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Messaggio  Lupo Grigio Dom Mar 23, 2014 3:56 pm

Augh, molto brevemente...sono cresciuto(figlio unico) in mezzo a depressioni, ansie, psicofarmaci.Ho 29 anni, e dopo un lungo periodo snervante dovuto più che altro a degli screzi continui con una persona vicina, sono caduto in un vortice nero.Passo dei momenti in cui vorrei solo chiudere gli occhi e scomparire.Ho due figli piccoli, non riesco più ad avvicinarmi a loro senza provare un senso di colpa infinito e voglia di piangere.
Ho preso il citalopram per 6 mesi, sono stato meglio, ma sono ripombiato dall'oggi al domani nello stato depressivo.Vivo nel costante terrrore di rivivire quelle lunghe giornate terribili.Ho paura che i miei figli crescano senza di me o come sono cresciuto io.
Mi chiedo:
è possibile che io abbia qualcosa nel cervello di congenito per cui io non possa reagire a questi stati?Non ho mai provato una sopraffazione simile.

Inoltre sto tentando con tutto me stesso di resistere allo psicofarmaco e di riuscire da solo(soffrendo terribilmente..), sono cresciuto con un padre completamente schiavo di quella roba, e non voglio offrire altrettanto ai miei figli.
E' possibile farcela da soli?

Scrivetemi, ne ho bisogno.
Saluti

Lupo Grigio

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Messaggio  raffaele capasso Dom Mar 23, 2014 5:06 pm

Io mi sono adesso iscritto al forum per condividere la mia esperienza con la speranza che possa essere utile a qualcuno, infatti ho scoperto che il fruttosio mi creava tali danni da mandarmi in depressione,allora con grande sforzo di volontà ho eliminato dalla mia dieta: frutta, saccarosio e tutto cio che contiene il fruttosio, incredibilmente sono rinato a nuova vita con una energia degli anni giovanili ,in tutte le mie espressioni vitali.
Consiglio un test di tolleranza al fruttosio a chiunque soffra di depressione e maledico con tutto il cuore i medici che non mi hanno indirizzato prima al test di intolleranza. In bocca al lupo

raffaele capasso

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Messaggio  merla Dom Mar 23, 2014 5:08 pm

Lupo Grigio ha scritto:
Mi chiedo:
è possibile che io abbia qualcosa nel cervello di congenito per cui io non possa reagire a questi stati?Non ho mai provato una sopraffazione simile.


Ciao Lupo Grigio,

guarda, i figli di persone con disturbi dell'umore, statisticamente hanno una maggiore fragilità psichica rispetto agli altri.
Non è dato sapere (perché inevitabilmente dipende dalla filosofia con cui ti approcci alla questione e leggi (o stili) le statistiche) se questa maggiore fragilità sia dovuta a questioni ambientali, biologiche o altro) ed è fondamentalmente indifferente.

Dal momento che non si tratta di una malattia ereditaria (per capirsi come può essere la talassemia) si parla al massimo di maggior predisposizione, che quindi, caso mai, richiede un po' più di attenzione. Oltretutto la paura di rifare quello che si è visto nella propria famiglia di origine, in sé, è sicuramente una grossa causa di disagio.

Dopo 6 mesi ha smesso di prendere farmaci su indicazione dello psichiatra? O hai smesso di tua iniziativa? E il medico che dice?
Oltre al percorso farmacologico, cmq, ci sono anche altre strade per affrontare la depressione che a volte possono essere maggiormente risolutive. Il 'farcela da soli' in questi ambiti è un concetto un po' inflazionato e che, in certi casi, può far perdere del tempo. Smile

Già soltanto in questo forum, cmq, ci sono diverse persone provenienti da famiglie problematiche che in ogni caso affrontano/hanno affrontato i loro problemi e sicuramente non sono come i loro genitori. Spero che questo ti rassereni un po'.
E magari, quando hai a che fare con i tuoi bambini, prova a pensare che, forse, un po' tutti i genitori hanno paura di fare con i loro figli gli stessi errori che sono stati fatti con loro, depressi o meno. Però i bambini la paura la sentono e, se non gliela spieghi, non possono capirla. Se non riesci a mettertela via, magari spiega loro che non c'entrano con il tuo stato d'animo, per tranquillizzarli. Smile

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Messaggio  Lupo Grigio Dom Mar 23, 2014 7:46 pm

raffaele capasso ha scritto:Io mi sono adesso iscritto al forum per condividere la mia esperienza con la speranza che possa essere utile a qualcuno, infatti ho scoperto che il fruttosio mi creava tali danni da mandarmi in depressione,allora con grande sforzo di volontà ho eliminato dalla mia dieta: frutta, saccarosio e tutto cio che contiene il fruttosio, incredibilmente sono rinato a nuova vita con una energia degli anni giovanili ,in tutte le mie espressioni vitali.
Consiglio un test di tolleranza al fruttosio a chiunque soffra di depressione e maledico con tutto il cuore i medici che non mi hanno indirizzato prima al test di intolleranza. In bocca al lupo

Grazie Raffaele..ma mangiando il fruttosio avevi una serie di problemi(gonfiori intestinali tipici ecc) che CAUSAVANO sbalzi d'umore o c'era proprio una correlazione tra fruttosio e depressione?
Saluti

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Messaggio  Lupo Grigio Dom Mar 23, 2014 7:50 pm

merla ha scritto:
Lupo Grigio ha scritto:
Mi chiedo:
è possibile che io abbia qualcosa nel cervello di congenito per cui io non possa reagire a questi stati?Non ho mai provato una sopraffazione simile.


Ciao Lupo Grigio,

guarda, i figli di persone con disturbi dell'umore, statisticamente hanno una maggiore fragilità psichica rispetto agli altri.
Non è dato sapere (perché inevitabilmente dipende dalla filosofia con cui ti approcci alla questione e leggi (o stili) le statistiche) se questa maggiore fragilità sia dovuta a questioni ambientali, biologiche o altro) ed è fondamentalmente indifferente.

Dal momento che non si tratta di una malattia ereditaria (per capirsi come può essere la talassemia) si parla al massimo di maggior predisposizione, che quindi, caso mai, richiede un po' più di attenzione. Oltretutto la paura di rifare quello che si è visto nella propria famiglia di origine, in sé, è sicuramente una grossa causa di disagio.

Dopo 6 mesi ha smesso di prendere farmaci su indicazione dello psichiatra? O hai smesso di tua iniziativa? E il medico che dice?
Oltre al percorso farmacologico, cmq, ci sono anche altre strade per affrontare la depressione che a volte possono essere maggiormente risolutive. Il 'farcela da soli' in questi ambiti è un concetto  un po' inflazionato e che, in certi casi, può far perdere del tempo. Smile

Già soltanto in questo forum, cmq, ci sono diverse persone provenienti da famiglie problematiche che in ogni caso affrontano/hanno affrontato i loro problemi e sicuramente non sono come i loro genitori. Spero che questo ti rassereni un po'.
E magari, quando hai a che fare con i tuoi bambini, prova a pensare che, forse, un po' tutti i genitori hanno paura di fare con i loro figli gli stessi errori che sono stati fatti con loro, depressi o meno. Però i bambini la paura la sentono e, se non gliela spieghi, non possono capirla. Se non riesci a mettertela via, magari spiega  loro che non c'entrano con il tuo stato d'animo, per tranquillizzarli. Smile

merla

Ciao Merla, grazie delle tua risposta..dopo 6 mesi ho smesso per conto mio(sbagliatissimo, senz'altro).Sono stato meglio per due tre mesi, poi di nuovo il pata trac, senza cause apparenti(se non il terrore costante di rivivere certe sensazioni).

Il fatto che non sia ereditaria è scientifico?Perdonami, ma ho il terrore che i miei figli possano vivere anche in parte quello che è capitato a me..capisco quello che tu dici, ma attualmente non riesco a somatizzare/reagire

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Messaggio  merla Dom Mar 23, 2014 9:56 pm

Guarda, per fare un'affermazione scientifica bisognerebbe essere scienziati e io non lo sono. Fatta questa premessa, a me è sempre stato spiegato che 'al massimo' si eredita una predisposizione, ma certo non la depressione. Semplicemente perché nessuno è in grado di isolare le cause (biologiche, ambientali, soggettive, ecc.) della depressione e di conseguenza, per ora si possono fare soltanto considerazioni statistiche.

Il punto è che, in ogni caso, tu puoi ammalarti di depressione come tuo padre, ma non necessariamente comportarti come lui o essere per i tuoi figli quello che lui è stato per te. Solo che devi mettere da parte la tua ansia.

Io dalla depressione ne sono venuta fuori benché provenga da una famiglia con una lunga serie di disturbi psichici: mamma, nonna, nonno ecc. ecc. e ne sono venuta fuori più con la psicoterapia che con gli psicofarmaci. Però prima, quando ero sotto psicofarmaci, ogni volta che mi sono imputata di smetterli, entro due/tre mesi ho avuto una ricaduta secca, perché li stavo smettendo troppo presto.
E questo mi ha creato poi dei problemi perché ogni volta ho dovuto aumentare il dosaggio o cambiare farmaco perché su di me il fatto di smetterli troppo velocemente aveva un effetto rimbalzo forte.

E allora, potrebbe anche essere, che la tua ansia (comprensibilissima) di non essere un padre depresso, ti stia in realtà danneggiando maggiormente, perché oggi forse stai di nuovo male per averli smessi troppo in fretta.
Il punto è che le cure vanno seguire con un senso senza farsi prendere troppo dalla paura. Se non ti fidi della cura farmacologica, potresti ad esempio andare da uno psicologo, no?
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Messaggio  nuevo mondo2 Ven Mar 28, 2014 2:15 pm

ciao lupo grigio,

oggi sono separato... da poco. prima di arrivare all'oggi sono pian piano slittato in una grave depressione nata in un periodo delicato della mia vita sia sentimentale che professionale. Una delle mie piu' grandi paure era di perdere mio figlio, la sua affettività', la sua presenza nella mia vita. Ma poi alla fine cosi non e' stato. Anche se questa paura ti blocca in un modo incredibile (almeno nel mio caso). Tu hai smesso di prendere i farmaci quando pensavi di stare meglio... e' un male comune a tanti (non a tutti!). Pure io mi sono fatto abbagliare da questa illusione. Cosa posso dirti: abbi pazienza e fidati, riprendi la terapia, parlane con il tuo medico...e cerca di non dimenticare che un giorno magari affonterai il discorso di "scendere" (in quanto quasi sempre graduale) dai farmaci, insieme al tuo medico. Io ripeto qui quello che ormai e' il mio mantra (e scusate se divento noioso su questo punto): se stai bene con te stesso stai bene pure con il resto del mondo, figli inclusi. Forse i soli medicinali non servono... (?) sedute da psicologo stai facendo? Ti aiutano? Da me i farmaci hanno aiutato a stabilizzarmi, ma a farmi crescere, maturare, riprendere consapevolezza e mollare certe "catene" della vita: quello era un duro e faticoso lavoro con psicologo.

Cmq. piccola nota: lascio stare il discorso di intolleranze a vari cibi.. si puo' succedere. Io recentemente mi sono dovuto ricredere su una cosa fondamentale: una corretta alimentazione e' sempre giusta, poi si certamente li il discorso di depressione ci sta' come anche no.. Io da tre settimane questa parte ho incominciato a guardare proprio per bene i valori nutrizionali sulle etichette al supermercato. Spesso, nella fretta, si tende a guardare solo al "mi piace"/"non mi piace" e non al rapporto carboidrati/proteine/grassi/zuccheri... Io negli ultimi mesi avevo fatto troppo affidamento ai carboidrati. Da quando ho cambiato criteri di spesa (e ci vuole veramente poco) sento mi meno stanco del solito....


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Messaggio  anthea Lun Mag 19, 2014 10:45 pm

Ciao,,
Io ho avuto il mio primo episodio depressivo a 18 anni. Nel frattempo mi sono sposata, ho avuto due fantastici figli e mi son separata. Quindi non son stata sempre depressa. Mia madre è depressa pure lei, ma si è ammalata contestualmente a me, quindi fino alla maggiore età a me è andata bene! E poi lei non è tipo che si piange addosso.
Siamo predisposti? La depressione è ereditaria? L'umore nero si trasmette come un virus?
Ancora nessuno è riuscito a dare una risposta. Certo un ambiente sereno aiuta a crescere equilibrati, una persona più sensibile o introversa o sola è più soggetta.. ma per ora risposte certe non ce ne sono.
L'unica cosa certa è come funzionano gli antidepressivi .. pare ovvio, ma se non ce lo si mette in testa bene non lo capiamo veramente nepppur leggendo.
L'antidepressivo è un po come il farmaco x la pressione. Va dosato sul paziente e fa effetto nel lungo periodo. Infatti ci vogliono circa da 1 a 3 mesi xché arrivi al suo effetto e altrettanti prima di perderlo.
Personalmente ho poi notato che a io sono più debole nei mesi invernali, quando la luce solare è minore.. se un 'intolleranza alimentare possa influenzare l'umore tanto da far cadere in depressiione può essere spiegata dal fatto che la produzione di serotonina avviene x la maggior parte nell'intestino, come la sua sintesi sia facilitata falla luce solare. Ma che si possa guarire completamente eliminando tali cause non è provato. Anche se un corpo sano aiuta sicuramente a star meglio anche psicologicamente, l'effetto placebo tran?"sitorio è sempre in agguato..
Anch'io ho smesso più volte l'antidepressivo per poi riprenderlo, ma proprio x non pesare sui figli ho evitato di resistere più di tanto. Alla fine se ci sono i cardiopatici che assumono farmaci tutta la vita ben più pesanti, io posso andare avanti finché vorrò.. l'importante è poter sorridere e stare bene. Poi in futuro chissà, magari ce la farò o troveranno qualcosa di meglio .. alla fine conta il risultato. Stare bene!
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Messaggio  nausiche84 Mar Mag 20, 2014 5:04 pm

ciao lupo grigio
io confermo quello che ti ha scritto merla. Il fatto di avere un genitore depresso ed essere depresso non significa che la depressione è stata eredita. Un genitore depresso, in virtù del suo umore, può costruire un ambiente di crescita tale che determina nel figlio la stessa problematica.. Quindi, in questo caso, è l'ambiente che ha determiato la depressione nel figlio, e non i geni.
Ad oggi non si conoscono bene i meccanismi e le cause dei malesseri psichici e si preferisce parlare di predisposizione.. Avere una predisposizione non significa necessariamente che poi essa diventerà una malattia manifesta. Probabilmente il passare dalla predisposizione al disturbo vero e proprio può essere determinato da fattori ambientali. Questa è una cosa importantissima, perchè se non sono i geni, ma l'ambiente ad essere centrale, vuoldire che nulla è "fissato e immodificabile". Se fosse così non esisterebbero le terapie psicologiche. Quindi significa che si può agire per cambare e cambiarsi.

Hai smesso di assumere i farmaci perchè hai visto il tuo genitore essere schiavo di un farmaco per tutta la vita. Ma egli è stato seguito bene? ha fatto anche psicoterapia? Era il farmaco giusto per lui?
Non puoi comparare la tua situazione a quella di tuo padre. Per quanto si può avere una stessa problematica, sarà sempre diversa da persona a persona.
Forse dovresti valutare insieme al tuo medico la possibilità di assumere il farmaco e fare anche psicoterapia e se ci sn miglioramenti, scalare il dosaggio. Se non ti fidi va da un altro, perchè la fiducia è essenziale in questi casi.. Ricorda poi che ci sono diverse psicoterapie e una può essere giusta per te, e un'altra no.
Un'altra cosa che penso è che quando si assume un farmaco è importante capirne il funzionamento, a cosa serve, gli effetti colaterali. Bisogna informarsi e parlare con il proprio medico in caso di dubbi.
L'anno scorso feci l'errore di assumere un farmaco che mi avevano prescritto per la dermatite senza informarmi bene su di esso.. Sono stata tutta l'estate come uno zombie, sempre stanca, passavo la maggior parte del tempo a dormire, facevo giusto 3 scalini e non ce la facevo più, a letto avevo sempre dolore ai piedi.. Inizia a preoccuparmi di avere qualche malattia (soprattutto un tumore). Solo a fine estate capii che erano gli effetti collaterali devastanti di quel farmaco.

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Messaggio  Lorexxx Mer Mag 21, 2014 1:40 am

Ciao io mi sono appena iscritto e voglio raccontarti in breve la mia esperienza sperando che possa esserti utile in qualche modo.Ho passato periodi di forte depressione,ansia,ecc..in cui,oltre a farmi aiutare da una persona, ho anche provato per circa un anno l'aiuto farmacologico.Capisco bene il desiderio di"voler farcela da solo".Per la mia esperienza sono arrivato(non da solo ma grazie a un grande aiuto esterno) a capire che il problema non è il fatto se sarà o non sarà possibile uscirne da solo,il problema è proprio continuare a porsi questa domanda.Preoccuparsi del fatto se esisterà mai un giorno in cui sarai libero da tutto questo casino fa già parte del casino stesso.E' un circolo vizioso che si autoalimenta.Con questo non voglio sminuire nè eliminare il problema;intendo solo dire che creare ulteriore pesantezza sulla questione del prendere o non prendere farmaci,secondo me,non ha senso.In un caso o nell'altro è una scelta e,per la mia esperienza,è meglio scegliere e vedere cosa succede a perseguire nella nostra scelta piuttosto che crogiolarsi nell'incertezza del volere 2 cose e non essere convinti di nessuna delle due.In ogni caso ci sono delle cose che perdi e altre che guadagni(in questo caso farmaci=stare meglio,però rimorso perchè ci piacerebbe essserne liberi assenza di farmaci=più instabilità e più difficoltà nel gestire le cose,ma libertà dai farmaci).Il consiglio che posso darti è di non crearti ulteriore pesantezza sulla questione;anche perchè la pesantezza è ciò che genera la causa dei malessseri psichici,quindi di certo non può risolverli.Probabilmente prendendo i farmaci ti senti vittima dei farmaci perchè ne sei dipendente, mentre se non li prendi ti senti vittima degli effetti dell'assenza di farmaci;questo per dire che non esiste la soluzione perfetta,anche se è normale che continuiamo a cercarla.Questa è una breve risposta che ti posso dare dalle mie esperienze;spero che ti possa essere in qualche modo utile

Lorexxx

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