33 anni, vergine e triste

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Messaggio  enzo1978 Dom Giu 26, 2011 11:23 am

Ciao a tutti
Mi presento ho 33 anni, e non mi piace la vita. Mettiamo subito in chiaro: ho paura degli altri, le persone non mi piacciono, sono vergine e tendo a isolarmi sempre dal prossimo. Sono sempre stato cosi, fino da piccolo.
Mi e difficile strutturare questa lettera perche non so bene come esprimere la mia situazione. Comincerò a dirvi quando sto veramente bene: quanto vado a dormire la sera. Li’ non devo più rendere conto a nessuno, e trovo pace e la serenità. Faccio anche voli pindarici immaginando che dal giorno dopo cambierò, che mi butterò con entusiasmo in qualsiasi cosa al fine di conoscere nuova gente e tante ragazze e alla fine una a cui piacerò o mi mi troverò in sintonia la troverò.
Ed invece ogni mattina mi sveglio dinuovo con l’angoscia di affrontare la vita. Ma andiamo per capitoli.
Prima la scuola, dal liceo all’università, ed ora il lavoro, non sono mai stati un grosso problema, anzi spesso le mie uniche fonti di serenità e forse anche di divertimento. L’essere inquadrati in una organizzazione forse mi dà la serenità di non dovere improvvisare nulla e anzi, l’uscire fuori dagli schemi all’interno delle organizzazioni mi dà modo di essere in qualche modo diverso ed originale agli occhi degli altri. In questo tipo di ambienti risulto simpatico e divertente quasi sempre a tutti, in piu non mi ritengo stupido e risulto se non un genio una persona abbastanza intelligente.
Il problema, e grosso, è al di fuori di tutto cio. La vita fuori mi spaventa tantissimo perche sento di essere obbligato ad avere una personalità che non ho e a dover dimostrare chissà che cosa. Ho da sempre riufiutato di categorizzarmi nelle tendenze giovanili, che fossero mode o interessi, per dimostrare di non essere un caprone che va dietro alle masse. Una sorta di forte orgoglio personale, unito alla mia timidezza nell’approcciarmi con persone al di fuori degli schemi tradizionali come possano essere perlappunto il lavoro o la scuola di cui parlavo sopra.
Questo, inoltre, mi ha sempre reso estremamente timido nei confronti dell’altro sesso (per il quale, vi garantisco, ho un’attrazione incredibile). Ma attenzione non pensiate che questo sia il mio vero problema, il vero problema è nel mio rapporto con gli altri esseri umani; non mi sono mai sentito legato a nessuno e penso di non avere neanche un vero amico nonostante conosca tante persone. Non ho mai avuto una ragazza. Ci credete? Quando conosco una persona del sesso opposto, è sempre la stessa storia: non faccio una mossa per conquistarla sperando che venga da me. Un altro mio complesso è infatti quello che secondo me la maggior parte delle ragazze vengono conquistate attraverso la continua esibizione di se stessi, con l’uso di denaro e l’esibizione di interessi che il piu delle volte mi sembrano forzati. Mi e capitata solo una storia nella mia vita. Una ragazza di cui ancora oggi sono fortemente innamorato, che è attrattissima da me ma non innamorata purtroppo. Durante la ns storia si è sposata con il suo ragazzo storico. Con lei è tutto nato come ho sempre sognato. Senza che io muovessi un dito. Ci ha solo avvicinato una fortissima intesa su tutto, anche fisica. Anche se non abbiamo mai fatto l’amore perche lei non ha mai voluto tradire fino in fondo il suo fidanzato, ci siamo andati cosi vicini! anche se io non ho praticamente esperienze, con lei e sempre venuto tutto cosi naturale, cosi corroborato da un sentimento fortissimo. Insomma un sogno, ho conquistato una ragazza senza fare nulla e solo perchè ci piacevamo fortissimamente per ciò che siamo e basta. Con lei, il primo bacio (e gli unici baci) della mia vita. Per me, è stata una emozione pazzesca, culmine di un rapporto bellissimo. Quando mi vedo con lei (tuttora) stiamo come stanno due fidanzatini del liceo, emozioni che ho sempre immaginato e che si sono tradotte per una volta in realtà. Ogni volta che ripenso ai nostri momenti insieme mi pervade la felicità. Purtoppo questa storia, anche se non e finita del tutto, è ovviamente destinata a finire perchè lei mi dice che nn mi ama pur ripetendomi che mi vuole un bene dell’anima.
Per superare questa delusione, ho provato ad uscire con altre ragazze. Non mi ritengo un brutto ragazzo, anche se nn bellissimo, e qualche occasione (tre occasioni per la precisione da un anno e mezzo a questa parte.. e vi assicuro che per me la media è altissima!) le ho avute: eppure forse un po’ per la mia mancanza di esperienza, forse un po’ (o tanto!) perche ho la testa all’altra ragazza.. se esco con una mi rivelo poco interessante ai suoi occhi e badate bene... non è un vittimismo ma lo sento, lo sento come non mai che l’uscita si trasforma in pochissimo tempo in una noia mortale.. io sono annoiato e l’altra persona pure. Tanto che alla fine dell’uscita non è neanche il caso di parlare di “delusione” ma quasi di liberazione, non solo della ragazza nei miei confronti ma pure al contrario!
Chiudendo questo (amaro) capitolo, torniamo al resto: le altre persone. Non mi piacciono non c’è niente da fare. Odio le esplosioni di socialità fatte di aperitivi, viaggi in posti esotici, interessi qua e là. Mi sembra che sia tutta una farsa di ricerca di rapporti con il prossimo forzando le proprie personalità. Che poi lo so, non è sempre così.. ma secondo me lo è la maggior parte delle volte. Lo sapete? Io con le altre persone il 99% delle volte MI ANNOIO tantissimo. Ogni volta che esco per una serata, o un aperitivo, non vedo l’ora che finisca per tornarmene alla quiete della mia solitudine. Non parlimo poi di quelle volte dove vengo trascinato in discoteca, dove guardo l’orologio in continuazione e faccio finta di godermela mentre in realtà sono nell’angoscia più totale. Vivo nel terrore che qualcuno della compagnia riesca a “beccare”... io che non riesco neanche a parlare con una ragazza, figuriamoci a conquistarla. Che poi per conquistare bisogna 1) buttare soldi nel cesso in s***ate (che è una cosa che e piu forte di me, mi da fastidio e non riesco a comportarmi cosi) ed essere brillanti (altra cosa che odio.. uno per essere brillante deve fare finta di avere mille interessi qua e la che poi nn sono veri: fingere nn è per me).
Alla fine ci rifletto e dico.. ma sono io l’anormale allora...? tutti bene o male ce la fanno...
In questo periodo della mia vita è anche peggio.. tutti cominciano a sposarsi, a convivere e ovviamente arrivano i primi figli... io invece nn ho mai avuto una ragazza ed ogni giorno che passa e sempre peggio, come faro a recuperare il tempo perduto??? La mia storia descritta poc’anzi con quella ragazza... mi aveva reso talmente felice che piu volte mi aveva illuso che potesse lasciare tutto per me. Cosa che nn e avvenuta a mai avverrà. Mi dico se non è capitato con questa persona con cui c’è una sintonia pazzesca, mi chiedo con chi mai potrà capitare.
Ancora oggi i miei unici momenti belli dove sono al settimo cielo sono solo quando sono con lei. L’ultimo due giorni fa. Che mi abbraccia forte e mi da tanti bacini facendomi sentire importante almeno per qualcuno. Che viene da me nel cuore della notte solo perchè ha voglia di vedermi. Poi pero’ cado nell’angoscia perche, come al solito, si pente e mi scrive cose del tipo “è il modo sbagliato di dimostrarti il mio bene, ed il tuo è sprecato”, “stai perdendo tempo”... ecc.
Scusate per la confusione di questa lettera ma avevo bisogno di un incipit.. forse se qualcuno avrà voglia di rispondermi potrà scavare piu in profondo in quella che è la mia triste personalità.
Ciao e grazie per la pazienza.

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Messaggio  mmm Dom Giu 26, 2011 7:34 pm

ciao.

premetto che per certi aspetti (ma non tutti) mi riconosco nella tua situazione, e che oggi sono in debito di sonno (quindi la mia capacità di concentrazione è limitata).

inizio con una domanda. qual'è il problema?

a parte l'amore non corrisposto, dove la tua unica scelta è se continuare a provare questo sentimento e vedere quella persona oppure se lasciarla andare, ovvero interrompere la relazione, ovvero abbandonarla. se decidi di abbandonarla, ti puoi motivare bene in fretta, ma prima devi decidere.

quindi, qual'è il problema?

il problema è che non ti piacciono le altre persone?

o il problema è che non trovi una persona a cui legarti?

il problema è che gli altri non sono come tu vuoi che essi siano, o che tu non riesci ad accettarli e relazionarti con essi per quello che sono?

il problema è che tu sei incompatibile con gli altri, o che ti rendi tale?

e perché questa/e cosa/e sarebbero un problema? in cosa ti ostacola, cosa ti toglie?

parli di alcune tue linee etiche/morali/caratteriali che ti mettono i bastoni tra le ruote. ma sei tu che decidi, se sperperare il denaro, se seguire la moda. ovviamente ogni scelta ha i suoi pro e i suoi contro, di cui dovrai farti carico, ma poi perché ti devi affidare assolutamente a una linea di pensiero, invece di decidere caso per caso?

ad esempio, potresti fare un po' di straordinario e poi spendere il ricavato in vizi e divertimenti.

oppure potresti definire un progetto "trovare una compagna" e decidere che tutti i soldi spesi per questo progetto non siano sprecati ma investiti in questa impresa. pure il coctail, o il vestito firmato, non sono più sprechi ma mezzi.

ti dico, qui è il paraplegico che da' suggerimenti di come correre allo zoppo, però secondo me dovresti essere più flessibile, poi dovresti costruirti una vita, interiore ed esteriore, di cui un'altra persona potrebbe desiderare di far parte, e infine puoi iniziare nuovamente a cercarti una ragazza (e quindi puoi anche cercare su internet manuali di "seduzione rapida" o "fast seduction").

altrimenti ti metti l'anima in pace e rimani così come sei, solo e libero di annoiarti di te stesso.

ciao

mmm

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Messaggio  elisabetta5656 Dom Giu 26, 2011 8:49 pm

"qui è il paraplegico che da' suggerimenti di come correre allo zoppo"Ciao mmm, la tua autoironia è sempre molto divertente ed è anche uno strumento utilissimo alla sopravvivenza.Benvenuto ad Enzo nei confronti del quale provo moltissima solidarietà.Anche io ho dovuto affrontare da sempre grossi problemi con gli uomini e spessissimo avvertivo quel senso di noia di cui parli.Come mmm, non capisci qual'è il problema? Il problema è la sofferenza.Il problema è la mancanza. Il problema è il desiderio.Il problema è la mancanza di piacere. Il problema è il non piacersi.Il problema è uno dei maggiori esistenti per l'essere umano:la difficoltà, a volte l'impossibilità di avere buone relazioni sociali che sole, almeno per i più, ci rendono la vita vivibile, a volte dura, a volte spietata, a volte intrigante,a volte piacevole, a volte divertente, a volte addirittura meravigliosa ecc. ecc. A Enzo direi di tagliare , lo so è doloroso, il rapporto con questa ragazza che ha veramente le idee confuse e non può tenerti appeso alla sua incertezza,togliendoti perfino il coraggio di tentare con altre ragazze perchè un pò di conforto comunque te lo dispensa. Il problema non è però la ragazza in questione ma forse è in te.E non sempre è così facile da risolvere.Io non ci sono riuscita, o almeno solo a tratti.Ma tu, come mmm,siete giovani e lo so, questa è una mia personale convinzione(nessun uomo è un'isola. E quindi non chiedere mai per chi suona la campana.Essa suona per te.E.Hemingway) non vi dovete rassegnare alla solitudine.Fatevi aiutare da uno psicologo in gamba,abbassate le vostre aspettative nei vostri confronti e nei confronti degli altri.Sperimentate,sperimentate anche se fa male.Io li ho fatti questi piccoli passi e qualche miglioramento, piccolo, si intende, l'ho ottenuto ma ero partita veramente indietro nella gara della vita. Ci sono tante ragazze forse non bellissime, ma intelligenti,accoglienti sensibili e spiritose che magari hanno i vostri stessi problemi.Cercatele.Basta.So di aver esagerato nel ruolo di maestrina, scusatemi, ma un pò l'età me lo permette.Salutoni
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Messaggio  canterel II Dom Giu 26, 2011 8:59 pm

ciao enzo,
anche io posso dire, come mmm, di capire diversi degli stati d'animo che descrivi, e di essermi trovato in situazioni abbastanza simili.
sono stato molto male, quando ho dovuto misurarmi con alcune mie scarse attitudini sociali. sono stato molto male a causa delle contraddizioni esplose nel mio modo di vivere l'erotismo e di gestire i rapporti con le persone che trovavo attraenti.
una prima considerazione che mi viene da estendere, è quindi di non considerarti troppo solo con le tue difficoltà. il cruccio per le nostre preoccupazioni a volte ci rende difficile la percezione della nostra prossimità agli altri, e ci spinge piuttosto a inventare differenze insormontabili, o almeno a sovraccaricare di significato le differenze che ci caratterizzano.
un altro pensiero che allego al mio commento, è che comunque, stante la non-eccezionalità dei problemi che hai esposto, quando si entra nella sfera del desiderio e delle passioni, allora forse dobbiamo distinguere una dimensione oggettiva e comune dei problemi da una invece soggettiva e per certi versi irrazionale: vale a dire che anche se la mia storia personale e la tua si somigliano per la ricorrenza di alcune questioni, la soluzione soddisfacente al mio problema potrebbe non essere altrettanto soddisfacente per te.
ciò posto, e detto per inciso che non credo di aver eliminato ogni problema di socializzazione, né di essere sempre e del tutto soddisfatto della mia vita affettiva, io so di trovarmi oggi in una situazione migliore rispetto a quella in cui mi dibattevo in passato. ho fatto qualche progresso e ho tentato di isolare alcuni fattori che mi hanno aiutato.

in modo un po' paradossale, devo dire che lo sconforto, la noia e la delusione (vissuti però con un certo "coraggio", con un po' di umiltà e di raziocinio) maturati nel tempo, sono stati anche la leva per consentirmi di riprendermi e di modificare le cose. le donne hanno cominciato a trovarmi più gradevole e meno noioso quando, in un certo senso, ho smesso di sperare di trovare donne che mi rendessero felice, e ho smesso di associare i miei desideri e le mie pulsioni all'idea di costruire un rapporto. rinunciando a coltivarli e a rivestirli di poesia, o di maledizione, i miei desideri sono diventati meno acuti, meno totalizzanti, e questo non li ha uccisi: li ha trasformati e me li ha fatti vivere con una diversa intensità, in modo più adulto. ho lottato più efficacemente con la noia nel momento in cui l'ho accettata, ne ho preso atto, apprezzando di più la possibilità di sottrarmi alla noia anche solo di poco e per poco, o con strategie indirette.
il sentimento, l'attrazione sessuale: sono importanti ma spesso non sono la base per costruire qualcosa o vivere bene uno scambio anche effimero, e piuttosto sono i frutti che dipendono da altri valori più decisivi, come la serenità, la pazienza, un certo grado di solidarietà umana e di disinteresse. è un modo forse banale di esprimere quello che voglio dire, ma è anche il più generale (sta a noi cercare di calarlo nel nostro vissuto per farne emergere i significati concreti): un certo tipo di felicità si presenta a poco a poco e si avvicina a noi più facilmente se smettiamo di inseguirla, di pensarla e di reclamarla. ciò che aumenta la mia prontezza di spirito, che mi rende più gradevole per chi trascorre del tempo insieme a me, fosse anche solo per bere una birra e via, è in definitiva la calma, che mi permette di assorbire imprevisti e delusioni, mi rende più curioso, scioglie un poco la mia capacità di interagire e di comunicare. questa calma dovevo guadagnarla passando per l'accettazione del mio dolore. quando invece temevo di essere deluso, temevo di perdere le occasioni, temevo di essere inadatto e diverso dal mio prossimo, questo modo di pormi inevitabilmente ricadeva sul mio comportamento. ero più ansioso, più impacciato, più offuscato, e più annoiato. potevo costruire solo rapporti fragili ed ambigui, imperniati sulla dipendenza dall'altro e su un'idea un po' paranoica di affinità spirituale, di comunione fisica o psichica, di dedizione farlocca e non ragionata.
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Messaggio  anthea Mar Giu 28, 2011 12:07 pm

Scusa Enzo, io sono un po' agreste e quindi parlerò fuori dai denti come al solito...
Ma se la tipa che ti piace tanto fosse così in sintonia con te, credi che non capirebbe che per te è una tortura continuare a vedervi? Credi che non sarebbe così sensibile da rendersi conto che venire da te e darti "tanti bacini" senza allungarti nient'altro è una sorta di presa per i fondelli?

Per me ti prende per il sedere e basta! Una donna che si rispetti non sta con un uomo e poi fa la cretina con un'altro. A mio parere ti usa da zerbino e ci si pulisce i piedi quando le serve, tanto tu sei sempre disponibile.
Per forza poi con lei diventa tutto romantico e intenso! Lei ti tiene sulla corda come l'asinello con la carota!
Te la fa vedere ed annusare, ma non ci arriverai mai. E tu trotti e trotti con lei sul groppone che si diverte, perchè tanto sa che può avere tutto da te senza darti nulla.
Mi spiace, ma a me le persone come lei non piacciono proprio. E se tu vuoi veramente dare una svolta alla tua vita, allontanatene perchè altrimenti rimarrai ancorato ad un'ideale di donna che non esiste.

Riguardo agli "altri", ricordati che anche tu ne fai parte. E che le persone sensibili e timide raramente fanno il primo passo verso di te.
Se a te non piace ostentare e frequentare luoghi ameni solo per cuccare, non penso ci sia nulla di anormale. Come te sono in tanti. Ma penso ci sarà qualcosa che ti piace a parte stare in casa tua con la TV accesa!
E forse è quel qualcosa che ti permetterebbe di entrare in una tua dimensione, senza cercare di adeguarti a quella degli altri.
Non puoi pretendere di startene lì rinchiuso ad attendere che le cose ti inciampino contro per caso. Forse cerchi di relazionarti con persone che con te hanno poco in comune e per questo ti annoiano.
O forse no... Parla un po' tu.
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Messaggio  mmm Mar Giu 28, 2011 12:21 pm

anthea ha scritto:Scusa Enzo, io sono un po' agreste e quindi parlerò fuori dai denti come al solito...
Ma se la tipa che ti piace tanto fosse così in sintonia con te, credi che non capirebbe che per te è una tortura continuare a vedervi? Credi che non sarebbe così sensibile da rendersi conto che venire da te e darti "tanti bacini" senza allungarti nient'altro è una sorta di presa per i fondelli?

Magari lo tiene come ruota di scorta, o per farsi bella con le altre / gli altri.

Concordo anche sul resto Smile

A parte che uno che inizia con "Mi presento ho 33 anni, e non mi piace la vita." chi mai può attrarre? E soprattutto che mai se ne farebbe di una compagna? Prima deve cambiare atteggiamento, rendere la propria (interpretazione della) vita un po' più leggera e vivibile e forse poi potrà pensare di invitarvi un'altra persona...

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Messaggio  merla Mar Giu 28, 2011 4:13 pm

Se posso aggiungerei una cosa per enzo e interessati: relazionarsi con gli altri in modo più o meno soddisfacente, e trovare un compagno/a di vita sono due cose profondamente differenti e non necessariamente intimamente correlate.

Forse l'unica relazione realistica è una discorso sui grandi numeri: se uno si relaziona facilmente con le persone ed ha tante conoscenze, ovviamente può fare più incontri tra i quali può trovare una compagna. Ma non è detto.
Se la donna/l'uomo ideale sono cupi e tristi perché per una qualche ragione, vogliamo un compagno/a cupo e triste, difficilmente l'incontreremo durante occasioni di estrema socialità.

In ogni caso la capacità o la volontà di relazionarsi con gli altri dipendono da un sacco di cose, dal carattere, dall'indole, mentre cotruirsi una vita con qualcuno è in ogni caso una scelta. Scelta che non necessariamente ripara dalla solitudine.

Insomma, io scinderei i problemi, se di natura sei piuttosto solitario e le persone ti annoiano, allora forse potresti capire fino a che punto questa è una scelta e fino a che punto può essere invece un limite che di conseguenza ti costringe a una scelta. Se è una scelta, direi che va bene così, se invece ti rendi conto di sentirti limitato allora sicuramente sperimentare e vivere le cose con una certa leggerezza, potrebbe aiutarti. Potrebbe aiutarti anche l'ipotesi di parlare con qualcuno (ora io penso a uno psicologo, ma non necessariamente) perché spesso il nostro vissuto influenza il nostro presente in un modo che non vorremmo.
Però insomma...dandoci un po' meno peso. Anche la ragazza conosciuta in discoteca che ti costa un cocktail e magari qualche piccola bugia (poi bugia...si tratta di dare risalto a quello che ritieni possa essere interessante ed evitare di dare risalto a quello che pensi non lo sia, alla fine dei conti) forse andrebbero presi un po' più alla leggera.
Dal mio punto di vista femminile, uno che mi offre un caffè, una birra, una cena è soltanto uno che mi dimostra che passare del tempo con me, per lui è in ogni caso piacevole e che è disposto a fare un minimo sforzo in quel senso.
Se uno ritiene che per conversare con me, i 5 Euro di un cocktail siano sprecati (o siano un investimento...), io mi sento più che legittimata a ritenere altrettanto sprecata la mezzora persa a parlare con lui, o no?
Perché - in ogni caso - la ragazza che incontri in discoteca o al bar - in genere - si è sprecata a truccarsi, a sorridere, magari si spreca a essere gentile e carina e non sbadigliare la prima cretinata che dici, ecc. ecc., in parte per soddisfare la propria esigenza di essere considerata dagli astanti, ma al tempo stesso soddisfacendo anche l'esigenza degli astanti di non incontrare sempre e solo persone tristi, stanche, piene di problemi, e che non sorridono manco sotto tortura.
È tutto un do ut des, insomma...

Per il resto... io mi sto convincendo sempre più che le vecchie e buone corna (oltre a essere decisamente più soddisfacenti) sono anche più oneste e alla fine creano meno dolore, di queste affinità elettive che si protraggono per anni.
Io sicuramente soffrirei di meno nel sapere che il mio tipo si è fatto una storia con una che l'attraeva, piuttosto che sapere che da anni si vede con una ragazza portando avanti un rapporto che non è né carne, né pesce.
Insomma, se mi deve far del male, almeno che si siano divertiti no? Altrimenti è proprio assurdo.
Quindi ... vedi tu, ma il mondo è pieno di persone con cui potresti avere un'attrazione e un'intesa altrettanto forti rispetto a quelle che hai con questa ragazza, che però siano coinvolte quanto te e possibilmente non sposate.
Certo che devi darti il modo di incontrarle e dar loro il modo di incontrare te.
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Messaggio  Luciano Mer Giu 29, 2011 2:39 pm

Ciao Enzo,
Intervengo perché mi riconosco molto nel tuo racconto: io anni fa ero in una situazione anche peggiore della tua. Non avevo vita sociale e addirittura avevo paura degli altri, non riuscivo ad aprirmi al mondo che mi circondava. Tu sei messo meglio di com'ero io, perché da quanto dici hai una vita sociale all'interno dell'ambiente di lavoro, e questa non è una cosa da poco...
Io gradualmente ho risolto gran parte dei miei problemi di fobia sociale, negli anni, soprattutto quando ero ragazzino. A volte sono anche sceso a compromessi, ho fatto cose che non mi piacevano pur di stare con gli altri... a volte nella vita bisogna scendere a compromessi. Sono riuscito a conoscere delle persone, ad avere un gruppo con cui uscire... sono stato anche fortunato, probabilmente, a conoscere delle persone con cui mi trovo bene. Però mi sono spesso trovato insieme a persone che non mi piacevano e ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Adesso ho quasi 29 anni e so di avere degli amici... saranno 4 o 5, ma mi bastano e mi avanzano... adesso sono io a cercare la mia solitudine, e quando si prospetta un'uscita con una compagnia che non mi piace, preferisco rimanere da solo a casa. Mi piace la mia solitudine e non ne soffro più... ho superato i miei complessi anche perché ho aumentato la mia autostima... prima mi vedevo brutto e non mi piacevo, ora invece amo molto me stesso... credo che sia una cosa importante, un grande punto di partenza amare sé stessi, perché se ami te stesso poi ti viene più facile aprirti con gli altri e fare nuove conoscenze... credo che dovresti partire da questo!
Per quanto riguarda le ragazze, il discorso è analogo... per lungo tempo sono stato iper-complessato perché ero vergine. Mi buttavo sulle chat per conoscere ragazze, e spesso sono uscito con ragazze che non mi piacevano per niente... ma anche questo è servito alla mia autostima. Poi un giorno sono riuscito a non essere più vergine, e ho anche avuto una ragazza stabile per più di un anno. Adesso quei complessi sono svaniti... la mia era solo mancanza di autostima... ora voglio bene a me stesso e non cerco più una ragazza a tutti i costi... aspetto di conoscerne una che mi piaccia davvero, meglio solo che mal accompagnato... e ora mi sono reso conto che tutti quei complessi sul fatto che ero vergine erano davvero stupidi...
Ti dico tutto questo per farti capire che le cose possono benissimo cambiare... se impari ad amare te stesso di più e a essere più sicuro di te stesso, le cose vanno meglio! Io ero un ragazzo timido e pieno di fobie sociali, adesso sono ancora timido (il carattere non lo puoi cambiare radicalmente) però sono più consapevole di quello che sono, ho imparato ad amare me stesso e ho una vita sociale! Ora posso permettermi di decidere di rimanere da solo ed essere contento di ciò!! Un tempo soffrivo per il fatto di essere da solo, adesso invece ricerco la solitudine... è strano ma è così.

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Messaggio  enzo1978 Ven Mag 24, 2013 9:45 pm

Rieccomi.. sono passati quasi due anni.
Mi riconosco ancora tantissimo nel mio primo post. Anzi sono peggiorato. Esco sempre di meno e devo dire che questo non mi dispiace piu di tanto. Forse come diceva un utente “restare immobili è la tattica di difesa piu grande del mondo” beh, forse mi ci rispecchio.
Ma il punto piu dolente è la famosa ragazza. Innanzitutto aggiungo i particolari che avevo omesso. In primis e che e una mia collega. E secondo che suo marito era praticamente sempre fuori citta per lavoro. Questo ha sicuramente facilitato il fatto che potessimo vederci senza limiti i tempo e di spazio.. a parte i weekend. E per tanto tempo. Anche se la forte amicizia è nata prima di queste trasferte del marito, ed era nata sinceramente, ma probabilmente la scossa decisiva, almeno da parte sua, era la lontananza del marito. Io in fondo dentro di me lo ho sempre saputo, ma è stato cosi bello illudersi.
Insomma per farla breve.. è alla fine successo. Che lei volesse venire a letto con me. È stata una notte … l’ennesima passata avvinghiati in macchina.. mi ha chiesto di venire da me.
E qui forse è nato un altro mio problema… premetto che e stata una notte bellissima per me… e credo proprio anche per lei. Per me un sogno avere una ragazza nel mio letto per la prima volta nella mia vita. Ma… non sono riuscito a farlo. Già… nn sono riuscito. Sicuramente l’imbranamento ha giocato tanto. Ma.. niente erezione soddisfacente.. soprattutto tentando di mettere i preservativi, un disastro.
Avevo gia paura di cio / un quasi “sentore”… da tanto tempo. Essendo completamente astinente da sesso, lo ammetto.. ho abusato di pornografia (con soddisfazione) in da quando ero liceale.. ma da tempo non mi dava piu stimoli- godimento- erezioni al top… chissà se è stato questo abuso a diminuire la mia libido.. e quindi a influenzare anche il mio rapporto con lei?
Stranamente… mi eccito terribilmente per un bacio, o una carezza… uno sguardo… adoro i preliminari, di qualunque tipo.. e invece mi sono svuotato al momento dell’atto. Mi sono autoconvinto che il sesso in sé abbia perso di significato a causa della troppa pornografia. Potrà essere cosi? E invece l’eccitarmi per una persona che mi guarda o che dimostra interesse per me… potrebbe essere dovuto al contrario? ovvero alla mancanza di affetto che ho sempre avuto?
Comunque sia… la mancanza è stata non solo quella notte…. Ma anche in tutte le successive… si perché questo non ha impedito che la nostra storia continuasse, con uguale intensità. Lei mi cercava sempre con regolarità… e provava anche piacere fisico a suo modo.. solo strusciandosi su di me. Piacere totale.. al punto di venire regolarmente… grande motivo di soddisfazione per me. Tanto soddisfacente da nn importarmi, se io non venivo allo stesso tempo. E poi i baci… sempre i miei preferiti. Sempre intensi.. passionali.. infiniti. Se ci penso ancora adesso mi pervade un senso di malinconia e felicita allo stesso, intenso livello.
Mi piacerebbe sentire la vostra opinione su questo aspetto “sessuale”. Perché adesso ho un preconcetto che non ce la potrò mai fare con un’altra donna, sempre se verrà.
Ma ora passo anche alla parte più “romantica”.
Si perché c’è stato un momento.. limite. Che quelle parole dalla sua bocca sono quasi uscite. “forse mi sono innamorata di te”. “devo prendere delle decisioni”.
La decisione, forse la avrete capita dal tono del messaggio, non è quella che avrei desiderato. È finita dopo le ultime vacanze estive. L’ultima notte insieme è coincisa con l’ultima giornata di lavoro. Poi agosto non un messaggio… e da settembre… mai piu niente tra di noi.
Lascio perdere i dettagli dell’affievolimento del rapporto… il non vedersi più ha affievolito la nostra intesa… io non ho più voluto assecondarla nel suo doppio gioco, e lei si è progressivamente distaccata. Fino all’epilogo più scontato… circa un mese fa ha annunciato di essere al terzo mese di gravidanza. La cosa ovviamente non mi ha sorpreso piu di tanto. Pur rimanendoci malissimo… pensavo in un primo momento di farcela. Ma invece ogni giorno e stato peggio. Ragazzi sono disperato.. lei è al settimo cielo e non fa niente per nasconderlo. Io ho un misto di malinconia, delusione e rancore… che non riesco a superare.

Perché in fondo la amo e nn riesco ad odiarla. Non ci riesco… anche se vedo quella pancia crescere ogni giorno ed è una mazzata tremenda. Ma se c’è un raro momento in cui riusciamo a parlare come una volta (perché ormai sono più frequenti i litigi.. in seguito a mie regolari scenate isteriche)… io cado dalle nuvole e mi perdo nei suoi occhi… e quella pancia mi sembra cosi tenera… ma poi se la sento da lontano ridere e scherzare… con altri.. e parlare della sua nuova casa e della maternità che la attende… penso di non riconoscere più quella persona… penso che non e possibile che sia cosi ipocrita… penso a come cacchio faccia tutte le sere a guardare negli occhi suo marito… penso a come possa fare la santerellina e la mamma-mogliettina perfetta agli occhi di tutti gli altri???
In piu odio il fatto che non sono piu il suo punto di riferimento come ero prima, soffro la sua indifferenza al fatto che io ci sia o non ci sia… soffro per il fatto che non mi faccia più scenate di gelosia. Questa volta il distacco dalla sua parte è cosi vero!!!!!
Non riesco a uscire da questo conflitto amore-odio.. che mi sta lacerando. Non so che fare. Purtroppo non riesco neanche a godere del fatto che per un anno non la vedrò in ufficio… anzi ho paura che mi dimentichi e che mi rimuova completamente… che poi sarebbe la cosa migliore, ma a me fa cosi soffrire solo l’idea.
So già quale sarà a vostra raccomandazione…

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Messaggio  -Nessuno- Dom Mag 26, 2013 2:42 am

canterel II ha scritto:ciao enzo,
anche io posso dire, come mmm, di capire diversi degli stati d'animo che descrivi, e di essermi trovato in situazioni abbastanza simili.
sono stato molto male, quando ho dovuto misurarmi con alcune mie scarse attitudini sociali. sono stato molto male a causa delle contraddizioni esplose nel mio modo di vivere l'erotismo e di gestire i rapporti con le persone che trovavo attraenti.
una prima considerazione che mi viene da estendere, è quindi di non considerarti troppo solo con le tue difficoltà. il cruccio per le nostre preoccupazioni a volte ci rende difficile la percezione della nostra prossimità agli altri, e ci spinge piuttosto a inventare differenze insormontabili, o almeno a sovraccaricare di significato le differenze che ci caratterizzano.
un altro pensiero che allego al mio commento, è che comunque, stante la non-eccezionalità dei problemi che hai esposto, quando si entra nella sfera del desiderio e delle passioni, allora forse dobbiamo distinguere una dimensione oggettiva e comune dei problemi da una invece soggettiva e per certi versi irrazionale: vale a dire che anche se la mia storia personale e la tua si somigliano per la ricorrenza di alcune questioni, la soluzione soddisfacente al mio problema potrebbe non essere altrettanto soddisfacente per te.
ciò posto, e detto per inciso che non credo di aver eliminato ogni problema di socializzazione, né di essere sempre e del tutto soddisfatto della mia vita affettiva, io so di trovarmi oggi in una situazione migliore rispetto a quella in cui mi dibattevo in passato. ho fatto qualche progresso e ho tentato di isolare alcuni fattori che mi hanno aiutato.

in modo un po' paradossale, devo dire che lo sconforto, la noia e la delusione (vissuti però con un certo "coraggio", con un po' di umiltà e di raziocinio) maturati nel tempo, sono stati anche la leva per consentirmi di riprendermi e di modificare le cose. le donne hanno cominciato a trovarmi più gradevole e meno noioso quando, in un certo senso, ho smesso di sperare di trovare donne che mi rendessero felice, e ho smesso di associare i miei desideri e le mie pulsioni all'idea di costruire un rapporto. rinunciando a coltivarli e a rivestirli di poesia, o di maledizione, i miei desideri sono diventati meno acuti, meno totalizzanti, e questo non li ha uccisi: li ha trasformati e me li ha fatti vivere con una diversa intensità, in modo più adulto. ho lottato più efficacemente con la noia nel momento in cui l'ho accettata, ne ho preso atto, apprezzando di più la possibilità di sottrarmi alla noia anche solo di poco e per poco, o con strategie indirette.
il sentimento, l'attrazione sessuale: sono importanti ma spesso non sono la base per costruire qualcosa o vivere bene uno scambio anche effimero, e piuttosto sono i frutti che dipendono da altri valori più decisivi, come la serenità, la pazienza, un certo grado di solidarietà umana e di disinteresse. è un modo forse banale di esprimere quello che voglio dire, ma è anche il più generale (sta a noi cercare di calarlo nel nostro vissuto per farne emergere i significati concreti): un certo tipo di felicità si presenta a poco a poco e si avvicina a noi più facilmente se smettiamo di inseguirla, di pensarla e di reclamarla. ciò che aumenta la mia prontezza di spirito, che mi rende più gradevole per chi trascorre del tempo insieme a me, fosse anche solo per bere una birra e via, è in definitiva la calma, che mi permette di assorbire imprevisti e delusioni, mi rende più curioso, scioglie un poco la mia capacità di interagire e di comunicare. questa calma dovevo guadagnarla passando per l'accettazione del mio dolore. quando invece temevo di essere deluso, temevo di perdere le occasioni, temevo di essere inadatto e diverso dal mio prossimo, questo modo di pormi inevitabilmente ricadeva sul mio comportamento. ero più ansioso, più impacciato, più offuscato, e più annoiato. potevo costruire solo rapporti fragili ed ambigui, imperniati sulla dipendenza dall'altro e su un'idea un po' paranoica di affinità spirituale, di comunione fisica o psichica, di dedizione farlocca e non ragionata.
Cantarel il tuo discorso è perfetto ed è anche il mio, ma c'è un'obiezione logicamente valida e cioe che tutto ciò è un'aggravante. Se si costringe un uomo ad avere atteggiamenti diversi nei confronti dei propri sogni, e ben inteso bisogna costringersi...beh..è difficile, molto difficile che si possa onestamente considerare questo retringimento dei propri sogni come fatto da attuarsi in virtu della nostra volonta. è un imposizione che ci viene da una mancanza.

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Messaggio  canterel II Dom Mag 26, 2013 1:10 pm

non so se riesco a riprendere il filo di questo vecchio thread e nemmeno son sicuro di confermare tutto di ciò che ho scritto due anni fa...

però, -Nessuno-, in merito a ciò che dici ti rispondo che probabilmente è questione di definire la "volontà".
credo che si possa attribuire alla volontà qualche autonomia e potere in più rispetto alla semplice facoltà di presentare alla coscienza l'inerzia istintiva di desideri originari. propendo per un concetto un po' più kantiano di volontà. così la volontà può trasformare anche il contenuto e la disposizione dei desideri, e farsi organo dello sviluppo della persona. altrimenti vedo il rischio di far sparire la volontà dietro al principio di piacere, e devo immaginare che la persona volontariamente agisca, sogni e speri solo sulla base di ur-fenomeni della sua infanzia, senza che l'esperienza possa minimamente modificare la sua sensibilità e le sue convinzioni profonde, ma solo la condotta esteriore. non che a volte non sia così: ma non è sempre vero per me che crescere equivale a raccontarsela e a fingere di accontentarsi.
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Messaggio  enzo1978 Dom Mag 26, 2013 8:25 pm

canterel II ha scritto:non so se riesco a riprendere il filo di questo vecchio thread e nemmeno son sicuro di confermare tutto di ciò che ho scritto due anni fa...

però, -Nessuno-, in merito a ciò che dici ti rispondo che probabilmente è questione di definire la "volontà".
credo che si possa attribuire alla volontà qualche autonomia e potere in più rispetto alla semplice facoltà di presentare alla coscienza l'inerzia istintiva di desideri originari. propendo per un concetto un po' più kantiano di volontà. così la volontà può trasformare anche il contenuto e la disposizione dei desideri, e farsi organo dello sviluppo della persona. altrimenti vedo il rischio di far sparire la volontà dietro al principio di piacere, e devo immaginare che la persona volontariamente agisca, sogni e speri solo sulla base di ur-fenomeni della sua infanzia, senza che l'esperienza possa minimamente modificare la sua sensibilità e le sue convinzioni profonde, ma solo la condotta esteriore. non che a volte non sia così: ma non è sempre vero per me che crescere equivale a raccontarsela e a fingere di accontentarsi.

Ciao Canterel,

il tuo post mi aveva - all'epoca - molto incuriosito ed essendo, mi sembra di capire, tu un po' simile a me, mi aveva dato un po' si speranza / prospettiva. Poi questi due anni sono andati come ho scritto sopra, quindi è come se fossi rimasto in qualche modo "fermo"...

Ora, mio malgrado o per fortuna .. riparto da zero, e rileggere il tuo vecchio post mi da un po' di fiducia per il futuro. Mi interesserebbe sapere come hai passato gli ultimi due anni e se hai avuto qualche ulteriore "miglioramento" (nn credo che sia la parola giusta, ma forse è l'unica che rende l'idea) nell'approccio con gli altri in generale e con l'altro sesso in particolare..

ti ringrazio in anticipo!

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Messaggio  -Nessuno- Dom Mag 26, 2013 9:04 pm

canterel II ha scritto: altrimenti vedo il rischio di far sparire la volontà dietro al principio di piacere ma non è sempre vero per me che crescere equivale a raccontarsela e a fingere di accontentarsi.
E esattamente cosi. la volonta non esiste di per se, esiste solo come istanza razionale che agisce una volta che il soggetto è libero di scegliere. Ma ognuno di per se agirebbe in base alla propria libido. Certamente pero va detto che crescere non è raccontarsela, crescere è accettare che non si è liberi in senso assoluto, ma si è soltanto liberi to di non seguire certe vie del nostro desiderio e cercarne altre, ed è già tanto.

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Messaggio  canterel II Dom Mag 26, 2013 10:05 pm

enzo1978 ha scritto:

Ora, mio malgrado o per fortuna .. riparto da zero, e rileggere il tuo vecchio post mi da un po' di fiducia per il futuro. Mi interesserebbe sapere come hai passato gli ultimi due anni e se hai avuto qualche ulteriore "miglioramento" (nn credo che sia la parola giusta, ma forse è l'unica che rende l'idea) nell'approccio con gli altri in generale e con l'altro sesso in particolare..

ti ringrazio in anticipo!

non posso proprio dire che questo per me sia un momento facile né esaltante, e gli sforzi che ho fatto per restare lucido, reattivo ed aperto non hanno dato frutti succulentissimi. lo stato del mio rapporto con la persona che amo ha raggiunto un livello di spiritualizzazione prossimo a quello degli amori di abelardo ed eloisa. per il momento ho deciso di non evirarmi. sono separato dalla mia compagna dalla distanza geografica che abbiamo dovuto frapporre tra di noi per un complesso di ragioni affettive, economiche e legate a problemi di salute. prima della distanza geografica, e più in profondità, agisce contro il nostro rapporto una barriera comunicativa che negli anni si è ispessita a forza di episodi che hanno reso evidenti le nostre differenze in termini di grammatica emotiva, abitudini, posizione dei desideri e disponibilità a differirne l'esaudimento. a dirla tutta, a giorni potrei trovarmi a dover mettere una pietra tombale sulla storia che ho cercato di coltivare con tanti sforzi, e non potrei farlo serenamente. dovrei ammettere di avere involontariamente allontanato una persona che ha tentato di condividere con me i suoi progetti finché ne ha avuto la forza, e che poi ha tentato almeno di salvaguardare una forma dura e avventurosa di amore platonico, fino a concludere che non riesco a guadagnarmi la sua fiducia e che contribuisco a rendere peggiore e più avvelenata la sua esistenza, anche se non vorrei.
so molto bene che la mia età e la mia indole renderanno l'esperienza della fine del rapporto molto dura. non ho più vent'anni, non son tipo da uscire per una birra e scoprire nuove cose sul genere umano e sulle donne. non ho più curiosità particolari da soddisfare e dubbi circa la mia sessualità. nella mia vita psichica, sempre meno adattiva in rapporto al passare del tempo, per intima legge biologica, c'è l'impronta di questa storia, e impiegherò tempo e fatica per accettare di ridefinirmi sotto questo profilo. mi appresto a proiettarmi nella senioritudine infeconda senza avere le attitudini del casanova e la curiosità esplorativa del turista sessuale.

detto ciò, continuo a credere che questi anni non siano passati invano e che qualche forma di empatia e di cosapevolezza debbano essersi piantate nella mia coscienza, perché in passato non sarei stato neppure in grado di creare le condizioni per grandi macelli sentimentali come quello che sto affrontando ora.
vivo una situazione di stress, la mia attività è concentrata nel lavoro e nello studio. ho trascurato amicizie importanti che mi riprometto, se possibile, di recuperare appena godrò di una prospettiva un po' più certa, per quanto fosca.
ora che sono in difesa e sotto stress, il progresso che posso misurare consiste in sostanza nel fatto che sento il dolore della situazione senza che la mia condizione umana debba puzzare di carogna marcia. riesco a guardare il macello che ho davanti senza distogliere lo sguardo. riesco a non detestare né me né la mia compagna per questo fallimento. continuo a compiere tentativi fallimentari per migliorare la situazione: son pur sempre tentativi. anni fa non sarei giunto a questi punti, ripeto. e se ci fossi arrivato, non avrei avuto la capacità di gestirmi nella circostanza, sarei sbracato nella superstizione e nella paranoia, e non avrei saputo neppure tesoreggiare la coscienza dei momenti degni che ho trascorso, mentre oggi sono contento di riuscire a sentire gratitudine per la persona che non riesce più a sopportarmi.
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Messaggio  canterel II Dom Mag 26, 2013 10:33 pm

@ enzo1978

ti senti sempre misantropo? pensavo a quello che scrivi circa il fatto che non ti piacciono le persone.
la misantropia è un bel macigno. però va assunta in termini filosofici. non riesco a immaginare un misantropo se non me lo immagino tutto preso dallo sforzo per comprendere, analizzare e trasformare la sua misantropia. nel momento in cui si comincia a pensare alle persone che non ci piacciono con la curiosità di capire perché non ci piacciono, forse si comincia ad imprimere un primo movimento alla propria intelligenza che è simultaneamente verso l'esterno (come sono fatte le persone che non mi piacciono?) e verso l'interno (perché non mi piacciono?). poi si possono collegare e invertire questi movimenti (come sono fatto io? perché non piaccio agli altri?). per continuare ad alimentare la curiosità servono anche dati, quindi occorre esplorare l'ambiente sociale se non per divertirsi, almeno per capire, con l'acribia dell'etnografo.
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Messaggio  enzo1978 Dom Mag 26, 2013 10:57 pm

cantarel...

devo ammettere che due anni fa eri molto piu semplice e diretto nell'esprimere il tuo pensiero... ora se devo dire la verità faccio fatica a seguirti... scrivi csi complicato!

parto dalla seconda... si sono sempre "misantropo" (parola che scopro oggi). esco sempre di meno... devo dire che non mi pesa piu di tanto. forse piu che non mi piacciono gli altri.. forse sono io che amo la mia solitudine.. ma devo dire al contempo invidio le loro vite. si perche loro hanno il coraggio (o forse solo la naturalezza???) che io non ho ovvero relazionarsi con le persone e fare cose.

inutile dire che oramai la maggior parte sono fidanzati o sposati con figli. non sempre invidio le loro relazioni: a volte mi fanno sorridere... soprattutto i gradassi che pensano di saperla lunga e criticano tutto e tutti.. e poi stanno con ragazze completamente senza cervello. oppure - altra cosa che non comprendo e che non farei mai - stanno con una ragazza che praticamente devono mantenere... penso che probabilmente, cosi ci riuscirei anche io. non dico che in questi casi nn ci sia amore... ma lo sproporzionamento del rapporto è evidente, cosi come sia innegabile che un po di rapporto di convenienza sia. io nn riuscirei a convivere con questo dubbio di fondo, ma forse sono paranoico?

poi penso anche alla mia situazione passata... e vedo che anche le coppie che sembrano felici chissa che cosa nascondono veramente (vedi la mia ex "amante"... da fuori credo nessuno penserebbe che sia una persona cosi).

quindi mi dico.. meglio solo che vivere in situazioni del genere? bo...

riguardo alla tua situazione.. mi spiace veramente che tu sia in questa specie di limbo. io francamente non so piu veramente che fare. forse tentero un approccio che mi sentirei di consigliare anche a te. e cioe evitare di mostrare agli altri il nostro pessimismo cosmico, le nostre debolezze, le nostre frustazioni. la fine del mio rapporto con questa ragazza - o meglio... la sua decisione di non mollare tutto per me - non e certo frutto del mio modo di fare lamentoso.... certamente ci saranno motivi piu importanti... ma una cosa e certa... che il mio vittimismo da mesi e mesi a questa parte non ha fatto altro che allontanarla sempre di piu. ed le ultime settimane di atteggiamenti isterici... tipo il non rivolgerle piu la parola e talvolta avere qualche scatto d'ira... ci hanno allontanato ancora di piu.

e allora basta... se si tratta di fingere fingero... piangero solo piu a casa ma voglio comportarmi normalmente... forse e l'unico modo in cui possa veramente riacquistare quel rapporto che avevamo e farla pensare ancora... sulle scelte sbagliate che ha fatto e che ora la segneranno per tutta la vita...


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Messaggio  canterel II Dom Mag 26, 2013 11:18 pm

enzo1978 ha scritto:cantarel...

forse tentero un approccio che mi sentirei di consigliare anche a te. e cioe evitare di mostrare agli altri il nostro pessimismo cosmico, le nostre debolezze, le nostre frustazioni. la fine del mio rapporto con questa ragazza - o meglio... la sua decisione di non mollare tutto per me - non e certo frutto del mio modo di fare lamentoso.... certamente ci saranno motivi piu importanti... ma una cosa e certa... che il mio vittimismo da mesi e mesi a questa parte non ha fatto altro che allontanarla sempre di piu. ed le ultime settimane di atteggiamenti isterici... tipo il non rivolgerle piu la parola e talvolta avere qualche scatto d'ira... ci hanno allontanato ancora di piu.

e allora basta... se si tratta di fingere fingero... piangero solo piu a casa ma voglio comportarmi normalmente... forse e l'unico modo in cui possa veramente riacquistare quel rapporto che avevamo e farla pensare ancora... sulle scelte sbagliate che ha fatto e che ora la segneranno per tutta la vita...


tutto può essere, ma non riesco a pensare alla finzione come ad un'opportunità di migliorare un rapporto intimo. piuttosto mi sembra una fonte sicura di problemi per tutti e due.
credo che il compromesso migliore tra l'esigenza di essere sinceri e autentici, da una parte, e quella di non torronare l'anima del partner, dall'altra, stia nel tentativo di esprimere quanto più possibile e senza paura ciò che si sente con una costante riflessione sui modi e i tempi giusti per esprimersi. cioè dire, raccontare, far presente il più possibile. ma anche tagliare su misura l'espressione in base ai codici, alla sensibilità e alla disponibilità di chi hai di fronte. e nel frattempo cercare di capire cosa è bello fare insieme, cosa si può costruire insieme, e come ampliare questa dimensione costruttiva, se è possibile.
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Messaggio  enzo1978 Lun Mag 27, 2013 7:40 am

canterel II ha scritto:
enzo1978 ha scritto:cantarel...

forse tentero un approccio che mi sentirei di consigliare anche a te. e cioe evitare di mostrare agli altri il nostro pessimismo cosmico, le nostre debolezze, le nostre frustazioni. la fine del mio rapporto con questa ragazza - o meglio... la sua decisione di non mollare tutto per me - non e certo frutto del mio modo di fare lamentoso.... certamente ci saranno motivi piu importanti... ma una cosa e certa... che il mio vittimismo da mesi e mesi a questa parte non ha fatto altro che allontanarla sempre di piu. ed le ultime settimane di atteggiamenti isterici... tipo il non rivolgerle piu la parola e talvolta avere qualche scatto d'ira... ci hanno allontanato ancora di piu.

e allora basta... se si tratta di fingere fingero... piangero solo piu a casa ma voglio comportarmi normalmente... forse e l'unico modo in cui possa veramente riacquistare quel rapporto che avevamo e farla pensare ancora... sulle scelte sbagliate che ha fatto e che ora la segneranno per tutta la vita...


tutto può essere, ma non riesco a pensare alla finzione come ad un'opportunità di migliorare un rapporto intimo. piuttosto mi sembra una fonte sicura di problemi per tutti e due.
credo che il compromesso migliore tra l'esigenza di essere sinceri e autentici, da una parte, e quella di non torronare l'anima del partner, dall'altra, stia nel tentativo di esprimere quanto più possibile e senza paura ciò che si sente con una costante riflessione sui modi e i tempi giusti per esprimersi. cioè dire, raccontare, far presente il più possibile. ma anche tagliare su misura l'espressione in base ai codici, alla sensibilità e alla disponibilità di chi hai di fronte. e nel frattempo cercare di capire cosa è bello fare insieme, cosa si può costruire insieme, e come ampliare questa dimensione costruttiva, se è possibile.

in un mondo perfetto...

probabilmente, nel mio caso... posso riavvicinarla solo tornando al rapporto che avevamo prima.. e poi si.. se riuscissi ad avere dinuovo fiducia potrei dirle con piu pacatezza e calma quanto mi manchi, e farla barcollare dinuovo, cosi come e accaduto in passato.
ora come ora nn ci si parla piu, se nn per litigare e rinfacciarsi di tutto. che poi ho solo io da rinfacciare, a lei nn sembra fregare un granchè.

il problema ora e che di tempo per stare insieme non ce n'è piu / mai... e soprattutto è incinta quindi si e rotto ogni possibile futuro tra di noi... sono io che sto facendo l'incredibile errore di pensare ancora a noi due.. devo essere proprio fuori di testa ma pensare a una vita sena di lei mi fa impazzire. Sad

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Messaggio  canterel II Lun Mag 27, 2013 11:53 am

enzo1978 ha scritto:
il problema ora e che di tempo per stare insieme non ce n'è piu / mai... e soprattutto è incinta quindi si e rotto ogni possibile futuro tra di noi... sono io che sto facendo l'incredibile errore di pensare ancora a noi due.. devo essere proprio fuori di testa ma pensare a una vita sena di lei mi fa impazzire. Sad

aspetta un figlio?
ma allora, enzo1978, fallo per te e per lei: lasciala tranquilla almeno finché non avrà partorito la creatura.
capisco che ti dispiace, ma se tu riuscissi ad appassionarti ad altre ragazze e a consumare con loro le esperienze che il rapporto di cui parli ti ha precluso, forse il senso di mutilazione che la vita senza quest'amica speciale ti ispira svanirebbe.
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