Bulimia

Ho letto che alcuni di voi hanno sofferto di bulimia. Io mangio tantissimo da una anno. Sono ingrassato 15 kg. Non sento più la sazietà. Non so se sia bulimia però. Qual'è il limite che identifica tale disturbo?

La mancanza di un controllo degli impulsi.

In breve, il cervello può concepire di compiere, nello stesso istante, sia gesti di 'craving' (mangiare tantissimo) che gesti di estremo controllo degli impulsi (anoressia, ad esempio).

Il problema è questo: il "controllo degli impulsi" si attiva d o p o l'eccesso. Non prima. Cioè: se non hai e c c e d u t o veramente non sai, non puoi sapere, cosa significhi controllarsi. Il cervello stesso non lo sa perché, neurologicamente, non ha m a i avuto la possibilità di impararlo.

L'equilibrio tra craving e controllo serve, soprattutto, al cervello per apprendere a riposare. Chiamalo... stordimento... ad esempio... Cioè: dopo un eccesso c'è un momento estremo in cui tutto il sistema neurologico e tutto il corpo stacca completamente, si perde, dimentica tutto, dorme come non ha mai dormito prima. Un po è come se tu facessi una corsa a perdifiato fino ad arrivare ad un prato, proprio quando non ce la fai più, e buttarti sull'erba.

Ora: alcuni psicologi russi scoprirono - all'inizio del novecento - che l'alternanza tra craving e controllo degli impulsi è necessario per apprendere. Il processo di apprendimento, in tal senso, procede in modo velocissimo durante l'infanzia per poi decellerare in età adolescenziale. Un po' è come la 'zona di prossimità' di Vygotskij (occhio e croce). Crisi... suo superamento... ampliamento del campo cognitivo e così via.

In alcune persone questo processo di apprendimento infantile non rallenta.

Cioè: come durante l'infanzia 'sperimentano' il mondo attraverso eccessi ed estremi controlli del Sé.

§

Personalmente, credo sia una forma di autismo.

Cioè: c'è una ragione essenzialmente biologica. Nasciamo così.

Io, ad esempio, sono autistico e sono stato bulimico e se non sto attento 'ci ricasco'.

Se la bulimia è una c o s t a n t e che ti accompagna per tutta la vita, io PENSO che ciò dipenda proprio da una forma mentis autistica e occorrerebbe indagare in quel campo e vedere cosa si trova...

Questa è assolutamente e solo la mia esperienza personale, il mio punto di vista, ciò che provo, ciò che sento, ciò che ho sperimentato, ciò che ho appreso. Quando mangiavo tantissimo (mi ripeto: sono arrivato a spendare quasi 400 euro al mese in schifezze alimentari come merendine, cioccolata o altro e ad un livello tale che ho dovuto sostituire tre denti per carie...) mi accorgevo di vivere in una condizione che non contemplava la relazionalità con le persone.

Intendo dire: ero solo io e il cibo.

Ma mangiare può implicare anche sedersi attorno ad un tavolo con la famiglia o con degli amici.

Ecco: questa dimensione 'sociale' mancava completamente. Ero io e la cioccolata. O io e le patatine.

Pavely II ha scritto:
Ora: alcuni psicologi russi scoprirono - all'inizio del novecento - che l'alternanza tra craving e controllo degli impulsi è necessario per apprendere. Il processo di apprendimento, in tal senso, procede in modo velocissimo durante l'infanzia per poi decellerare in età adolescenziale. Un po' è come la 'zona di prossimità' di Vygotskij (occhio e croce). Crisi... suo superamento... ampliamento del campo cognitivo e così via.

In alcune persone questo processo di apprendimento infantile non rallenta.

Cioè: come durante l'infanzia 'sperimentano' il mondo attraverso eccessi ed estremi controlli del Sé.

Trovo interessante l'associazione tra l'alternanza craving/controllo che riferisci e il concetto di "zona di sviluppo prossimo".
L'accostamento mi sorprende un po' perché a suo tempo ho inquadrato il concetto nel modo credo più canonico, e quindi senza dare importanza al lato della tensione intrapsichica soggettiva dell'apprendente (o insomma al craving, se ho capito), ma focalizzandomi banalmente sul ruolo attivo dello stimolo esterno fornito dal docente per far emergere la zona di sviluppo prossimale. ma ho letto poco, giusto qualche passo della traduzione di Pensiero e linguaggio e poco altro: se ricordi e puoi indicarmi qualche fonte relativa alle speculazioni di Vygotskij e dei russi a cui ti riferisci, mi fai un gran piacere.

anche Piaget con l'alternanza di assimilazione e accomodamento può entrare nel tuo modello che integra il craving nei processi di apprendimento?
comunque grazie, è un piacere leggerti.

Io voglio essere sincero: non ho capito nulla.

Sì, ne soffro da tanto. Da quando ho passato l'anoressia non sono mai tornata ad avere un senso di fame e sazietà normale. Credo di essermi rovinata, sia per le abbuffate ogni tot, quando magari stavo a dieta e mi veniva voglia di qualsiasi schifezza proibita, che poi con le dita in gola cercavo di espellere, ma anche poi nel tempo sino ad oggi non è che non mangio e le abbuffate fino a scoppiare non le faccio più, però sento che quando inizio a mangiare potrei andare avanti ad oltranza perchè sento di poter ancora mangiare ma mi rendo conto che sono anomala perchè altre persone normali dopo tanto sono a posto... quindi sono io che devo autoimpormi qual è la quantità ipoteticamente giusta altrimenti andrei avanti come un pozzo senza fondo..
Non so se sia bulimia, non mi induco il vomito, certo è che ho l'ossessione per ciò che mangio e quanto e vedo che se ho mangiato troppo il mio corpo comincia a lievitare e quindi sto male per altri giorni mangio meno o poco nulla.. continuo ad avere l'ossessione per l'aspetto anche se non voglio dimagrire così tanto come quando invece ero anoressica.
Ma di sicuro, bulimica o meno, non ho un rapporto sereno col cibo e soprattuto col mio corpo...