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Messaggio  pikkolastella Lun Set 15, 2008 10:18 pm

Ciao a tutti!!! sono giulia e mi sono appena iscritta...ho appena scoperto questo forum e ne sono felice, perchè spero di poter parlare e confrontarmi con tante persone, e di trarre qualcosa dalle vostre esperienze.
Inizio parlando un po' di me...ho 22 anni, una vita apparentemente perfetta, una bella famiglia e degli amici, ma mi sento tanto triste e non faccio altro che piangere ogni giorno. So che non è carino da dire, ma sono qui per parlare con sincerità e spero non mi giudicherete.
Il problema è che mi sento tanto sola, ho come un vuoto dentro che mi sta lacerando da anni, ho provato in tutti i modi a star meglio, ma sembra che la vita voglia ributtarmi sempre a terra. Tutto è iniziato quando ho conosciuto una persona per cui ho perso totalmente la testa e il lume della ragione. So che può sembrare assurdo rovinarsi la vita per una persona, ma se avessi potuto avrei evitato volentieri tutto questo. Ormai da 5 anni vado avanti così, e ogni giorno mi sento peggio! Lui è stato il mio migliore amico, il mio ragazzo, il mio amante e tutto quello che poteva essere. Poi è sparito dalla mia vita, ha preferito la droga a me, e io sono rimasta con una montagna di ricordi e tanto dolore dentro. Smisi di mangiare e mi dedicai al divertimento per dimenticare, senza mai riuscirci. Dopo venne la depressione, mi chiusi in me stessa e persi interesse in tutto. Sono andata avanti così per molto tempo, con l'illusione che un giorno sarebbe tornato. E l'ha fatto, proprio quando credevo di star meglio, di aver trovato un pizzico di equilibrio!!! Ha sconvolto di nuovo tutto, è rientrato nella mia vita facendo i comodi suoi, e ora se n'è andato di nuovo, così senza spiegazione...Io sono distrutta, sfinita, non so come affrontare di nuovo tutto questo. Sto perdendo il controllo della mia mente e sto distruggendo il mio corpo. Non riesco più a studiare, a mangiare, a svolgere la vita di tutti i giorni. Sento che non mi rialzerò più e che passerò la vita in questo stato di depressione e solitudine...5 anni sono stati lunghi e infernali...non ce la faccio a passare altro tempo così. Vorrei ribellarmi al dolore ma non ci riesco, prende sempre il sopravvento. E piango per ore e ore in uno stato confusionale.
Spero che non riderete del mio problema, perchè ci sto veramente male e ho bisogno di parlarne con qualcuno e sapere se da qualche parte c'è una via d'uscita.
Grazie dell'attenzione...spero di non avervi rattristato troppo....e scusate il poema... Smile

pikkolastella

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Messaggio  suggestione Lun Set 15, 2008 10:55 pm

Ciao Giulia:
Forse sbaglio, ma l'amore ha fatto più vittime di tutte le guerre messe assieme.
Visto che ci sono passato parecchie volte, qualche consiglio te lo posso dare.

Ho compreso questo: più cerchi di evitare il ricordo e il dolore, tanto più soffri.
E' stata una persona sicuramente importante nella tua vita, ti ha dato tanto, ma come tutte le cose della vita è finita.
Le cose hanno un inizio e una fine.
Tutti vorremmo l'amore perfetto, trovare la persona che ci accompagnerà per tutta la vita, sperando di finire assieme la stagione della vita.
Questo è raro.
Hai fatto esperienza, il prossimo sarà migliore ma non sarà lui.
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Messaggio  alfredo Lun Set 15, 2008 11:39 pm

quando si perde il lume della ragione per un'altra persona e' molto probabile che di fondo c'erano gia' dei problemi che si sono manifestati in quella occasione, ed e' probabile che ritornino sempre.
Secondo me , la mancanza di autostima genera tutto , e' l'origine di tutti i problemi e la conseguente depressione.
Vorrei consigliarti un libro che spiega molto bene tante cose , che fanno capire parecchio.
Si chiama :"alla ricerca delle coccole perdute" di Giulio Cesare Giacobbe. costa in ediz,. economica 6, 50 euro.
E' anche divertente da leggere.
Ciao
Alfredo

alfredo

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Messaggio  merla Mar Set 16, 2008 9:36 pm

ormai scrivo raramente qui....ma ci tengo a darti una risposta e se mi permetti un consiglio, solo perchè ho una mamma (ex?) alcolista e le conseguenze dell'avere un legame con una persona con problemi di dipendenza le conosco bene.

Purtroppo quando si è legati a qualcuno con un problema di alcol, di droga (anche di depressione in realtà), quel problema diventa anche il tuo. I dipendenti (come anche i depressi nei loro momenti peggiori, e mi ci metto anche io) non sono in grado di dare in modo adeguato il loro amore alle persone che hanno accanto. Molte volte i loro sentimenti sono sinceri, ma il loro problema è troppo grande perchè siano in grado di dedicarsi agli altri e di pensare agli altri, i comportamenti sono incoerenti e sconclusionati, e la/le persone che sono loro accanto in genere subiscono tutti meccanismi insiti in un dipendente, non riescono a comprenderli e per questo motivo soffrono ancora di più. (Se uno capisse cosa vaga nella testa di un dipendente, probabilmente soffrirebbe di meno, ma per capire, bisogna passarci, e allora è meglio di no. ;-))
E scattano frustazione, rabbia, sensi di colpa....Non so bene quale fosse il problema del tuo ragazzo...ma per quanto riguarda le persone che posso aver incontrato io che avevano problemi seri di droga (e/o alcol e/o psicofarmaci e (anche) depressione) mi hanno sempre lasciato l'impressione di una profonda sensibilità alternata a momenti in cui apparivano completamente egoisti e concentrati su se stessi.

Il fatto è che la dipendenza è una malattia, e purtroppo si ammalano anche le persone che sono accanto, compagni/e, figli, genitori...e forse tu adesso ne stai soltanto pagando le conseguenze.
Forse problemi di base non ne hai (perchè a 22 anni, dubito che tu abbia avuto altre relazioni lunghe e importanti se questa va avanti da 5 anni, quindi dire che hai problemi di base o di autostima mi pare azzardato), probabilmente errori non ne hai fatti, e hai avuto soltanto la sfortuna di incontrare una persona con un problema che sicuramente è troppo grande per la tua età (talmente grande da spezzare l'autostima di chiunque. Ci sono un sacco di operatori di Sert, che convivono quotidianamente con la frustazione e la rabbia, benché siano preparati apposta per affrontare certi problemi, ma sono esseri umani e in quanto tali provano dei sentimenti)

Se non ce la fai ad andare avanti, vai dal medico, fatti fare la ricetta e vai al CIM per parlare con uno psicologo che ti aiuti ad accettare che non puoi farci niente, è una malattia e non hai responsabilità, e...volta pagina.
Una relazione con un dipendente è un'esperienza devastante per chiunque, e non credo che sia 'umano' non soffrirne e molto come stai facendo tu...a meno di non costruirsi tutta una serie di schemi mentali allucinanti, per tentare di farsi una ragione, di una cosa che purtroppo una ragione non ce l'ha.

PS: Non leggere 'Alla ricerca delle coccole perdute'.
Scusa se te lo dico alfredo, non voglio darti addosso di nuovo, ma io, nel solito contesto di scleri con il mio ragazzo (depresso), l'ho letto un po' di tempo fa...e poi sono stata un paio di settimane a devastarmi di pippe mentali su chi fosse l'adulto, chi il genitore, chi il bambino nella nostra relazione....e in tutte le combinazioni possibili mi ci ritrovavo.
Poi ho chiuso il libro intenzionata a non aprirlo più, ho parlato con il mio psico, ho ragionato senza schemi mentali precostituiti, l'ho lasciato, ora lui ed io abbiamo ricominciato a comunicare come due persone normali, lui andrà dallo psico settimana prox e un domani si vedrà...e siamo (o siamo stati) semplicemente due persone che si sono volute e si vogliono bene, né Adulti, né Genitori, né Bambini....
Sono polemica, ma non per darti addosso, solo perchè in due anni di psico, e mi sono serviti tanto, se c'è una cosa che ho capito è che gli schemi mentali e le semplificazioni, come le soluzioni ad hoc per ogni situazione, sono solo frottole che ci si racconta (e io me ne sono raccontate tante in generale nella vita) perchè nella vita una soluzione per 'star bene' non c'è e non lo si accetta. Si sta bene, si sta male, c'è gioia e sofferenza, l'importante (ed è quello che manca nella depressione, che ti blocca nell'inedia) è andare avanti e rimettersi sempre in discussione....cadere, alzarsi, ricadere e...e rialzarsi sempre

merla yogi
(forse zitella per il resto della vita, ma non più depressa...e solo grazie a farmaci, psicoterapia, a me stessa e al mio ex...)
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Messaggio  alfredo Mer Set 17, 2008 12:37 am

merla ha scritto:ormai scrivo raramente qui....ma ci tengo a darti una risposta e se mi permetti un consiglio, solo perchè ho una mamma (ex?) alcolista e le conseguenze dell'avere un legame con una persona con problemi di dipendenza le conosco bene.

Purtroppo quando si è legati a qualcuno con un problema di alcol, di droga (anche di depressione in realtà), quel problema diventa anche il tuo. I dipendenti (come anche i depressi nei loro momenti peggiori, e mi ci metto anche io) non sono in grado di dare in modo adeguato il loro amore alle persone che hanno accanto. Molte volte i loro sentimenti sono sinceri, ma il loro problema è troppo grande perchè siano in grado di dedicarsi agli altri e di pensare agli altri, i comportamenti sono incoerenti e sconclusionati, e la/le persone che sono loro accanto in genere subiscono tutti meccanismi insiti in un dipendente, non riescono a comprenderli e per questo motivo soffrono ancora di più. (Se uno capisse cosa vaga nella testa di un dipendente, probabilmente soffrirebbe di meno, ma per capire, bisogna passarci, e allora è meglio di no. ;-))
E scattano frustazione, rabbia, sensi di colpa....Non so bene quale fosse il problema del tuo ragazzo...ma per quanto riguarda le persone che posso aver incontrato io che avevano problemi seri di droga (e/o alcol e/o psicofarmaci e (anche) depressione) mi hanno sempre lasciato l'impressione di una profonda sensibilità alternata a momenti in cui apparivano completamente egoisti e concentrati su se stessi.

Il fatto è che la dipendenza è una malattia, e purtroppo si ammalano anche le persone che sono accanto, compagni/e, figli, genitori...e forse tu adesso ne stai soltanto pagando le conseguenze.
Forse problemi di base non ne hai (perchè a 22 anni, dubito che tu abbia avuto altre relazioni lunghe e importanti se questa va avanti da 5 anni, quindi dire che hai problemi di base o di autostima mi pare azzardato), probabilmente errori non ne hai fatti, e hai avuto soltanto la sfortuna di incontrare una persona con un problema che sicuramente è troppo grande per la tua età (talmente grande da spezzare l'autostima di chiunque. Ci sono un sacco di operatori di Sert, che convivono quotidianamente con la frustazione e la rabbia, benché siano preparati apposta per affrontare certi problemi, ma sono esseri umani e in quanto tali provano dei sentimenti)

Se non ce la fai ad andare avanti, vai dal medico, fatti fare la ricetta e vai al CIM per parlare con uno psicologo che ti aiuti ad accettare che non puoi farci niente, è una malattia e non hai responsabilità, e...volta pagina.
Una relazione con un dipendente è un'esperienza devastante per chiunque, e non credo che sia 'umano' non soffrirne e molto come stai facendo tu...a meno di non costruirsi tutta una serie di schemi mentali allucinanti, per tentare di farsi una ragione, di una cosa che purtroppo una ragione non ce l'ha.

PS: Non leggere 'Alla ricerca delle coccole perdute'.
Scusa se te lo dico alfredo, non voglio darti addosso di nuovo, ma io, nel solito contesto di scleri con il mio ragazzo (depresso), l'ho letto un po' di tempo fa...e poi sono stata un paio di settimane a devastarmi di pippe mentali su chi fosse l'adulto, chi il genitore, chi il bambino nella nostra relazione....e in tutte le combinazioni possibili mi ci ritrovavo.
Poi ho chiuso il libro intenzionata a non aprirlo più, ho parlato con il mio psico, ho ragionato senza schemi mentali precostituiti, l'ho lasciato, ora lui ed io abbiamo ricominciato a comunicare come due persone normali, lui andrà dallo psico settimana prox e un domani si vedrà...e siamo (o siamo stati) semplicemente due persone che si sono volute e si vogliono bene, né Adulti, né Genitori, né Bambini....
Sono polemica, ma non per darti addosso, solo perchè in due anni di psico, e mi sono serviti tanto, se c'è una cosa che ho capito è che gli schemi mentali e le semplificazioni, come le soluzioni ad hoc per ogni situazione, sono solo frottole che ci si racconta (e io me ne sono raccontate tante in generale nella vita) perchè nella vita una soluzione per 'star bene' non c'è e non lo si accetta. Si sta bene, si sta male, c'è gioia e sofferenza, l'importante (ed è quello che manca nella depressione, che ti blocca nell'inedia) è andare avanti e rimettersi sempre in discussione....cadere, alzarsi, ricadere e...e rialzarsi sempre

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ho letto con stupore che hai consigliato a piccola stella di non leggere il libro.Ti dico subito che non mi stai dando addosso, non l'ho mica scritto io! Ogn'uno trae dai libri o da altre fonti messaggi assolutamente personali per cui e' libero di pensare come vuole, ci mancherebbe. Anzi mi dispiace che invece di aiutarti ti abbia confuso di piu' le idee.
Peccato , perche' a me e' servito tanto e quando ho dei pensieri un po' pessimisti, ne leggo qualche capitolo ,dopodiche' , mi si schiariscono le idee e riparto con piu' energia.
Mi sembra , pero' , un po' sbagliato sconsigliarne la lettura ad altri solo perche' non e' servito a te.

Come pure nel consiglio che hai dato a piccola stella di rivolgersi a uno psicologo ,penso sia molto giusto e ragionevole, che la depressione inizialmente la si deve accettare,perche' non si hanno responsabilita' . Ma quando dici: .....che non puoi farci niente.....perche' una ragione non ce l'ha.be' questo non credo sia vero! Inizialmente , ma poi
ci si puo' fare , eccome! e una ( o piu') ragione c'e' sempre , anche se sconosciuta.
Certo non ci si deve colpevolizzare per gli errori che si sono fatti , ma imparare nuovi modi di pensare , nuovi modi di comportamento ( difficili, purtroppo ) e' assolutamente necessario .
Finche' non si sono capite le ragioni della sofferenza, si ricade sempre nelle vicende della vita provando lo stesso dolore.
Certo ogn'uno deve scoprirle e questo non e' facile.
Suggestione , ha parlato di una modifica di significati, delle aspettative , di se' , degli altri.....e mi sembra che stia molto meglio ora.
Chiediamo come ha fatto?

saluti
Alfredo

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Messaggio  merla Mer Set 17, 2008 5:18 am

forse son solo nervosa io
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Messaggio  alfredo Mer Set 17, 2008 11:13 am

e' un'esperienza nella quale forse tutti ci siamo passati, specie alla tua eta'. Si desidera l'amato incondizionatamente , quando ci lascia non si sopporta di venire abbandonati.La vita sembra perdere ogni significato e non vale la pena di vivere senza la sua presenza.
Certo parlare schematicamente , puo' riultare riduttivo,perche i rapporti sono intrisi sempre di mille emozioni, comunque anche semplficando per schemi si puo' arrivare a chiarire i motivi della sofferenza.

Quando una persona riveste un significato talmente grande, da farci sentire per un tempo molto lungo incapaci di reagire a questa perdita , probabilmente , nella considerazione di se' stessi , puo' esserci qualche falla.
Se la felicita' dipende solo dalla presenza di questa persona , credo che questa stia colmando un vuoto troppo grande ,che forse abbiamo e non ne siamo a conoscenza : UNO SCARSO AMORE PER SE' STESSI.
Il vuoto , cioe' un bisogno di amore cosi' grande , che puo' essere colmato solo da un altro, e' un'aspettativa irrealistica , e come tale soggetta a delusione.
Essere amati , e' un bisogno che ci da' il senso del vivere, ma non puo diventare una pretesa o un'aspettativa irrinunciabile esclusivamente da quella persona .
Ciao
Alfredo
ciao
alfredo

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Messaggio  Stef Gio Set 18, 2008 12:46 am

Ciao piccola, ho una figlia di vent'anni ma questo non c'entra niente.
Avere uno schema sintetico non è un il massimo per curare però può aiutare a capire i sintomi della depressione.
Iniziamo a dire la cosa schematica, poi passerò al discorso umano.

DEPRESSIONE MAGGIORE
5 o più dei seguenti sintomi devono essere presenti durante un periodo di almeno 2 settimane, devono caratterizzare la maggior parte della giornata ed esser presenti quasi quotidianamente:

1. Umore depresso;
2. Diminuizione di piacere o interesse per tutte le attività;
3. Perdita di peso (5% peso corporeo), diminuizione appetito;
4. Insonnia o ipersonnia;
5. Agitazione o rallentamento psicomotorio;
6. Facile affaticabilità;
7. Autosvalutazione o sentimenti eccessivi di colpa;
8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, indecisione;
9. Ricorrenti pensieri di morte.

Quando c'è un incendio devono intervenire prima i pompieri poi, dopo, con calma, iniziamo la ricostruzione.
All'inizio i psicofarmaci (psichiatra o in mancanza neuropsichiatra o neurologo di vecchia formazione - se pubblico si paga 18 euro e spiccioli).
Lo psichiatra deve farti stare meglio ENTRO UN MESE, MASSIMO DUE. Se non è così DEVI CAMBIARLO !
Quando si sta un po' meglio occorre anche lo psicologo o psicoterapeuta (può darsi che fa psicoterapia anche lo stesso psichiatra). Con lo psicologo bastano due-tre sedute: ci deve essere un feeling a pelle: se così non è DEVI CAMBIARLO. I farmaci comunque vanno continuati per circa 14 mesi dopo la guarigione.
Sul dibatitto tra Alfredo e Merla dico che Merla ha le sue ragioni ed esperienza da vendere, Alfredo ha la sua esperienza e la sua cultura da vendere: quindi uno a uno.
Tornando sul tema "amore"... l'amore è importante (anch'io ho sofferto tantissimo) ma quando si sta bene è importante anche "amare", azione che permette di essere se stessi.
Noi dobbiamo dare un senso alla nostra vita.
Ecco una parte del libro "L'anima e il suo destino":

«Quando l'Io pone il proprio centro fuori di sé, quando ha trovato qualcosa di più grande a cui dedicarsi, il tempo passa leggero, la vita scorre, quasi sorride. Quando invece l'Io fa di se stesso il centro del mondo, quando non ha qualcosa di più grande a cui dedicarsi, il tempo è pesante, oppressivo, la vita può diventare una prigione che genera nausea. Per questo tutti cercano qualcosa da fare, qualcosa che sia più grande, emozionante, avvincente, avvolgente. L'impresa decisiva della vita consiste nel trovare, tra le molte cose più grandi di noi che ci attorniano, la cosa giusta.
E' questo il senso esistenziale del "rinnegare se stessi" insegnato da Gesù; è questo il senso esistenziale del nulla, del vuoto, del distacco, di cui parlano i mistici. Per giungere alla vera gioia, alla permanente e indistruttibile gioia di vivere, si deve superare se stessi.»

Ti abbraccio, ti bacio e ti auguro ciò che il tuo cuore desidera.
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Messaggio  Luciano Ven Set 19, 2008 6:16 pm

Che dirti rispetto a ciò che già gli altri ti hanno detto? Sono tutti consigli validi, posso solo testimoniare che anch'io son stato male per diverso tempo e ne sono uscito grazie ai farmaci e grazie anche a me stesso e alle persone che mi stanno intorno...
Anche tu ne uscirai! Devi solo crederci, e naturalmente se non ci riesci da sola rivolgiti al medico...
Non esiste il modo per essere felici per sempre, ma è giusto e lecito rivendicare il diritto ad avere momenti felici! Pian piano la tua mente si allontanerà dalla persona che ti ha ferita e ti ha fatto star male, e si concentrerà su altri centri di gravità! Smile
Un abbraccio.

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Messaggio  pikkolastella Mer Set 24, 2008 12:43 am

Eccomi di nuovo...vi ringrazio tanto per avermi prestato un po' del vostro tempo e per avermi risposto...tutti i consigli che mi avete dato sono molto utili, ma difficili da mettere in pratica. Io mi rendo conto perfettamente che devo lasciarmi questa storia dietro alle spalle, ma sono intrappolata in una prigione fatta di sensi di colpa e di paure...non riesco a uscirne, anzi faccio di tutto per trascinarla, per avere ancora del tempo da passare con lui...ogni volta che lo cerco seppellisco la mia dignità ma non riesco a evitarlo. Lui mi fa star male ma non riesco a ribellarmi.
E' brutto da dire ma è come se fossi drogata.
In questi giorni sono riuscita a recuperare un briciolo di razionalità, ma poi sono crollata di nuovo.
Sto pensando di rivolgermi ad un psicologo...comunque vorrei evitare di prendere farmaci, sono un po' scettica (e spaventata) al riguardo. Secondo voi sono veramente indispensabili?
Io mi ripeto che posso farcela anche da sola, ma poi mi rendo conto che ogni giorno sono punto e a capo, che anche se posso e devo farlo forse non voglio farlo...mi manca la volontà di dire basta...perchè ho paura...uno psicologo può realmente aiutarmi in questo? altrimenti come posso aiutarmi da sola?
a volte penso che voglio rassegnarmi a vivere così, che tanto non merito niente dalla vita, perchè ho sempre dato il meglio di me e cosa ho ottenuto? solo dolore... evidentemente è inutile combattere una partita persa in partenza...
grazie ancora...e scusate i miei sfoghi...mi vergogno tanto di dire queste cose... Sad

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Messaggio  suggestione Mer Set 24, 2008 5:46 am

Uno specialista ti potrebbe dare una mano.
Penso che parlare con qualcuno, un amico o chi altro, potrebbe farti anche bene.

I sensi di colpa e le paure, determinano spesso questo tipo di calo della volontà.
Le cattive abitudini, rafforzano i problemi e minano la volontà.
Per fortuna, da anni, mi sono reso conto che la vita è dura, aspra e difficile e, quello che va cambiato per godere di tutto, anche delle cose negative, è proprio quello di modificare le percezioni che in qualche modo impediscono la serenità.
Ci sono molte strade che potresti percorrere, prima di fare cose inutili, fai qualche ricerca.
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Messaggio  merla Mer Set 24, 2008 7:15 am

pikkolastella ha scritto:.
Sto pensando di rivolgermi ad un psicologo...comunque vorrei evitare di prendere farmaci, sono un po' scettica (e spaventata) al riguardo. Secondo voi sono veramente indispensabili?
Io mi ripeto che posso farcela anche da sola, ma poi mi rendo conto che ogni giorno sono punto e a capo, che anche se posso e devo farlo forse non voglio farlo...mi manca la volontà di dire basta...perchè ho paura...uno psicologo può realmente aiutarmi in questo? altrimenti come posso aiutarmi da sola?
(

Restando entro i limiti delle regole del forum ( Very Happy ) per cui NON si danno consigli terapeutici...nessuno può obbligarti a prendere farmaci o prescriverteli se non sei d'accordo.
Piuttosto, se decidi di consultare uno specialista, chiariscigli subito che tu vorresti evitare di prendere farmaci, ma piuttosto fare una terapia con uno psicoterapeuta e piuttosto nel corso della psicoterapia valutare con lui...se poi lui non è d'accordo, puoi sempre rivolgerti a qualcun altro o andare da un privato.

Eventualmente...dato che la questione è collegata a un problema di droga, potresti anche andare a farti un giro al SERT più vicino (non so dove vivi) e chiedere se c'è qualche risorsa disponibile (non so gruppi di auto-aiuto o cose del genere) per le persone che hanno/hanno avuto legami con qualcuno con problemi di dipendenza.
Lì dipende un po' da un Sert all'altro, ma a volte queste cose ci sono, e per la mia esperienza, possono esserti molto d'aiuto.

Se ce la fai, puoi anche aiutarti da sola....diciamo che con un aiuto esterno (che poi come dice sugge, può magari anche bastare un amico o una persona di cui ti fidi) è più facile.

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Messaggio  alfredo Mer Set 24, 2008 3:04 pm

qualunque sia la strada che intendi intrapprendere , puoi cominciare a mettere in discussione alcune convinzioni:

"che tanto non merito niente dalla vita, perchè ho sempre dato il meglio di me e cosa ho ottenuto? solo dolore... evidentemente è inutile combattere una partita persa in partenza..."
Tu meriti MOLTO dalla vita, come tutti del resto : STARE BENE!
per la partita persa in partenza.......il campionato e' lungo.....

"grazie ancora...e scusate i miei sfoghi...mi vergogno tanto di dire queste cose..."
Non c'e' bisogno di scusarsi , ti ascoltiamo con piacere, e se possibile poterti dare una mano,

se puoi comincia ad accoglierti,con amore , senza GIUDICARTI , cosi' che la vergogna si allentera' .

ciao
Alfredo

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