vero, però c'è anche qualche posto che devono per forza assegnare ai meritevoli.
Inoltre fare i concorsi ti forma nella sopportazione dello stress e ti aiuterà in futuro se dovrai fare test per aziende anche private, quindi non ti demoralizzare, vacci disillusa dando il meglio di te ma cerca di non farti schiacciare dalla situazione

SonoSola

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come carne al macello Empty Il giusto valore al lavoro...

Messaggio  Niklaswolf Lun Mar 19, 2012 4:08 pm

Ho speso sei anni in un'azienda dando il massimo, sopratutto perchè mi piaceva il lavoro e pensavo che crescendo avrei migliorato la mia posizione e contribuito al benessere della mia famiglia, perchè negli ultimi tre anni avevo anche trovato quella che pensavo sarebbe stata la mia compagna per la vita....da dicembre sono in malattia, ho scoperto il vero volto di coloro con cui e per cui lavoravo, per il malessere che portatvo a casa per nn perdere il lavoro ho perso la mia compagna, probabilmente per sempre....il lavoro serve, ma non deve eaarivare a rovinare la nostra vità, certo senza si rischia di vivere male, ma non è detto che con si viva meglio....per i concorsi, che a onor del vero non ho mai fatto, forse vale qualcosa di simile, ma solo a mio parere....affrontali, fatti prendere dalla giusta anzisa che un po' serve per caricarti di adrenalina, ma non farli divenire causa di malessere, non ne vale la pena.....e se stai male cerca qualcuno e parlane, io se l'avessi fatto oggi forse sarei l'uomo felice che non sono....buona fortuna per la tua vita Smile
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come carne al macello Empty grazie a tutti!

Messaggio  stefy Lun Mar 19, 2012 7:53 pm

C'è da precisare che quel concorso è stato sostenuto da una persona totalmente disillusa, quindi non ho per niente aspettative, eravamo 10000 a provare il concorso, per soli 20 posti, cioè lo 0,2 % di possibilità di farcela.
Il problema basilare è che mi sono sentita costretta a fare quel concorso, dalla mia famiglia, dal mio ragazzo. Sono certa dell'inconsistenza del mio futuro e del fatto che non farò il lavoro per il quale ho studiato (in questo caso sarà lo 0,0006 % di possibilità).
Come ha detto Suggestione, io aspiro ad una vita felice, ma la mia condizione me lo impedisce.

per Suggestione:
Sei Buddista?
e per caso hai raggiunto la felicità, ce l'hai fatta?
perchè la mia, che si accontentava di pochissimo è svanita totalmente.


stefy

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