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Messaggio  mmm Mar Giu 08, 2010 9:25 am

ci son cose che vorrei raccontarvi ma non voglio raccontarvi...
comunque, ho passato una decina di giorni intensi...
eventi emblematici due...
mi è capitata l'opportunità di fare una piccola buona azione... cioè mi si è proprio presentata davanti... l'ho fatta e mi sono sentito bene... ho pure pensato che la cosa potesse essere di buon auspicio per il resto della giornata che mi attendeva... c'erano tanti pericoli (fondamentalmente misurabili in km su strada)... ma nessuno si è concretizzato... so che è un ragionamento un po' da pagano ma tant'è...
prima ancora mi si era presentata davanti una forte tentazione... ma bho, sarà la depressione, in fondo non ero poi così tentato e non ho abboccato...
ora sono un po' stanco... le cose si stanno mettendo in una maniera che non mi piace... non combaciano... i programmi, le occasioni vanno in conflitto e forse dovrò fare delle rinunce.. o pagare un prezzo... cioè è poca roba e riesce lo stesso ad andare in conflitto... sul lavoro mi stanno facendo girare le palle e la voglia è tanta di cambiare atteggiamento, di diventare più aggressivo, di incattivire il tono... io se mi girano non mi faccio problemi a incattivirmi... già altre volte ho dovuto girarmi male... con altra gente che ora non vedo più... ricordo ancora lo stupore nei loro occhi... ho una pazienza esagerata ma quando finisce non ho riguardo per nessuno... ma bho... alla fine questo lavoro è una delle poche cose che sono riuscito a costruire... però cazzo come non ho voluto essere il tirchio pezzente, e come non ho voluto fare delle cose che non mi andavano solo per conformarmi agli altri, non voglio fare il cazzo di schiavo. ci sono cose che nessuno ti può dare e nessuno ti può togliere, questo lo dicono per la dignità, e io lo interpreto in senso più ampio... in positivo (sogni, aspirazioni) sto già a zero non posso permettermi di accumulare negatività... l'integrità è forse una delle poche cose che ho per questo non riesco a concepire di rinunciarvi... minchia perché devono farmi incazzare... io gli faccio passare un brutto quarto d'ora a questi stronzi...

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Messaggio  anthea Mar Giu 08, 2010 9:34 am

Sul lavoro e in famiglia spesso capita di "ingoiare" come si dice da noi.

Quello che non va bene, è fare come il classico vaso. Cioè ingoiare fino ad arrivare all'orlo e poi scoppiare. Alla fine ti ritrovi davanti quegli occhi sbarrati che dici tu e poi ti fai il vuoto intorno. Meglio lasciarsi andare a piccole arrabbiature e far vedere agli altri che stanno varcando il Piave...
Si sa che "uomo avvisato..."

Quindi vai con il bastone e poi con la carotina. Non so se mi son spiegata...
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Messaggio  Pavely Mar Giu 08, 2010 7:46 pm

Ciò che mi colpisce è l'insieme dei giudizi.

Giudichi i tuoi colleghi e li trovi degli "stron*i".

Io vorrei dirti, Mmm, una cosa che so. Provo a spiegarmi.

Un giorno, ero all'Accademia di Romania, accanto a Villa Borghese, davanti la facoltà di Architettura di Valle Giulia, per una mostra d'arte.

Ero in ciabatte, maglietta, jeans vecchi. In mano avevo un gatorade e guardavo un quadro. Parlando con un mio compagno di classe (Andrea), indicavo un quadro, dicendo quanto (letteralmente) fosse insignificante.

Andrea, mi spiegò questo: "A Pà... ma quann'è che la smetti de giudicà? Ahò... quanno giudichi, per la madonna, se sei cattivo... ma com'è stò fatto?".

Giudicare.

Cattiveria.

Da allora, Mmm, ho capito questo: il dolore, sempre, ci arriva incontro attraverso il "ponte del giudizio".

Immagina un ponte su di un fiiume.

Metaforicamente, ogni volta che passiamo questo ponte, possiamo diventare critici, cattivi, maligni, cinici.

Il Giudicare infatti, ci apre due strade: o assolvere o condannare. Ma se si condanna, si deve anche essere autoritari e cattivi.

Pensa questo Mmm: esiste la cattiveria senza il Lungo ponte dei giudizi?

Si può immaginare un gesto di cattiveria che non è stato preceduto da un giudizio?

No.

No, semplicemente.

Ma se è così, significa che sono proprio i Giudizi a metterci in contatto con la Sofferenza.

Soltanto quando giudichiamo, soltanto quando ci arroghiamo la libertà di criticare, agiamo con cattiveria, producendo, nel mondo, Dolore.

Ad esempio: se io dò a qualcuno la qualifica di "delinquente", in realtà lo critico. Tu potrai pensare che il mio giudizio sia assolutamente motivato: magari la persona che àddito come delinquente lo è a tutti gli effetti.

Nei fatti, però, quando lo dico, io accedo ad una mia dimensione intima che mi legittima nell'essere c a t t i v o. Ad esempio: negli Stati Uniti, in alcune aree del Paese è applicata la P e n a di M o r t e. Cioè: si dà, agli uomini, la possibilità di u c c i d e r e persone considerate malvagie.

Nota bene: eticamente l'errore non stà nella Pena di Morte. Eticamente, (ciò che è sbagliato), stà un attimo prima: nella s e n t e n z a della pena di Morte. Il dramma non stà nella mani del Carceriere che inietta i veleni nel braccio del condannato. Il dramma stà nello studio del Magistrato che dà il permesso a questo.

La malvagità del gesto, allora, non è, come giustamente si scrive, nel popolo americano. La malvagità risiede in un sistema che permette ad un uomo, il Magistrato, di ammazzare materialmente un omicida. E' il Magistrato che ha, letteralmente, le mani sporche di sangue. Non il boia, mai il boia. E, sicuramente, quell'uomo, quel Magistrato, è una persona i n f e l i c e.

Mmm... osserva questo: nella pratica forense c'è un numero particolare.

Questo numero si chiama: "Numero oscuro".

Indica i Reati, che in una data zona geografica, non vengono perseguiti.

Il Italia il numero-oscuro dei reati è del 95%.

Significa che il 95% dei reati non vengono perseguiti.

Tu penserai: "E' l'inefficienza del Sistema. E' lo Stato che non investe risorse...".

Mmm?

No.

La verità è che se vuoi conoscere persone profondamente malvagie, persone che sanno cosa sia la malvagità, persone che s t a n n o male, devi andare in un Tribunale.

I Tribunali, Mmm, sono luoghi tristi. Opprimenti.

Satana (che in ebraico signfica l'"Accusatore" cioè, in linguaggio corrente, il Pubblico Ministero) è un Magistrato.

Satana giudica, Dio perdona.

E Satana esiste perché Dio non giudica.

Ed il problema, dunque, non è perché esista il Male.

Il problema è perché la gente giudichi il mondo. Cioè: il problema è capire perché la gente si dia la possibilità di c o n o s c e r e il male. [b]
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Messaggio  mmm Mer Giu 09, 2010 6:54 am

anthea ha scritto:Sul lavoro e in famiglia spesso capita di "ingoiare" come si dice da noi.

Quello che non va bene, è fare come il classico vaso. Cioè ingoiare fino ad arrivare all'orlo e poi scoppiare. Alla fine ti ritrovi davanti quegli occhi sbarrati che dici tu e poi ti fai il vuoto intorno. Meglio lasciarsi andare a piccole arrabbiature e far vedere agli altri che stanno varcando il Piave...
Si sa che "uomo avvisato..."

E' vero, però spesso manca la voglia di fare discussioni, e con alcuni non ne vale la pena, con questi la cosa migliore è evitare per quanto possibile di averci a che fare.

anthea ha scritto:Quindi vai con il bastone e poi con la carotina. Non so se mi son spiegata...

Certo, prima bisogna provare con le buone, eventualmente i toni vanno alzati in modo graduale.

Comunque, più che altro era uno sfogo, conforta però leggere le vostre risposte...

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Messaggio  mmm Mer Giu 09, 2010 7:26 am

Pavely ha scritto:Ciò che mi colpisce è l'insieme dei giudizi.

Giudichi i tuoi colleghi e li trovi degli "stron*i".

bhe è un giudizio di massima, chi più chi meno :-p

ho l'idea che questa azienda, volente o nolente, selezioni gente fuori di testa, e mi ci metto pure io in mezzo... quelli normali li lascia andare via... cioè un giorno scopriremo che era tutta una messa in scena, in realtà facciamo parte di un esperimento... crediamo di lavorare ma invece ci mettono a schiacciare bottoni e fare telefonate inutilmente... siamo una gabbia di matti e quelli da fuori ci scrutano, fanno delle prove, ci studiano... bho fine paranoia, torniamo al discorso.

Pavely ha scritto:Io vorrei dirti, Mmm, una cosa che so. Provo a spiegarmi.

Un giorno, ero all'Accademia di Romania, accanto a Villa Borghese, davanti la facoltà di Architettura di Valle Giulia, per una mostra d'arte.

Ero in ciabatte, maglietta, jeans vecchi. In mano avevo un gatorade e guardavo un quadro. Parlando con un mio compagno di classe (Andrea), indicavo un quadro, dicendo quanto (letteralmente) fosse insignificante.

Andrea, mi spiegò questo: "A Pà... ma quann'è che la smetti de giudicà? Ahò... quanno giudichi, per la madonna, se sei cattivo... ma com'è stò fatto?".

Giudicare.

Cattiveria.

Da allora, Mmm, ho capito questo: il dolore, sempre, ci arriva incontro attraverso il "ponte del giudizio".

Immagina un ponte su di un fiiume.

Metaforicamente, ogni volta che passiamo questo ponte, possiamo diventare critici, cattivi, maligni, cinici.

Il Giudicare infatti, ci apre due strade: o assolvere o condannare. Ma se si condanna, si deve anche essere autoritari e cattivi.

Pensa questo Mmm: esiste la cattiveria senza il Lungo ponte dei giudizi?

Si può immaginare un gesto di cattiveria che non è stato preceduto da un giudizio?

No.

No, semplicemente.

Ma se è così, significa che sono proprio i Giudizi a metterci in contatto con la Sofferenza.

Soltanto quando giudichiamo, soltanto quando ci arroghiamo la libertà di criticare, agiamo con cattiveria, producendo, nel mondo, Dolore.

Ad esempio: se io dò a qualcuno la qualifica di "delinquente", in realtà lo critico. Tu potrai pensare che il mio giudizio sia assolutamente motivato: magari la persona che àddito come delinquente lo è a tutti gli effetti.

Nei fatti, però, quando lo dico, io accedo ad una mia dimensione intima che mi legittima nell'essere c a t t i v o.

A volte bisogna fare del male. Per difendersi. Per rimediare, anche se parzialmente, a un'ingiustizia. Per vendetta. Per punizione. Dipende dai casi, a volte è possibile salvare qualcosa, altre no. Altre volte è giusto perdonare. Ma non sempre.

Pavely ha scritto:Ad esempio: negli Stati Uniti, in alcune aree del Paese è applicata la P e n a di M o r t e. Cioè: si dà, agli uomini, la possibilità di u c c i d e r e persone considerate malvagie.

Nota bene: eticamente l'errore non stà nella Pena di Morte. Eticamente, (ciò che è sbagliato), stà un attimo prima: nella s e n t e n z a della pena di Morte. Il dramma non stà nella mani del Carceriere che inietta i veleni nel braccio del condannato. Il dramma stà nello studio del Magistrato che dà il permesso a questo.

La malvagità del gesto, allora, non è, come giustamente si scrive, nel popolo americano. La malvagità risiede in un sistema che permette ad un uomo, il Magistrato, di ammazzare materialmente un omicida. E' il Magistrato che ha, letteralmente, le mani sporche di sangue. Non il boia, mai il boia. E, sicuramente, quell'uomo, quel Magistrato, è una persona i n f e l i c e.

Mmm... osserva questo: nella pratica forense c'è un numero particolare.

Questo numero si chiama: "Numero oscuro".

Indica i Reati, che in una data zona geografica, non vengono perseguiti.

Il Italia il numero-oscuro dei reati è del 95%.

Significa che il 95% dei reati non vengono perseguiti.

Tu penserai: "E' l'inefficienza del Sistema. E' lo Stato che non investe risorse...".

Mmm?

No.

La verità è che se vuoi conoscere persone profondamente malvagie, persone che sanno cosa sia la malvagità, persone che s t a n n o male, devi andare in un Tribunale.

I Tribunali, Mmm, sono luoghi tristi. Opprimenti.

I cittadini sono consociati nello Stato, a cui delegano alcune questioni. Tra queste c'è l'amministrazione della giustizia. Se questa non fosse amministrata dallo Stato, sarebbe autogestita dai cittadini, sarebbe un "far west". Con questo non intendo dire nulla in merito al "far west", credo che ci adatteremmo comunque. Comunque, in un modo o nell'altro, i conti vanno/vengono/verrebbero regolati.

Pavely ha scritto:Satana (che in ebraico signfica l'"Accusatore" cioè, in linguaggio corrente, il Pubblico Ministero) è un Magistrato.

Satana giudica, Dio perdona.

E Satana esiste perché Dio non giudica.

Il Dio biblico sommerse il Mondo... salvando solo un maschio e una femmina per ogni animale terrestre... più una famiglia umana allargata... giudicava eccome... con Cristo si è addolcito parecchio, però non mi pare molto indulgente, ad esempio con chi non ha fede o non si pente/confessa...

Non voglio entrare nel merito dell'esistenza di Dio, comunque credo che nel caso in cui esista allora abbia abbastanza giudizio per dare pene commisurate alla gravità dei peccati... o bho comunque lui sa... certo non mi prostro a un libro passato per chissà quante mani e interpretazioni nel corso dei secoli... è una bella storia ma i miei parametri morali me li cerco da me...

Pavely ha scritto:Ed il problema, dunque, non è perché esista il Male.

Il problema è perché la gente giudichi il mondo. Cioè: il problema è capire perché la gente si dia la possibilità di c o n o s c e r e il male. [b]

Non se ne può fare a meno. Il bene e il male sono tutti attorno a noi, o impari a gestirli o li subirai. Le vesti candide le distribuirà il Signore nell'aldilà, ma questo non è il paradiso, secondo IL LIBRO questo è il posto in cui ha cacciato i nostri antenati A SOFFRIRE perché si sono pappati UNA fot******ima MELA :-p

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Messaggio  anthea Mer Giu 09, 2010 8:36 am

Concordo questa volta con "mmm".
L'ho già ripetuto in un altro post. Non è vero che Dio non giudica, o non ci sarebbe giustizia. Se non c'è giustizia, allora sparisce la differenza fra bene e male.
Il chè è delterio al massimo.
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Messaggio  merla Mer Giu 09, 2010 2:40 pm

ed esercitare la nostra capacità di (auto)critica, volando un po' più in basso e lasciando che Nostro Signore (se c'è) faccia un po' come meglio crede?

cheers

anche come manifestazione di affetto verso i moderatori, evitando di iniziare una diatriba di 1374565 post sull'esistenza o meno di dio e sulla sua essenza di amore, piuttosto che giustizia, e quant'altro ci può passare per la mente.....

poi fate come preferite, lungi da me limitare la vostra libertà di espressione. santa
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