Dove trovare la forza?

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Messaggio  Howl Lun Feb 04, 2013 2:34 am

Se si è soli, dove trovare la forza?
Come si può non lasciarsi andare, abbandondonare, se non si sente la vicinanza di un amico,
una persona che almeno ci dia ragion d'essere.
Vorrei che fosse solo un momento, e per questo non devo lasciare che la solitudine
mi paralizzi, mi faccia diventare un verme.
Ho provato a cercare un aiuto in conoscenti: eppure ho trovato solo il vuoto.
Io non voglio credere in un Dio solo per farmi forza:
non ci riuscirei
e mentirei a me stesso.
Ma allora in questa solitudine, in questa perdita di senso,
dove si può trovare ancora la ragione?
Voglio dire: sono solo, ma almeno fare di tutto per essere se stessi
per essere soddisfatti in questa solitudine.
Sperando, chissà, un giorno, che l'incubo finisca.
Io so che posso farcela, devo solo obbligarmi a puntare su me stesso, a fregarmene di tutto e tutti.
Sono solo ma non ce l'ho col mondo per questo, non ce l'ho con gli altri, ce l'ho con me;
se ce l'avessi con gli altri me ne fotterei e andrei per la mia strada,
ma penso che è colpa mia se non sono accettato e questo non fa altro che impedirmi
di concentrarmi su me stesso.
Come dire, tutti ti abbandonano, e tu pensi a chi ti abbandona.
Ma loro non faranno che farti altro male se possono.
Ancora:
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Howl

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Messaggio  jeanluc Lun Feb 04, 2013 10:07 am

Siamo nella buca che ci siamo scavati da soli, dobbiamo uscirne. Devi perdonarti per averla scavata tanto per cominciare, se hai capito di aver sbagliato, se senti di poter rimediare, devi smetterla di incolparti per gli errori passati, il passato è andato, non possiamo cambiarlo, può solo insegnarci qualcosa, e credo che ci abbia insegnato abbastanza da non commettere gli stessi errori in futuro.
Se senti il vuoto o l'indifferenza da parte delle persone può essere per diversi motivi: perché sono persone egoiste, oppure perché siamo tanto abituati alla solitudine che i meccanismi tramite il quale si instaura un minimo di confidenza e di empatia li abbiamo persi, in entrambi i casi, niente di irrimediabile. Le persone che non fanno per noi possiamo evitarle, a rapportarsi di nuovo ci si può riabituare pian piano. Non avere fretta, devi uscirne gradualmente, comincia con obiettivi di piccola portata, prendi fiducia e poi quando ne hai abbastanza buttati sul palcoscenico e sii la persona che vuoi essere, il tuo blocco non esiste, o meglio, ce lo stiamo autoimponendo senza una ragione valida.
La forza dov'è? Dentro di te, su questo forum, nelle persone che ti ascoltano, forse in parte nella terapia, ma la chiave è la forza di volontà, non devi mai mollare, stringi i denti più che puoi, non abbassare la guardia nei momenti di benessere, arrabbiati quando guardandoti allo specchio non vedi chi vorresti essere, non rassegnarti mai ad essere un pallido riflesso, fallo per te, fallo per tutte le persone su questo forum che vivono la medesima esperienza e che hanno bisogno di vedere che si può stare meglio, che non è mai troppo tardi per riscattarsi.
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Messaggio  canterel II Lun Feb 04, 2013 1:02 pm

Howl ha scritto:
Come si può non lasciarsi andare, abbandondonare, se non si sente la vicinanza di un amico,
una persona che almeno ci dia ragion d'essere.

Ma allora in questa solitudine, in questa perdita di senso,
dove si può trovare ancora la ragione?

Come dire, tutti ti abbandonano, e tu pensi a chi ti abbandona.
Ma loro non faranno che farti altro male se possono.


in effetti una persona, dei conoscenti o un dio non ci danno una ragion d'essere. si può stare molto male anche se circondati da persone e anche se credenti.
quando si ragiona dell'essere, conviene considerare che ci si trova su un piano che ha poco di razionale, se per razionale si intende un oggetto misurabile, comprensibile attraverso dei confronti rispetto a dei parametri. gli elementi del nostro rapporto con il mondo esterno e gli elementi della nostra personale visione escatologica (dio, destino, etc) sono in se stessi dei modelli inerti e non ci si può aspettare che agiscano su di noi dandoci la ragione. perché questi elementi agiscano dobbiamo ricostruirli dentro di noi piuttosto che attendere una loro azione a nostro beneficio. dobbiamo averne cura, e soprattutto nel momento in cui ci sembra di non ricevere niente di significativo dalla compresenza di questi elementi nel nostro orizzonte. quando li avremo ricostruiti adeguatamente rispetto alle nostre esigenze, essi forse potranno agire come idee che padroneggiamo e che possono orientare la nostra azione nel mondo esterno, compensando le insoddisfazioni, modulando i comportamenti e le aspettative, aiutandoci a percepire la familiarità e la comunione delle nostre condizioni rispetto alle condizioni degli altri, anziché a riconoscere soprattutto ciò che ci distingue, ci isola e ci separa.

all'inizio per me questa ricostruzione dell'immagine degli altri e dei valori che costituiscono il mio orizzonte teleologico è stata un'operazione in pura perdita, conseguente alla nausea e alla delusione.
sono partito, al colmo del fastidio, dall'assunzione che niente e nessuno poteva aiutarmi e darmi qualche stimolo risolutivo perché potessi sentirmi meglio: condizione pericolosa e dolorosa.
sopportando il dolore e l'assenza di aspettative, ho coltivato una forma di curiosità e di rassegnazione attiva che progressivamente mi ha portato a osservare gli altri e le situazioni con un certo distacco, che quanto meno permetteva di nutrire uno stimolo d curiosità analitica e, per così dire, antropologica. il lavoro, i pochi scambi e le routine quotidiane mi hanno dato una base inizialmente molto esile per mantenere un rapporto con l'ambiente nonostante il dispiacere. con il tempo e grazie a qualche esperienza via via più complessa, condotta sempre in assenza di aspettative da parte mia (un po' di volontariato, qualche forma di amicizia, inizialmente senza troppa confidenza, legata a interessi pratici) ho cominciato a percepire la solidarietà con gli altri esseri umani, riconoscendo in essi le mie debolezze e i miei problemi (a prescindere dal grado di consapevolezza e dal tipo di elaborazione della condizione umana, che possono variare molto tra gli individui).
il senso di solidarietà specifica (non un principio etico astratto, quanto una constatazione di limiti, mortalità, bisogni comuni) si è rinforzato con il tempo e ha agito come criterio per ricostruire dentro di me l'immagine delle persone che conoscevo, comprese quelle che non sopporto e con le quali posso pure trovarmi nel più profondo disaccordo. le stesse aporie e gli elementi tragici o incomprensibili che costituiscono buona parte dell'esperienza, una volta assunti come base ontologica della condizione umana e non come rogne individuali, ricostruiscono un'immagine del mondo più interessante, ancorché enigmatica e a volte orribile. la dimensione collettiva, specifica e perfino interspecifica (ci sono anche altri esseri viventi oltre alle persone, che hanno un sistema nervoso e fanno la loro esperienza) mi fornisce le coordinate per ricostruire la mia idea di chi mi sta intorno e delle situazioni che mi coinvolgono.
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Messaggio  -Nessuno- Gio Feb 07, 2013 7:23 pm

jeanluc ha scritto:Siamo nella buca che ci siamo scavati da soli, dobbiamo uscirne..
Esistono anche persone che non si sono scavati alcuna buca. Io sta cosa della colpa non la capisco. Io non mi sono scavato nessuna buca. Ma non lo dico per imputare qualcosa agli altri. Con gli altri posso avere i miei rancori e i miei conti in sospeso. Ci sono persone che mi hanno pestato, che hanno abusato psicologicamente di me, che mi hanno quasi ammazzato, che mi hanno tradito ecc, ma non è questo il punto, ma non credo sia neanche quello di pensare che siamo causa del nostro male. Le cose si fanno in due, non c'è un "io" senza che ci siano gli altri. Io dico che per la quasi totalità dell'umanità farcela da soli è impossibile. Conosco persone che fanno tanto i self made man ma se non avessero la cerchia che li protegge sarebbero attaccati a una corda per il collo, per intenderci. Da soli la partita non si vince. E lo ho imparato a mie spese. Ci vuole qualcuno vicino, qualcuno che voglia spontaneamente dare una mano al prossimo. Non lo si puo pretendere? Vero, ma nemmeno si puo pretendere che uno si "faccia da solo". Non perché sia impossibile di per se ma perché le persone depresse o infelici hanno un debito di ossigeno emotivo, sono senza fiato, senza energia per buttare costantemente il cuore oltre l'ostacolo. Ed è anche normale che sia così. Io, di mio, faccio quel che posso per aiutare gli altri, non pretendo mai nulla in cambio ma è chiaro che in certe situazioni, con qualcuno vicino ce l'avrei fatta. Così non è andata, non recrimino, ma nemmeno mi accuso di essermi scavato la fossa. Questo no, sarebbe come recrminare contro se stessi. Io non mi devo perdonare niente, le cose sono andate cosi. Non avevo i numeri per essere felice. FOrse in futuro li avrò...ma sai cosa serve? Fortuna. Solo un po' di fortuna. Tutto qua.

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Messaggio  -Nessuno- Gio Feb 07, 2013 7:34 pm

Howl ha scritto:
Dove trovare la forza?





non c'è nessuna cosa che ti possa dare la motivazione per trovare la forza. Anzi, è sbagliato per me proprio il concetto di "obiettivo" quando si parla di queste cose. Tu devi andare avanti soltanto in nome tuo e in virtu di amor di resistenza. Resistere e non mollare mai. Ma non perché cosi sicuramente si vincera lap artita, si realizzeranno i proprio sogni, non è detto che ciò accada. Lo si deve fare perché così e soltanto cosi, cioe non mollando mai, non si viene meno alla responsabilita nei confronti di se stessi. Io me lo devo. Me lo devo di andare avanti, in virtu del rispetto che nutro verso di me. GLi altri potranno anche essere cento volte più capaci di me nella vita, ma io almeno non mollo perché almeno io non voglio remarmi contro, visto che gia tutto il resto lo fa.

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Messaggio  Joy Mer Feb 27, 2013 7:09 pm

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Ultima modifica di Joy il Sab Mar 02, 2013 3:21 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Howl Mer Feb 27, 2013 10:57 pm

Joy ha scritto:

Rileggevo i vecchi post, mi ricordo il tuo sul Capodanno.
Io sono rimasta ferma ad allora, con la stessa tua domanda per le mani.
Così mi è venuta voglia di chiederti se a distanza di qualche tempo hai trovato una risposta, che magari poteva illuminare anche me.

Mi dispiace deluderti Joy, nessuna illuminazione, nessun miracolo Smile
solo una brutta influenza e ancora più problemi di prima!
ma non mi sento un infelice, vorrei solo poter dare più amore

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